Libri di F. Mazzocchi
Il perché di un matrimonio
Marie Belloc Lowndes
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2021
pagine: 80
Nota oggi soprattutto per il romanzo "The Lodger" (1913), da cui Alfred Hitchcock trasse il suo primo film ("Il pensionante", 1927), Marie Belloc Lowndes (Londra, 1868-1947) è l'autrice di numerosi romanzi e racconti che ebbero grande successo alla sua epoca e vennero apprezzati anche da lettori dal palato difficile come Henry James e Graham Greene. Se una parte notevole della sua produzione è legata al racconto "giallo" (basti pensare che proprio dal suo detective francese Hercules Popeau derivò il nome del più famoso dei personaggi della grande Agatha Christie, Hercule Poirot), Marie Belloc Lowndes dimostra però anche nelle altre sue opere di essere narratrice di razza, come in questo "Il perché di un matrimonio" (1922), un delizioso racconto in cui viene tratteggiato assai bene il carattere, quasi opposto, dei due protagonisti: l'intraprendente e generosa vedova Mrs. Nan Archdale e l'abitudinario e compiaciuto John Coxeter, che per ben due volte già le si è dichiarato, ottenendo altrettanti rifiuti. Ora il caso li ha ricondotti sullo stesso treno, e poi sulla stessa nave che attraversa la Manica; un caso che sta per tramutarsi nel destino di entrambi, con la nave in balia della tempesta, con le diverse reazioni dei passeggeri a un imprevedibile naufragio, e con quel non meno imprevedibile idillio che sta per sbocciare fra loro...
La grande trasformazione. Il teatro italiano fra il 1914 e il 1924
Libro
editore: Accademia University Press
anno edizione: 2020
pagine: 208
Il convegno La grande trasformazione. Il teatro italiano fra il 1914 e il 1924, di cui qui pubblichiamo gli atti, ha inteso indagare l'evoluzione della scena italiana durante gli anni del primo conflitto mondiale a cento anni dalla sua conclusione. L'attenzione si è concentrata non solo sul periodo che ha preceduto l'avvio delle ostilità, ma anche, e per certi versi soprattutto, sulle eredità degli anni successivi. Di qui la periodizzazione indicata nel titolo, che può forse apparire sorprendente a un primo sguardo. Eppure è in questo decennio, segnato fra l'altro da violente e profonde trasformazioni politico sociali - dalla Grande Guerra appunto, agli echi della Rivoluzione d'Ottobre, all'avvento del Fascismo - che il teatro comincia, da un lato, a mostrare le crepe che si stanno aprendo dal punto di vista della sua eredità ottocentesca e dall'altro lato a evidenziare alcuni primi elementi di discontinuità.Il convegno ha approfondito questi temi sia osservandoli analiticamente sia intrecciandoli fra loro, entrando nel vivo di un tempo teatrale di estremo interesse, di cui non erano stati forse ancora esplorati a fondo i gangli principali.
Il laboratorio di Lucio Ridenti. Cultura teatrale e mondo dell'arte in Italia attraverso «Il Dramma» (1925-1973). Atti del Convegno
Libro
editore: Accademia University Press
anno edizione: 2020
pagine: 288
Bollato spesso dalla nuova critica teatrale come passatista e nostalgico, «Il Dramma» (periodico fondato nel 1925 da Pitigrilli insieme a Lucio Ridenti, che ne fu il vero animatore e il direttore fino al 1973) e il suo archivio, prodotto in decenni di lavoro redazionale "sul campo", costituiscono oggi una vera e propria riscoperta storica, offrendosi come uno strumento imprescindibile per chiunque voglia penetrare la cultura teatrale del nostro Paese. Esso risente fortemente della poliedrica personalità di Ridenti, già attore, fotografo, consigliere d'eleganza (e dandy egli stesso), giornalista, editorialista, intenditore d'arte. Il convegno di studi "Il laboratorio di Lucio Ridenti. Cultura teatrale e mondo dell'arte in Italia attraverso «Il Dramma» (1925-1973)", di cui vengono pubblicati in questo volume gli Atti, rappresenta la prima iniziativa di esplorazione sistematica e organica del Fondo Lucio Ridenti, avvalendosi di competenze e sguardi incrociati, nel solco di quel laboratorio di sapere, mestiere e passione che è stato appunto «Il Dramma».
La ragazza boema. Quattro racconti
Willa Cather
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2017
pagine: 156
Con il titolo di uno di essi, "La ragazza boema", questo volume riunisce quattro racconti che ci offrono la dimensione più autentica della scrittura di Willa Cather, da sempre considerata uno dei grandi classici della letteratura americana. Come l'autrice, trasferitasi nell'infanzia dalla Virginia al Nebraska, terra di passaggio di pionieri e cercatori di fortuna, i protagonisti di queste brevi narrazioni sono divisi tra l'accettazione serena della propria realtà e il desiderio di partire lasciandosi ogni cosa alle spalle, alla ricerca di un evento o di una prospettiva che possa accendere improvvisamente le loro esistenze. In questo, "La ragazza boema" (1912) anticipa felicemente gli esiti di uno dei massimi romanzi della Cather, "La mia Antonia" (1918); e senza dubbio la sua protagonista, Clara Vavrika, rappresenta uno dei personaggi femminili più riusciti, non solo tra le opere della Cather, ma dell'intera letteratura americana di inizio Novecento. Quell'evento inaspettato, capace di aprire una diversa prospettiva di vita, può arrivare anche dall'arte o dalla musica, ed è questo il tema che accomuna altri due racconti qui riuniti, entrambi del 1905, "Il matrimonio di Fedra" e "La casetta nel giardino". In "Doppio compleanno" (1929), che conclude questa nostra raccolta, è invece la nostalgia del passato a trasformarsi in momento di riscatto per un futuro diverso. Willa Cather, con la maestria di uno stile sapiente, attentissimo al dettaglio psicologico, tratteggia in tutti questi suoi personaggi, dal temperamento libero e forte, il desiderio di essere padroni del proprio destino.
Josephine
Francis Scott Fitzgerald
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2017
pagine: 173
Josephine Perry e Basil Duke sono i protagonisti di due storie giovanili che Fitzgerald intendeva fondere in un unico romanzo. Il progetto non fu mai attuato, ma di quelle due storie rimangono gli incantevoli protagonisti di due 'vite parallele' che annunciano due tipici eroi 'fitzgeraldiani': il giovane frustrato, segnato irrimediabilmente da una distruttrice presenza femminile, e la 'donna fatale' che distrugge se stessa e gli altri. In queste due storie Fitzgerald coglie due personaggi straordinariamente simili allo stesso Fitzgerald e alla moglie Zelda nel momento della loro formazione, nel raro momento in cui tutto è ancora possibile. Queste due storie, dunque, offrono al lettore il raro piacere di assistere alla nascita dei due personaggi e di conoscere dall'interno il meccanismo creativo del grande scrittore. Jay e Daisy de "Il grande Gatsby", Dick e Nicole di "Tenera è la notte" sono stati Basil e Josephine. Cosa sarebbe nato dall'incontro tra i due giovani protagonisti resterà oggetto di congetture, quasi un ultimo affascinante mistero che Fitzgerald, scrittore come pochi altri, conosciutissimo eppure ancora tutto da scoprire, lascia in eredità ai suoi lettori.
Due storie di cani
Rudyard Kipling
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2015
pagine: 76
Com'è noto, il mondo di Rudyard Kipling (1865-1936) è popolato di animali di tutti i generi, come testimonia anche il ricco campionario della sua più celebre opera, "Il libro della giungla". Un posto particolare però è riservato all'animale che più di ogni altro condivide la vita degli uomini: il cane. In questa stessa collana abbiamo già pubblicato una serie di racconti in lingua 'canina', dal titolo "Parola di cane"; è ora la volta di altri due racconti, "Un cane di mare" (1934) e "'Teem': un cacciatore di tesori" (1935), che vennero aggiunti al precedente volume nella prima edizione postuma. Se la storia del primo, vero 'lupo' anzi 'cane' di mare, si distingue in particolare perché, diversamente dagli altri suoi confratelli, qui il protagonista è un vero eroe, alla pari degli eroi canini di un Jack London, e anche perché le sue imprese vengono narrate dal suo padrone, nel secondo ritroviamo invece l'esilarante semplicità dei racconti del volume precedente: il punto di vista del cane detto dal cane stesso, la dimostrazione della sua 'arte' narrata con "un sentimento fuori dai peli e dai denti".
Parola di cane
Rudyard Kipling
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2013
pagine: 109
Raccontato in prima persona da un aberdeen terrier, "Parola di cane" (1930) è uno straordinario quanto poco conosciuto racconto di Rudyard Kipling (1865-1936), il grande scrittore inglese autore di popolarissimi capolavori come "Kim", "Capitani coraggiosi", "Il libro della giungla". Diversamente però da quest'ultimo, e dagli animali umanizzati che compaiono nella serie di racconti "Storie proprio così", Kipling persegue qui per il suo protagonista canino - che peraltro conosceva bene, essendo egli stesso proprietario di un aberdeen terrier... - un vocabolario espressivo semplice e al tempo stesso pieno di irresistibile humour, un vero virtuosismo stilistico da parte dell'autore, che rende questo libro un 'unicum' fra le sue opere, e che mette a dura prova qualsiasi traduttore.
L'età vittoriana nella letteratura
Gilbert Keith Chesterton
Libro: Copertina morbida
editore: Fuorilinea
anno edizione: 2013
pagine: 224
Gilbert Keith Chesterton (GKC) in questo saggio del 1913 sottolinea che la letteratura ha infranto il compromesso vittoriano che negava, grazie anche allo scudo morale offerto dall'utilitarismo, l'esistenza di un diffuso disagio sociale nell'Inghilterra della seconda rivoluzione industriale. I grandi scrittori - Dickens, sicuramente, ma soprattutto Stevenson - reagiscono a questa rimozione collettiva: ognuno a proprio modo ma tutti pienamente consapevoli che qualcosa di fondamentale fosse andata perduta nella loro società. L'Uomo. GKC intuisce che la ricerca ottusa del benessere ha portato a un autunno spirituale, a una strana e fredda atmosfera di vacuità: "I vittoriani - scrive - credevano che il commercio estero dovesse portare la pace: e ha portato la guerra. Credevano che il commercio interno dovesse promuovere la prosperità: e ha in gran parte promosso la povertà. Ma per loro questi erano esperimenti; per noi devono essere insegnamenti. Se noi continueremo a trattare il popolo com'è nell'uso capitalista, se noi continueremo a servirci degli armamenti esteri com'è nell'uso capitalista, il nostro comportamento ricadrà pesantemente sui vivi. Il disonore non resterà ai morti".
Danza, media digitali, interattività
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2012
pagine: 136
"Danza, media digitali, interattività" individua alcune questioni nodali che sottendono gli studi di danza, la dimensione performativa e le innovazioni linguistiche del multimedia interattivo. Attraverso i contributi di studiosi italiani e stranieri, il volume propone sia alcune riflessioni di carattere teorico volte a individuare tematiche di ampio raggio (quali drammaturgia multimediale, memoria, etica della danza digitale), sia sguardi e percorsi tra danza contemporanea e new media relativi al dibattito più recente (dalla post danza alle immagini sonore).
Giuseppe Giacosa. Tristi amori. Il manoscritto originario
Libro
editore: Costa & Nolan
anno edizione: 1999
pagine: 176
Marcel-Lí Antúnes Roca e la performatività digitale
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2012
pagine: 136
Il lavoro di Antúnez Roca rappresenta un'esperienza esemplare nella pratica della contaminazione tra estetica digitale ed estetica teatrale. Questo lavoro nasce da una giornata di studi dedicata all'artista nell'ambito del progetto Officine Sintetiche all'interno del DAMS di Torino, e riunisce gli interventi di docenti e artisti sul tema della scrittura scenica multimediale e dei linguaggi digitali, alla luce della nozione di Sistematurgia proposta da Marcel-Lí. Le questioni sono affrontate sia dal punto di vista teorico, sia attraverso il riferimento ad opere ed esperimenti, con particolare attenzione alla recente messa in scena di Cotrone Officine Sintetiche Production ideata e diretta dall'artista catalano. A questo si aggiunge un ampio intervento dello stesso Marcel-Lí che ripercorre le proprie tappe teatrali, a partire dalla creazione della Fura dels Baus fino alle performance mecatroniche. L'insieme dei contributi costruisce un quadro di riferimenti fondativi per affrontare il tema della Digital Performance. Interventi di: Amaducci, Corino, Dixon, Mango, Mazali, Mazzocchi, Phillips, Pizzo, Quaranta, Antúnez Roca, Valle.