BEAT: BEAT. Bestseller
Breve storia della Resistenza italiana
Max Salvadori
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2025
pagine: 336
Nel luglio del 1943, con una missione aggregata all’VIII Armata britannica, Max Salvadori torna in Italia dopo un’assenza di quasi dieci anni. Prima ci sono stati l’esilio, l’adesione a Giustizia e Libertà, la clandestinità, il confino e la fuga. Mentre l’Europa scivolava verso la guerra, Salvadori aveva avviato la collaborazione con l’Intelligence Service, assieme ad altri intellettuali antifascisti quali Lussu, Olivetti, Salvemini, Silone, e ora può partecipare agli sbarchi e alla liberazione della sua patria. Nell’aprile ’45, quale ufficiale di collegamento alleato presso il CLN dell’Alta Italia, rivendicherà con forza agli italiani il diritto di decidere della sorte di Mussolini (al punto che Renzo De Felice lo riterrà una sorta di deus ex machina nella fine del duce). A guerra finita, la ricostruzione della lotta partigiana diventa per lui assillo e priorità: nel 1955 pubblica con Neri Pozza la "Breve storia della Resistenza italiana", che illumina due fasi cruciali della vicenda nazionale: il 1920-22 e, appunto, il 1943-45. Salvadori non esita a ricorrere al concetto di guerra civile, scatenata in primis dagli squadristi sovvenzionati dai gruppi imprenditoriali nell’autunno del ’20, e riaccesa poi dalla Repubblica sociale italiana. Il partigianato diventa così, nella sua lettura, il braccio armato di quell’antifascismo che era stato sconfitto nel 1922. Se alla sua comparsa la Breve storia scontava una certa inattualità (la storiografia del periodo risentiva del condizionamento ideologico dei due blocchi), a ottant’anni dalla Liberazione, la testimonianza di un combattente libero da imposizioni politiche e le sue lucide analisi sull’antifascismo restituiscono tutto il valore a un libro che gli storici resistenziali più attenti hanno sempre considerato fonte imprescindibile.
Terapia allo specchio
Irvin D. Yalom, Ginny Elkin
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2025
pagine: 352
Ventitré anni, un indiscusso talento per la scrittura creativa, Ginny Elkin compare al cospetto di Irvin Yalom, docente di psichiatria alla Stanford University di Palo Alto, agli inizi degli anni Settanta e, con sporadiche e fascinose metafore, dipinge subito un fosco ritratto di sé: quello di una giovane donna che odia profondamente sé stessa. La terapia di gruppo cui viene affidata non sortisce alcun effetto nel corso di un anno e mezzo. La sua inefficacia non scoraggia tuttavia Yalom. Per venire a capo del demone interiore di Ginny, di quella vocina che la tormenta senza tregua e la fa vivere in uno stato di perenne paura e impaccio, l’autore di Psichiatria esistenziale le propone una terapia individuale basata su un singolare esperimento: in luogo del pagamento di una parcella, scrivere un riassunto onesto di ogni seduta, contenente tutti i pensieri e le fantasie che non emergono mai alla luce in un rapporto verbale. Dal canto suo, Yalom avrebbe compilato delle note non cliniche basate ugualmente sulle impressioni di ogni seduta. Il risultato di tale intenso esercizio di autorivelazione è questo libro, che non espone semplicemente, come nella vasta letteratura esistente in psichiatria, l’interessante caso clinico di una borderline capace di tenersi al di qua della psicosi, ma traccia simultaneamente il percorso della cura da entrambi i punti d’osservazione, quello del paziente e quello del medico. Descrivendo «il dramma simbiotico della psicoterapia», quest’opera finisce così per essere, come scrive Marilyn Yalom nell’introduzione, «un romanzo... la storia di due esseri umani che si sono incontrati nell’intimità del tête-à-tête psichiatrico e che adesso vi permettono di conoscerli così come loro si sono conosciuti».
Streghe. Le eroine dello scandalo
Ilaria Simeone
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2025
pagine: 192
1616, Ducato di Milano e Mantova: Caterina de Medici viene accusata di aver gettato un maleficio sul nobile senatore Luigi Melzi, per cui da anni lavora come serva, conducendolo a un rapido e irreversibile declino fisico. Ad accusarla è il figlio del senatore, che si appella direttamente al giudice criminale di Milano, l’unico con autorità sui casi in cui è prevista la pena capitale. Comincia così, senza un vero processo, una vicenda che finisce con l’impiccagione e il rogo della “strega professa”. 1587, Triora, Podesteria della Repubblica di Genova: si apre uno dei più appassionanti processi italiani di stregoneria. Trentacinque imputate, tre magistrature e un’inedita ferocia persecutoria. Il procedimento dura tre anni e distrugge un’intera comunità. 1716, Brentonico, Quattro Vicariati: Maria Bertoletti, detta la Toldina, viene accusata di stregoneria, processata nel foro penale laico e condannata al rogo. Trecento anni dopo, il Comune trentino ha chiesto la riapertura del procedimento. Tre storie ignobili di femminicidi che coagulano, nella banalità del male, sesso e morte, giustizia e ingiustizie, poteri e contropoteri, Chiesa e Stati. Tre storie diverse che sono un’unica storia, quella di un sospetto che nasce dalla pubblica voce, cresce con il panico sociale e prende la via giudiziaria. Ilaria Simeone indossa i panni di una cronista dell’epoca, consulta gli atti, li racconta udienza dopo udienza, in un crescendo avvincente come un thriller, per mostrare qual è, da sempre, la più atavica delle paure maschili: quella nei confronti della donna.
Intrigo bretone. Omicidio a Pont-Aven. Il primo caso del commissario Dupin
Jean-Luc Bannalec
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2025
pagine: 240
È una magnifica giornata d’estate a Concarneau, la maestosa “città blu” gioiello della Bretagna, e il commissario Georges Dupin siede ai tavoli dello storico ristorante Amiral. Da quando, due anni e sette mesi prima, è stato trasferito da Parigi alla remota provincia, beve qui ogni mattina il suo petit café dedicandosi alla lettura dei quotidiani locali: un rigoroso rituale che può aiutarlo a familiarizzare con gli insoliti costumi di quella gente “ai confini del mondo”. Quel giorno, tuttavia, a disturbare la sua lettura è l’insistente squillo del cellulare. All’altro capo, l’insopportabile voce di Kadeg, il più zelante dei suoi ispettori, lo informa di un fatto straordinario: un brutale omicidio ha sconvolto l’idilliaco paesino di Pont-Aven, rinomato borgo di artisti. La vittima è Pierre-Louis Pennec, nonuagenario proprietario dell’Hotel Central: un albergatore leggendario, un’istituzione nel Finistère. Dupin sa che il caso va risolto alla svelta: l’assassinio di un personaggio tanto stimato ha colpito i bretoni al cuore e le pressioni delle autorità locali non tarderanno a farsi sentire. Costretto a districarsi tra l’ostinato silenzio degli indigeni e il loro stile di vita, del tutto inconcepibile per un parigino doc, il commissario Dupin non tarderà a rendersi conto che la vita apparentemente irreprensibile di Pierre-Louis Pennec nascondeva in realtà un incredibile segreto.
Il diritto di morire. Le inchieste di Nero Wolfe
Rex Stout
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2025
pagine: 176
È un grigio lunedì di febbraio del 1964 quando un uomo di mezza età si presenta al cospetto di Archie Goodwin, nella casa di pietra arenaria sulla Trentacinquesima Strada di New York, chiedendo di essere ricevuto da Nero Wolfe. È senza appuntamento e, per giunta, a vederlo là fermo sulla soglia, non ha certo l’aria di essere il cliente dell’anno. Se non fosse che il celebre investigatore è in debito da molto tempo con lui. Condotto nello studio e fatto accomodare dinnanzi a Wolfe, Paul Whipple, questo il suo nome, vuota il sacco: suo figlio Dunbar si è innamorato di una ragazza bianca e vuole sposarla. Whipple, però, è certo che Susan Brooke abbia più d’uno scheletro nell’armadio, altrimenti per quale diavolo di motivo un’ereditiera dovrebbe convolare a nozze con un nero che si occupa di diritti civili? Wolfe, tuttavia, fa appena in tempo ad affidare le indagini a Goodwin, noto per la sua spiccata sensibilità in fatto di donne, che la bella Susan viene assassinata. E il principale indiziato sembra essere proprio Dunbar. Introduzione di Sergio Romano.
La casa sull'estuario
Daphne Du Maurier
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2025
pagine: 320
Dick Young è un giovane inglese con un modesto impiego in una casa editrice londinese e un’ambiziosa moglie americana che lo vorrebbe a New York, a lavorare nella fiorente impresa editoriale di suo fratello. Un giorno Dick viene invitato a cena dall’amico storico dei tempi di Cambridge, Magnus Lane, divenuto nel frattempo un luminare della biofisica. Durante la cena Magnus accenna alla possibilità di ospitare l’amico e la sua famiglia a Kilmarth, nella casa in Cornovaglia ereditata dai genitori. Un’offerta allettante e, per Dick, certamente preferibile alla prospettiva di un trasferimento newyorkese. Un’offerta che tuttavia sembra celare ben più della promessa di lunghe giornate a poltrire in un giardino o a veleggiare nella baia. Una volta raggiunta la casa sull’estuario, infatti, Dick viene introdotto da Magnus in un macabro laboratorio popolato di embrioni sottovetro e teste di scimmia, dove l’amico gli rivela di aver messo a punto una straordinaria droga capace di trasportare direttamente nel passato. Dick si ritrova così a testare la pozione e, subito dopo, a vagare sconcertato nella Cornovaglia del XIV secolo, al cospetto di dame e cavalieri, spettatore invisibile di drammatiche vicende, di intrighi e aperte rivalità, di amori e segreti inconfessabili. La scoperta di Magnus Lane potrebbe stravolgere le sorti del mondo se non fosse che, con l’uso prolungato della pozione, passato e presente finiscono per sovrapporsi in una pericolosa spirale, trascinando il gioco del tempo verso la tragedia.
Orgoglio bretone. Morte sul fiume Belon
Jean-Luc Bannalec
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2025
pagine: 304
Sono trascorsi cinque anni da quando il commissario Dupin è stato “esiliato” da Parigi a Concarneau, Bretagna, e finalmente le alte sfere lo hanno promosso a dirigente commissario. La promozione, tuttavia, lo costringe a frequentare un corso di aggiornamento presso la polizia di Brest, una noiosa incombenza che Dupin è ben felice di accantonare davanti a un nuovo caso: non lontano da lì, sul sentiero che costeggia il fiume Belon, un’anziana signora a spasso con il cane ha visto un uomo a terra, immobile e ricoperto di sangue. La donna si è precipitata in un ristorante per telefonare alla polizia, ma all’arrivo delle pattuglie del corpo non c’è più alcuna traccia. Giunto su quella che non si può definire scena del crimine, Dupin si rifiuta di considerare inattendibile la testimone solo perché la signora, in effetti, ap - pare un po’ eccentrica, a tratti confusa. Che la scomparsa abbia a che fare con i furti di sabbia lungo la costa, un problema che da tempo si fa sempre più pressante nella zona? Ma ecco che a qualche ora di distanza viene scoperto un altro cadavere – che stavolta non sparisce – sui Monts d’Arrée, un paesaggio arido, scosceso, selvaggio come in una fiaba cupa. Il luogo perfetto per druidi, maghi, fate, nani e altre creature fantastiche. O per nascondere un delitto. Mentre si inerpica sul crinale per raggiungere il punto in cui la vittima è stata gettata di sotto, Dupin non sa ancora di trovarsi di fronte a uno dei casi più assurdi e complicati della sua carriera.
La mediocrazia
Alain Deneault
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2025
pagine: 240
«Non c’è stata nessuna presa della Bastiglia, niente di paragonabile all’incendio del Reichstag, e l’incrociatore Aurora non ha ancora sparato un solo colpo di cannone. Eppure di fatto l’assalto è avvenuto, ed è stato coronato dal successo: i mediocri hanno preso il potere». Così questo libro annuncia l’oggetto delle sue pagine: la presa del potere da parte dei mediocri e l’instaurazione globale del loro regime, la mediocrazia, in ogni ambito della vita umana. La trattazione che ne segue è una sorta di genealogia di questo evento che, nella prosa accattivante di Deneault, tocca campi differenti – dalla politica (affidata ormai al «centrismo» dei mediocri) all’economia, al sistema dell’educazione, alla stessa vita sociale – offrendo differenti modulazioni di questa forma di potere. Tuttavia, per Deneault, l’avvento della mediocrazia è impensabile senza l’avvento dell’industrializzazione del lavoro – sia manuale che intellettuale – e, in particolare, della sua espressione ultima, quella «Corporate Religion», la religione d’impresa che pretende, nella nostra epoca, di unificare tutto sotto la sua egida e fa sì che i mestieri cedano il posto a una serie di funzioni, le pratiche a precise tecniche, la competenza all’esecuzione pura e semplice. Per affacciarsi nel mondo, oggi, occorrerebbe soltanto dunque occupare il punto di mezzo e abbracciare nozioni feticcio quali «provvedimenti equilibrati», «giusto centro» o «compromesso». Insomma, essere perfettamente, impeccabilmente mediocri.
Oro bretone. Scomparsa a Guérande
Jean-Luc Bannalec
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2025
pagine: 272
Dopo aver trascorso cinque settimane chiuso nel suo ufficio, alle prese con noiose incombenze amministrative, il commissario Georges Dupin, della polizia di Concarneau, è ben felice di trovarsi nella “Terra Bianca” di Guérande, un’ampia distesa suddivisa in innumerevoli vasche saline perfettamente rettangolari: scintillanti specchi liquidi inca - stonati nel terreno. Benché lui, altero parigino esiliato in capo al mondo, non abbia niente a che vedere con quella zona, la strana richiesta della giornalista Lilou Breval di dare un’occhiata alle saline, e soprattutto a un misterioso capanno, è un pretesto per una gita. Il piano è semplice: dopo una breve, probabilmente infruttuosa ispezione del luogo, di lì a un quarto d’ora si siederà al Grand Large con un bicchiere di Quincy ghiacciato in mano, guardando spegnersi l’ultima luce a ovest. Ma le cose non vanno come previsto e, giunto sul posto, il commissario ha subito la netta sensazione di non essere solo su quella distesa di un bianco accecante. Che siano le allucinazioni provocate dall’aroma di violette emanato dal fleur de sel, che secondo i paludiers, i raccoglitori di sale, può condurre alla follia? Ma ecco che una raffica di colpi di pistola sparati contro di lui mette fine a ogni dubbio: le saline celano davvero qualcosa di marcio. Lilou Breval aveva ragione a sospettare, peccato che sia scomparsa. Aiutato dal commissario Sylvaine Rose di Guérande, Dupin indaga sul caso, imbattendosi in falsi alibi, massicci conflitti d’interesse, faide personali e antiche leggende bretoni.
Madame le commissaire e la vendetta tardiva
Pierre Martin
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2025
pagine: 272
Dopo aver definitivamente rinunciato alla sua carriera nella Police nationale di Parigi, il commissario Isabelle Bonnet dirige, come Madame le commissaire, un ufficio di polizia con compiti speciali a Fragolin, nel Sud della Francia. Creato appositamente per lei, come ringraziamento per aver servito con onore la nazione sacrificandole quasi la vita, il dipartimento si occupa di casi criminali obsoleti di cui nessuno si interessa più. In una notte in cui il mistral soffia impetuoso togliendole il sonno, Isabelle vaga lungo la spiaggia senza meta, fino a ritrovarsi nella baia di Pampelonne. Qui, alle prime luci dell’alba, si imbatte nel corpo senza vita di un uomo. Che a Fragolin sia stato commesso un delitto è già di per sé un fatto insolito, ma a rendere ancora più sconcertante il ritrovamento sono le condizioni del cadavere, su cui l’assassino si è accanito con brutale violenza. Aiutata dal sous-brigadier Jacobert Apollinaire Eustache – che al netto di fissazioni e bizzarrie ha una mente indubitabilmente brillante – Isabelle inizia un’indagine che la porterà a scontrarsi con un caso irrisolto di dieci anni prima: l’omicidio di un uomo trovato in un bosco nei pressi di Fragolin con un forcone infilato nel petto e delle lettere scritte a pennarello sulla fronte. Un caso che presenta inquietanti similitudini con quanto accaduto alla baia di Pampelonne.
Il giardino delle bestie. Berlino 1934
Erik Larson
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2025
pagine: 560
Nel 1933 William E. Dodd, stimato professore di storia all’università di Chicago, riceve una inattesa telefonata da Franklin Delano Roosevelt, il presidente degli Stati Uniti, che gli annuncia la sua intenzione di nominarlo a capo della rappresentanza diplomatica americana a Berlino. Dodd è tutto fuorché il candidato modello per un simile incarico. Non è ricco, non è politicamente influente e non appartiene nemmeno alla cerchia degli amici di Roosevelt. Certo, ha conseguito un dottorato a Lipsia e conosce il tedesco, ma nulla più. Tuttavia, per il presidente è l’ambasciatore perfetto per un paese che rappresenta per l’America soltanto una seccatura: la seccatura di un miliardo e duecentomila dollari, debito che Berlino ha contratto con gli Stati Uniti, e che Hitler si mostra sempre meno propenso a saldare. Ed è così che il professor William Dodd, in compagnia dell’esuberante figlia Martha, si ritrova nel cuore della Germania nazista, nella capitale del Reich millenario pavesata di suggestivi stendardi rossi, bianchi e neri; seduto negli stessi caffè all’aperto frequentati dalle SS nella loro elegante uniforme nera; negli stessi salotti frequentati da Goebbels e Göring, in compagnia dei quali cenare, danzare e divertirsi allegramente. Finché, a metà del 1934, un evento smaschera il vero volto del Führer e del potere a Berlino, e la grande, nobile città agli occhi di padre e figlia si svela per la prima volta come un Tiergarten, l’enorme parco cittadino: il giardino delle bestie.
Madame le commissarie e l'inglese scomparso
Pierre Martin
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2025
pagine: 288
Costretta a un periodo di riposo forzato, Isabelle Bonnet, ex capo della squadra antiterrorismo di Parigi, torna a Fragolin, amena e tranquilla località del Sud della Francia dove ha trascorso l’infanzia. Tuttavia, al suo arrivo, Isabelle trova inaspettatamente il paese in preda all’agitazione: due giorni prima una domestica ha scoperto in una villa il corpo di una giovane donna seminuda, colpita da diversi proiettili, uno dei quali le ha dilaniato la faccia. La tenuta appartiene a un inglese di cui si sono perse le tracce. L’uomo, del quale si sa molto poco, è ricercato dalla gendarmeria in quanto principale sospettato dell’omicidio. La vicenda non suscita più di tanto l’attenzione di Isabelle: nella sua vita ha visto ben di peggio. Ma qualche giorno dopo il suo superiore la chiama, le restituisce, secondo le sue parole, il grado di commissaire, ma di fatto la degrada, e le affida l’inchiesta su quel delitto di provincia. Una beffa per l’ex capo della squadra antiterrorismo parigina, accresciuta dal fatto che le viene affidato come assistente un certo Jacobert Apollinaire Eustache, un tipo eccentrico e maldestro che si è sempre occupato dell’archivio e non ha mai preso parte a un’indagine. Su quel delitto di provincia, Isabelle è però destinata a ricredersi.