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Michele Cea. La mia arte? Un grido e basta e ognuno faccia il verso che vuole!

Michele Cea. La mia arte? Un grido e basta e ognuno faccia il verso che vuole!
Titolo Michele Cea. La mia arte? Un grido e basta e ognuno faccia il verso che vuole!
Autore
Prefazione , ,
Argomento Arti, cinema e spettacolo Storia dell'arte: stili artistici
Editore Editoriale Giorgio Mondadori
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 176
Pubblicazione 09/2019
ISBN 9788860529930
 
25,00

 
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«"Il caso non esiste" (Voltaire). "Dipendiamo da incroci di spazi, di tempi, di incontri" (La Fontaine). È da una vita che lo sostengo. Anche perché ne ho sempre avuto la conferma. Come mi è accaduto anche con Salvatore Morgante. 2014. Era di sabato. Mi ritrovai a percorrere una strada che non rientrava nel mio itinerario di quel giorno. Incontrai un amico e collega giornalista. Mi disse che mi aveva cercato poiché un giovane artista di Favara, a due passi da Agrigento, dopo aver chiesto e ottenuto d'entrare fra i miei contatti su Facebook, desiderava un commento critico sul percorso pittorico che aveva iniziato solo da qualche mese, ma non osava contattarmi in tal senso poiché "terrorizzato" dalla mia severità di critico. Ci risi sopra. Gli telefonai. Gli parlai. Lo incontrai. Lo lanciai. E, dopo appena qualche mese, Salvatore Morgante, artista eclettico, straordinario, polivalente, irrefrenabile, uscì con il suo primo catalogo, ovviamente curato da me, e iniziò a esporre in Italia e in tutto il mondo, con un successo sempre cresciuto e consolidatosi nel tempo. Un pomeriggio, a casa sua, mi parlò di Michele Cea, facendomi vedere i suoi lavori. Fui colpito da un estro cucito a carne viva in esiti di tormentate quietudini. Fui schiantato dal tragico "finis" del suo prematuro, assurdo ma coerente congedarsi dalla Vita dopo aver contrassegnato/configurato, e in specie come allerta e monito "a futura memoria", ogni tappa della sua laicissima "Via crucis" su troppi sentieri lastricati di chiodi. Scrissi qualcosa sul primo catalogo a cura di Nicola e Lina (subito divenuti Amici carissimi). Parlai di Lui nei miei corsi di Fenomenologia dell'Immagine e di Fenomenologia delle Arti contemporanee ai laureandi dell'Accademia di Belle Arti "Michelangelo" di Agrigento. Tutti lo ammirarono. Tutti piansero.» (Nuccio Mula)
 
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