Quello che compare nei versi di Valerio Fabbri è un mondo in orizzontale, potremmo dire, dove la vita scorre tra marciapiedi sporchi e muri scrostati: tutto avanza lineare e senza senso, teso in una sola direzione, per cui le vite di tutti appaiono 'semplici" e come incastrate dentro una routine che sovente si riempie di urla per cose da poco e vane, come se le esistenze fossero incise da una malattia cronica che tutto e tutti colpisce: "Abbiamo fatto rumore con la spazzatura, mentre al piano di sotto i vicini, litigavano sul riscaldamento: esiste un marchio segreto o degrado, una specie di fiera, una città cronica, deturpata dai manifesti. E stranieri, stranieri da queste parti, inchiodati dal futuro». Valerio Fabbri pare volerci dire che a tutti coloro che incontriamo in queste sue "immagini abitate" è assegnato un destino 'in perdita": un vuoto di futuro, per cui nei versi il tempo è afferrato solo nel suo consumarsi in un eterno presente. [...] Quando tutto pare perduto nel suo opaco fluire, il poeta si solleva un po' dal piano orizzontale, si mette di lato e cerca un "un pezzo di verità" dice, forse cerca solo qualcosa da salvare in poesia, come si legge in questo passaggio: "Tutto è visibile in questo formicolio, ma invento un posto luminoso, alla mia mancanza di simpatie: a volte ascolto di straforo, mi vergogno, mi sembra di trovare un pezzo di verità, sulle bocche semplici di tanti sconosciuti".
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Immagini abitate. Poesie
| Titolo | Immagini abitate. Poesie |
| Autore | Valerio Fabbri |
| Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
| Collana | Sguardi, 25 |
| Editore | La Vita Felice |
| Formato |
|
| Pagine | 48 |
| Pubblicazione | 06/2011 |
| ISBN | 9788877993717 |
€8,00
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