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ABE: Nel regno di Napoli

Innocenzo XII: Spinazzola e il suo papa, quattro passi nel paese di Antonio Pignatelli e altre storie

Innocenzo XII: Spinazzola e il suo papa, quattro passi nel paese di Antonio Pignatelli e altre storie

Virgilio Iandiorio

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2024

pagine: 112

La ABE è ben felice di dare seguito alla collana con quest'opera del preside Virgilio Iandiorio che ci riporta nella provincia di Barletta e Trani ai primi del 1600. Lo fa attraverso le notizie tratte da Spinazzola, patria di papa Innocenzo XII, e alle vicissitudini di questo pontefice, che divenne il papa più chiacchierato del suo tempo. Questa premessa al volume su «Spinazzola e il suo papa Innocenzo XII» vuole essere una nota introduttiva al lavoro di Iandiorio, sebbene egli stesso ne faccia considerazioni preliminari a soddisfazione, come di prassi, nei sui «quattro passi nel tempo», nei paesi del fu Regno di Napoli. Non per questo egli tralascia le giuste notizie storico-geografiche sulla Spinazzola che fu, patria del pontefice, gettando un occhio alla famiglia Pignatelli, partendo dalla Francia. E' una dettagliata biografia che parte dalla formazione culturale e religiosa del prelato, la cui canonizzazione avviene in S. Margherita di Scozia. Pignatelli si identifica subito nei primi provvedimenti contro il nepotismo dei pontefici, al motto che «i poveri vengono prima di tutti». Da qui l'abolizione di franchigie, le opere di bonifica e una sfilza di approvazioni per i nuovi beati, secondo i Tribunali ordinari, e di nuove canonizzazioni che fanno di questo papa un pontefice di politica internazionale. Lo si vede anche dai rapporti intrapresi con i principi, fornendo aiuti per la guerra ai Turchi, nel redarguire gli ambasciatori, e dalle stesse relazioni internazionali, che tratta alla stregua delle controversie interne al cattolicesimo. Il libro spazia sui rapporti durante il viaggio in Polonia e l'ospitalità data al Papa per l'udienza della Regina, con un ricevimento veramente da Re. Gli ultimi capitoli sul Giubileo, la morte del pontefice, la virtù della generosità e dell'umiltà fanno di questi «quattro passi» annunciati dall'Autore, un vero viaggio interiore e esteriore, nella politica nazionale e internazionale del tempo, nelle lettere come nella filosofia, che Iandiorio amabilmente mette insieme. Il volume si conclude con una dedica e una lode al Papa e alla famiglia Pignatelli.
21,00

Pannarano e il Partenio: spigolature. Profilo storico sul paese caudino del poeta Niccolò Amenta

Pannarano e il Partenio: spigolature. Profilo storico sul paese caudino del poeta Niccolò Amenta

Virgilio Iandiorio

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2024

pagine: 102

«Per riprendere l'introduzione suggerita dal Preside Virgilio Iandiorio, autore di questo testo sulla storia della nostra Pannarano, il titolo del libro, dice già, gentile Lettrice e gentile Lettore, che esso è una raccolta di argomenti attinenti alla storia del nostro paese, senza iniziare dalle origini remote, vere o fantastiche che siano, per finire ai nostri giorni. «La sequenza di eventi cronologicamente esposti cede il posto a singoli aspetti della storia di Pannarano», come scrive l'autore, «quali tra di essi siano più o meno interessanti è una valutazione affidata alla vostra discrezione di lettrici e lettori curiosi e attenti». Vale la regola, per chi ha voglia di leggere solamente almeno solo un capitolo che dal titolo gli potrà sembrare più interessante, valga il suggerimento che Alessandro Manzoni dà ai lettori de i Promessi Sposi, prima di parlare del Cardinale Federigo Borromeo: «Intorno a questo personaggio bisogna assolutamente che noi spendiamo quattro parole: chi non si curasse di sentirle, e avesse però voglia d'andare avanti nella storia [di Renzo e Lucia], salti addirittura al capitolo seguente». Ecco perché noi, seguendo il monito dell'autore, diciamo che «un romanzo va letto in sequenza, per non parlare di quelli gialli dove tutto si dipana come un gomitolo di lana; ma queste pagine di storia di Pannarano, sono dei riquadri, come in un polittico, dove cogliere l'unità dell'insieme è un compito affidato a ogni singolo spettatore/lettore, che sa collegare le parti più interessanti e quelle meno, le più piacevoli e quelle ininfluenti, naturalmente a seconda della sua sensibilità, dei suoi interessi e delle sue conoscenze». La divisione in capitoli, come dice il Preside, è funzionale alla creazione di momenti di pausa all'interno di un'unica narrazione; il titolo, poi, di ciascuno di essi fa quasi da introduzione a quello successivo, lasciando scorrere sotto i nostri occhi cosa si nasconde sotto il nome del paese e quando si è formato l'abitato. Ma tante sono le curiosità su Pannarano quando chiese lo status di camera riservata ai Re di Napoli e tante le curiosità, dal commercio dei pioppi alla tutela dell'ambiente, alle liti per l'acqua. Il testo si conclude con notizie sulla famiglia Caracciolo e una bella pagina di quando i napoletani sceglievano Pannarano per la villeggiatura» (Enzo Pacca Sindaco di Pannarano). Edizione aggiornata col patrocinio del comune
20,00

Venosa nella storia sacra. Traduzione dal latino e commenti sugli scritti di Corsignani. Volume Vol. 2

Venosa nella storia sacra. Traduzione dal latino e commenti sugli scritti di Corsignani. Volume Vol. 2

Virgilio Iandiorio

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2022

pagine: 128

La seconda parte di questa storia del vescovo Corsignani dedicata ai luoghi sacri della città di Venosa e della sua diocesi si conclude con la cronotassi dei suoi vescovi. Pietro Antonio Corsignani, subito dopo di essere stato nominato vescovo da Benedetto XIII, indisse una sinodo diocesana nel 1728. Egli era nato a Celano nella Marsica nel 1678 e si era distinto per i suoi interessi storiografici. E nel tempo che resse questa sede vescovile mise le sue competenze storiografiche per ampliare le conoscenze sull'antichità di una diocesi, quella di Venosa, che vantava origini cristiane antichissime. Egli va alla ricerca dei segni che possano illustrare le vicende della città, quella documentazione epigrafica e documentaria, che lui rimprovera spesse volte mancare all'Ughelli, che aveva scritto una monumentale storia dell'Italia Sacra, diventata un riferimento indiscusso degli studiosi. Il vescovo, però, non trascura nemmeno le devozioni popolari scaturite da fatti eccezionali e diventate patrimonio indiscusso di fede. Molto interessanti sono le notizie che il Corsignani riporta dei vescovi suoi più prossimi predecessori. In particolare quel movimento scaturito a seguito del Concilio di Trento che coinvolse anche le nomine dei nuovi vescovi. A reggere Venosa vengono inviati personaggi di grande valore culturale, provenienti da altre regioni italiane. Interessanti personalità sono il vescovo Scoppa (Stoppa) trasferito dalla città dalmata di Ragusa; come pure il De Laurentiis, a Roma amico della regina Cristina di Svezia. Come si sa, la regina Cristina lasciò il suo regno e, convertitasi al cattolicesimo, visse a Roma raccogliendo intorno a sé illustri personaggi della cultura e promosse l'Accademia dell'Arcadia, ufficialmente fondata nel 1690 l'anno dopo la sua morte. L'appendice bibliografica dei libri consultati dal Corsignani per scrivere quest' opera è tratta dalle sue note al testo latino, a riprova della sua meticolosità di ricercatore e attento studioso.
26,00

Guardia Sanframondi. Volume Vol. 20

Guardia Sanframondi. Volume Vol. 20

Angela Iacobucci

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2022

pagine: 242

Sono le storie di vita quelle che mi attraggono di più, le storie di quelle persone che vivono nell'ombra, ma che, discrete e forti, danno contributi importanti alla conoscenza e segnano il cammino dell'umanità. L'"incontro" accende la mia curiosità e apre la mente a mille domande, che piano piano catalizzano la mia attenzione e, ancor prima che me ne renda conto, diventano ronzio e poi pensiero. Come quando mi imbatto nella storia di qualche donna straordinaria, una di quelle donne complesse e complete, che, per un'antica e radicata tradizione culturale che le vuole ai margini, finiscono con l'essere troppo spesso dimenticate o addirittura cancellate dalla memoria collettiva. Mi prende allora il desiderio di scoprirne la personalità, di capire il contesto storico nel quale tanta bellezza è scomparsa e come ciò sia potuto accadere. Un battito d'ali di farfalla capace di scatenare un uragano nella mia mente, al punto che lo sforzo di riportarne alla luce la storia diventa scommessa. Comincio ad entrare nella storia lentamente, quasi per gioco, con il mio andare lento, prendendomi il tempo per le verifiche e anche per i ritorni, e a quel punto, mio malgrado, il coinvolgimento è già diventato motore inarrestabile. È quello il momento della penna! All'inizio la figura è evanescente, un'ombra fuggevole che lentamente comincia a prendere corpo e si materializza come da un sogno, poi, via via che le notizie si aggiungono, quali pennellate di colore al disegno dai tratti leggeri, il quadro si delinea. Così, lentamente, per incanto, la storia diventa leggibile, come l'inchiostro simpatico delle antiche lettere d'amore, quando venivano passate al calore della fiammella. Infine, quando il lungo lavoro si conclude e la spinta emotiva pure, quasi sempre, emerge una figura che mi lascia sorpresa e mi convince che ne è valsa la pena. Questo lavoro dedicato alla ricostruzione della Storia di Guardia Sanframondi è invece un po' anomalo, così come il modo in cui cominciò. Era una di quelle serate prenatalizie, con l'aria che pizzicottava le guance, ma non ancora fredda; la chiesa di S. Sofia risplendeva della magia delle luci soffuse che allungavano le ombre tra le volte inarcate e le antiche colonne romane. Nel silenzio di respiri trattenuti, risuonavano gli echi di antichissimi canti a cappella, che prendevano corpo sotto quegli archi longobardi e si levavano assottigliandosi in preghiere sublimi, nati lì, ancor prima che nascessero i canti gregoriani. Nella curva della piccola chiesa semicircolare, opposta alla mia, tra i volti noti, quasi sempre gli stessi, di una città di provincia, il sorriso e il cenno di un'amica, che in quel periodo era la Capo Delegazione del Fai di Benevento. Ci salutammo fuori. Il concerto di Canto Beneventano era appena terminato, ma le suggestioni aleggiavano ancora e l'atmosfera incantata tardava a fluire. Nel cicaleggio che sempre segue gli eventi, mi partecipò il desiderio che mi rendessi disponibile alla ricostruzione della storia dei numerosi tesori d'Arte della mia terra d'origine, per metterli in mostra nella vetrina delle "Giornate FAI di Primavera" del 2018. Le dissi subito di sì, come al colpo di fulmine di un innamoramento giovanile. Cominciai a raccogliere le notizie, un po' per gioco, un po' per scommessa, un po' per curiosità. Sulle prime continuavo a mantenere un goliardico atteggiamento di dovere, che oscillava tra l'impegno assunto e una sorta di amore per le radici. Mi sembrava, tuttavia, che tutto questo mi conducesse lontano dalle mie solite passioni, che già si stavano coagulando in un un'altra direzione. A.I.
26,00

Roccabascerana e la Valle Caudina: dalle origini agli abitanti del 1900 di Rocca, Cassano, Squillani, Zolli e Tuoro. Imbriani, Vian e il viaggio della Regina a Tufara Valle nel 1500

Roccabascerana e la Valle Caudina: dalle origini agli abitanti del 1900 di Rocca, Cassano, Squillani, Zolli e Tuoro. Imbriani, Vian e il viaggio della Regina a Tufara Valle nel 1500

Arturo Bascetta

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2022

pagine: 118

«Nei momenti di grave crisi, come quelli che stiamo vivendo post pandemia generata dal Covid-19, si riscoprono le proprie origini, i luoghi dove si è nati e dove si vive; come in questo libro, in cui si narrano alcuni eventi accaduti in paese nel corso dei secoli. Che cosa avverrà dopo l'era polst-pandemia, è difficile dirlo anche per chi, come me, si interessa alla valorizzazione dei prodotti della nostra agricoltura, ma di certo guarda con fiducia al futuro del nostro territorio. Roccabascerana è ancora oggi un vasto territorio di confine. Questo antico feudo, originato dai migranti «molisanniti» provenienti dal primo castello longobardo, viene spesso distaccato da altri (che pur vi appartengono con nomi diversi) che hanno dato luogo all'attuale comune capoluogo composto da una «federazione» di più frazioni: Rocca, Cassano Caudino, Squillani, Tuoro, Tufara Valle e Zolli. Il territorio del Castello, collocato a monte dei fiumi Serretelle e San Giovanni, originato dal Principato aversano di Puglia con le chiese di Santa Maria e San Pietro «ad Olivolam», fra tre strade antiche (Appia, Via Lata e Campanina) e due ponti romani, oggi è circoscritto al feudo dopo l'ultima rifondazione del 1348 operata dall'abbazia di S. Sofia di Benevento, a cui il feudo appartenne, prima di rientrare in Principato Ultra del Regno di Napoli. Ancora visibili sul monolito nel borgo di Rocca capoluogo sono i resti della Rocca appartenuta alla Rocca principale dei Rettori sofiani di Benevento e una stele custodita nel palazzo municipale proveniente da una delle diverse ville antiche costruite rinvenute a Valle e attestate nelle pergamene beneventane e verginiane. Degne di nota sono le manifestazioni culturali del Comune e della Pro Loco, quelle religiose dei diversi comitati festa e quelle istituite di recente. Molto sentita è la presenza dei concerti bandistici e di gran fama sono gli eventi legati agli Imbriani e a Vian, autore di Luna Rossa, della progenie napoletana dei Viscione di Roccabascerana. Una grande agricoltura come quella delle nostre regioni meridionali, dà il determinante contributo del Mezzogiorno alla leadership italiana nelle produzioni vegetali fresche e di prima trasformazione, connessa alla "dieta mediterranea", che è tanto fondamentale quanto poco conosciuta nelle sue dimensioni italiane ed europee. Per capire tutto questo basti un semplice confronto per scoprire che il valore della produzione di verdura e ortaggi freschi sia della Puglia sia della Campania è superiore a quello del Belgio. Ripensando alla storia, possiamo guardare con fiducia al futuro. Costruiamo su solide fondamenta, quelle che i nostri antenati ci hanno trasmesso, come pegno perenne di amore del luogo natale. Roccabascerana, parte integrante della Montagna di Montevergine, o se volete del Partenio, e della Valle Caudina, ha esercitato per secoli un particolare fascino sui viaggiatori stranieri che sono venuti nel corso della storia nel Regno di Napoli.» Gennaro Scognamiglio
21,00

Pannarano e il Partenio: spigolature nel paese di Amenta che Caracciolo il galante teneva in signoria nel regno di Napoli

Pannarano e il Partenio: spigolature nel paese di Amenta che Caracciolo il galante teneva in signoria nel regno di Napoli

Virgilio Iandiorio

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2021

pagine: 96

Il titolo del libro, ti dice già, gentile Lettrice e gentile Lettore, che esso è una raccolta di argomenti attinenti alla storia di Pannarano, senza iniziare dalle origini remote del paese, vere o fantastiche che siano, per finire ai nostri giorni. La sequenza di eventi cronologicamente esposti cede il posto a singoli aspetti della storia di Pannarano. Quali tra di essi siano più o meno interessanti è una valutazione affidata alla vostra discrezione di lettrici e lettori curiosi e attenti. Per chi ha voglia di leggere solamente un capitolo, che dal titolo gli potrà sembrare più interessante, valga il suggerimento che Alessandro Manzoni dà ai lettori de i Promessi Sposi, quando si accinge ad esporre la vita, e tutti i meriti, del Cardinale Federigo Borromeo (cap. XXII): "Intorno a questo personaggio bisogna assolutamente che noi spendiamo quattro parole: chi non si curasse di sentirle, e avesse però voglia d'andare avanti nella storia [di Renzo e Lucia], salti addirittura al capitolo seguente". Un romanzo va letto in sequenza, per non parlare di quelli gialli dove tutto si dipana come un gomitolo di lana; ma queste pagine di storia di Pannarano, sono dei riquadri, come in un polittico, dove cogliere l'unità dell'insieme è un compito affidato a ogni singolo spettatore/lettore, che sa collegare le parti più interessanti e quelle meno, le più piacevoli e quelle ininfluenti, naturalmente a seconda della sua sensibilità, dei suoi interessi e delle sue conoscenze. La divisione in capitoli è funzionale alla creazione di momenti di pausa all'interno di un'unica narrazione; il titolo, poi, di ciascuno di essi fa quasi da introduzione a quello successivo...
21,00

Forenza in Basilicata. Da Forentum citata da Orazio al Castello Florencia dei Re di Sicilia

Forenza in Basilicata. Da Forentum citata da Orazio al Castello Florencia dei Re di Sicilia

Virgilio Iandiorio

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2021

pagine: 112

“La riscoperta dei borghi come Forenza passa attraverso la riscoperta delle proprie origini, è questo il senso della presente pubblicazione che affidiamo a cittadini e visitatori. Nomi, luoghi, toponimi rappresentano un filo conduttore che dà quel senso di appartenenza ad una comunità a cui tutti a vario titolo siamo legati. Avvertiamo l'esigenza, proprio quando tutto sembra che stia per finire, come a causa della pandemia, di ripescare pezzi del nostro passato raccogliendoli dalla nostra memoria. Se per i casi strani della vita dovessimo perdere "la memoria", verrebbero meno le condizioni che giustificano perché viviamo in forme di vita associata. Colui o colei che nasce in un luogo, in un tempo, si ritrova immesso o immessa, immediatamente, in una storia, in un ambiente che influenzano ciò che ciascuno o ciascuna di noi è. Non bisogna pensare all'identità, la natura della persona, come unicità, non bisogna pensarla come qualche cosa che possa essere astratta dalla vita reale che è sempre in un tempo e in un luogo, cioè non va considerata alla stregua di una specie di destino inesorabile. È cresciuta in questi anni, la consapevolezza degli scambi e degli influssi che collegano tra loro le persone, i popoli, i beni prodotti, le idee, che sebbene distanti nello spazio, sembrano diventare così vicini. fino a parlare di ecumene globale. Le tecnologie mediatiche e i mezzi di trasporto sempre più rapidi, permettono scambi e relazioni con una facilità sconosciuta prima, anche se con modalità diseguali. È un processo che sta annullando i tradizionali confini e che va sempre più modificando l'idea di vicino e lontano. Quello che noi definiamo "locale", se mai lo è stato, non può più essere pensato come spazio definito e autonomo, relazione organica tra un territorio e la sua gente, ma va considerato come incrocio mutevole di influssi e condizionamenti che provengono anche da molto lontano, anche da persone con storie e culture diverse. Con questa prospettiva si può evitare la chiusura nel localismo, mantenendo ciò che del locale è il bene prezioso: la possibilità di farne esperienza diretta, di avere rapporti faccia a faccia con le persone che lo abitano, di osservare la vita quotidianità di essi, di osservare il territorio che è lo scenario e l'oggetto dello svolgimento delle storie, che si sono svolte nelle case, nei vicoli e nelle piazze. È bello sentirsi parte di una storia che ci appartiene, che si respira ad ogni angolo del paese. Le nostre vie che riprendono forma e sostanza. La storia locale non è storia minore, è storia e costituisce il cammino di una comunità e di un luogo ben definito, il luogo che ci vede oggi protagonisti. Auspichiamo di contribuire a dare un impulso all'approfondimento delle nostre origini e del nostro splendido borgo.” Francesco Mastrandrea, Sindaco di Forenza (Pz).
24,00

Venosa e le memorie vescovili. Traduzione dal latino e commenti sugli scritti di Corsignani

Venosa e le memorie vescovili. Traduzione dal latino e commenti sugli scritti di Corsignani

Virgilio Iandiorio

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2021

pagine: 96

«Alcuni non dubitano che l'origine di questa Città si fondi su Venilia moglie di Dauno e madre di Turno; da qui deriva che le genti di questa regione siano state chiamate Dauni, come attesta il Bergamasco (1). Inoltre Varrone (2) la mette a capo e la fa città principale dell'Apulia con queste parole: "tu chiedi perché il farro è prodotto dai Campani, perché il grano dagli Apuli, perché il vino da Falerno, perché l'olio da Venafro, di questa regione di Apulia la capitale è Venosa". E il Cluverio (3) nella sua Italia antica così dice:" Da Canosa 15 mila passi ad occidente del sole in primavera è distante l'oppido di Venosa al confine degli Apuli, dei Lucani, dei Sanniti cioè degli Irpini. Patria del poeta Orazio, ora dalla gente del posto è detta Venosa ed è menzionata da molti Autori etc."; e il medesimo Ughelli (4), che è solito non avere particolari attenzioni per essa, anche la ricorda. Per questo motivo abbastanza, e anche di più, conosciamo molti uomini importanti, che a questa Città hanno dato molti servigi e ricordi, sicuramente alla sua fama, recando prestigio al suo onore in ogni tempo. Furono questi Caio Sempronio Romano e, tra gli altri, quando si parla della parte Italiana, Plinio, Livio e Appiano, (5) che annoverano Venosa tra le città italiche più importanti; e anche Servio (6), che per scherzo ne fa derivare il nome da Venere. Ma Plutarco (7) nelle imprese di Annibale, e Collenuccio (8) la pongono di gran lunga per importanza tra le città del Regno di Napoli, e ad essa attribuiscono la derivazione del nome per essere stata eretta sopra un tempio di Venere.»
21,00

I piatti e le vie del vino. Da mercanti del Greco di Tufo e Consoli di Venezia a Napoli
30,00

Profilo storico su Carovigno. Il feudo, i baroni, le chiese dal 1200 al 1900

Profilo storico su Carovigno. Il feudo, i baroni, le chiese dal 1200 al 1900

Arturo Bascetta

Libro

editore: ABE

anno edizione: 2018

pagine: 96

Il testo ripercorre a ritroso i fatti storici: "Alla morte di Re Tancredi II e del figlio Ruggero, il feudo di Carovigno viene conquistato dallo Svevo. Enrico VI usurpa il Regno per la moglie Costanza; Via Sibilla: Lecce al Biccari e Taranto a Margaritone con Guglielmo: accecato, l'altro castrato; Enrico VI muore, Costanza fugge a Jesi; Il Giustizierato della Terra d'Idronti. La Contea di Lecce in Regno di Napoli: il papa, divenuto reggente, fa tornare i Tancredini; Carovigno in Giustiziario Idronti al magistro di Ostuni, e riassorbita da Napoli, è Contea di Lecce; Il ritorno agli Stati feudali dei Franchi. Nel Principato "autonomo" di Taranto: Re Roberto d'Angiò scioglie la Contea di Lecce. La Signoria di Mesagne conquista Carovigno..."
21,00

Maschito e il Vulture. Mashqiti e altre colonie arbëreshë nel Venosino. Profilo storico sulle comunità albanesi stanziate dagli Aragonesi

Maschito e il Vulture. Mashqiti e altre colonie arbëreshë nel Venosino. Profilo storico sulle comunità albanesi stanziate dagli Aragonesi

Virgilio Iandiorio

Libro

editore: ABE

anno edizione: 2018

pagine: 112

Le annotazioni di viaggiatori stranieri sulle comunità albanesi del Vulture, le considerazioni storico politiche su di esse nei secoli passati, l'interesse attuale sulla loro origine, invitano ad una rilettura delle migrazioni che hanno interessato il Regno di Napoli. La narrazione di Giovanni Pontano circa l'aiuto di Skanderbeg a Ferdinando I; la lingua e la religione delle comunità albanesi stanziate nel Regno; il feudo di Maschito in un antico apprezzo, sono gli argomenti affrontati, alla luce della più recente bibliografia.
21,00

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