Libri di Francesco Cappa
Le fonti di una scienza dell'educazione
John Dewey
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2025
pagine: 144
La scienza dell’educazione fa convergere il meglio delle scienze umane – psicologia, sociologia, antropologia prime fra tutte – sull’oggetto della pedagogia, quell’esperienza educativa che per Dewey rappresenta il fulcro di ogni teoria e di ogni pratica di formazione e di insegnamento. Per l’educazione saranno scientifici solo quei metodi messi alla prova dei fatti. Questo breve e illuminante testo, pubblicato nel 1929, mette in chiaro quanto ogni insegnante e ogni educatore sia sempre anche un ricercatore sul campo che, grazie alle sue conoscenze e alla sua osservazione, permette a ogni scienza di rimanere attiva, legata alla vita e alla sua materia, aprendo di continuo la spirale del conoscere a inesauribili ricostruzioni dell’esperienza e dei suoi significati per la società, per l’etica e per la politica.
Metodo e qualità dell'esperienza scolastica
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 176
Molti sostengono che il XXI secolo sarà necessariamente segnato dalle questioni formative che la network society sta ponendo alle nuove generazioni, dei nativi digitali, e alle vecchie, nate dopo la metà del Novecento. La scuola, in questo scenario, intesa come modello originario di ogni tipo di azione educativa, formativa e istruttiva è al collasso. Che fare? C'è bisogno di un pensiero sulla scuola che non si limiti a considerarla come qualcosa d'imprecisabile che ha effetti benefici o nefasti: bisogna ripensare l'educazione nella sua struttura di generazione di esperienze, che abbiano un valore e una qualità alta per tutti gli attori sociali della scena educativa e formativa. Solo attraverso un pensiero interessato a entrare in contatto con la materialità del lavoro di chi la scuola la vive tutti i giorni si possono promuovere sguardi inediti e indicare vie da percorrere verso cambiamenti concreti possibili. Per questo è necessario tematizzare la questione del metodo come qualcosa che riguarda gli insegnanti, i dirigenti, i genitori e gli studenti. In rapporto a questa necessità il Laboratorio permanente Cambiare la scuola: educare e istruire del Centro Studi Riccardo Massa come suo primo gesto ha promosso e realizzato le ricerche presentate in questo testo. Le ricerche consegnano ad educatori, formatori e insegnanti possibili strumenti di lavoro.
La fede e l'amore di sé. F. Fenelon e la coscienza religiosa nell'etàcartesiana
Francesco Cappa
Libro: Libro in brossura
editore: Glossa
anno edizione: 2003
pagine: 365
Tempi di formazione. Temporalità, formazione e costruzione del soggetto
Francesco Cappa
Libro: Libro in brossura
editore: Unicopli
anno edizione: 2005
pagine: 249
Intenzionalità e progetto. Tra filosofia e pedagogia
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2007
pagine: 272
Troppo spesso l'intenzionalità indica, anziché la struttura specifica verso cui è orientata costitutivamente l'esperienza, l'intenzione soggettiva (individuale o collettiva) di educare, la finalizzazione dell'azione educativa. La nozione di progetto finisce per slittare verso esperienze volontaristiche o, peggio, ingegneristiche, accentuandone nel caso migliore il significato esistenzialistico. Tornare al fondamento che ispira la riflessione fenomenologica, dove queste nozioni hanno preso la loro forma "matura", significa radicare l'educazione in una materialità soggettiva e oggettiva che è quella dell'esperienza. Implicitamente si vuole anche osservare le variazioni che il modo di interpretare l'esperienza e la realtà impongono alle nozioni di intenzionalità e di progetto e viceversa. Il testo, nella prima parte, è volto a chiarire le esigenze teoretiche che hanno determinato l'importanza di queste due nozioni, analizzando le posizioni che vanno da Husserl a Wittgenstein, da Heidegger a Derrida fino alla filosofia della mente. Nella seconda parte si analizzano e immaginano le conseguenze che i differenti usi di queste categorie determinano nel campo dell'educazione e della formazione, incidendo sulle scelte etiche, identitarie, di cura, di riconoscimento, comunicative, estetiche, politiche.
Foucault come educatore. Spazio, tempo, corpo e cura nei dispositivi pedagogici
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2009
pagine: 256
Che cos'è un dispositivo pedagogico? Cosa significa pensare la formazione come un dispositivo? Quali conseguenze ha sulla teoria e sulle pratiche formative ripensare lo spazio, il tempo, il corpo e la cura come dimensioni fondamentali dell'esperienza? Qual è la posizione del soggetto, che forma e che si forma, rispetto a questo dispositivo? Il discorso che fa fronte a queste interrogazioni ha un debito verso il pensiero di Michel Foucault. Questa ricerca, però, non è guidata dalla domanda: che cosa ha detto veramente Foucault rispetto alla teoria della formazione? Qual è l'implicito pedagogico della sua riflessione? Piuttosto si tratta di chiedersi, a partire dal campo di forze aperto dall'esperienza formativa, che cosa Foucault ci ha aiutato a pensare e che cosa ha cambiato del nostro modo di agire.
Il credere cristiano. Una teologia fondamentale
Francesco Cappa
Libro: Libro in brossura
editore: Cittadella
anno edizione: 2010
pagine: 300
La necessità di ricalibrare il concetto di rivelazione è un dato ormai acquisito per la Teologia Fondamentale contemporanea, anche per il rinnovato vigore profuso dal Vaticano II.
Riccardo Massa: lezioni su «La peste, il teatro, l'educazione»
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2012
pagine: 208
Formazione come teatro
Francesco Cappa
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2016
pagine: 184
Ogni esperienza formativa richiede una performance, che impegna in una stessa scena insegnanti e studenti, formatori e formandi, permettendo agli uni e agli altri di valorizzare competenze tacite, di mobilitare ruoli in genere stereotipati e di sperimentare differenti interpretazioni. Dove prende il formatore gli elementi che gli permettono di interpretare in modo coerente e professionale questa performance che deve avere fini pedagogici? A quale tipo di saperi, esperienze pratiche, personali e no, fa riferimento per rendere efficaci gli esiti della sua azione? A simili domande risponde la riflessione proposta in questo volume, centrata sull'analisi delle caratteristiche teatrali implicite nei processi formativi, facendo dialogare il sapere di eminenti rappresentanti della tradizione teatrale del XX secolo, come Artaud, Grotowski e Brook, con il più recente dibattito sulle metodologie della formazione.
Verso una pedagogia degli effetti. Esperienza formativa e riflessione clinica
Francesco Cappa
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 238
È possibile pensare una pedagogia non fondata sulle intenzioni, su un quadro di valori già istituito o su fini a priori evidenti? I testi raccolti in questo volume tentano di costruire una trama di relazioni, di riflessioni, d’interpretazioni dell’esperienza formativa che consentano al lettore di affrontare questa domanda esplorando alcune ipotesi e tenendo conto di alcuni strumenti propri del discorso culturale che investe oggi la pedagogia. Se si segue questa trama apparirà evidente che quel che conta è provare a comprendere meglio quali logiche segnano le pratiche formative, minime e allo stesso tempo specifiche, che trasformano la nostra esperienza. Il volume propone un percorso che parte dalla varietà delle esperienze formative, dal valore che tali esperienze assumono nella vita diffusa, dai loro rapporti con la temporalità, con il desiderio di educare, con gli scenari che educatori, formatori e insegnanti devono affrontare quotidianamente per non rimanere alienati e offesi dai mutamenti più rilevanti dei sistemi sociali e culturali attuali. Interpretare l’esperienza formativa vuol dire descrivere le pratiche singolari che permettano di far emergere dalle maglie della propria storia di formazione un profilo di senso che non scompaia come un volto di sabbia sull’orlo del mare. È questo l’intento di una riflessione clinica sulla formazione, posizione teorica che inaugura una possibile pedagogia degli effetti.
Franz Kafka
Walter Benjamin
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2024
pagine: 256
Nati a quasi dieci anni di distanza, Franz Kafka e Walter Benjamin avrebbero potuto incontrarsi e non si incontrarono mai. Eppure, c’è qualcosa che va ben oltre la vicinanza temporale e culturale e che lega indissolubilmente i due autori: si potrebbe dire che Benjamin rappresenta per la filosofia ciò che Kafka è stato per la letteratura. Nel 1934, a dieci anni dalla morte dello scrittore praghese, Benjamin iniziò una fitta riflessione sui temi cruciali della “scrittura emozionale” kafkiana, indagandone la verità, la trasmissibilità dell’esperienza e della tradizione, il senso della Storia e delle storie, il ruolo del mito e delle ideologie interne ai miti. A questo intrecciò una meditazione sul senso dell’opera d’arte nella società di massa, sul fenomeno della perdita dell’aura e dei suoi riflessi perturbanti, sul potere salvifico del linguaggio, sul fascino irresistibile delle immagini cinematografiche e delle vetrine dei passages parigini. Accostando il testo del 1934 e gli appunti del 1938 in vista di una sua revisione dei resoconti degli scambi con Bertolt Brecht e alle lettere con Gershom Scholem, Theodor W. Adorno e Werner Kraft, la riflessione di Benjamin su Kafka riprende vita e si mostra in tutta la sua costante pervasività, rivelando un legame sotterraneo ma potentissimo tra due delle menti più acute e irrequiete del secolo scorso.