Astrolabio Ubaldini: Psiche e coscienza
Compagni di viaggio. Storie di schizofrenici e di uno psichiatra-analista
Angelo Malinconico
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2025
pagine: 228
Sulla scia di testimonianze preziose e profonde come quelle del Caso Ellen West di Binswanger o del Diario clinico di Ferenczi, Malinconico affronta da una prospettiva poliedrica la cura e il suo percorso nel lavoro con persone schizofreniche. Lo fa attraverso il rigore intellettuale dell’analista e l’intelligenza pratica del clinico, in un’opera che è al tempo stesso una testimonianza del suo lavoro con i pazienti e un’accorata riflessione politico-istituzionale sulla psichiatria contemporanea. Nel portare avanti le sue osservazioni su questo doppio binario, colma una grave lacuna nella letteratura psicologica, quella relativa al punto di vista del paziente sul proprio percorso di cura. Malinconico infatti in questo volume dà voce, attraverso scritti autografi e sogni ‘giocati e risognati’ nella sabbiera, ad Alberto, rendendo così il paziente coautore della storia che racconta. Una polifonia che consegna al lettore il senso profondo del percorso di cura, composto di storie contenute in un alveo intriso di affettività, cuore pulsante del tentativo di avvicinarsi alla schizofrenia sperando in una comprensione autentica e in una trasformazione individualizzante. Senza la pretesa di proporre un percorso terapeutico ideale, e attraverso un incedere costellato di domande, Malinconico mostra il suo avvicinamento alla passione e alla curiosità per lo psichico e per il ricco subbuglio che il disagio dell’altro provoca e risveglia nel curante. Il ‘compagno di viaggio’ analitico dà vita insieme al terapeuta a un’articolazione dialogica potenzialmente infinita, in cui la parola e i silenzi consentono di andare al di là dei confini che separano la vita normale da quella patologica, cogliendone le possibili, fragili, analogie. Presentazione di Eugenio Borgna. Introduzione di Stefano Carta.
Guarire la mente per curare il mondo. Saggi psicospirituali
Claudio Naranjo
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2025
pagine: 184
Emerge da queste pagine, frutto di interventi di Claudio Naranjo in contesti e situazioni diverse tra il 2014 e il 2018, tutta la profondità della sua riflessione critica sulla dimensione collettiva e sociale del cambiamento, tappa successiva e sempre più imprescindibile a quella individuale della trasformazione della coscienza. Con la sua inconfondibile capacità affabulatoria e varietà di riferimenti, Naranjo tocca una gamma molto ampia di argomenti tenendo ben saldo il filo profondo che li collega. Lo sviluppo psicospirituale è concepito come un recupero della salute originaria: il viaggio interiore ha inizio con un anelito che implica il riconoscimento della sofferenza e dei limiti, ma anche della volontà di spingersi oltre il conosciuto. In questo senso, l’orientamento della psicoterapia e quello della meditazione rappresentano aspetti diversi di un unico processo, che può condurre al superamento dei condizionamenti e alla conoscenza di un sé più autentico. Naranjo approfondisce l’aspetto del viaggio interiore o viaggio dell’eroe, quello della trasformazione del carattere attraverso lo studio dell’enneagramma, la concezione della musica come cibo spirituale e il tema degli psichedelici e del loro possibile uso in senso terapeutico, tema divenuto estremamente attuale e su cui Naranjo aveva già espresso valutazioni illuminanti legate alla morale e all’etica. Viene trattato il concetto di ‘non-attaccamento’ da diverse angolature spirituali e il tema mitologico dell’asceta erotico, per concludere il quadro con l’argomento cruciale del legame tra etica, politica e trasformazione della coscienza. Ben consapevole di quanto la politica abbia ignorato la dimensione della coscienza promuovendo un’inconsapevolezza sempre più profonda, e di quanto l’etica del profitto si sia sostituita a quella dei valori, Naranjo individua l’unica possibile via di salvezza nella nascita di una vera ‘politica della coscienza’, che passi necessariamente attraverso il processo educativo, dunque attraverso la scuola.
Intelligenza autistica. Individualità, interazione e diagnosi
Douglas W. Maynard, Jason Turowetz
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2025
pagine: 332
Questo studio parte dall’idea di comprendere l’autismo in chiave interattiva, ossia di caratterizzarlo non come un fenomeno privato, isolato, che colpisce un individuo, ma come un insieme di manifestazioni che ha luogo nella famiglia, nella società allargata e soprattutto negli spazi dedicati alla valutazione dei comportamenti atipici, dove le azioni e reazioni di bambini e famiglie vengono tradotte in etichette diagnostiche che, una volta applicate, incidono su ogni aspetto della vita quotidiana, dal sistema scolastico al percorso clinico e sociale. Gli autori indagano le pratiche collettive di costruzione di significati, e mettono in rilievo l’importanza di un pensiero non comune, quella forma di ‘intelligenza autistica’ presente in tutti e spesso sottovalutata o non riconosciuta. Per farlo partono dai dati raccolti in un lungo arco temporale in una clinica specializzata. I video e le trascrizioni elaborate mettono in luce l’aspetto umano e intersoggettivo della valutazione: come vengono somministrati i test, in che modo si giunge alla diagnosi, formulata da persone in carne e ossa che si confrontano in tempo reale in un ambiente ben preciso, a sua volta influenzato da dinamiche complesse che in parte esulano dalla clinica. Comprendere l’autismo in chiave interattiva e calata nel contesto permette di apprezzare i punti di forza dei bambini, piuttosto che limitarsi a evidenziarne i deficit. Il libro si rivolge a una gamma eterogenea di lettori: sociologi interessati alla medicina e alla diagnosi, studiosi di scienza, tecnologia e disabilità, linguisti, psicolinguisti, antropologi, ma soprattutto è un’ottima risorsa per i clinici e gli operatori della salute mentale, e anche per le persone con autismo e le loro famiglie, che vi troveranno informazioni concrete e rilevanti per affrontare il lavoro di comprensione della differenza, e un aiuto per provare ad allentare le maglie del senso comune.
La cura psichica del bambino e dell'adolescente. Per una psichiatria infantile umanista
Bernard Golse
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2025
pagine: 174
Per rispondere alla sofferenza psichica di bambini e adolescenti non basta certo comprendere il funzionamento del cervello e dei suoi disturbi, dobbiamo anche essere in grado di intendere qualcosa delle origini di questo disagio. Solo se si analizzano la storia del paziente e le sue relazioni con chi gli sta accanto diventa possibile una cura psichica approfondita, basata sull’ascolto; una ricerca di senso che è al cuore dell’orientamento psicopatologico e psicoanalitico portato avanti da Bernard Golse, che con questo volume lancia un appello alle istituzioni e ai suoi colleghi affinché la cura psichica dei bambini e degli adolescenti non perda la sua vocazione psicopatologica e fenomenologica, pur integrando nella pratica le recenti scoperte delle neuroscienze, della biologia e della genetica. Un ascolto ‘multifattoriale’ e un approccio transdisciplinare sono fondamentali per restituire la complessità del vivente, ma le minacce che gravano sugli orientamenti psicodinamici del sistema di cura rischiano di cancellare una pratica che ha permesso di occuparsi con importanti risultati della salute mentale dei piccoli e degli adolescenti, poiché non ha mai smesso di porre al centro della fitta rete di professionalità il paziente e la sua complessità umana. Un testo che si rivelerà di grande aiuto per tutte le figure coinvolte nel percorso di cura di bambini e adolescenti: psichiatri, psicologi, terapeuti, famiglie.
Lacan redivivus
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2025
pagine: 448
Come si diventa Jacques Lacan? In concomitanza con il sessantesimo anniversario del Seminario di Lacan (1963-64), cui seguì l’istituzione dell'École freudienne de Paris, viene qui per la prima volta presentato al lettore un Lacan inedito, che forse neppure chi ne ha seguito il percorso da molto vicino conosce. Attraverso un grande lavoro di raccolta di testimonianze diversificate, Jacques-Alain Miller e l’équipe della rivista “Ornicar?” evocano la voce di Lacan e ne fanno risuonare l’eco. Come un mosaico composto da tessere diverse, ne emerge il ritratto di un ‘altro Lacan’, ben più complesso del personaggio pubblico comunemente dipinto, un Lacan quasi intimo, visto attraverso gli occhi di familiari, colleghi e pazienti: il Lacan padre, nonno, fratello, zio, amico, amante. Attingendo da archivi privati, vengono raccolti documenti che tracciano il percorso di tutta una vita: dall’infanzia (le pagelle di Jacques bambino, che già si distingueva per una certa “diplomazia nello schivare il regolamento”), alla dimensione privata dei manoscritti e del taccuino dei sogni, dall’attività professionale (con la trascrizione di due rappresentative presentazioni cliniche) alla sfera privata e familiare (le lettere al fratello, al padre, ai figli), passando per l’incessante riflessione teorica e psicoanalitica testimoniata dagli scambi con Melanie Klein, Louis Althusser, Claude Lévi-Strauss, Michel Foucault, Martin Heidegger, Federico Fellini. Tra gli aspetti che emergono con maggior nitidezza, il carattere incredibilmente determinato del desiderio di Lacan, che oltrepassa i limiti delle norme senza però mai venir meno all’attenzione costante per gli altri. Si ritrova nei colloqui delle presentazioni cliniche una delicatezza che si astiene dal moralismo, una totale disponibilità al sintomo dell’altro. Si impara molto anche dalle lettere ai suoi cari: pur prendendo le distanze da convenzioni e convenevoli, Lacan rimane fedele ai significanti che ha ereditato, rispettoso dell’ordine simbolico. Vi si ritrova un chiaro corrispettivo nell’orientamento clinico: non c’è modo di separarsi dai significanti che ci hanno parlato, poiché questa continuità è costitutiva del nostro essere. Dalle descrizioni che ne offrono i familiari si forma un ritratto spesso contraddittorio: è talvolta un Lacan lontano, ritirato, che suscita tensione se non paura, e talvolta invece totalmente presente all’altro, capace di semplificare al massimo le relazioni. L’autenticità è indicata più volte come ciò che caratterizza il ricordo significativo che ha lasciato in coloro che lo hanno incontrato: un elemento fondamentale per tenere vivo il suo insegnamento.
Trasformazioni. Il passaggio dall'apprendimento alla crescita
Wilfred R. Bion
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 248
La teoria delle trasformazioni di Bion ha dato luogo a molti fraintendimenti, il più comune dei quali è stato quello di intenderla come una nuova teoria generale in conflitto con le precedenti. Bion, invece, non intende affatto rimettere in discussione gli assunti metapsicologici fondamentali: la teoria dell’apparato psichico, la teoria pulsionale, la teoria del sogno, la teoria della sessualità e dell’Edipo, la teoria del transfert. Anzi, tutta la sua teoria si fonda su questi pilastri, e in particolare su due: la concezione del lavoro del sogno di Freud e la concezione dell’identificazione proiettiva di Klein. Essi stanno alla base della sua teoria del pensiero, dalla quale discende la sua teoria clinica del pensiero, la teoria delle trasformazioni. Scrive Bion che “la teoria delle trasformazioni e il suo sviluppo non si riferiscono al corpo principale della teoria psicoanalitica, ma alla pratica dell’osservazione psicoanalitica”. La teoria delle trasformazioni ha dunque lo statuto di una ‘teoria osservativa’. La trasformazione psichica, di cui un analista fa esperienza ogni giorno, riguarda di fatto ogni aspetto e frammento del materiale clinico: non solo il sogno o il sintomo, ma ogni associazione, comportamento e pensiero cosciente è in analisi il prodotto delle trasformazioni psichiche operate da paziente e analista: trasformazioni simboliche o somatiche, in pensiero o in azione, in ricordo o in ripetizione, in preclusione o in comprensione. Il dispositivo analitico ne risulta, nel suo senso operativo specifico, un sistema di trasformazione attraverso cui i processi somatopsichici inconsci acquisiscono le condizioni della rappresentabilità e divengono suscettibili di tradursi in pensieri e significati. È perciò indispensabile poter riconoscere qual è il tipo di trasformazione effettuato dal paziente, come pure dall’analista. La descrizione di questi tipi e regole di trasformazione, che consente un avanzamento significativo nella teoria psicoanalitica, costituisce il nucleo più originale del pensiero di Bion.
La matrice della mente. Relazioni oggettuali e dialogo psicoanalitico
Thomas H. Ogden
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 216
Come sempre nei suoi lavori, Ogden richiede al lettore uno sforzo interpretativo, ed è il primo a farsene carico, confrontandosi con i grandi del pensiero psicoanalitico. Al centro del suo interesse c’è la critica, l’ermeneutica, la generazione di nuove modalità di comprensione analitica, il pensiero e il suo movimento nel tempo e nello spazio. L’atto interpretativo, fil rouge di questo volume e al contempo della pratica analitica tutta, ha tra i suoi obiettivi principali il recupero di ciò che è stato alienato, in un processo che permette di riconoscersi e comprendersi. Qui gli atti di interpretazione si concentrano sulle idee introdotte da Melanie Klein, Donald Winnicott, William Fairnbairn e Wilfred Bion. Con il pensiero di questi autori Ogden instaura una relazione feconda: ripensare le relazioni oggettuali, il concetto di fantasia, la posizione depressiva e quella schizo-paranoide, lo sviluppo dell’unità madre-bambino, permette di risalire a quella “matrice della mente” costituita dall’interazione dialettica tra i contenuti mentali e lo spazio psicologico personale e interpersonale in cui tali contenuti vengono vissuti. Il testo scritto deve necessariamente confrontarsi con la linearità ma, afferma l’autore, sarebbe bene che il lettore riformulasse mentalmente le relazioni tra le idee qui espresse per preservare la simultaneità tipica dei rapporti tra concetti: gli stati più primitivi coesistono con quelli più maturi, la posizione depressiva del bambino nella prima infanzia non esclude quella schizo-paranoide, il bebè è simultaneamente tutt’uno con la madre e un essere da lei separato. Per conferire significato all’esperienza sensoriale è necessaria un’operazione mentale complessa, e Ogden esplora gli sviluppi della capacità precipuamente umana di riflessione e autoconsapevolezza nel contesto delle relazioni interpersonali. Grazie a questo confronto il passato diventa storia, ovvero una creazione che riflette la memoria conscia e inconscia di ciascuno, e permette l’interpretazione di simboli, significati, idee e sentimenti, aprendo la strada a una maggiore libertà.
Tempi di guerra. Un altro ascolto
Gabriella Ripa di Meana
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 152
Una domanda a cui è impossibile dare una risposta, e che contiene implicitamente una speranza altrettanto ‘impossibile’: perché l’essere umano non riesce a rinunciare alla guerra? Tessendo una conversazione virtuale con quanti si sono cimentati con la domanda impossibile, da Freud a Jung, da Einstein a Hillman a Simone Weil, l’autrice, sempre sulla base di una lunga pratica clinica, si propone di ‘ascoltare’ la guerra “con il taglio antidogmatico e plurale con cui si accolgono le formazioni dell’inconscio”. Il soggetto, chiunque esso sia, si trova immerso fin dalla nascita in una sfida ineludibile e fatale: la sfida che riguarda il suo incontro con l’altro, che rappresenta da una parte la sua unica possibile felicità e dall’altra la sua possibile dannazione. L’altro condanna, infatti, a riconoscere l’impotenza del proprio io, i suoi confini irrisori e soprattutto il suo irriducibile espansionismo, che è brama di possesso, potere e superiorità. È un altro che non viene da fuori, ma è piuttosto una differenza da sé che ognuno di noi conosce, ma tende a ignorare e spesso a ripudiare in nome di una presunta compattezza dell’io. Bisogna ascoltarsi e ascoltare l’inconscio per provare a interrogarsi, un’operazione oggi complicata, sommersi come siamo dai molti aspetti di ‘violenza positiva’ cui ci sottopone la nostra era: sovraprestazione, sovraproduzione, sovracomunicazione, iperattenzione, iperattività e, sempre e ovunque, fretta ed eccesso. In guerra l’ego di ogni fazione si fa immenso, soverchiante e crudele. Si nutre solo dell’annichilimento degli altri, demonizzando quell’abitante straniero che risiede in ciascuno di noi. Così accade che si identifichi nell’altro, odiandolo, proprio l’aspetto più inquieto, iracondo e ignorato di sé. L’unica speranza impossibile risiede allora nell’ascolto rivolto ai frammenti di senso che provengono da un altrove, spesso dimenticato quando non intenzionalmente emarginato.
Fratriarcato. Il trauma della fratria e la legge della madre
Juliet Mitchell
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 276
Fratelli e sorelle interagiscono su un asse orizzontale, che si interseca, come su un piano cartesiano, con quello verticale, costituito dal mondo degli adulti. Se nell’universo socializzato dei bambini e delle bambine più grandi la lacaniana ‘legge del padre’ proibisce l’incesto e l’omicidio lungo l’asse verticale, nel mondo presociale del bambino piccolo è quella che Mitchell definisce ‘legge della madre’ a impedire che omicidio e incesto avvengano tra fratelli e sorelle. L’autrice affronta in questo volume un’analisi psicoanalitica delle relazioni nella fratria, rintracciando la presenza, o la significativa assenza, di fratelli e sorelle nel lavoro di tre grandi autori: Donald Winnicott, Wilfred Bion e Jean-Bertrand Pontalis. Ogni bambino piccolo vive, indipendentemente dall’arrivo reale di un fratellino o di una sorellina, un ‘trauma della fratria’ (altro punto cardine della concezione di Mitchell), un momento in cui la propria identità di bebè della famiglia è messa in discussione. Non è più quello che era ma non è ancora quello che diventerà; l’ingresso nel mondo sociale attenua, almeno in apparenza, questo trauma, che tuttavia è rimasto troppo a lungo inesplorato e secondo l’autrice si ripropone con forza nell’‘omicidio legalizzato’ rappresentato dalla guerra e nell’‘incesto legalizzato’ rappresentato dal matrimonio. In chiusura del volume viene affrontato un altro punto nodale della teoria della psicoanalista britannica, il concetto di ‘genere’, da utilizzare esclusivamente sull’asse orizzontale, poiché basato sulla bisessualità psichica, cioè sulla presenza psichica dell’altro sesso in ciascuno di noi.
La svolta biopsichica. Quarantotto brevi meditazioni filosofiche controcorrente
Franco Fabbro
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 192
I temi trattati in questo saggio breve ma denso di contenuti significativi per lo scienziato, per il filosofo e per chiunque oggi si occupi in qualche modo dell’essere umano, mirano a una ridefinizione generale degli ordinamenti che riguardano gli esseri viventi (cos’è un organismo, la psiche, il linguaggio, la comunicazione e la cultura), giungendo a trattare anche del tempo, della scienza e delle leggi che regolano la materia e l’energia. Dopo aver messo in luce l’ormai imprescindibile rilievo delle neuroscienze, della biologia e della psicologia per qualsiasi seria riflessione sugli esseri umani e la loro convivenza all’interno della società, vengono affrontati argomenti come la libertà, la religione, il male, la violenza, la politica e la democrazia, quest’ultima auspicata in una forma più diretta e simile all’esperienza greca antica, rispetto all’attuale applicazione dei moderni stati nazionali o sovranazionali. La svolta biopsichica dovrebbe insomma riorientare il pensiero sull’uomo dal paradigma fisico-matematico, che ha dominato la filosofia da Galileo in poi, a uno che indaghi primariamente gli esseri viventi: la scoperta ancora sottovalutata del DNA e del codice genetico rivela che la vita si basa su un sistema simbolico di informazioni, e se adeguatamente compresa produrrà la spinta a compiere questo fondamentale passaggio della filosofia.
La diagnosi psicopatologica. Le parole di ieri per la clinica di oggi
Carlo Faravelli
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 560
Dal 1980, anno di pubblicazione della terza edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali dell’American Psychiatric Association (DSM-III), la diagnosi psicopatologica è fondata su criteri precisi e riproducibili, i cosiddetti ‘criteri operazionali’. La descrizione dei disturbi riposa dunque quasi esclusivamente sull’elencazione di questi criteri, che sono essenzialmente riconducibili ai sintomi. Agli albori del Novecento la psicopatologia era invece descritta in termini narrativi, e il paziente tipico veniva tratteggiato con dovizia di particolari, prestando attenzione alle sfumature più lievi; veniva raccontato in misura dinamica, ponendo l’accento sull’evoluzione della patologia, sul rapporto tra i sintomi, senza tralasciare l’impatto del disturbo sulla vita sociale e relazionale. I grandi psicopatologi davano vita a ritratti ricchi e avvincenti, in grado di ricreare il quadro vivo del paziente, il prototipo di un disturbo che si imprimeva nella mente anche di chi non aveva consuetudine con la clinica. Il rovescio della medaglia era rappresentato dalla mancanza di uniformità, dalla soggettività, dall’assenza di quella riproducibilità oggi imprescindibile in campo scientifico. L’autore mette a confronto le descrizioni della psicopatologia di ieri con i criteri diagnostici di oggi (DSM-5-TR e ICD-11); ne scaturisce una sintesi accurata, in cui al centro dell’attenzione clinica sono i pazienti, non i sintomi, senza tralasciare per questo la rigorosa obiettività delle diagnosi di oggi. Forme che non trovano più cittadinanza nella nosografia contemporanea, come neurastenia, isteria, parafrenia sono analizzate e scomposte alla luce degli odierni sistemi classificativi. Analogamente, alcune peculiarità del fatto clinico, ben evidenziate in passato ma oggi trascurate, vengono recuperate anche nella nosografia attuale usando con più attenzione gli strumenti forniti dagli attuali sistemi diagnostici. L’orientamento profondo e descrittivo che ha guidato la psicopatologia del secolo passato è quindi ben integrabile nella clinica attuale, e il lettore, tanto il professionista che desidera storicizzare le sue conoscenze quanto il medico in formazione, sarà guidato verso la diagnosi attraverso antiche narrazioni non prive di valore letterario, perché un’analisi più consapevole di quanto si osserva e si ascolta dal paziente può fare da argine alla deriva verso la superficialità e l’eccessiva semplificazione di cui la clinica odierna è troppo spesso permeata.
Ascoltare. Nuovi strumenti per diventare buoni genitori
Patty Wipfler, Tosha Schore
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 336
“Hand in hand” è un’espressione usata nella lingua inglese per indicare che due persone o due cose sono in un collegamento o in un contatto molto stretto tra loro. Hand in Hand Parenting è il nome che Patty Wipfler ha dato a una metodologia di ascolto incentrata sull’obiettivo di rinforzare i genitori e di sostenere i loro naturali processi di recupero e guarigione emotiva dallo stress che può sopraffare le forze di una famiglia in difficoltà. Questo metodo insegna ad ascoltare in un modo molto specifico e mira a stabilire o rinsaldare un profondo contatto emotivo tra il genitore e il figlio, fornendo l’importante opportunità per entrambi di esprimere le emozioni e gli stati d’animo come pratica terapeutica. L’applicazione concreta del metodo, basato su quarant’anni di lavoro con bambini e famiglie, attuabile con adolescenti di tutte le età, è mostrata attraverso numerosi esempi, storie che provengono da genitori di ogni parte del mondo e appartenenti a culture molto diverse tra loro. Le ricerche recenti nel campo delle neuroscienze, della psicoterapia e della teoria dell’attaccamento confermano che il rapporto emotivo profondo durante l’infanzia e oltre è il fattore fondamentale per prevenire l’emergenza dei problemi più devastanti, sia di salute, sia sociali, che affliggono le famiglie, compresa la violenza, il consumo di droghe e in genere ogni forma di dipendenza. Nei gruppi di sostegno, formati da genitori capaci di ascoltarsi l’un l’altro, il legame e la solidarietà che gli adulti riescono a stabilire durante gli scambi di ascolto con altri genitori che usano lo stesso metodo costituisce una rete di aiuto reciproco decisiva per superare i problemi e le crisi che ogni famiglia è destinata ad attraversare.