Libri di G. Matteucci
Estetica pragmatista
Richard Shusterman
Libro
editore: Aesthetica
anno edizione: 2022
pagine: 272
Libro estremamente fortunato e tradotto in numerose lingue, "Estetica pragmatista" di Richard Shusterman (uscito in prima edizione nel 1992) segna un punto di snodo importante nel dibattito sull'estetica che si è svolto negli ultimi decenni nell'area anglosassone. Attraverso una lettura non scolastica di Dewey, sviluppando il pragmatismo come orizzonte progettuale in cui i risultati conseguiti dalle tradizioni "analitiche" e "continentali" mostrano i propri limiti e insieme acquisiscono nuovo vigore, esso individua strumenti concettuali utili a comprendere fenomeni estetici e artistici della contemporaneità solitamente trascurati dalle principali filosofie dell'arte del Novecento. Questo dialogo critico tra autori di diversa latitudine teorica avviene alla luce della concreta realtà del mondo estetico, liberato dalla divisione schematica tra "arti basse" e "arti elevate". Perno della riflessione di Shusterman è infatti la rivalutazione dell'esperienza estetica nel suo complesso, con il suo investire la dimensione del piacere sensoriale e del corpo. Diventano così argomento originale di analisi forme artistiche popolari come l'hip hop e il rap, che condividono l'esigenza di una nuova elaborazione dell'arte di vivere che non sia, però, cedimento edonistico ai principi dogmatici del post-modernismo. Da qui la proposta di Shusterman di far convergere teorie e pratiche dell'esteticità nell'alveo della somaestetica, disciplina che dovrebbe riprendere la concezione ampia dell'estetica che ha mosso lo stesso fondatore di questo sapere filosofico moderno, Baumgarten, e al tempo stesso elevare la dimensione corporea a campo privilegiato di indagine filosofica. La presente edizione italiana, corredata da una prefazione appositamente scritta dall'autore e da una puntuale presentazione del curatore, riprende la versione più agile del volume che Shusterman ha approntato per molte edizioni straniere, rendendo il libro ancor più accattivante anche per il largo pubblico interessato alle forme contemporanee dell'esteticità.
Estetiche della percezione
Libro: Libro in brossura
editore: Firenze University Press
anno edizione: 2007
pagine: 204
Argomento del libro è il nesso organico che congiunge i due versanti tematici che definiscono l'ambito dell'Estetica: la teoria della percezione e la riflessione sulle arti. L'apparente ridondanza contenuta nel titolo intende sottolineare come l'intreccio tra percezione e opera d'arte sia strutturale e organico, richiamando così l'urgenza teorica di questa problematica per una effettiva comprensione delle dinamiche di senso dell'arte come "forma simbolica" in cui si incarna in maniera esemplare il rapporto tra mente e mondo. Il volume si articola in tre parti. La prima presenta nuclei di riflessione sorti da prospettive contemporanee "fuori dal coro". La seconda si confronta con diversi quadri di teoria della percezione. Nella terza parte, infine, si indagano alcuni casi in cui artisti contemporanei hanno affrontato il nesso tra pratica espressiva e articolazione della percezione.
Studi sul «De antiquissima italorum sapientia» di Vico
Libro
editore: Quodlibet
anno edizione: 2002
pagine: 222
Gadamer: bilanci e prospettive. Atti del Convegno svolto in collaborazione con l'Istituto italiano per gli studi filosofici (Bologna , 13-15 marzo 2003)
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2003
pagine: 286
Hans-Georg Gadamer (1900-2004) ha influito in modo non marginale sulla cultura della seconda metà del Novecento. Sul pensiero di questo filosofo, in occasione del primo anniversario della sua morte, si sono svolte a Bologna le giornate di studio intitolate "Gadamer: bilanci e prospettive", di cui si raccolgono qui gli esiti. Anziché celebrare Gadamer come padre della filosofia ermeneutica del Novecento, i saggi raccolti intendono contribuire alla comprensione di un itinerario speculativo non lineare cresciuto nel confronto attivo con istanze filosofiche classiche e contemporanee, autorevole rappresentante di quel 'linguistic turn' che è cifra di buona parte del pensiero novecentesco.
Tre studi sulla «forma formans». Tecnica, spazio, linguaggio
Ernst Cassirer
Libro
editore: CLUEB
anno edizione: 2004
pagine: 116
Estetica e poetica
Wilhelm Dilthey
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2005
pagine: 336
Il volume raccoglie gli scritti principali e più noti di Dilthey (dalla Poetik del 1887 ai relativi frammenti postumi, dal saggio sulle epoche dell'estetica moderna del 1892 al tardo scritto sulla comprensione musicale...) e aggiunge due saggi giovanili in cui Dilthey esamina la vita della fantasia in rapporto ai suoi grandi referenti letterari (come Goethe e Hölderlin), e un gruppo di frammenti che risalgono all'ultimo anno di vita del filosofo, in modo da documentare meglio il peso da attribuire all'insieme di carte inedite di cui si avvalgono oggi gli studiosi per precisare il profilo teoretico di Dilthey.
L'altra faccia dell'anima. Ritratti di Giovanni Fattori
Libro: Copertina morbida
editore: Sillabe
anno edizione: 2008
pagine: 224
Arte come esperienza
John Dewey
Libro: Copertina morbida
editore: Aesthetica
anno edizione: 2020
pagine: 362
"Arte come esperienza" costituisce uno dei maggiori contributi della cultura angloamericana all'estetica del Novecento. In quest'opera Dewey non si limita a elaborare una filosofia dell'arte come disciplina specialistica. Emerge qui un nuovo paradigma per l'esperienza in generale, individuato nell'estetico quale ordine di perfezionamento e compimento delle istanze sensoriali ed emotive dell'uomo. Ne deriva una concezione attenta a cogliere e vagliare criticamente le fitte relazioni dell'arte e dell'estetico sia con le dinamiche esperienziali sia con le realtà sociali che le alimentano. Dewey mette così a fuoco motivi di crisi della cultura contemporanea, delineando l'impalcatura di un'antropologia nutrita anche dai frutti delle rivoluzioni artistiche primonovecentesche. Questi caratteri hanno reso "Arte come esperienza" un classico per le riflessioni sull'esperienza estetica, illuminante per importanti artisti, da Josef Albers a Mark Rothko, e oggi ancora al centro dell'attenzione in vari ambiti cruciali del dibattito filosofico.
Discipline filosofiche. Volume Vol. 2
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2008
pagine: 200
Il fatto estetico. Tra emozione e cognizione
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2009
pagine: 196
Riportare oggi al centro dell'attenzione il "fatto estetico" ha anzitutto il senso di lasciarsi alle spalle un'astratta separazione tra lo spazio mondano dei fatti e quello del senso come espressione di atteggiamenti nei confronti del mondo, dove sono appunto in gioco valori, credenze, giudizi, emozioni. Del resto è proprio l'estetico, il fatto estetico, a testimoniare in maniera eloquente il concretum dell'esperienza umana, e delle attitudini e disposizioni che implica, di contro alle vertigini della pura speculazione o al gioco narcisistico delle interpretazioni e delle decostruzioni. Proprio nella direzione di un recupero della dimensione antropologica dell'estetico dimensione già esplicita nell'etimo del termine, che rinvia all'.aisthesis ossia all'agire percettivo come medium e condizione del nostro rapporto con il mondo - questo volume presenta la rielaborazione di una serie di contributi che estetologi, filosofi della cognizione, psicologi e antropologi hanno presentato al convegno franco-italiano "Il fatto estetico: tra emozione e cognizione", svoltosi a Firenze nel maggio 2007. Questo volume raccoglie i risultati di tale convegno con l'ambizioso obiettivo di disegnare, con pluralità di approcci, il quadro teorico del rapporto tra la dimensione emotiva e la dimensione cognitiva del fatto estetico, integrando il punto di vista filosofico con quello psico-cognitivo e antropologico, con un occhio attento all'orizzonte delle pratiche artistiche contemporanee.
Teoria estetica
Theodor W. Adorno
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2009
pagine: 507
L'ultimo libro, postumo, di Adorno è senz'altro l'opera più concettualmente aspra del filosofo francofortese. L'asprezza deriva dal compito che l'autore si è visto assegnare dal proprio oggetto: pensare l'opera d'arte dall'interno spingendola al concetto pur sapendo che essa è qualcosa di altro dal concetto. Pensarla senza cedere alle facili sirene dell'empatia e del vissuto; non in un'astratta essenza, bensì nella complessa fenomenicità delle sue manifestazioni storiche. Pensare l'opera d'arte, dunque, nella sua appartenenza al mondo delle merci, ma fino in fondo, ossia come una mercé assoluta che nega se stessa, non facile asilo di una interiorità e di una soggettività in via di sparizione, bensì "cosa" che si rifiuta alla reificazione. Pensare il negativo che si mostra come il vero e proprio interno dell'opera d'arte contemporanea, senza consegnarlo ad un'ontologia edificante, ma cogliendovi piuttosto l'attestazione oggettiva che il circolo dell'effettualità non è perfetto e chiuso in se stesso.
L'arte e i suoi oggetti
Richard Wollheim
Libro: Libro in brossura
editore: Marinotti
anno edizione: 2013
pagine: 148
"L'arte e i suoi oggetti" di Wollheim è uno dei grandi classici dell'estetica americana contemporanea, e si pone accanto a opere di autori come Goodman e Danto (di cui si veda "Oltre il Brillo Box", pubblicato dalla Marinotti Edizioni a fine 2010) quale punto di riferimento obbligato per il dibattito filosofico sull'arte. In esso vengono esaminati e discussi i maggiori problemi dell'estetica: dalla definizione dell'arte allo statuto dell'esperienza estetica, dalle peculiarità della percezione dell'opera d'arte alla sua dimensione sociale e culturale. Wollheim sviluppa una teoria che concepisce l'arte come "forma di vita". Questa teoria trae origine dall'approfondimento delle pratiche percettive che intervengono nella fruizione concreta dell'opera d'arte. Questo perché la riflessione dell'autore, di tipo marcatamente descrittivo, si basa su un'intensa immersione nell'oggetto studiato. Atteggiamento che trova riscontro in un approccio alle opere pittoriche che esige una contemplazione prolungata per assistere alla progressiva emersione del senso dell'immagine. Come racconta lo stesso Wollheim, "giunsi a riconoscere che spesso ci voleva più o meno un'ora per far placare in me associazioni divaganti o percezioni falsamente motivate, e che solo in seguito, impiegando almeno la stessa quantità di tempo nell'osservazione, ci si poteva aspettare che il quadro schiudesse se stesso per quel che era".