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Libri di Antonello Calore

Schiavi. Presente e passato

Schiavi. Presente e passato

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2021

pagine: 352

«Nuova schiavitù», «schiavitù moderna», «para-schiavismo» espressioni usate per indicare la «sottomissione dispotica» dell'uomo all'uomo, fenomeno antico, che si voleva abrogato con interventi legislativi tra l'Ottocento e il Novecento e che invece osserviamo ancora, interessando più di 40 milioni di persone di tutti i Paesi del mondo, anche i più sviluppati. Tant'è che l'ONU nel 2015 ha inserito nell'Agenda 2030, tra gli obiettivi sostenibili, anche il superamento della «schiavitù». Un fenomeno in continua crescita, anche per l'impatto del Covid-19, in particolare su coloro che vivono già in stato di marginalità. Il quesito cui proviamo a rispondere è se condizioni di donne e minori sfruttati a scopi sessuali e pornografici oppure badanti 'recluse' oppure bambini-lavoratori oppure braccianti sottoposti a «caporalato», siano in modo corretto, logico ed utile definibili con il termine 'schiavitù', che richiama situazioni di tempi lontani. Per rispondere, abbiamo provato a individuare la 'sintassi', i tratti caratteristici e le cause di queste «nuove forme di servitù», soffermandoci anche su un episodio italiano nella Franciacorta. Abbiamo seguito tre direttrici di ricerca: la relazione passato-presente, per avere contezza di continuità e discontinuità; il mondo del lavoro, perché il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro può trasformarsi in sfruttamento 'estremo'; la nuda sottomissione della persona, che così diventa quasi oggetto dell'altra per mezzo di una serie di atti di violenza fisica e/o psichica implicante il 'corpo' dell'asservito. Emerge una realtà complessa, che supera l'aspetto nominalistico, tracciando ipotesi di soluzioni che interessano molteplici livelli, da quello economico e sociale a quello giuridico e politico, assolutamente intrecciati tra di loro.
33,00

I confini mobili della cittadinanza

I confini mobili della cittadinanza

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2019

pagine: 256

La "cittadinanza" è istituzione di lunga durata, che affonda le sue radici in concetti del passato quale politeia della Grecia antica o civitas della cultura giuridica romana. Privata dei molteplici aggettivi (giuridica, politica, sociologica, nazionale, plurale, digitale, effettiva, proattiva, etc.), con la quale è stata qualificata nel corso degli studi, descrive nella sostanza i legami che un individuo ha con una determinata comunità. Tale relazione si invera in una dimensione spaziale (la civitas, lo Stato) ed è influenzata da elementi economici, politici, normativi, sociali e culturali, che ne restituiscono un'immagine plurale: "cittadinanze". L'attuale cittadinanza, ancora fortemente condizionata dalle finalità dello Stato-nazione, si riduce a gestire le modalità per l'acquisizione dello status di cittadino, riconosciuto tale dall'ordinamento giuridico. Alla luce, però, delle grandi trasformazioni ("globalizzazione", primato della "persona" sul "cittadino", interferenza delle istituzioni sovranazionali su quelle locali), che nell'ultimo mezzo secolo hanno inciso significativamente sulla natura dello Stato-nazione, la cittadinanza ha subìto cambiamenti così profondi da farci chiedere se sia in grado di contribuire a risolvere il conflitto cittadini-stranieri in un'ottica inclusiva e non divisiva. Se cioè, sotto il peso destabilizzante delle attuali migrazioni, riesca a gestire la piena acquisizione dei diritti della persona nel rapporto libertà-uguaglianza e non, invece e suo malgrado, a fomentare l'inutile e pericoloso antagonismo fra il cittadino e lo straniero. È con tale dualismo che gli autori del volume hanno provato a cimentarsi.
23,00

«Cittadinanze» nell'antica Roma. Volume Vol. 1

«Cittadinanze» nell'antica Roma. Volume Vol. 1

Antonello Calore

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2018

pagine: X-99

"Riflettere sulla cittadinanza significa «richiamare il rapporto giuridico fondamentale che lega l’individuo all’ordine; sia l’ordine politico sia l’ordine sociale, in un equilibrio tra politico e sociale variabile secondo le culture giuridiche e i tempi storici». Questa affermazione di Azzariti, in apertura al suo saggio 'La cittadinanza', contiene aspetti decisivi attinenti a tale figura: il legame tra l’individuo e la comunità; il nesso tra l’individuo e l’ordine costituito; la relazione tra il cittadino e lo straniero; la dimensione storica dei rapporti. A ben riflettere, indagare sulla cittadinanza significa, in ultima analisi, porsi il problema della convivenza civile; come scrive Enzo Bianchi: «è comunque indubbio che [...] dobbiamo ripensare alle categorie della cittadinanza, della stranierità, dell’ospitalità, non come mero esercizio dialettico o come astratti sistemi giuridici, ma come riflessione sul senso della nostra convivenza civile , sull’orizzonte che vogliamo dischiudere alla nostra società, sulla qualità della nostra vita e di quella delle generazioni a venire». L’indagine storica consente di contestualizzare la figura della cittadinanza nelle diverse epoche e a seconda delle forme istituzionali (poi statali) che si sono succedute nel corso del tempo, rifuggendo da tendenze dogmatiche e formalistiche. «Insomma, ogni forma di stato, ogni ordinamento giuridico concreto, definisce una sua specifica forma di cittadinanza»." (dall'introduzione)
10,00

Appunti sul bellum iustum

Appunti sul bellum iustum

Antonello Calore

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2014

pagine: 120

12,00

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