Electa: Ad esempio
Cultural Box. Labics, Campus Bio-Medico, Roma. Nuovi paesaggi dell'apprendimento. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2025
pagine: 136
Il volume illustra l'ideazione e la realizzazione del nuovo intervento progettato dallo studio di architettura Labics e guidato dalla Campus Bio-Medico. L'opera si inserisce all'interno di un più ampio panorama di architetture per la cultura e l'educazione che indagano il tema della flessibilità tipologica e la ricerca di soluzioni che nascono da un approccio integrato e multidisciplinare. Il libro, attraverso i testi di Maria Claudia Clemente, Francesco Isidori, Domenico Mastrolitto, Luca Molinari, Carlo Tosti e Beate Weyland, racconta gli elementi portanti e l'attuazione della visione che ha ispirato il programma di sviluppo del Campus Bio-Medico, dalla elaborazione del concorso internazionale che lo ha promosso, sino a oggi. Visione legata al Social Green Masterplan che, in accordo con il paradigma One Health, persegue un modello di sviluppo basato sull'integrazione di discipline diverse e complementari secondo cui la salute umana, animale e degli ecosistemi sono tra loro indissolubilmente connesse. Cultural Box, l'intervento qui narrato, attraverso contributi architettonici e pedagogici specifici, dà corpo all'idea di una grande città-parco universitaria capace di salvaguardare e sviluppare gli ambiti più variegati della salute. Nel contesto naturale e paesaggistico dell'agro romano, attraverso l'uso estensivo di portici, logge e un'ampia corte interna, l'edificio costruisce un sistema strutturato di spazi aperti che amplificano le relazioni tra interno ed esterno facilitando le interazioni sociali e le possibilità di apprendimento. Il progetto Cultural Box è firmato da Labics, studio di architettura e pianificazione urbana, fondato a Roma nel 2002 da Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori. Il nome Labics esprime l'idea di un laboratorio, un terreno fertile in cui circolano le idee. Coniugando ricerca teorica e sperimentazione applicata, il campo di interesse dello studio si estende dalla progettazione urbana fino al disegno degli spazi interni, attraversando così le differenti scale e complessità del progetto. La documentazione fotografica presentata nel volume è opera di Aldo Amoretti e Filippo Romano. Volume bilingue in italiano e in inglese, traduzione di Richard Sadleir.
La materia dell'Arca. La nuova sede di Gruppo Cap a Milano
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2023
pagine: 144
Usare bene l'acqua è una nostra responsabilità, troppo spesso non le attribuiamo il giusto valore, la consideriamo una risorsa gratuita o a basso costo, riteniamo ce ne sia a sufficienza per tutti; questa sottovalutazione ci porta a raccoglierla non sempre con rigore, e usarla con leggerezza, a disperderla in abbondanza, senza capire che l'acqua richiede una gestione attenta. Gruppo CAP è una società interamente pubblica che gestisce un servizio idrico integrato e lo fa con la consapevolezza del valore che riveste l'acqua per ognuno di noi. La sua nuova sede, presentata in queste pagine, è espressione di un'architettura che intende fare propria l'idea di "pubblico servizio", un'Arca in grado di valorizzare la periferia urbana dove si trova, di portare a sé i cittadini accogliendoli in una piazza e ospitando funzioni al piano terra aperte a tutti. Il tempo che stiamo vivendo porta ogni giorno la nostra attenzione sul clima della Terra, su come l'acqua alimenti i fenomeni meteorologici, e di come il vapore acqueo - che avvolge l'atmosfera - renda possibile la vita sul pianeta. Ecco allora riecheggiare il monito del "diluvio universale", dove l'Arca chiamata a preservare la conoscenza diventa qui metafora di una gestione, capace di dialogare con ciò che ha intorno e di dare risposte all'uso contemporaneo della risorsa idrica. Testi di Valerio Calzolaio, Claudio Lucchin, Mosè Ricci, Alessandro Russo. Fotografie di Paolo Riolzi.
Costruire nella città. La Procura della Repubblica di Catanzaro-Building in the City. The Catanzaro Public Prosecutor's Office
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2023
pagine: 112
Il libro documenta l’intervento di restauro, risanamento conservativo e rifunzionalizzazione con ampliamento dell’ex Ospedale militare di Catanzaro, un complesso divenuto nuova sede della Procura della Repubblica del capoluogo calabrese. L’intervento, commissionato dall’Agenzia del Demanio – Direzione Generale Calabria in sinergia con partner istituzionali quali il Comune e la Soprintendenza di Catanzaro, è opera dello Studio Corvino + Multari (architettura e coordinamento generale) in collaborazione con un gruppo di professionisti responsabili di tutte le fasi della progettazione e dell’esecuzione, ovvero la direzione lavori nonché le direzioni artistica, strutturale e delle opere di restauro. Il progetto ha contemperato la volontà di tutela di una costruzione storica sottoposta a vincolo – l’ex convento dell’Ordine dei Francescani Minori Osservanti, risalente al XV secolo – con i requisiti richiesti dalla nuova destinazione d’uso, al contempo inscrivendo l’intervento di recupero in una più generale strategia di trasformazione dell’area su cui insiste il complesso. Fulcro di questa strategia è l’idea delle “due Corti”: l’una “storica”, oggetto di un intervento di recupero e restauro rispettoso delle caratteristiche della fabbrica antica; l’altra “contemporanea”, che alla prima si affianca assumendo quale elemento di continuità un impianto tipologico analogo ma adottando per la nuova costruzione tecnologie e materiali moderni.
Carlo Scarpa. Gipsoteca Canoviana Possagno
Gianluca Frediani
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2022
pagine: 144
La contiguità fra il lavoro dell'architetto e quello dello scultore costituisce il tratto più originale del museo possagnese che custodisce un sorprendente spaccato dell'arte e dell'architettura italiane fra Ottocento e Novecento. Sebbene pensato, almeno nelle intenzioni iniziali, come cornice per commemorare il secondo centenario della nascita di Antonio Canova, l'ampliamento scarpiano della Gipsoteca canoviana di Possagno, edificio «grandioso anche se piccolissimo», realizzato tra il gennaio e il settembre del 1957, si rivela, sin da subito, come uno dei più sensibili interventi museografici del dopoguerra, affermando la propria autonomia artistica. A Possagno Scarpa riesce a toccare un vertice altissimo nella sua produzione, mettendo a punto quel raffinato sistema di interazione poetica tra figure, superfici e materiali che diventerà, negli anni a seguire, una caratteristica distintiva della sua architettura. In questo locus felix, l'architetto veneziano accoglie con delicatezza l'elegante fragilità delle figure canoviane, per le quali non si limita a progettare delle ben calibrate sale espositive ma definisce uno spazio intimo e ideale insieme, quasi disegnandolo come un pittore farebbe sulla tela e costruendo una scenografia fatta su misura.
Carlo Scarpa. Canova Museum Possagno. Ediz. inglese
Gianluca Frediani
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2022
pagine: 144
La contiguità fra il lavoro dell'architetto e quello dello scultore costituisce il tratto più originale del museo possagnese che custodisce un sorprendente spaccato dell'arte e dell'architettura italiane fra Ottocento e Novecento. Sebbene pensato, almeno nelle intenzioni iniziali, come cornice per commemorare il secondo centenario della nascita di Antonio Canova, l'ampliamento scarpiano della Gipsoteca canoviana di Possagno, edificio «grandioso anche se piccolissimo», realizzato tra il gennaio e il settembre del 1957, si rivela, sin da subito, come uno dei più sensibili interventi museografici del dopoguerra, affermando la propria autonomia artistica. A Possagno Scarpa riesce a toccare un vertice altissimo nella sua produzione, mettendo a punto quel raffinato sistema di interazione poetica tra figure, superfici e materiali che diventerà, negli anni a seguire, una caratteristica distintiva della sua architettura. In questo locus felix, l'architetto veneziano accoglie con delicatezza l'elegante fragilità delle figure canoviane, per le quali non si limita a progettare delle ben calibrate sale espositive ma definisce uno spazio intimo e ideale insieme, quasi disegnandolo come un pittore farebbe sulla tela e costruendo una scenografia fatta su misura.
Carlo Scarpa. La fondazione Querini Stampalia a Venezia
Francesco Dal Co, Sergio Polano
Libro: Copertina rigida
editore: Electa
anno edizione: 2022
pagine: 144
Una tra le più straordinarie opere di Carlo Scarpa a Venezia fotografata dall'obiettivo attento e sensibile di Prosdocimo Terrassan. Oltre 150 fotografie d'autore per documentare l'intervento di riordino del piano terra e del giardino del palazzo cinquecentesco voluto da Giovanni Querini Stampalia quale sede della sua Fondazione a Venezia. L'opera, realizzata da Carlo Scarpa tra il 1961 e il 1963, restituisce la ricchezza di dettagli e materiali che caratterizzano l'aula delle conferenze e il giardino della Fondazione. Un repertorio di ricercate soluzioni che vanno dai pavimenti in marmi policromi ai riquadri di cemento lavato, dalle pareti in lastre di travertino tagliate di testa alle superfici in cristallo, dalla struttura in ferro, ottone e teak della passerella d'ingresso agli inserti in oro del blocco in pietra d'Istria che separa l'aula dai camminamenti, alla vasca marmorea scolpita a labirinto del giardino. Il volume è completato da una selezione di disegni e schizzi di studio elaborati da Carlo Scarpa per gli interni e il cortile dell'edificio.
Carlo Scarpa. La casa sul Canal Grande
Roberta Martinis, Francesco Magnani, Traudy Pelzel
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2022
pagine: 128
Il volume è dedicato alla storia emblematica della casa sul Canal Grande e dei modi in cui Carlo Scarpa realizzò questa 'boîte à miracle'. Scarpa restaurò la casa tra il 1964 e il 1968, per Loredana Balboni, collezionista e mercante d'arte, vedova di Francesco Pasinetti, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e sorella di Letizia, moglie di Michelangelo Antonioni, che ne fece un ritrovo per letterati, artisti e registi, da Paolini e Maselli, da Visconti a De Kooning, e uno scrigno di opere d'arte, con capolavori di Ernst, Viani, Tancredi e Bacon. L'architetto attrezzò per gli ambienti e le opere uno straordinario cannocchiale luminoso che collega il fronte sul giardino della casa a quello sul Canal Grande. Si avvalse di materiali lapidei modellati con cura estrema e di rivestimenti parietali realizzati ricorrendo a tecniche tradizionali e ai più dotati artigiani veneziani. Dopo la scomparsa di Loredana Balboni, nel 2008, la casa è entrata a far parte delle disponibilità di un nuovo proprietario, che ne ha promosso il necessario restauro. I lavori compiuti hanno permesso di conoscere ogni singolo aspetto della costruzione, di mettere in luce tutte le soluzioni utilizzate da Scarpa, di restituire gli spazi alla loro mirabile lucentezza e trasparenza. La storia emblematica di Casa Balboni è messa in luce da Roberta Martinis sulla scorta di accurate ricerche archivistiche, che hanno portato alla pubblicazione di molti disegni sconosciuti, mentre Francesco Magnani e Trudy Pelzel hanno spiegato, avvalendosi di un'ampia documentazione fotografica, come sono intervenuti per restaurarla.
Carlo Scarpa. The House on the Grand Canal
Roberta Martinis, Francesco Magnani, Traudy Pelzel
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2022
pagine: 128
Il volume è dedicato alla storia emblematica della casa sul Canal Grande e dei modi in cui Carlo Scarpa realizzò questa boîte à miracle . Scarpa restaurò la casa tra il 1964 e il 1968, per Loredana Balboni, collezionista e mercante d'arte, vedova di Francesco Pasinetti, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e sorella di Letizia, moglie di Michelangelo Antonioni, che ne fece un ritrovo per letterati, artisti e registi, da Paolini e Maselli, da Visconti a De Kooning, e uno scrigno di opere d'arte, con capolavori di Ernst, Viani, Tancredi e Bacon. L'architetto attrezzò per gli ambienti e le opere uno straordinario cannocchiale luminoso che collega il fronte sul giardino della casa a quello sul Canal Grande. Si avvalse di materiali lapidei modellati con cura estrema e di rivestimenti parietali realizzati ricorrendo a tecniche tradizionali e ai più dotati artigiani veneziani. Dopo la scomparsa di Loredana Balboni, nel 2008, la casa è entrata a far parte delle disponibilità di un nuovo proprietario, che ne ha promosso il necessario restauro. I lavori compiuti hanno permesso di conoscere ogni singolo aspetto della costruzione, di mettere in luce tutte le soluzioni utilizzate da Scarpa, di restituire gli spazi alla loro mirabile lucentezza e trasparenza. La storia emblematica di Casa Balboni è messa in luce da Roberta Martinis sulla scorta di accurate ricerche archivistiche, che hanno portato alla pubblicazione di molti disegni sconosciuti, mentre Francesco Magnani e Trudy Pelzel hanno spiegato, avvalendosi di un'ampia documentazione fotografica, come sono intervenuti per restaurarla.
Carlo Scarpa. The Querini Stampalia Foundation in Venice
Francesco Dal Co, Sergio Polano
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2022
pagine: 144
Una tra le più straordinarie opere di Carlo Scarpa a Venezia fotografata dall'obiettivo attento e sensibile di Prosdocimo Terrassan. Oltre 150 fotografie d'autore per documentare l'intervento di riordino del piano terra e del giardino del palazzo cinquecentesco voluto da Giovanni Querini Stampalia quale sede della sua Fondazione a Venezia. L'opera, realizzata da Carlo Scarpa tra il 1961 e il 1963, restituisce la ricchezza di dettagli e materiali che caratterizzano l'aula delle conferenze e il giardino della Fondazione. Un repertorio di ricercate soluzioni che vanno dai pavimenti in marmi policromi ai riquadri di cemento lavato, dalle pareti in lastre di travertino tagliate di testa alle superfici in cristallo, dalla struttura in ferro, ottone e teak della passerella d'ingresso agli inserti in oro del blocco in pietra d'Istria che separa l'aula dai camminamenti, alla vasca marmorea scolpita a labirinto del giardino. Il volume è completato da una selezione di disegni e schizzi di studio elaborati da Carlo Scarpa per gli interni e il cortile dell'edificio.
Abbazia Monte Maria. Monte Maria, la storia Werner Tscholl, la rivitalizzazione dell'abbazia-Abtei Marienberg. Marienberg, die Geschichte Werner Tscholl, die Revitalisierung der Abtei
Marco Mulazzani
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2022
pagine: 144
Il volume documenta gli interventi di conservazione, restauro e rigenerazione architettonica che l'architetto Werner Tscholl ha realizzato per l'abbazia di Monte Maria nei pressi di Burgusio in Val Venosta, l'edificio benedettino più alto d'Europa (1335 metri) e uno dei monasteri più importanti del Tirolo. La parte iniziale è dedicata a un'analisi puntuale del contesto storico originario dell'abbazia, che costituisce una premessa indispensabile alla comprensione dell'ultimo ciclo di interventi intrapresi da Tscholl a partire dal 2005, su richiesta dell'abate Bruno Trauner, e proseguiti dal 2011 con l'abate Markus Spanier. Il volume esplora dunque l'esito di un lavoro svolto in un arco temporale di oltre tre lustri, caratterizzato da una lunga serie di interventi diversi, di recupero puntuale e di più ampia estensione, compresi all'interno di una visione capace di unire memoria e futuro. Il fulcro centrale degli interventi condotti negli ultimi anni è costituito dagli spazi della biblioteca ipogea sotto l'Herrengarten, con il recupero dell'ex chiesa di Sant'Egidio a sala di lettura per il pubblico, così come la realizzazione sul pendio ovest di una caffetteria e della casa dei giovani; infine, l'allestimento del museo della scuola dell'abbazia nell'ala meridionale del monastero e il recupero della chiesa di Santo Stefano con la sistemazione del Camposanto dei monaci. La capacità di Tscholl di raggiungere un naturale - ma non mimetico - accordo tra i suoi interventi e i luoghi che li accolgono si dimostra attraverso l'utilizzo di un linguaggio formalmente unitario, che fa uso di pochi ed essenziali materiali come il calcestruzzo pigmentato, lastre in acciaio trattato a cera, vetro trasparente e satinato, ottenendo un accordo con il carattere primitivo dei potenti muri in pietrame della costruzione originaria. Completa la pubblicazione un ricco apparato di fotografie realizzate da René Riller, che restituisce pienamente la bellezza dell'abbazia: un vero e proprio museo vivente, frutto di un'organica serie di interventi di conservazione, restauro e rigenerazione architettonica annoverabili tra i più significativi realizzati in Italia negli ultimi anni.
EFA studio di architettura. Spazio lavoro architettura-Space work architecture, Headquarters Chiesi, Parma
Emilio Faroldi, Maria Pilar Vettori
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2021
pagine: 144
Edito per Electaarchitettura, il volume, bilingue italiano e inglese, documenta l'ideazione e la costruzione del moderno Headquarters che il gruppo industriale Chiesi Farmaceutici ha inaugurato nel giugno 2020 alle porte di Parma, su progetto di EFA studio di architettura. Gli spazi del nuovo Headquarters sono la sede dei vertici direttivi e di management del gruppo Chiesi. L'impegno progettuale si delinea attraverso un modello d'impresa basato su "Innovazione", "persone" e "sostenibilità" le tre parole chiave che hanno guidato i progettisti nella configurazione del cospicuo edificio direzionale, esteso su una superficie di 46.300 metri quadrati ed in stretta prossimità al Centro Ricerche inaugurato nel 2011. L'Headquarters è dotato di un padiglione polifunzionale, un auditorium, un ristorante aziendale, spazi creati a seguito di un'analisi di dati mirata a comprendere le esigenze e le aspettative dei futuri utenti, confluita in una documentazione denominata Users' Requirements. A testimonianza della visione green, l'Headquarters è inoltre il primo edificio nel suo genere ad aver ottenuto la certificazione LEED Platinum (Leadership in Energy and Environmental Design) in Italia ed è tra i primi 35 edifici al mondo. Il volume propone un'analisi dettagliata del progetto, dalle fasi di costruzione alla scelta dei materiali e delle tecnologie adottate. Tutte le componenti sono analiticamente descritte dai suoi artefici e da commentatori esperti, in otto brevi saggi corredati da un ricco apparato iconografico di foto d'autore e disegni tecnici selezionati con intento, insieme divulgativo e didascalico. Testi di: Marco Biagi, Stefano Capolongo, Dario Cea, Pietro Chierici, Alberto Chiesi, Alessandro Chiesi, Emilio Faroldi, Giorgia Fochi, Francesca Pesci, Laura Piazza, Maria Pilar Vettori. Fotografie di: Marco Introini, Pietro Savorelli, Kai-Uwe Schulte-Bunert. Traduzioni di Richard Sadleir.
Villa Frascoli. Piero Portaluppi a Laveno. Ediz. italiana e inglese
Roberto Dulio
Libro: Copertina rigida
editore: Electa
anno edizione: 2021
pagine: 112
Posta al limitare superiore di Laveno Mombello, la villa Frascoli viene costruita a sul finire degli anni Dieci. L'edificio, con interventi di Piero Portaluppi, è compatto ma volumetricamente articolato ed esprime un composto e trattenuto rigore che intreccia etimi storicisti e lievi increspature floreali. Il committente della villa è Giuseppe Frascoli, figlio di Enrico Frascoli, appartenente a facoltosa famiglia locale, volontario garibaldino, consigliere comunale dal 1895 e poi sindaco di Laveno dal 1913 al 1914. Posto al limitare superiore del paese, l'edificio è costituito da un corpo compatto ma volumetricamente articolato da logge e terrazze. Un composto e trattenuto rigore espressivo intreccia etimi storicisti e lievi increspature floreali. Probabilmente negli anni Trenta la villa viene dotata di un padiglione di ingresso tipicamente novecentista. Nella stessa occasione viene modificata una veranda e costruito uno scenografico giardino "cubista" a ridosso di una rampa che mette in comunicazione la stessa veranda con l'ampio parco nel quale sorge l'edificio. Quest'ultimo intervento è ascrivibile a Piero Portaluppi, dal momento che coincide fedelmente con analoghi partiti geometrici già utilizzati dall'architetto, tra gli altri, nelle provocatorie visioni per Allabanuel (1920). Del resto proprio questo episodio architettonico si affaccia sulla villa abitata da Portaluppi durante i suoi soggiorni sul lago. Verosimilmente tra i frequentatori dei Frascoli, l'architetto milanese realizzerà per la stessa famiglia l'arredo di un appartamento a Milano (1935) e la villa Frascoli Fumagalli (1935), costruita a poca distanza dall'altra, probabilmente negli stessi anni dell'intervento sul giardino della stessa. L'intera vicenda si intreccia con quella degli altri interventi di Piero Portaluppi in loco: la fabbrica della Società Ceramica Italiana di Laveno e l'abitazione del suo direttore (1924-26), che insieme alle ville Frascoli costituiscono sicuramente una delle testimonianze più storicamente rilevanti dell'architettura novecentesca sulle sponde del lago Maggiore.