Libri di Boris Groys
Filosofia della cura
Boris Groys
Libro: Libro rilegato
editore: Timeo (Palermo)
anno edizione: 2023
pagine: 132
Il tema della cura – di sé, degli altri, delle cose, dell'arte – ha una lunga tradizione filosofica, di cui questo libro ripercorre le tracce. Da Platone ad Alexander Bogdanov, attraverso Hegel, Heidegger, Bataille e fino a Groys stesso, "Filosofia della cura" affronta una questione centrale del presente: chi dovrebbe essere il soggetto della cura? Dovrei fare da me o fidarmi degli altri, del sistema, delle istituzioni? In questo pamphlet il concetto di cura di sé diventa un principio rivoluzionario che ci costringe a fare i conti col meccanismo di controllo dominante.
Post scriptum comunista
Boris Groys
Libro: Libro in brossura
editore: Meltemi
anno edizione: 2021
pagine: 206
Tentare una definizione filosofica di comunismo, o almeno aggiornarla. Basterebbe questo a decretare l'importanza del libro di Boris Groys, che a tal fine esamina il linguaggio dello stalinismo e i suoi legami con il sistema sovietico dal 1917 fino alla sua autodissoluzione dialettica nel 1989, per poi chiedersi: è possibile che il comunismo riemerga nel XXI secolo? Supporre che il comunismo sovietico sia archiviabile come un'esperienza ormai conclusa significa, secondo Groys, accondiscendere alle peggiori inclinazioni della filosofia della storia, in cui ricadono molte diagnosi epocali della comunicazione contemporanea. Perché, se con comunismo si intende una sorta di "svolta linguistica" nella prassi sociale, il sogno di produrre rapporti sociali sulla base egualitaria del linguaggio non può che riproporsi nella storia dell'uomo.
In the Flow
Boris Groys
Libro: Libro in brossura
editore: Postmedia Books
anno edizione: 2018
pagine: 172
In questo importante ultimo libro, Groys mappa i paradossi che risultano da un'arte che non produrrebbe oggetti, ma pratiche (dall'arte della performance all'estetica relazionale) che non sono destinate a sopravvivere, ed esplora l'arte nell'era di un medium etereo qual'è Internet. Groys sostiene che se le tecniche di riproduzione meccanica ci hanno dato oggetti senza aura, la produzione digitale genera aura senza oggetti, trasformando tutti i suoi materiali in marcatori temporanei di un presente transitorio. "In the Flow traccia il complesso dialogo, attraverso un secolo e più, tra arte e filosofia, la politica e i mass media, il lifestyle, i musei, e, infine, Internet." (Terry Smith)
Politica dell'immortalità. Arte e desiderio nel tardo capitalismo
Boris Groys
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2016
pagine: 188
Scaturita da un serrato dialogo con Thomas Knoefel, "Politica dell'immortalità" costituisce l'opera d'arte più autorevole di Boris Groys nella quale si delinea con una grande acutezza la maniera in cui evolvono gli intellettuali e gli artisti nel mondo contemporaneo in cui noi viviamo. Entrare in competizione con i morti, sui terreni dell'arte e del pensiero, è precisamente ciò che chiede loro di fare la dimensione divina del capitalismo, ossia di un capitalismo che come religione sui generis coglie le trasformazioni strutturali ed epocali in atto e meglio di ogni economia politica ufficiale sviluppa una nuova forma di immortalità che implica una riflessione più serrata sulla realtà in cui viviamo e sugli effetti lasciati in eredità alle prossime generazioni.
Going public
Boris Groys
Libro: Copertina morbida
editore: Postmedia Books
anno edizione: 2013
pagine: 112
Se tutto al mondo può essere considerato fonte di esperienza estetica, suggerisce Boris Groys, allora l'arte non ha più una posizione privilegiata. Piuttosto, l'arte si frappone tra il soggetto e il mondo, e qualsiasi discorso estetico utilizzato per legittimare l'arte deve anche necessariamente ridimensionarla. Boris Groys ridiscute le chiavi interpretative dell'arte approfondendo alcuni temi già trattati in "Art Power" e raccogliendo in "Going Public" alcuni saggi pubblicati su E-flux Journal nei quali cerca di districare le tensioni tipo artista-spettatore e creatore-spettatore, presentando le pratiche artistiche come argomento pubblico, rivolte alla società e non esclusivamente ad un mondo dell'arte vittima di troppa auto-referenzialità.
Introduzione all'antifilosofia
Boris Groys
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2013
pagine: 212
La filosofia tradizionale, dichiara Boris Groys in questo intenso nuovo lavoro, promette di soddisfare il desiderio di conoscenza. Ma qual è la struttura che connette conoscenza e filosofia entrambe e insieme? Che cosa motiva davvero un progetto filosofico? L'antifilosofia nelle sue varie forme è diretta non contro questa o quella particolare filosofia, ma contro il progetto filosofico in quanto tale. Tale progetto è ora interpretato come sintomo di frustrazione, perdita di vera vitalità e come prodotto di una società ingiusta. Alla domanda perché l'uomo di questo tempo desideri ancora la filosofia non si può più a lungo rispondere con la teoria, ma piuttosto con un appello scaturito dalla vita concreta e con un comando rivolto a se stessi: vivi pericolosamente! Cambia il mondo! Pensa rizomaticamente! E allora, così, tu potrai conoscere. In questo libro Groys trova risposte inaspettate, e in particolare nel Novecento, in Bachtin, Benjamin, Derrida, Heidegger, Junger, Kierkegaard, Kojève, Nietzsche, McLuhan qui convocati per introdurre il lettore all'antifilosofia.
Art power
Boris Groys
Libro: Copertina morbida
editore: Postmedia Books
anno edizione: 2012
pagine: 208
La gamma di argomenti affrontati in "Art Power" è impressionante. In saggi e conferenze degli ultimi dieci anni Groys affronta il passaggio del potere dal critico al curatore, la sostituzione dell'opera d'arte con la sua documentazione, il modo in cui i media non confermano la visione di Walter Benjamin di un mondo-specchio di copie ideali ma hanno sepolto il simulacro postmoderno con una profusione di originali. Si tratta di temi già trattati altrove, ma raramente si arriva alle penetranti conclusioni alle quali giunge Groys.
Il sospetto. Per una fenomenologia dei media
Boris Groys
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2010
pagine: 400
L'uomo d'oggi non ha alcun anelito d'infinità - o per lo meno ne ha molto poco. Per lo più si accontenta del finito. Tutte le sue esigenze intellettuali sono soddisfatte dalla cultura di massa che fluisce, che è immediatamente comunicabile e che si diffonde al di là degli archivi. Rispetto a questo flusso mediale, però, l'osservatore nutre un sospetto: che ci sia sempre qualcosa dietro ciò che vede. A partire da questo sospetto, nell'osservatore nasce il desiderio di venire a sapere che cosa si nasconde "in verità" dietro la superficie mediatica costituita dai segni - un desiderio mediologico, ontologico, metafisico.
Post scriptum comunista
Boris Groys
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2008
pagine: 95
L'inflessibilità di un comunista consiste nell'oscillare allo stesso ritmo della linea del partito recitava un detto russo dell'epoca di Stalin. Di una tale forma di relativizzazione si è avvalso il leader politico, Stalin in primis, per governare attraverso il linguaggio. Trova così spiegazione uno dei lasciti più controversi, e meno comprensibili per la sensibilità contemporanea, del comunismo sovietico: gli scritti di Stalin sulla linguistica. E - a parte l'ovvia sorpresa di scoprire un "dittatore totalitario" impegnato in discussioni teoriche sul linguaggio - trova anche spiegazione un'alleanza che possiamo dare per tramontata: quella tra politica e cultura. Tentare una definizione filosofica di comunismo, o almeno aggiornarla: Groys a tal fine esamina il linguaggio dello stalinismo e i suoi legami con il sistema sovietico dal 1917 fino alla sua autodissoluzione dialettica nel 1989; e, infine, si chiede: è possibile che il comunismo riemerga nel XXI secolo? Supporre che il comunismo sovietico sia archiviabile come un'esperienza ormai conclusa significa, secondo Groys, accondiscendere alle peggiori inclinazioni della filosofia della storia (in cui ricadono molte diagnosi epocali della comunicazione contemporanea). Perché se con comunismo si intende una sorta di "svolta linguistica" nella prassi sociale, il sogno di produrre rapporti sociali sulla base egualitaria del linguaggio non può non riproporsi nella storia dell'uomo.