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Skira: Cataloghi di arte antica

Luigi Basiletti e l'antico

Luigi Basiletti e l'antico

Libro: Libro in brossura

editore: Skira

anno edizione: 2023

pagine: 184

Nell'aprile del 1823, esattamente duecento anni fa, Luigi Basiletti si faceva promotore della grande impresa che portò alla luce l'area monumentale di Brescia romana, con il Capitolium e la straordinaria scoperta del deposito dei bronzi dei quali faceva parte la Vittoria Alata. Pittore, connoisseur e architetto, Basiletti intraprese - nel corso di un fondamentale soggiorno a Roma nell'ambiente che si riuniva intorno ad Antonio Canova - gli studi di antiquaria e di archeologia che risulteranno decisivi per la sua formazione, segnata indelebilmente dalla fascinazione per l'Antico. Del suo ruolo di direttore degli scavi, di progettista del Museo Patrio e di ideatore della prestigiosa pubblicazione destinata a documentare edifici e reperti resta traccia negli scritti e nella cospicua produzione di disegni e acqueforti che - a fianco delle più tradizionali pitture di soggetto storico e mitologico - trasmettono l'idea di una visione capace di aggiornare gli assunti neoclassici alla luce della nuova sensibilità romantica.
27,00

All'ombra di Canaletto. Paesaggi e «capricciose invenzioni» del Settecento veneziano

All'ombra di Canaletto. Paesaggi e «capricciose invenzioni» del Settecento veneziano

Libro: Libro in brossura

editore: Skira

anno edizione: 2023

pagine: 176

Il secolo d'oro della Serenissima, uno dei capitoli della storia dell'arte più apprezzati nel mondo All'ombra di Canaletto. Paesaggi e "capricciose invenzioni" del Settecento veneziano intende documentare lo spirito di un'epoca, espresso attraverso i dipinti, nei quali i committenti vedevano rispecchiarsi i propri valori, insieme a sensazioni e ricordi. Se le vedute erano i souvenir che i gentiluomini stranieri si riportavano a casa dal Grand Tour, i paesaggi e i capricci rappresentavano i soggetti più ambiti della nobiltà veneziana, che li custodiva nelle proprie dimore. Dagli esordi del XVIII secolo sino al crepuscolo della Serenissima, il volume passa in rassegna la nascita e lo sviluppo dei generi più alla moda nella Venezia settecentesca rappresentati da capolavori dei grandi maestri quali Francesco Zuccarelli, Luca Carlevarijs, il Canaletto e Francesco Guardi, affiancati da artisti meno conosciuti come Giovan Battista Cimaroli e Giacomo Guardi, che con le loro tele hanno fissato nella memoria figurativa l'anima di Venezia, sospesa tra vita e sogno. Questi ultimi elementi rappresentano il nucleo del progetto che illustra il loro intrecciarsi, con la prevalenza dell'una o dell'altro, in specifiche sezioni tematiche all'insegna di un'esperienza immersiva, volta a entrare nelle corde emozionali dell'epoca. Tale esperienza troverà compiuta espressione in una sezione multimediale dedicata che permette di calarsi all'interno della rappresentazione pittorica, muovendosi all'interno del dipinto accanto ai personaggi e alle architetture che lo compongono. Sarà così possibile rivivere lo spirito del secolo d'oro dall'interno, condividendo empaticamente i contenuti espressi dagli artisti, intenti a tradurli nel linguaggio pittorico attraverso luce e colore. A fare da sottofondo è la campagna veneta, interpretata da ciascun maestro a proprio modo, passando dalla verosimiglianza al gusto visionario, dalla cronaca all'elegia, dal racconto alla fiaba. Lo stesso accade ai personaggi che la popolano, la cui identità oscilla tra le creature virgiliane e il fumetto, con esiti di straordinaria modernità.
29,00

L'imperatore e il duca. Carlo V a Mantova

L'imperatore e il duca. Carlo V a Mantova

Daniela Sogliani, Marsel Grosso

Libro: Libro in brossura

editore: Skira

anno edizione: 2023

pagine: 85

I soggiorni dell'imperatore Carlo V a Mantova e l'influenza sulle arti Figlio di Filippo il Bello e Giovanna la Pazza, Carlo V d'Asburgo (1500- 1558) è stato imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e arciduca d'Austria dal 1519, re di Spagna (Castiglia e Aragona) dal 1516, principe sovrano dei Paesi Bassi e duca di Borgogna dal 1506. Riunendo sotto il proprio regno vasti territori dell'Europa occidentale, centrale e meridionale ma anche le colonie spagnole nelle Americhe e in Asia, Carlo V è il vertice di un impero non più fiammingo o spagnolo ma europeo e globale. I soggiorni di Carlo V a Mantova del 1530 e del 1532 rappresentano due dei momenti più significativi della storia italiana ed europea dopo i tragici eventi del sacco di Roma (1527) e la pace ristabilita con Clemente VII a Bologna in occasione dell'incoronazione imperiale del 24 febbraio 1530. Le conseguenze di quelle visite furono importantissime non solo dal punto di vista politico, per le ricadute che ebbero sui delicati equilibri di potere fra l'Impero e le corti italiane, ma anche dal punto di vista delle arti figurative, per la messa a punto di un nuovo canone rappresentativo del potere imperiale. I protagonisti di questa memorabile stagione del Rinascimento furono alcuni dei migliori allievi di Raffaello: Perino del Vaga, regista degli apparati effimeri innalzati a Genova nell'estate del 1529, e Giulio Romano, che nei giorni del primo soggiorno dell'imperatore fece di Mantova "una nuova Roma". Palazzo Te fu l'epicentro dei festeggiamenti e Federico II Gonzaga il gran cerimoniere. Tra i numerosi artisti coinvolti figurano anche Parmigianino, Sebastiano del Piombo, Alfonso Lombardi e Tiziano, il cui incontro con Carlo V avvenne grazie alle trame diplomatiche intessute proprio dal duca di Mantova. In ambito internazionale fu Jakob Seisenegger, artista di corte del fratello dell'imperatore, Ferdinando I d'Asburgo, a segnare il passo verso la definizione della nuova immagine del sovrano, quindi del moderno State portrait, con il Ritratto di Carlo V con il cane del Kunsthistorisches Museum di Vienna, completato a Bologna nel 1532 e di cui lo stesso Tiziano darà una sua personale interpretazione nella tela con il medesimo soggetto, oggi conservata al Museo del Prado di Madrid.
25,00

Immaginario Ceruti. Le stampe nel laboratorio del pittore

Immaginario Ceruti. Le stampe nel laboratorio del pittore

Libro: Libro in brossura

editore: Skira

anno edizione: 2023

pagine: 144

Nell'anno in cui Brescia è, con Bergamo, Capitale italiana della cultura, un approfondimento sul rapporto dell'artista milanese con il mondo della grafica Sono trascorsi quarant'anni da quando Mina Gregori, la più nota studiosa di Giacomo Ceruti, ha rilevato per la prima volta che in alcuni dipinti dell'artista, in particolare nelle scene di vita popolare, si celano diverse desunzioni dalle stampe, operate con minuzia e disinvoltura dal celebre pittore dei "pitocchi". Nonostante la sua precoce e più volte ripresa segnalazione, questo affascinante quanto singolare capitolo della pittura pauperistica non è mai stato affrontato in modo sistematico prima di questa pubblicazione. Come molti artisti dell'epoca infatti, Giacomo Ceruti studiava le incisioni e le stampe dei maestri antichi e dei suoi contemporanei per comporre i propri geniali dipinti, specie per quanto riguarda sfondi, paesaggi e figure animali. Attingendo a un vasto repertorio grafico, che comprendeva opere di artisti francesi, olandesi e italiani, il celebre pittore degli umili perfezionò la sua arte, inserendosi in un clima culturale di respiro internazionale. Definire il ruolo rivestito dalle stampe nel laboratorio creativo di Ceruti risulta dunque determinante per comprendere fino a che punto si spinse, nell'opera dell'artista, l'inscindibile rapporto tra realtà e tradizione. Immaginario Ceruti ha seguito nel dettaglio il metodo di lavoro del pittore, illustrando le ragioni che lo spinsero ad attingere di frequente a un vasto repertorio calcografico che spazia dal Cinquecento al Settecento, da Jacques Callot agli acquafortisti olandesi passando per Pietro Testa e per i più moderni francesi. Scovando nelle opere di Ceruti le citazioni e i rimandi alle stampe più diffuse nelle botteghe del Settecento europeo, siamo oggi in grado di ricostruire una parte fondamentale del suo processo creativo.
26,00

Giacomo Ceruti nell'Europa del Settecento. Miseria e nobiltà

Giacomo Ceruti nell'Europa del Settecento. Miseria e nobiltà

Libro: Libro in brossura

editore: Skira

anno edizione: 2023

pagine: 304

Pittore degli ultimi e ricercato ritrattista dell'aristocrazia, tra ombre e luci, dall'umanità sofferente a intonazioni serene, da scene di povertà fino alle più aggiornate e raffinate tendenze dell'arte europea del XVIII secolo. A trentasei anni dall'ultima grande mostra dedicata a Giacomo Ceruti (1698-1767), Miseria & Nobiltà. Giacomo Ceruti nell'Europa del Settecento torna a indagare la figura di questo pittore che, con le sue toccanti rappresentazioni dei ceti umili e i suoi ritratti penetranti, si impose come una delle voci più originali della cultura figurativa del XVIII secolo. Attraverso oltre cento opere di Ceruti e di artisti che lo hanno preceduto o imitato, Miseria & Nobiltà propone una doverosa rilettura dell'opera di questo originale interprete della sua epoca capace di dare forma alle contraddizioni della società del tempo, determinata dalle scoperte e dagli studi che hanno permesso una revisione radicale dell'artista, anche raccontando relazioni di Ceruti con autori precedenti e a lui contemporanei, grazie alla presenza di opere di Moroni, Bellotti, Monsù Bernardo, Ceresa, Todeschini, Sweerts, Ribera, Fra' Galgario, Snijers, Tiepolo, Piazzetta, Rigaud. A rendere necessaria questa nuova indagine sulla figura dell'artista sono le mutate conoscenze e la valutazione della sua fisionomia che vengono indagate sotto una nuova luce grazie anche agli eccezionali prestiti internazionali di importanti collezioni pubbliche e private italiane. Ne emerge un nuovo, affascinante ritratto di questo grande artista caratterizzato da un lato dal radicamento entro l'avventura della "pittura della realtà" in Lombardia, dall'altro il respiro internazionale del suo percorso. Giacomo Ceruti non solo dunque Pitocchetto o l'Omero dei diseredati (come lo definì Giovanni Testori), ma, soprattutto, pittore europeo e ricercato ritrattista della nobiltà, a cominciare da quella che volle collezionare nelle sue dimore le scene popolari che hanno reso celebre l'artista.
38,00

Una nuova Sant'Agnese. Il recupero di una chiesa del XII secolo e un nuovo centro per l’arte. Ediz. italiana e inglese

Una nuova Sant'Agnese. Il recupero di una chiesa del XII secolo e un nuovo centro per l’arte. Ediz. italiana e inglese

Libro: Libro rilegato

editore: Skira

anno edizione: 2023

pagine: 205

Il volume racconta il recupero di un edificio storico, una chiesa del XII secolo, che dopo sette anni di restauro diventa un polo culturale e un centro per l’arte restituito alla città di Padova. È un racconto che contiene altre storie – l’operato di figure come l’archeologo, il restauratore, lo storico, l’architetto – perché un recupero così lungo e importante non può che essere frutto della collaborazione di molte professionalità di alto livello. Gli scavi hanno portato alla luce reperti importanti (in primis alcuni frammenti d’affresco di epoca giottesca) e il nuovo centro si pone come dialogo tra epoche storiche diverse, dall’edificio eretto all’inizio dello scorso millennio, ai frammenti del Trecento, alle opere di arte moderna e contemporanea che fanno parte della collezione della Fondazione Alberto Peruzzo. Il libro parla della storia del luogo, del suo recupero, ma anche della sua missione futura, e di come un sito dal ricco passato e dalla lontana spiritualità possa essere strappato dal degrado e recitare un ruolo chiave, grazie all’arte e alla cultura, nella società contemporanea. La Fondazione Alberto Peruzzo è un’istituzione non profit, nata nel 2015, impegnata nella diffusione dell’arte e nel recupero del patrimonio artistico del territorio. Il primo progetto è stato il recupero architettonico del Padiglione Venezia ai Giardini della Biennale, realizzato in collaborazione con Louis Vuitton, mirato al ripristino di un’importante sede dell’Esposizione Internazionale. Prefazione di Alberto Peruzzo.
38,00

La città del leone. Brescia nell'età dei comuni e delle signorie

La città del leone. Brescia nell'età dei comuni e delle signorie

Matteo Ferrari

Libro: Libro in brossura

editore: Skira

anno edizione: 2023

pagine: 296

La storia della città di Brescia tra il XII e il XV secolo. A Brescia, come in altri centri urbani dell'Italia centro-settentrionale, i secoli XII-XV sono un periodo di vivace sperimentazione politica. I governi comunali, prima, e i regimi signorili, poi, contribuiscono a forgiare il volto della città attraverso la committenza di opere destinate soprattutto agli spazi pubblici e spesso cariche di messaggi politici. Comune e signoria partecipano inoltre alla creazione e affermazione di simboli e rituali che esprimono, allora come oggi, l'identità locale quali lo stemma comunale con il leone, che Carducci rese poi famoso associandolo all'eroismo della città martire delle Dieci Giornate (1849), oppure il culto civico di Faustino e Giovita, "nuovi" patroni di Brescia, e quello delle reliquie delle Sante Croci, che ancora oggi scandiscono il calendario delle feste cittadine. Attraverso una variegata selezione di documenti e opere, alcuni inediti, La città del leone propone un viaggio attraverso tre secoli di storia, soffermandosi sui grandi eventi e cantieri che hanno segnato la città, e sui suoi protagonisti, dagli uomini del Comune ai Visconti e al Malatesta. Un'occasione per affrontare lo studio, finalmente in modo organico e approfondito, delle istituzioni civiche bresciane, degli uomini che ne diressero l'azione, delle forme di governo e degli strumenti di comunicazione, ma soprattutto per diffondere i risultati di queste ricerche su questa ricca pagina della storia locale. Pubblicato a corredo dell'esposizione bresciana, il volume prende in esame un arco cronologico compreso tra la seconda metà del XII secolo, epoca nella quale compaiono le prime tracce delle istituzioni civiche comunali, e il 1426, anno della dedizione di Brescia alla Repubblica di Venezia.
32,00

La carità e la bellezza. Tino di Camaino, Beato Angelico, Filippo Lippi, Sandro Botticelli

La carità e la bellezza. Tino di Camaino, Beato Angelico, Filippo Lippi, Sandro Botticelli

Stefano Zuffi, Domenico Piraina

Libro: Libro in brossura

editore: Skira

anno edizione: 2022

pagine: 112

Eccezionalmente riuniti quattro capolavori dell'arte fiorentina e toscana tre-quattrocentesca di Beato Angelico, Sandro Botticelli, Filippo Lippi, Tino Di Camaino La Madonna col Bambino di Sandro Botticelli, L'adorazione dei Magi di Beato Angelico, la Madonna col bambino di Filippo Lippi e Carità di Tino di Camaino: questi i quattro capolavori che declinano il tema della carità e della bellezza eccezionalmente riuniti in occasione della mostra milanese. Carità è la splendida scultura realizzata dal senese Tino di Camaino, allievo di Giovanni Pisano, il cui stile predilige forme semplici, solide, impostate su volumi geometrici ed è del tutto paragonabile a quello utilizzato, nello stesso periodo, da Giotto. La figura allegorica della Carità è una donna che si occupa di due bambini, allattandoli al seno. Il raffinato tabernacolo di Beato Angelico, gioiello del Museo di San Marco di Firenze, è stato realizzato intorno al 1430 ed è il frutto di una combinazione di tecniche tra pittura, miniatura, oreficeria e intaglio. Oltre a offrire un tema squisitamente natalizio come l'Adorazione dei Magi, il tabernacolo offre un saggio della sensibilità di Beato Angelico verso i colori, che scintillano preziosi sull'oro del fondo. La Madonna col bambino di Filippo Lippi, proveniente da Palazzo Medici Riccardi, è una delle ultime e più compiute opere su tavola del pittore, che la realizzò negli anni sessanta del Quattrocento, appena prima di trasferirsi a Spoleto per affrescare l'abside del Duomo. Quarta opera, la Madonna col Bambino dipinta intorno all'anno 1500 da Sandro Botticelli e oggi conservata nel Museo Stibbert. Dopo aver raggiunto l'apice della fama e della carriera al tempo di Lorenzo il Magnifico, negli anni che seguono la morte del suo mecenate (1492) Botticelli è fortemente impressionato dalle predicazioni apocalittiche di Gerolamo Savonarola. Un'inquietudine che si riflette sulla sua produzione artistica di quest'ultimo scorcio di vita, che lascia intatto il suo straordinario talento pittorico ma condiziona la sua intensa resa poetica. Questi quattro capolavori provenienti dai musei fiorentini dialogano con altre importanti opere antiche e moderne sul tema della carità e della bellezza appartenenti a importanti raccolte della città di Milano.
25,00

Restituzioni. Tesori d'arte restaurati 2022

Restituzioni. Tesori d'arte restaurati 2022

Libro: Copertina morbida

editore: Skira

anno edizione: 2022

pagine: 336

Guida alla mostra I capolavori d'arte antica e moderna appartenenti al patrimonio artistico italiano "restituiti" grazie ai restauri di Intesa Sanpaolo nella diciannovesima edizione del progetto Non c'è angolo d'Italia che non sia luogo d'arte. Lungo tutta la penisola, da nord a sud, le città e i borghi - con i loro musei, le collezioni, le chiese, i palazzi e i siti archeologici - sono ricchi delle testimonianze artistiche che hanno reso unica e straordinaria la storia del Paese. C'è bellezza ovunque, in Italia: una bellezza maestosa e al contempo pericolosamente fragile, minacciata dal passare dei secoli, dalle calamità, dall'incuria. La perdita dell'integrità e dei nostri tesori d'arte comporterebbe un vulnus della nostra stessa identità nazionale. Da questa convinzione è nato nel 1989 il progetto Restituzioni, che da ormai trent'anni vede il Gruppo Intesa Sanpaolo impegnato nel salvaguardare e "restituire" al Paese i beni artistici e architettonici del patrimonio nazionale. Con cadenza biennale, lavorando al fianco delle istituzioni pubbliche preposte alla tutela, la banca individua un nucleo di opere che versano in condizioni precarie, ne sostiene il restauro e ne promuove la valorizzazione attraverso una grande mostra conclusiva. Non si tratta di un semplice finanziamento, ma di una partecipazione attiva all'impegno progettuale, sorretto da un radicato senso di responsabilità, oltre che da una grande passione per l'arte e la cultura. Dalla sua istituzione, il programma ha consentito la "riconsegna" di oltre mille capolavori italiani, dai reperti antichi fino all'arte contemporanea. Questa diciannovesima edizione del programma di restauri di manufatti appartenenti al patrimonio artistico nazionale arricchisce il proprio catalogo di opere iconiche e oggetti sacri di raffinatissima fattura, tavole, tele e sculture dei più grandi artisti, ma anche più semplici e quotidiani manufatti che raccontano la loro storia singolare, lunga, complessa, talvolta addirittura misteriosa. Si spazia dagli affreschi pompeiani ai preziosi manoscritti della Divina Commedia della Biblioteca Universitaria di Bologna e ai dipinti di Giusto de' Menabuoi, Giovanni Bellini, Vittore Carpaccio, Cima da Conegliano, Pellizza da Volpedo, Umberto Boccioni.
29,00

Arti del Medioevo. Capolavori dalla Galleria Nazionale dell'Umbria

Arti del Medioevo. Capolavori dalla Galleria Nazionale dell'Umbria

Marco Pierini

Libro: Copertina rigida

editore: Skira

anno edizione: 2022

pagine: 228

Una selezione di capolavori provenienti dalla Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia, scelti tra dipinti, sculture e oreficerie dell'Italia centrale e realizzati da grandi maestri come Arnolfo di Cambio, Vigoroso da Siena, Duccio di Buoninsegna, Taddeo di Bartolo, Lorenzo Salimbeni e Gentile da Fabriano, racconta l'elegante stagione dell'arte italiana sul finire del Medioevo. Devozione, commissioni pubbliche e preziosi manufatti d'uso domestico esprimono la raffinatezza di quel mondo, rivelandone il fascino intramontabile.
30,00

Cima da Conegliano. Madonna con il bambino

Cima da Conegliano. Madonna con il bambino

Libro: Copertina rigida

editore: Skira

anno edizione: 2022

pagine: 80

Riunite in un confronto ravvicinato due grandi opere di Cima da Conegliano La serie di mostre "L'Ospite illustre" riunisce in questa occasione due capolavori del pittore Giovanni Battista Cima da Conegliano, detto più semplicemente "Cima": opere che danno piena misura del suo genio. Si tratta di due Madonne col Bambino, custodite rispettivamente alla Pinacoteca Nazionale di Bologna e al Musée du Petit Palais di Parigi. Nessun altro tema esprime al meglio l'arte di Giovanni Battista Cima da Conegliano di quello della Madonna col Bambino, rappresentato al centro delle sue grandi sacre conversazioni o nei suoi dipinti devozionali di dimensioni più modeste. Le innumerevoli Madonne dipinte dall'artista fra il 1489 e l'inizio del secondo decennio del Cinquecento sono un segno del successo conseguito a Venezia, dove si afferma come stimato maestro a capo di una bottega molto produttiva. Se l'opera bolognese è la più antica (fu probabilmente dipinta intorno al 1495) la Madonna col Bambino del Petit Palais è, in assoluto, fra gli esempi più belli nell'ambito del genere.
15,00

Hildegard Von Bingen. Nel cuore di Dio

Hildegard Von Bingen. Nel cuore di Dio

Libro: Libro rilegato

editore: Skira

anno edizione: 2022

pagine: 144

"Io, vita di fuoco della sostanza divina, fiammeggio sulla bellezza dei campi, riluco nelle acque e ardo nel sole, nella luna e nelle stelle; e col vento che è fatto d'aria suscito in vita tutte le cose, vivificandole con la vita invisibile che tutto sostiene." Dall'estremo limite del firmamento Hildegard contempla la ruota della creazione nel cuore di Dio. Immagine di una sfera girevole, instrumentum cosmologico, al cui interno abita l'uomo, descritto nelle sue misure e proporzioni e nei movimenti interni dell'anima e del corpo. Questo lo scenario raccolto nel Libro delle opere divine e raffigurato nelle preziose miniature del Codice di Lucca. Una lunga sequenza che in dieci scene invita l'umanità a completare il viaggio dalla terra al cielo sulla via della virginitas, verso la ricomposizione del proprio sé fino alle nozze mistiche in cui maschile e femminile si ricongiungono nella Caritas divina, nel cuore di Dio.
35,00

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