Scritto nel 1927, "L' avvenire di un'illusione" affronta esplicitamente la religione nelle sue dimensioni culturali e inconsce. Per Freud la religione sorge dai desideri più antichi e dalle inquietudini più pressanti dell'umanità, ed è quindi inevitabile che essa assuma le sembianze del sogno e dell'illusione. Tutte le dottrine religiose sono pertanto per Freud, sulla scia dei Lumi, illusioni indimostrabili, ma anche inconfutabili. Freud non si occupa però qui del loro eventuale contenuto di verità, a lui interessa averne riconosciuto la natura psicologica di illusioni. Le credenze religiose sono da considerarsi pertanto come l'inevitabile risultato della dipendenza e del timore infantile nei confronti dell'autorità parentale: il sentimento religioso ha fondamentalmente origine nel bisogno infantile di protezione e si proietta in un Dio trascendente che protegge le creature da ogni tipo di pericolo. Tuttavia Freud ritiene che sia possibile per l'umanità progredire, superando le paure e i conflitti delle origini: lo studio dell'uomo, la ricognizione dell'essenza umana in tutta la sua complessità, a cominciare dall'intreccio tra la mente e il cuore, offrirà l'antidoto indispensabile all'alienazione religiosa.
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L'avvenire di un'illusione
| Titolo | L'avvenire di un'illusione |
| Autore | Sigmund Freud |
| Curatore | Stefano Mistura |
| Traduttore | E. Ganni |
| Collana | Piccola biblioteca Einaudi. Nuova serie, 635 |
| Editore | Einaudi |
| Formato |
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| Pagine | XCI-63 |
| Pubblicazione | 03/2015 |
| ISBN | 9788806222352 |

