Una vasta insurrezione si estende dagli Stati Uniti all'America Centrale a un epicentro maghrebino. Effetto collaterale di un mondo che col pretesto del controllo ha creato ovunque stati di polizia, i "ragazzi selvaggi" si evolvono presto in una fantasmagorica sottospecie umanoide: ragazzi-gatto con artigli "curvi e cavi imbottiti di pasta di cianuro", ragazzi-serpente, ragazzi che sputano e ringhiano, corrono "come gattini feroci sferrando colpi con rasoi e schegge di vetro", si spostano su pattini a propulsione, mentre il capobranco ha una toppa sull'occhio e, al posto della mano destra, "un castrasuini avvitato in un moncone di legno e cuoio" con il quale "trancia gli intestini come spaghetti". In un romanzo di allarmante forza profetica, ancora una volta Burroughs incenerisce processi e mutamenti storici al rogo della sua immaginazione e della sua allucinata, inconfondibile scrittura.
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I ragazzi selvaggi. Un libro dei morti
| Titolo | I ragazzi selvaggi. Un libro dei morti |
| Autore | William Burroughs |
| Curatore | Franca Cavagnoli |
| Traduttore | Andrew Tanzi |
| Argomento | Narrativa Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945) |
| Collana | FABULA, 290 |
| Editore | Adelphi |
| Formato |
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| Pagine | 195 |
| Pubblicazione | 09/2015 |
| ISBN | 9788845930072 |

