Donzelli: Virgolette
Introduzione alla storia del mondo antico. Dai regni del Vicino Oriente alla fine dell'Impero romano
Pierre Cabanes
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2008
pagine: 337
Sebbene sia interessato a un passato lontano, spesso lo studioso del mondo antico cede alla tentazione di assimilare l'antichità al proprio sistema culturale, con il rischio di deformarla. Luogo di origine della scrittura e del diritto, della democrazia, delle scienze e della bellezza classica, l'antichità è effettivamente, per noi, un costante punto di riferimento e una continua fonte di legittimazione. Come si può rendere dunque percepibile la specificità delle società del passato? È a partire da questo interrogativo (in cui è riassunto il paradosso che caratterizza lo studio della storia antica) che Pierre Cabanes tenta di descrivere la diversità e le peculiarità di un mondo di fronte al quale lo storico si trova spesso in difficoltà a causa della mancanza di fonti documentarie certe, ma soprattutto dell'inadeguatezza dei concetti storiografici tradizionali e della stessa metodologia storica. La sua ricognizione si fonda in primo luogo sull'identificazione delle fonti documentarie, ne descrive le tipologie, le problematiche che ciascuna di esse pone, e il lavoro interpretativo necessario per rendere intelligibili le realtà del passato. Una serie di quadri sintetici, scandita in successione cronologica, ricostruisce poi i grandi temi e le principali vicende della storia antica a partire dai regni del Vicino Oriente per arrivare alla fine dell'Impero romano.
Del razzismo. Carteggio (1843-1859)
Alexis de Tocqueville, Joseph-Arthur de Gobineau
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2008
pagine: 232
Il ventennale carteggio tra Alexis de Tocqueville e Arthur de Gobineau è un documento importante e drammatico, nella storia del pensiero politico contemporaneo. Segnata da un costante quanto leale disaccordo, la discussione tra il teorico della democrazia e il vate del razzismo si dipana lungo i sentieri che conducono al cuore del "moderno" e dei suoi paradigmi ideologici: dal rapporto tra morale, religione e politica, al problema dell'eguaglianza di popoli e nazioni; dal conflitto tra "passioni" e "interessi" alla cruciale "questione della razza". Alla luce delle profonde diversità che contrappongono i due interlocutori, il sodalizio tra Tocqueville e Gobineau appare ancora più singolare: esso attraversa tutta l'esperienza del Secondo Impero francese, resistendo alla sempre più marcata e conflittuale divaricazione tra le opinioni del maestro e quelle del suo "assistente". Altrettanto singolare fu la sorte che toccò ai due pensatori: mentre il razzismo di Gobineau si avviava a compiere, nel secolo successivo, il suo tragico ciclo, diventando dottrina di Stato e metodo di genocidio, la lucida e preveggente analisi dei meccanismi del sistema democratico elaborata da Tocqueville avrebbe conosciuto una lunga fase di oblio, che solo nel secondo Novecento sarebbe stata riscattata da un nuovo interesse scientifico. C'è in questo scambio epistolare, oltre al valore teorico e all'inaspettata attualità dei temi, una grande lezione di metodo.
L'avvocato del diavolo. Il ruolo della superstizione nelle società umane
James George Frazer
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2008
pagine: 184
Protagonista di questo testo, opera di uno dei padri fondatori dell'antropologia, è un oggetto difficile da definire e analizzare, eppure sempre presente in ogni forma di società umana: la dimensione magica o, per dirla con l'autore del "Ramo d'oro", la superstizione. Partecipe dello spirito laico ed empirista dei suoi tempi, Frazer riteneva che lo sviluppo della civiltà procedesse, dagli stadi inferiori a quelli superiori, attraverso tre diverse fasi: la magia, la religione e la scienza. Ci si aspetterebbe dunque una rigida condanna di ogni forma di magia. Avviene invece esattamente il contrario. In "The Devil's Advocate" (pubblicato per la prima volta nel 1909 col titolo "Psyche's Task" e riedito nel 1913 e poi nel 1928), Frazer dimostra come le forme del rispetto "superstizioso" per l'integrità altrui siano il cemento che tiene unite le istituzioni fondamentali della società, primitiva o moderna che sia: il governo, la proprietà privata, il matrimonio. È proprio il timore reverenziale del tabù che non può essere infranto il principale elemento di coesione dei raggruppamenti umani.
Storia economica. Linee di una storia universale dell'economia e della società
Max Weber
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2007
pagine: 342
"Solo l'Occidente conosce uno stato nel senso moderno, con un'organizzazione legalmente stabilita, una classe di funzionari di professione e un diritto di cittadinanza... Solo in Occidente si trova il concetto del cittadino (civis romanus, citoyen, bourgeois), perché solo in Occidente c'è una città nel senso specifico del termine... Infine la cultura occidentale si distingue da ogni altra per la presenza di uomini con un ethos razionale della conduzione della vita. Magia e religione le incontriamo ovunque. Ma un fondamento religioso della condotta di vita, che doveva poi portare nelle sue conseguenze ad un razionalismo specifico, è proprio soltanto, ancora una volta, dell'Occidente." Così si esprimeva, nel semestre invernale 1919-20, Max Weber durante il suo ultimo corso universitario, dedicato alla storia economica e sociale universale. Pubblicata per la prima volta nel 1923, quest'opera si presenta come una piccola summa del nucleo del suo pensiero ed è l'unico testo nel quale propone in forma sintetica la sua teoria della genesi del capitalismo occidentale. Accanto al ruolo della religione protestante nello sviluppo del capitalismo, e più in generale nella formazione di una regola etica di vita, egli ricostruisce - con una straordinaria padronanza della storia delle diverse civiltà - il lento formarsi di una serie di fattori istituzionali che solo nell'esperienza occidentale giungono a pieno compimento: dallo stato moderno al principio di cittadinanza, dalla scienza alla tecnica razionale.
Padania. Il mondo dei braccianti dall'Ottocento alla fuga dalle campagne
Guido Crainz
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2007
pagine: 271
Tra le pianure piemontesi e lombarde, riccamente irrigate, e le terre basse distese attorno al Delta del Po, gigantesche trasformazioni territoriali e sociali costruiscono fra Otto e Novecento, nelle pieghe della democrazia zoppa dell'Italia liberale, lo scenario di una storia che non ha paragoni nel contesto europeo. Prende forma il complesso "mondo dei braccianti": combattivi protagonisti popolano le campagne padane, innervate da una rete associativa sempre più fitta. Antichi orizzonti mentali e nuove culture, etiche e solidarietà si intrecciano con le speranze, l'azione e i miti di un movimento socialista che ha qui, prima e più che nei centri industriali e urbani, la sua forza e il suo "laboratorio". La vicenda della Valle del Po e dei suoi braccianti attraversa momenti essenziali della storia generale del paese, spesso confondendosi con essa: le grandi opere di bonifica che contribuirono alla nascita stessa del bracciantato, l'irruzione cruenta dello squadrismo agrario e del regime fascista, fino alla "guerra civile" del 1943-45; la costante conflittualità sociale che ne permea la vita, dai moti de "La boje!" fino agli eccidi di quel "triangolo della morte", il cui senso, suggerisce l'autore, forse risiede nell'onda lunga di radicatissimi odi sociali e politici. Di questo mondo che, accerchiato, è scomparso in modo rapido quanto tumultuoso, Guido Crainz ricostruisce i tratti cruciali, riportando alla memoria i valori e i dolori condivisi dall'universo rurale padano.
Il naso di Giacometti. Una scultura, un simbolo
Jean Clair
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2007
pagine: 112
Pittore e scultore surrealista tra i più amati del Novecento, Alberto Giacometti fu amico di artisti come Arp, Mirò, Ernst e Picasso, e di scrittori come Prévert, Eluard, Bataille, Queneau, Beckett, e soprattutto Sartre, col quale instaura tra le due guerre un dialogo che influenzerà spesso l'opera di entrambi. La celeberrima scultura che raffigura il naso, è tra quelle più evocative e al tempo stesso enigmatiche, che meglio hanno connotato lo spirito dell'artista svizzero: proprio attorno a questa ruota l'affascinante riflessione di Jean Clair, uno dei più autorevoli critici d'arte contemporanei.
Miti dell'individualismo moderno. Faust, don Chisciotte, don Giovanni, Robinson Crusoe
Ian Watt
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2007
pagine: 255
Quella che Watt, un critico della letteratura, racconta in queste pagine è la storia di un pezzo essenziale dell'immaginario collettivo comune. A cavallo tra il Cinquecento e il Settecento, l'Europa assiste infatti alla nascita di quattro miti fondativi della sua cultura moderna. Le versioni originali di tre di essi - Faust (1587), don Chisciotte (1605) e don Giovanni (1620 ca.) presentavano intrecci dagli esiti tutt'altro che rassicuranti: Faust e don Giovanni finivano all'inferno e don Chisciotte era oggetto continuo di scherno e derisione. Il loro destino ultimo rifletteva in sostanza l'anti-individualismo del loro tempo. Ma ecco che un secolo dopo Daniel Defoe dà vita a Robinson Crusoe, personaggio che per la prima volta rivela una più positiva considerazione dell'individuo, divenendo simbolo di comportamenti sociali, economici e religiosi del tutto nuovi. Qualche decennio ancora, e all'inizio dell'Ottocento, l'interpretazione di queste quattro figure centrali dell'immaginario occidentale muta radicalmente: il Romanticismo le ricrea come personalità eroiche, oggetto di ammirazione. Da allora in avanti, i quattro personaggi incarneranno le problematiche tipiche dell'individualismo moderno: la solitudine, il narcisismo, e le rivendicazioni dell'Io contro le pressioni della società. In ultimo, la rielaborazione dei quattro miti a opera di grandi geni quali Rousseau, Goethe, Byron, Dostoevskij, li connota definitivamente come miti laici per antonomasia.
Città di parole. Storia orale di una periferia romana
PORTELLI
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2007
pagine: 245
Una multiforme e cangiante città di parole è quella che emerge dalla narrazione polifonica che costituisce la trama di questo volume, frutto di una ricerca sul campo coordinata da Alessandro Portelli per il Circolo Gianni Bosio di Roma, e durata tre anni. Il volume - alla sua seconda edizione con una nuova presentazione di Alessandro Portelli - è costruito attraverso una serie di fonti orali, grazie alle oltre 120 interviste raccolte tra il 2003 e il 2005 a Centocelle, cuore della periferia est della capitale, e nei quartieri circostanti. Un territorio la cui valenza simbolica risale alle descrizioni di Pasolini nel suo "Ragazzi di vita". Un gruppo di specialisti di storia orale ha intessuto in un racconto unitario le narrazioni di chi a Centocelle ha vissuto, lavorato, studiato, svolto attività politica, sociale e culturale, o semplicemente ci è passato. Le vicende ricostruite con l'ausilio di fonti bibliografiche, telematiche, a stampa e d'archivio, vanno dalla nascita del quartiere negli anni venti fino ai giorni nostri, passando attraverso il ventennio fascista, l'occupazione tedesca e la Resistenza, il dopoguerra, il miracolo economico e la crisi degli anni settanta-ottanta. Nelle parole dei protagonisti, il paesaggio urbano fatto di strade e palazzi diventa uno spazio dell'immaginazione, della memoria e del desiderio, che restituisce il vissuto quotidiano, gli stati d'animo e le soggettività che hanno animato la storia del nostro paese nell'ultimo secolo.
Manet e il naturalismo nell'arte
Émile Zola
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2006
pagine: 109
Quando la luce delle tele impressioniste esplode nelle sale delle esposizioni ufficiali come in quelle degli artisti "rifiutati", pubblico e critici conformisti ghignano, deridono, imprecano. A difendere pittori e opere c'è Émile Zola. Lucido e ironico, lo scrittore si fa testimone di uno dei movimenti più esaltanti dell'arte del XIX secolo: ma il suo scopo non è mai la difesa polemica, bensì lo svelamento della coscienza estetica del suo tempo, "l'accettazione dell'arte tutta intera" in quanto "epopea della creatività umana". Tra tutti gli artisti lo scrittore predilige Édouard Manet, l'uomo amabile che nel tumulto e nello scandalo, dipinge quadri "biondi e luminosi".
L'estetica del Romanticismo
Franco Rella
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2006
pagine: 142
Nell'Europa colta del Settecento, il termine "romantico" entra in uso come sinonimo di "romanzesco", o di "pittoresco". Ma romantico viene anche a significare "informe", "eccentrico", "regolare". Ciò che stanno inventando i Romantici è né più né meno che l'assoluto letterario, l'assoluto estetico. Qualcosa che si stacchi contemporaneamente dalla natura e dalla tradizione. Qualcosa che abbia il carattere di una rivoluzione nel pensiero. Il problema dell'estetica romantica sconfina dal suo stretto luogo di origine. Esso non investe soltanto il nucleo strettamente "tedesco" dei suoi primi banditori e teorici, ma attraversa tutto l'Ottocento europeo. Il volume viene qui riproposto in una nuova edizione accresciuta.
Omero e Dallas. Dall'Iliade alla soap-opera
Florence Dupont
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2006
pagine: 160
La tesi di questo libro è che esista uno stretto legame tra il popolare prototipo dei serial televisivi e il celebratissimo poema della Grecia classica. Entrambi questi universi narrativi appartengono al continente della cultura orale, e dunque non possono essere interpretati con i canoni della cultura scritta. Entrambi celebrano, entro una situazione conviviale e con un esplicito scopo gratificante, un modo di essere, un costume, un'identità collettiva.
Laocoonte. Fama e stile
Salvatore Settis
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2006
pagine: 256
In questo libro, l'autore offre un percorso interpretativo del Laocoonte in cui la storia della sua fortuna, dall'antichità alla riscoperta cinquecentesca e via via fino al presente, fa da quadro a una rinnovata analisi delle fonti e a un esame rigoroso dei moduli stilistici. Ad arricchire il volume, quindici immagini del Laocoonte appositamente commissionate da Pino dell'Aquila, fotografo d'arte.

