ABE: Dissertazioni & conferme
Stralci di rogiti beneventani: fiere, rendite, sposalizi, testamenti e omicidi nel 1700, fra Sabato e Calore, da Montefusco a Pietradefusi
Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2023
pagine: 156
I panni colorati lavorati sono pregio, distinzione. Significativi a tal proposito sono in testamenti, come le ultime volontà dettate dall'uomo "seduto sulla sedia di paglia". Dettagli questi non da trascurare. L'occhio notarile è anche attento così al contesto, al vissuto. I testamenti rivelano l'atteggiamento dell'essere umano di fronte alla morte, insieme ai culti del territorio. Nel testamento di I capitoli matrimoniali così dei notai del Principato ci restituiscono una società i costumi, i modi di essere, le singolari tradizioni locali, insieme alla dote e al "notamento dei panni". Certamente una funzione significativa, che segnala la differenza e il valore dell'oggetto, viene affidata alla varietà cromatica e alla sapiente lavorazione del manufatto. Nell'elenco delle "robbe" c'è un "vestito con struscio giallo nuovo, altro vestito sottanetto di damasco rosso di color amaranto nuovo, un busto di pioppo ricamato novigno". A questo punto occorre precisare che lo studio dell'autore è abbastanza ampio e passa alla descrizione degli edifici sacri e, in modo particolare, di Apice, dove c'è la chiesa di s.Bartolomeo, "coverta di embrici", intonacata, imbiancata, con il cimitero benedetto nel 1690 dal cardinale Orsini. E dietro "suddetta chiesa vi resta un orticello con albero di celzo rosso". Sempre nella medesima Terra si registra il beneficio di s.Marco Evangelista eretto nella chiesa del palazzo ducale. Altro edificio sacro importante dello stesso centro è la badia di s.Lorenzo di patronato del collegio di s.Bartolomeo di Benevento, unita successivamente all'Annunziata di Pietradefusi. Inoltre, l'autore, non trascura l'archeologia pre industriale e pertanto segnala il molino sul fiume Sabato del Duca di Monestarace, frutto di una convenzione "con li capomastri fabbricatori", impegnati nel costruire la "parata" e nel collocare le macine. A tal proposito, l'ingegnere, deve tener conto "del masso sotto l'acque", delle "pareti da battitura". Previsti anche "forti urti delle acque", tutti così all'opera per dar vita a questo edificio che vede impegnati mastri scalpellini, capimastri e per fare ciò, sono messe in opera "tre-quattro calcare di calgie". Altra documentazione della cultura materiale è quella relativa all'esistenza di una cartiera insieme al monte del cardinale Perrelli. Ma su tutto spicca Eliseo Danza di Montefusco (1584-1660) giureconsulto, scrittore, avvocato dei poveri, sindaco del suo paese natio, membro di accademie, come quella degli Offuscati di Montefusco. Questi scrisse varie opere che rispecchiano i costumi e la società del tempo. Giustamente l'autore, in questo studio diviso in più parti, auspica la traduzione e la diffusione delle opere giuridiche di una personalità straordinaria del periodo, come era quella di Bartolomeo Chioccarelli di Montefalcione, storico e giurista insigne. Fausto Baldassarre Filosofo storico
Pro rogitum Beneventi. Duchi, marchesi e cardinali nei documenti degli archivi. Volume Vol. 2
Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2022
pagine: 156
Sono documenti tratti dagli Archivi Beneventani e dei paesi della Montagna di Montefusco da dove si erano trasferiti quasi tutti i nobili prendendo la via di Napoli per vivere la vita della capitale. In loco avevano nominato fidati agenti per la riscossione dei censi, solitamente da pagarsi entro la Vigilia di Natale e, in altri casi, specie per affitti di masserie o frutteti, o terziaria sul raccolto, durante il mese di luglio. Una pressione fiscale che aumentava sempre di più e, laddove i feudi rendevano poco, i titolari lievitavano indiscriminatamente il valore del bene, come accade oggi agli speculatori in borsa, per effettuarne infinite compravendite. È quello che accadde a Chianche, Torrioni, Prata, Arpaise, Ceppaloni e Torrioni. A Chianche avvenne dopo la vendita indiscriminata del feudo passato da Giovanbattista Manso (1593) a Beatrice de Guevara (1607), moglie di Enrico de Loffredo, Marchese di Sant'Agata. Il feudo dell'antica Planca, unito a Bagnara nella prima metà del 1700, appartenne al Duca della Castellina Giovanni Battista Zunica, l'ultimo della famiglia a possederlo. Ritroviamo proprietario del feudo di Chianca. Ma sono tantissimi i documenti trascritti e inseriti nel volume, da quelli del Marchese Paulillo di Amalfi e Petruro, a quelli dei Duchi Perrelli di Toccanisi, Chianche, Bagnara, così del mulino sul Sabato, fra Altavilla e Tufo, del Duca di Monestarace. Singolari le carte rinvenute del Monte del Cardinale e sulla cartiera-gualchiera sotto Ceppaloni e Barba, in direzione di Beltiglio, dove affiorano le pretese del Duchino e Cavaliere di S.Caterina, da cui il matrimonio del Duca fatto Cavaliere a Malta, che portò Perrelli e Zaza a perdere i feudi della Montagna. I codicillo su altri feudi, come quello di Cervarulo di Mercogliano, da Pietrastornina a Pannarano e Tufara Valle, riportano a riscoprire i meccanismi feudali fra Sabato e Calore.
Abecedario di Caserta. Cognomi e quartieri prima del 1800
Arturo Bascetta
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2022
pagine: 288
Questo libro è una miniera a cielo aperto, con cognomi, luoghi, storia, cultura e tantissimi particolari inediti che solo dal cappello di Arturo Bascetta potevano uscire. È un viaggio nella Caserta vecchia di due e tre secoli fa, fra i quartieri di una volta, da Sommana e Pozzovetere fino a giù, alla Torre di Casertanuova: La Diocesi e il Distretto di Caserta in Terra di Lavoro - Demanio Rocca S.Nicola: Castellone S.Agata fuori le mura; Il circondario di Torre, capoluogo di fatto; Le ultime vicende feudali del Principato di Caserta; Ufficiali eletti in Regimine dell'Università riuniti nella Piazza. Il volume analizza anche, nome per nome, tutti gli abitanti, quelli registrati dalle anagrafe nel 1700, e finanche quelli che appartenevano alle famiglie, senza possedere cognome, come famegli, ragazzi, garzone e lavoratori vari, grazie alla composizione del Catasto Onciario e ai documenti consultati relativi alla divisione in parrocchie della città: Chiese ed ecclesiastici, Cappelle e altri luoghi pii casertani; Il Catasto Antico a Gabella sostituito dalla tassa focatica; Vedove e forestieri esentati dalle tasse; L'Onciario supera il Generale imposto dagli Austriaci; Catasto Onciario nel 1741 scritto da otto estimatori e deputati; Sei quartieri amministrati dall'Università di Caserta. Tutto ha inizio dalla città cattedrale, quale è ancora oggi il gioiello di Casertavecchia: Nobil viventi della Sommana: De Franciscis e Giaquinto; Casola e la Parrocchiale di San Marco Evangelista; Pozzovetere e Case Vecchie di S.Clemente col trappeto; Centorano con dottore, potecaro e società dei buoi; I mestieri di Tredici: corari, coirari e mastro cortese; Falciano residenza del vescovo fra maccaronari e bottegari; Industriosa S.Benedetto: fabbricatori, panneri e pettinatori; Toro: borgo con sbirro, chirurgo, salaiolo e fioraio; Casale di Garzano anticamente detta San Pietro; I nobili Giaquinto ed Albanese e i poveri cittadini di S.Barbara; Il massaro napoletano, la vedova e il notaio di Saturano. Il libro focalizza poi l'attenzione su altri luoghi antichi, dall'abbazia di San Pietro e San Rufo a Piedimonte, fino a Sala, Casolla e Puccianello, dove furono ricostruiti gli antichi casali distrutti fra Sala Consilina e altri paesi del fiume Calore e Vallo Diano di Teggiano. Da qui una miriade di cognomi e nomi di braccianti e pettinatori, coirari e altri cittadini in questo studio che è alla base di qualsivoglia ricerca genealogica, analizzando casale per casale tutti i luoghi dell'antica Caserta: Casolla: il Casale più popoloso con pettinatori e mandesi; Casale Mezzano dove ogni bracciante ha la casa propria; Torre: il quartiere dei ricchi spostatisi nei palazzi della valle; La classe intermedia di mercadanti e lavoratori conciari; Fioriscono i mestieri nel nuovo borgo che rinasce; La montagna mirtillata di Puccianello; I massari diversi di Briano, il vignarolo e il bracciante nudo; Casale Alifreda, l'oste, il mercadante col calesse e i Mazzarella; Ercole: maccaronari, pettenatori e un raro bardaro. La ricca Appendice inoltre è proprio un sunto estratto dal catasto onciario pubblicato da ABE, scientificamente trascritto: Il Quartiero di Città; Sommana; Casola; Centorano; Tredici; Falciano; S.Benedetto; S.Barbara; Toro; Garzano; Casolla; Mezzano XIII. Saturano; Piedemonte; Ercole; Alifreda; Torre; S.Clemente; Poccianello; Briano; Sala; Pozzovetere. Chiudono il libro le note su Chiese e ecclesiastici: Chiese parrocchiali citate in un primo elenco del Catasto; Vengono definiti ecclesiastici di tutti i luoghi pii; Elenco di chiese ed ecclesiastici riportato a tergo del Catasto. Infine c'è un repertorio delle vedove, zitelle e privilegiati della Città di Caserta, e dei ricchi nobili bonatenenti e forastieri della Città.
Memorandum benevventano: il Risorgimento in Principato Ultra. 1859-1861
Arturo Bascetta
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2022
pagine: 148
Dinanzi ai nostri occhi passano piccoli e grandi fatti della stragrande maggioranza dei Comuni dell'ex Principato Ultra, documentati e accurati dalla certosina ricerca da topo di biblioteca che è la più grande virtù dell'Autore. Testimonianze storiche, in verità, spesso trascurate dalla Storia con la "S" maiuscola, le quali hanno un valore inestimabile per tutti coloro a cui sta a cuore conoscere i fatti delle proprie contrade, dei propri villaggi e paesi, dei propri eroi, dei propri briganti, delle imprese dei propri compaesani e delle loro azioni, eroiche o meschine che fossero, che hanno contribuito all'unità d'Italia. Non è una storia minore, come certi astratti e pseudo-storici vanno farfugliando, ma è di fatti storici della provincia di Avellino che si parla, congiunti ai grandi avvenimenti dell'unità d'Italia, pensieri e correnti che sono alla base dell'Europa moderna. Bascetta mette in evidenza il cavallo di Troia all'interno del mondo liberale, che spesso lo spinge verso direzioni non progressiste ma retrive. Vi sono episodi travolgenti e splendidi nella loro ferocia come quello della brigantessa Donna Matilde Rossi, che io ritengo, parafrasando Guido Gozzano, "un fiore sbocciato nel deserto". Arturo Bascetta, in particolare in quest'opera storica più che nelle sue tante altre, vive fino in fondo, come pochi altri, taluni dei problemi più ardui della storia, particolari che sono unici e irripetibili, come i tanti fatti, eventi ed episodi descritti con acume e perizia in questo suo libro a cui auguro una grande diffusione tra i giovani che, non per loro colpa, sanno pochissimo, se non proprio nulla, dei paesi dove sono nati e vivono. Lacuna che sarà certamente eliminata da questo lavoro che rappresenta un nuovo rapporto tra fatti, eventi, istituzioni, in cui però la nostalgia del passato non comporta il disperdersi della realtà, delle tradizioni molteplici nel tempo; non si fa promotrice di una nuova azione e di nuovi ideali possibili. A questo si associa la disciplina storica, che di quegli ideali e di quei principi si rende garante, senza cedimenti di sorta alle metamorfosi di revisionismo che accompagnano le forme deviate e devianti, spurie, del pensiero storico che a me piace chiamare pensiero critico. E tale è anche per Bascetta che con Omodeo è del parere che "la vera grandezza umana si afferma in discrimine rerum, nella possibilità di perdere e di trionfare, di fallire e di riuscire". E' il motivo alla base di queste pagine. L'Autore in questa sua opera, come in tante altre ricostruzioni storiche, sa bene che il "processo compiuto", tetelèsmonon, sfugge per principio alla diretta conoscenza del soggetto umano per il quale è possibile solo una "conoscenza congetturale", dòkos. Del resto il primo frammento di Ecateo, il famoso storico di Mileto, recita: "Scrivo quanto segue conformamente alla mia ricostruzione congetturale della verità". E Bascetta, come il primo celebre storico antico, può dire che non pretende di aver conosciuto direttamente la "verità", ma semplicemente di averla ricostruita, a partire dai dati da lui pazientemente e sagacemente raccolti. È, questo, un ulteriore merito dell'Autore di un succoso libro, il quale, con la sua fecondità e creatività, rifiuta la storia semplicistica che si ferma alla superficie degli avvenimenti, una storia che fa dipendere tutto da un solo fattore, che si basa su analisi troppo eclettiche e che si smarrisce nella molteplicità delle circostanze: la narrazione sistematica che non distingue tra motivi e cause. Bascetta, seguendo Marc Bloch, "di fronte all'immensa e confusa realtà", fa la propria scelta basandosi non sull'arbitrio, bensì nell'analisi scientifica del documento che gli consente la ricostruzione e la spiegazione del passato. Esamina, analizza, scruta fatti ed eventi, ciascun individuo, noto o ignoto, che svolge la sua parte nella vicenda storica, ma soprattutto con un lavoro delicato e appassionato.
La necropoli di Santa Venera, lo scavo del 1976 a Poseidonia-Paestum
Marianna Petito
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2022
pagine: 64
Nel panorama storico della grecità d'Occidente, la colonia sibarita di Paestum è di particolare interesse anche per l'elevatissimo numero di sepolture ritrovate immediatamente a Nord e a Sud della cinta muraria.
Noterelle beneventane: cavalieri, scudieri e intrallazzi di angioini e aragonesi
Arturo Bascetta
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2021
pagine: 228
Per comprendere questi ultimi passaggi storici, va accettata la tesi che, prima della divisione, erano uniti tutti i paesi della Montagna, sia del versante dei Caracciolo, da Torrioni a Casalbore, come del versante di Montemiletto e Montaperto. Casali, questi, dove il signorotto di turno pensava solo a riscuotere il Laudemio, cioè la quartame partem praedj vulgo dictam quarteria loco laudemii sive quinquagesimae, et hoc non sive violentia, ac propria autorità, lacerando ancora di più i paesi. Non solo. Le nuove ripartizioni finirono per dividere gli stessi Casali della Montagna da Montefusco: Toccanisi, Torraioni, Bagnara, S.Giacomo, Mont'Orzo, Monti Rocchetto, Montefuscoli, S.Pietro Intellicato, S.Maria a Tuoro, S.Marco à Monti, Casale nuovo, come si rileva dal Catasto del Castello di Toccanisi, da sempre unito a S.Angelo di Torrioni, e non a Torrioni di Tufo, che appartenne al gruppo dei feudi dei "di Tocco", Conti di Montaperto e del Calore. Gravi danni subì Benevento per due mesi per via dei 7000 soldati spagnoli che andarono via il 1 novembre 1528, quando si cantò la litania. A dicembre del 1529 la città tornò sotto l'ubbidienza della Chiesa con Clemente VI. Nel 1530, scaduto il governariato di Girolamo, il papa nominò Ferrante Gonzaga a governatore, fratello di Federico, il quale, il 25 marzo, per concesione di Carlo V scambiò titolo di Marchese Mantova con quello di Duca e non più per un solo anno, ma vita natural durante, da governatore e luogotenente castellano…. Il Conte Roberto Boschetto nel 1512 partecipa alla battaglia di Ravenna; viene armato cavaliere per il valore dimostrato nello scontro e l'anno dopo è inviato da Trivulzio «presso l'imperatore Massimiliano d'Austria al fine di ottenere il riconoscimento di Mirandola a loro favore. La signoria della città è, invece, assegnata a Giovan Francesco della Mirandola, mentre al pupillo di Roberto Boschetti, Galeotto della Mirandola, è assicurata quella di Concordia. Passa al servizio di Giuliano dei Medici. A Modena per fungere da paciere tra le fazioni dei Rangoni, dei Tassoni, dei Carandini e dei da Fogliano, divisi tra partigiani del pontefice e sostenitori dell' imperatore e degli estensi. Sempre in Modena presenzia ad una cerimonia religiosa con il nuovo governatore pontificio Fabiano Lippo. Prende parte al successivo consiglio generale cittadino. Viene inviato dal luogotenente di Piacenza Goro Gheri presso Giuliano dei Medici. Alla morte di Giuliano dei Medici si trasferisce agli stipendi del papa Leone X, sempre di casa Medici».147 Nel 1516 ancora combatteva al fianco di Francesco Maria della Rovere nel ducato di Urbino al comando di 2000 fanti, di cui 800 fra corsi e spagnoli. Ottenuto per accordo Maiolo, assediò San Leo e si impadronì del monte sopra la rocca… Nel 1517 si porta ad Ancona come commissario pontificio. Ha il compito di provvedere all' approvvigionamento di tutto l'esercito pontificio nella guerra provocata dal della Rovere. E' inviato a Roma dal cardinale di Bibbiena Bernardo Dovizi per perorare la causa dei Bentivoglio che desiderano rientrare in Bologna. Gli viene concessa la cittadinanza di Ancona. Si sposta in Toscana e controlla nel Casentino i movimenti del della Rovere. Al termine del conflitto è scelto dal duca di Urbino Lorenzo dei Medici come viceduca e suo luogotenente nel ducato. Partono da questo strano personaggio le storie descritte in questo viaggio nel pieno medioevo nella Benevento dei Papi, dove nessuno si era inoltrato così nel profondo, studiando documenti angioini e aragonesi che hanno condotto l'autori a conclusioni a volte diverse sulla storia degli stati della Chiesa.
Vademecum di genealogia, come ricostruire il proprio albero genealogico
Fabio Paolucci
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2021
pagine: 148
Negli ultimi tempi sta diventando una moda sempre più diffusa andare alla ricerca delle proprie origini, delle proprie radici familiari, ed immergersi nel mondo lontano dei propri antenati riscoprendo la loro vita, le loro gesta: è questa una tendenza culturale dettata soprattutto dall'esigenza di riscoprire sé stessi attraverso chi ci ha preceduto, chi ci ha plasmato con la miracolosa combinazione dei propri cromosomi. È questo un bisogno sempre più avvertito in un periodo difficile come il nostro, nel quale la perdita di tanti valori sta prendendo il sopravvento, offuscando le sane tradizioni ed i sacrifici dei nostri Padri. Mentre fino ad oggi le scienze dell'araldica e della genealogia si sono occupate principalmente della storia e le imprese delle grandi famiglie italiane, appartenenti agli alti ranghi della società, alla nobiltà e al notabilato, si tende oramai a ricostruire la storia anche "dal basso", dalle vicende che hanno visto protagonista il popolo, vero unico attore e motore, il più delle volte vittima, degli eventi storici. In linea con questo pensiero, attuale e d'avanguardia, nasce il vademecum per una corretta ricerca genealogica, che sappia fornire a chiunque voglia in maniera autonoma "affacciarsi a questo mondo" le conoscenze giuste per adoperare al meglio gli "strumenti del mestiere", ovvero le fonti da consultare, interrogare e far parlare del nostro passato. Si partirà da esempi pratici, per mostrare i documenti e come procedere in maniera corretta nella ricerca, muovendosi con destrezza tra gli archivi e i diversi tipi di fonti documentarie.
Orazio Flacco. Problemi testuali nel Libro I dei Carmina
Pellegrino Caruso
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2020
pagine: 208
Nella piena convinzione della centralità del testo come primario valore da difendere negli studi filologici, la ricerca ha ripercorso la tradizione diretta e indiretta del testo oraziano, avvalendosi sia sia della tradizione manoscritta, sia dei vari commentari al testo oraziano, da Porfirione a Pseudo–Acrone, dalla recensio Probiana alla recensio Mavortiana, dal Commentator Cruquianus agli Scholia in Horatium codicum Parisinorum Sulla scorta di Shackleton Bayley, la filologia si qualifica come “corruption juggling”, legata a iudicium, sagacitas, peritia divinandi, laborandi pertinacia, manifesta conoscenza interdisciplinare ed intertestuale della classicità, con excursus su varie problematiche testuali, per ricorso sia alle cosiddette discipline fondamentali (grammatica, stilistica, metrica, retorica, poetica e storia della lingua), quanto alle sostanziali (storia della letteratura, storia politica, geografia e topografia, antichità, mitologia e religione), senza trascurare bibliografia (manoscritti, paleografia, testi a stampa) e discipline complementari ( archeologia, epigrafia, numismatica, metrologia, storia della filologia).
Manuale di genealogia. Come ricostruire il proprio albero genealogico
Fabio Paolucci
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2022
pagine: 288
Negli ultimi tempi sta diventando un desiderio sempre più diffuso andare alla ricerca delle proprie origini, delle radici familiari, ed immergersi nel mondo lontano dei propri antenati riscoprendo la loro vita, le loro gesta: è questa una tendenza culturale dettata soprattutto dall'esigenza di riscoprire noi stessi attraverso chi ci ha preceduto, chi ci ha plasmato con la miracolosa combinazione dei propri cromosomi. È questo un bisogno sempre più avvertito in un periodo difficile come il nostro, nel quale la perdita di tanti valori sta prendendo il sopravvento, offuscando le sane tradizioni ed i sacrifici dei nostri Padri. Mentre fino ad oggi le scienze della genealogia e dell'araldica si sono occupate principalmente della storia e le imprese delle grandi famiglie italiane, appartenenti agli alti ranghi della società, alla nobiltà e al notabilato, si tende finalmente a ricostruire la storia anche "dal basso", dalle vicende che hanno visto protagonista il popolo, vero unico attore e motore - il più delle volte vittima - degli eventi storici. In linea con questo pensiero, attuale e d'avanguardia, e allo scopo di offrire al lettore una guida pragmatica, è nato in un primo momento il Vademecum di Genealogia, pubblicato nel 2021, ed oggi il Manuale, che sappiano fornire a chiunque voglia in maniera autonoma "affacciarsi a questo mondo" le conoscenze giuste per adoperare al meglio gli "strumenti del mestiere", ovvero le fonti da consultare, interrogare e far parlare del nostro passato. Si partirà da esempi pratici, per mostrare i documenti e come procedere in maniera corretta nella ricerca, muovendosi con destrezza tra i vari archivi e i diversi tipi di fonti archivistiche.
Rinascenza rurale, le zone interne dal medioevo all'età moderna: rinascita nella evoluzione del mondo contadino nel Sannio Agreste
Enzo Pacca
Libro: Libro rilegato
editore: ABE
anno edizione: 2024
pagine: 128
Un tempo molto, molto lontano, quando il mondo era dominato dalla magia e di notte intorno al fuoco sfavillante danzavano le janare, i boschi erano abitati dagli spiriti e nel silenzio delle tenebre si udivano gli ululati dei lupi mannari, al centro di tutto questo meraviglioso regno della fantasia e dell'incanto vi era il contadino. Il contadino era un uomo dedito al lavoro della terra, un vero custode della natura. Viveva in una piccola casetta rustica, circondata da campi rigogliosi e prati ammantati di fiori colorati. Il suo era amore per la terra e tutto ciò che essa offre era senza limiti, così come la sua saggezza e il suo spirito di osservazione. Ogni giorno, si alzava all'alba e si incamminava verso i campi, pronti ad accogliere i raggi del sole e a donare alla terra tutto il suo amore e i suoi sforzi. Piantava semi, curava le piante, raccoglieva frutti e verdure, sempre rispettando il ritmo della natura e ascoltando i suoi segreti. Ma la sua saggezza andava oltre il semplice lavoro del campo. Era un uomo di grande generosità e gentilezza, che spesso veniva consultato dagli abitanti del villaggio per i suoi consigli preziosi. La sua connessione con la natura gli permetteva di interpretarne i segni, di leggere nei venti e di comprendere i bisogni degli animali che lo circondavano. Il contadino rimane sempre umile e fedele ai suoi principi. Lavora la terra con passione e amore, considera ogni pianta e animale come un dono prezioso da preservare. Nonostante i tempi fossero cambiati e la magia iniziasse a sfumare nel mondo, il contadino rimase un faro di speranza, un ricordo vivente dell'antica connessione tra l'uomo e la natura. E così, anche quando il vento smise di portare il canto delle janare e i lupi mannari si ritirarono nel buio, il contadino continuò a diffondere la sua magia attraverso il suo lavoro e la sua gentilezza.
Processo al principe sulla scena del crimine. Caso n.1 Gesualdo da Venosa e i tre servi assassini
Arturo Bascetta
Libro: Libro rilegato
editore: ABE
anno edizione: 2024
pagine: 112
Il delitto di Gesualdo, noto anche come Gesualdo da Venosa (Venosa, 8 marzo 1566 - Gesualdo, 8 settembre 1613), è uno degli episodi più intriganti della storia italiana. Il compositore del XVI secolo è conosciuto non solo per la sua musica innovativa ma anche per il suo oscuro lato personale. Nel 1590, Gesualdo uccise sua moglie Maria d'Avalos e l'amante Fabrizio Carafa dopo averli scoperti in un presunto atto di adulterio. Il delitto è avvolto da molte controversie e misteri, sia per le circostanze che lo circondano che per le motivazioni dietro l'omicidio. Il Principe di Venosa non fu perseguitato legalmente per i suoi crimini, poiché l'omicidio coniugale era considerato accettabile in certi contesti aristocratici dell'epoca. La sua storia e il suo delitto sono diventati però leggendari nel corso dei secoli, contribuendo a creare un'aura di mistero intorno alla figura del compositore. La sua musica, altrettanto intensa e espressiva, è spesso associata alla sua tormentata vita personale. Gesualdo fu coinvolto in un processo. Tuttavia sembra che abbia goduto di una certa impunità a causa della sua posizione sociale elevata in quanto principe. Il processo in sé potrebbe non essere stato così dettagliato o documentato come alcuni altri eventi storici, ma l'episodio ha contribuito alla fama di Gesualdo da Venosa come figura dai tratti oscuri e misteriosi. La sua vita e le sue note continuano a intrigare gli studiosi e gli appassionati di musica classica. L'omicidio di sua moglie e del suo amante ha sicuramente influito sulla reputazione di Gesualdo da Venosa come principe e compositore. Ne seguì una vita piuttosto da recluso, concentrandosi sull'attività musicale e sulla costruzione del palazzo a Venosa. Le sue opere madrigali, in particolare, sono state spesso descritte come espressione dei tormenti interiori, ma la fama postuma è stata plasmata non solo dalla sua musica innovativa, ma anche dalla vita personale controversa. Il delitto ha contribuito sicuramente a creare un'aura di mistero e oscurità attorno al Principe, che ha suscitato l'interesse di numerosi studiosi e appassionati di musica nel corso dei secoli. La sua reputazione come compositore eccentrico e figura enigmatica è stata preservata attraverso gli anni, e oggi egli è spesso ricordato più per la sua vita tumultuosa. Con trascrizioni da manoscritti inediti. A.D. 1590.
Salerno città del papa. L'urbe nello stato della chiesa governata da Lucrezia Borgia e Alfonso d'Aragona sposi
Arturo Bascetta
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2023
pagine: 228
"Osservarlo ed ascoltarlo, già la prima volta, fu un tutt'uno e conseguenza del fatto rivelatorio. Un fluire incandescente di pensieri, sillabe, frasi e parole il manifestarsi del logos; come immaginavo avvenisse sotto i portici dell'Accademia di Atene, tra allievi frenetici e solenni cattedratici maestri. Come avveniva per le frequentazioni nel foro, da parte d'indomabili giureconsulti o di stupefacenti curiosi, arrivando ad rostra, estasiati davanti ad epigoni di un Cicerone o di un Ortensio e anche di Antonio Oratore. Fiammeggiare di perifrasi e splendore di metafore, con metonimie d'anguille viscide, similitudini lunghe come di treni, carichi di alabastri. Il divenire dei metri sui piedi della poesia, mutata in musica da miti viventi di arpe d'avorio o tube celestiali: scrivere per ogni artista della penna d'oca o di computer è un disco verde verso infiniti azzurri, spalancati da occhi viperini. La dolcezza di una chitarra, in mano a Garcia Lorca, un calendario sfogliato da Leopardi. Per Arturo Bascetta è dare ascolto alla voce di dentro, alla tarantola che gli rode le visceri. Un ineludibile comandamento dello spirito. Non so dove gli derivi, ma certamente Arturo ha la scorza dello storico. Presumo ambiziosamente la vocazione l'abbia colto, in qualche stellata pausa serale del suo soggiorno nei campi Flegrei, dove Virgilio è di casa, ma anche Omero è un fantasma di sogni ellenici. A sentire Croce, però, lo storico locale non ha bisogno d'ispirazione, nè di modelli. E'. Come Iddio e come la Musa Clio. Arturo dell'amore per i suoi paesi di montagne innevate o aspre rocce, di monconi e moncherini d'alberi, di capre lanose e di lupi accesi nel buio profondo delle notti ululanti, ne ha fatto una religione. Incanta con le sue argomentazioni, Arturo. Non solo bravo giornalista, testardo nel servire la sua devozione di pennaiolo che butta sudore e stenti per realizzarsi, ma anche storico e scrittore brillante. Non era nato a fare lo storico, vi dirà. Invece, sa di spacciare bugie. Egli è uno storico, da mandare in brodo di giuggiole anche il più asettico lettore, il meno influenzabile editore. Storico locale, urliamolo con Croce. Cioè vero storico. Gli altri ci guarderanno e ci commiseranno? Non lo credo. Perché il grande Frodoto incominciò con i logoi, che recitava, tutto compito e partecipe, ad Atene, finì con il diventare il massimo degli storici, insieme a Tucidide. Quest'ultimo più scrittore o narratore, meno storico/geografo/militare come l'autore delle lunghe battaglie di popoli di Ellade e di Asia, e dell'invasione persiana. Io, qualcosa, vorrei dirla per contrastare Arturo; «che ce lo troviamo dappertutto?» Per quanto riguarda però l'età moderna, ad andare a spulciare registri e documenti, Arturo Bascetta è capace di strabiliare, è veramente un folletto imprendibile."