Artemide: Sirio
Il clarinetto. Guida all'ascolto. Le sonate per clarinetto e pianoforte. Op. 120 n. 1 e n. 2 di Johannes Brahms
Gianluca Campagnolo
Libro: Libro in brossura
editore: Artemide
anno edizione: 2014
pagine: 88
Ciò che Brahms si era riproposto nel 1890, cioè interrompere definitivamente l'attività di compositore, ebbe breve durata. Nel gennaio del 1891, in occasione del viaggio a Meiningen per un festival delle arti, fu entusiasmato dalle esecuzioni dei quintetti per clarinetto e archi di Mozart e di Weber: clarinettista solista era Richard Muhlfeld che Brahms volle conoscere e con cui instaurò una solida amicizia. Fu grazie a questo incontro che Brahms volle regalare al mondo il Quintetto per clarinetto e archi, il Trio per Clarinetto, violoncello e pianoforte, oltre a due perle: le Sonate Op. 120 n. 1 e 2. Completate nel 1894, le due Sonate vennero eseguite in forma privata, nel settembre dello stesso anno, per il duca Georg II di Sassonia-Meiningen e la sua famiglia.
Fontana e Burri. Un incontro senza incontri
Luigi P. Finizio
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2013
pagine: 110
Il saggio vuole ricostruire il rapporto fra due artisti di primissimo piano nell'arte italiana (e non solo) della seconda metà del XX secolo: Lucio Fontana e Alberto Burri; insegue la loro storia espressiva, nel quadro artistico degli anni del secondo dopoguerra e oltre, per rilevarne la singolare vicenda che da un lato li accomuna e dall'altro li distingue profondamente proprio nella concezione dell'arte. Di qui il senso del titolo 'Fontana e Burri, un incontro senza incontri': "Nell'azione dell'arte, Fontana ha fatto della materia uno spazio incondizionato d'immagine fuori dalle convenzioni di pittura e scultura, Burri un'infinita condizione d'architetture e modulazioni materiche attraverso gli statuti di pittura e scultura... Alla miscredenza di Fontana risponde l'atto di fede di Burri".
Il corno delle Alpi. Evoluzione di uno strumento pastorale
Francesca Muller
Libro: Libro in brossura
editore: Artemide
anno edizione: 2013
pagine: 104
"Perché proprio il corno delle Alpi...?" Questo è ciò che più spesso mi è stato domandato durante le diverse fasi di ricerca. Cosa spinge una cittadina romana, cresciuta tra palazzi di cemento, semafori e traffico, a interessarsi a uno strumento tipico delle regioni alpine, nato nei pascoli svizzeri, tra valli sconfinate? Uno strumento che nulla possiede di meccanico, che anticamente non era altro che un tronco d'albero scavato e svasato. Forse il desiderio di novità, di qualcosa che andasse totalmente oltre il mio retaggio culturale, che fosse totalmente "altro" rispetto, soprattutto in campo musicale, al tipo di formazione ricevuta. Fu solo però quando lo udii per la prima volta suonare, che capii cosa mi avesse spinto lontano dall'Italia, dalla mia rigida formazione classica, dal mio sistema temperato, dal mio palazzo di otto piani. Il suono fuoriusciva fluido e caldo, libero, privo di ostacoli. Lo "vedevo" librarsi in aria, potente, udibile a chilometri di distanza, libero di raggiungere alberi e prati, boschi e vette, senza barriere, senza limiti. Finalmente compresi. Cercavo la libertà.
Il caso Fava. Tra poesia e verità
Giuseppe Dolei
Libro
editore: Artemide
anno edizione: 2010
pagine: 104
"Credo davvero che, sia pure con le migliori intenzioni, si faccia un torto a Giuseppe Fava classificandolo tra i giornalisti uccisi dalla mafia. Con Fava è stato ucciso un intellettuale, uno specifico modo di intendere la funzione dell'intellettuale nella Sicilia degli anni Ottanta". Così Nando dalla Chiesa, a pochi anni di distanza dalla morte (5 gennaio 1984), rendeva giustizia alla figura di Giuseppe Fava (nato a Palazzolo Acreide il 15 settembre 1925). Stretto il ruolo di giornalista, bisognava ampliarlo col ruolo dello straordinario intellettuale che Fava impersonò nella Sicilia del suo tempo. Oggi, con la distanza degli anni, è il caso di ampliare ulteriormente quel giudizio e di misurare più adeguatamente la perdita inflitta dalla mafia alla cultura italiana. Giacché nessuno tra i massimi giornalisti intellettuali della nostra scena può vantare la produzione letteraria di Giuseppe Fava, che spazia dalla narrativa (romanzi e racconti) al teatro (drammi e commedie). Nell'insieme è un'opera di prim'ordine alla quale è venuto il momento di rendere un appropriato riconoscimento. Questo volume vuole essere una prima lettura critica della figura letteraria (e non solo sociale e politica) di Giuseppe Fava.
Fausto Pirandello. Gli anni di Parigi (1928-1931)
Flavia Matitti
Libro: Libro in brossura
editore: Artemide
anno edizione: 2009
pagine: 80
Fausto Pirandello ha dichiarato in varie occasioni di essere stato a Parigi dal 1928 al 1931. Negli studi dedicati all'artista, tuttavia, la partenza per la capitale francese si faceva finora risalire al 1927 e il ritorno a Roma si considerava avvenuto al principio del 1931. Questa ricerca, se da un lato conferma quanto affermato dall'artista, fissando al febbraio 1928 l'arrivo del pittore a Parigi, dall'altro rivela che la permanenza nella Ville Lumière si è praticamente conclusa nel marzo del 1930, quando Fausto rientra con la famiglia in Italia, informando finalmente il padre, Luigi Pirandello, di essersi sposato a Parigi con una modella di Anticoli Corrado, Pompilia D'Aprile, e di aver avuto da lei un figlio, Pierluigi.
Un amore a Roma. Dal romanzo al film
Fabrizio Natalini
Libro
editore: Artemide
anno edizione: 2010
pagine: 224
Fra i molti film del 1960, l'anno di "La dolce vita", "Il Gattopardo" e "L'avventura", figura anche "Un amore a Roma" di Dino Risi, tratto da un romanzo di Ercole Patti, sceneggiato da Ennio Flaiano, il film è il ritratto di una passione, la storia dell'intensa relazione fra un nobile decaduto e un'attricetta di provincia venuta nella capitale in cerca di fortuna. All'ombra dei palazzi rinascimentali, negli studi della "Hollywood sul Tevere" si consuma il dramma di Anna e Marcello. Ma è Roma la vera protagonista del film, una Roma immobile al tempo, raggelata, che assiste a quest'amore passionale, fatto di slanci e tradimenti, le sue piazze, le sue luci, i suoi colori, raccontati da Risi con il vivido bianco e nero di Mario Montuori, con le strazianti musiche di Carlo Rustichelli, con l'ironia di Vittorio De Sica, con il volto sognante di Myléne Demongeot e l'eleganza di Elsa Martinelli. Il libro vuole ripercorrere la storia del film, come la sceneggiatura modifica il romanzo e come il film rilegge la sceneggiatura, come lo ha visto la stampa, come lo ricordano i critici, come era Roma negli anni Sessanta, fra boom economico e tradizione, e come l'hanno voluta ricordare Patti, Flaiano e Risi, l'uno di Catania, l'altro di Pescara e il terzo di Milano, tre uomini che hanno fatto anche la storia del nostro Novecento, che con quest'atto d'amore celebrano la città, lasciandoci un'immagine di quel mondo suggestivo, così uguale e così diverso dal mondo d'oggi.