Libri di Gilberto Lonardi
Uccidere Edipo
Simone Gianesini
Libro: Libro in brossura
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2023
pagine: 120
"Uccidere Edipo" è uno strano pamphlet in forma narrativa sul pretesto di una variante al mito di Edipo. La scelta di retrocedere al mito comporta due vantaggi: l’esercizio di uno sguardo radicale e provocatore su temi come l’avidità umana, la razzia delle risorse del pianeta a danno del bene comune, le calamità naturali, il potere. Fra ricerca provocatoria dell’anacronismo e combinazione di altri miti e richiami, il racconto, scritto in forma pamphlet, giunge a un finale sospeso: sarà il lettore stesso a decifrare la scelta, non espressa, a cui la Pizia obbligherà Creonte – e a farsi suo complice o meno. Prefazione di Gilberto Lonardi. Postfazione di Alessandro Settimo.
La musa prigioniera. Prima e dopo
Gilberto Lonardi
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Zerotre
anno edizione: 2022
pagine: 120
Sommo conoscitore delle tecniche e dei misteri della poesia e dei poeti, da Manzoni a Leopardi, da Montale a Sereni, Lonardi esordisce con La musa prigioniera come autore di versi a un’età che lo qualifica come “Highlander giovane da più tempo”. Si tratta di una settantina di poesie di straordinaria, raffinata fattura in buona parte dedicate al mondo dello sport, passione antica e mai rinnegata da un autore che ha in curriculum anche la voce “Sport e Linguaggio” del prestigioso Dizionario critico della letteratura italiana curato da Vittore Branca per la Utet. Parte dei versi fanno parte di una minuscola plaquette (45 copie in tutto) pubblicata fuori commercio nel settembre 2021, e destinata agli amici, per iniziativa di Gianni Cancellieri, che ne ha curato la grafica e la stampa, asceticamente artigianali. Ma la “minimusa”, come la chiama lui, ha continuato a ispirare Gilberto Lonardi anche nei mesi successivi al punto da suggerire al Panathlon (orgoglioso di questa scelta fuori copione) di raccogliere i due momenti creativi in un libro da inserire nella collana di letteratura sportiva che ha già licenziato i saggi critici su Gianni Mura.
Effetto Dante. Sulla «Commedia» dei moderni
Gilberto Lonardi
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2022
pagine: 376
Il paradosso della infinita seduzione, tra i moderni, e a più livelli, da Leopardi a Puccini, da Montale a Primo Levi, da Heaney a Wright, al gioco parodico-popolare o a uno striscione da stadio, del poema di Dante. Cioè, paradossalmente, del più ‘inattuale’ dei nostri scrittori.
Il mappamondo di Giacomo. Leopardi, l'antico oltre l'antico, un filosofo indiano, il sublime del qualunque
Gilberto Lonardi
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 276
Il cerchio piace all’autore di questo libro, costruito concertando, accordando strumenti. Pedale continuo, il dialogismo leopardiano. Tra orizzonte dell’Origine, pensiero in atto, poesia, mentre da capo a fondo vi si affaccia e riaffaccia il grande lirico interrogante del "Canto notturno di un pastore errante dell’Asia". Non vi si rifiuta, in compagnia di Giacomo, la sfida. Da qui l’aprirsi, sulla sua scia, per esempio, sì a Rousseau, ma più al suo opposto, a Voltaire. E riserva sorprese l’attenzione di Leopardi non solo alla religione-filosofia della Persia, ma, insieme, all’India antichissima: al Buddha. La mira è al disegno complessivo di un poeta e intellettuale intrigato dal canto di Omero o di Mimnermo o di Anacreonte, o da Qohélet o da Virgilio, o da Dante o dal Monti dell’"Iliade", o dal pensare in grande di un Pascal, o dalla prima modernità dei narratori dell’io; ma anche dal canto di un muratore. Da ascoltare come un’epifania dell’Inizio. O da quello di una filatrice di paese. O da quanto insegna la moltitudine senza nome. Dunque un personaggio che frequenta le cime, ma pure conosce la seduzione del ‘margine’. E disponibile, allora, anche alla scommessa del «gettarsi via». Non in cerca, vedi "L’infinito", di un cielo mistico-spiritualistico, ma della medicina, chiesta al tragico di esperienze come quella del naufragio, della dolcezza di un pur passeggero, ‘terrestre’ fremito per esserne uscito salvo. E un poeta e pensatore molto preso dal gran problema del male, fino all’abbozzo di un inno all’eterno trionfo del dio-diavolo persiano, Arimane. Un pensante-immaginante anche quando trascende un altro frammento, sul «Tutto è male» – da affidare nel 1826 a un antico «filosofo indiano» – nell’«a me la vita è male» di un pastore asiatico: figura ‘in canto’ del qualunque, e, insieme, del sublime. Come poi due creature dell’ultimo Leopardi: una foglia di faggio, foglia qualunque, ‘da nulla’, ma portatrice di un alto messaggio, in Imitazione, e il fiore gentile della "Ginestra".
L'Achille dei «Canti». Leopardi, «L'infinito», il poema del ritorno a casa
Gilberto Lonardi
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2017
pagine: 238
Un famoso titolo leopardiano, Idilli, come leggerlo, evitando, a proposito dell’Infinito, mistificazioni tuttora pronte a riproporsi? E in che senso la Saffo di una canzone di Leopardi è un’allieva di Achille? E a proposito delle Ricordanze: proviamoci a rileggere questo «poema lirico» del ritorno a casa non dimenticando la memoria leopardiana appunto del ritorno: un gran tema, secondo Giacomo, anzitutto della lirica delle origini, e dopo, subito dopo, dell’epos. E, mettiamo, Stesicoro, un antenato quasi muto per noi, perché c’entra parecchio con le suddette Ricordanze? O più in generale: come immagina, sente, pensa, canta il poeta dei Canti? Sono molte le domande cui si dà una risposta nuova e coraggiosa, in questo libro. Pescando sempre in profondo; incontrando di continuo i Greci, l’Inizio. E, d’altra parte, non pochi sono i personaggi della prima modernità narrativa che nel libro si danno convegno: da Rousseau a Werther, a Chateaubriand. Ma è ad Achille che Leopardi guarda di continuo. E noi siamo invitati a farlo con lui. Diceva Hölderlin che Achille è l’enfant gâté della Natura. Giacomo, l’escluso, invece, come la sua Saffo, dalla Natura, non può appassionarsi a quella figura che conosce egualmente l’affetto, l’amore e la ferocia, se non dall’infinita distanza del desdichado. Eppure non cessa di rispecchiarsi in «quella singolarità», che, come Napoleone coi francesi, «c’innamora». In quella morte giovane e, splendido nodo, nella consapevolezza che l’accompagna: da, ha detto Goethe, «uomo compiuto». Tra gli eroi di Omero, per esempio, un ascolto significativo spetta, nei Canti, pure a Odisseo-Ulisse. Però, per tracce inequivocabili, dall’Infinito all’Ultimo canto di Saffo, da A Silvia alle Ricordanze, ad A se stesso e oltre, Leopardi torna e ritorna soprattutto ad Achille. E a coloro che si commuovono per lui, o, in un’avvolgente coralità epica, dialogano con lui: Teti, la madre divina, o Patroclo, Ettore, Fenice, o i suoi cavalli. Segue il controcanto (privilegiati gli anni 1750-1840 circa) di sedici immagini, per la maggior parte legate al tema-Achille.
L'esperienza stilistica del Manzoni tragico
Gilberto Lonardi
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2017
pagine: XVI-160
Manzoni e l'esperienza del tragico
Gilberto Lonardi
Libro
editore: Mucchi Editore
anno edizione: 1995
pagine: 52
Winston Churchill e il bulldog. La «Ballata» e altri saggi montaliani
Gilberto Lonardi
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2011
pagine: 112
Davvero Montale è solo un grande poeta d'amore? Leggiamo le liriche per sua madre, per il padre, i versi per la sorella Marianna, seguendo le tracce di un suo "romanzo familiare". Davvero per lui la storia non esiste? Vediamo come risponde alla tragedia della seconda guerra mondiale, e in particolare chi si nasconde - Winston Churchill - nel bulldog della "Ballata scritta in una cllnica". Questo libro cerca, per assaggi, tra figure vicarie, animali, fantocci e oggetti larici un altro Montale.
Con Dante tra i moderni
Gilberto Lonardi
Libro: Libro in brossura
editore: Aemme
anno edizione: 2009
pagine: 129
L'oro di Omero. L'«Iliade», Saffo: antichissimi di Leopardi
Gilberto Lonardi
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2005
pagine: 232
Come ritrova e fa suoi, Leopardi, soprattutto il Leopardi poeta, accenti, forme, figure dell'antico: Achille e Priamo e Ettore e Andromaca dell'Iliade, o Penelope, o Circe virgiliana, o la Saffo di alcuni aurei frammenti e di Ovidio? Come ha interrogato certe prime icone (Democrito, Eraclito) della sapienza occidentale? In cerca di quali virtù e dignità delle "anime grandi" che la modernità, nemica del Sublime, ha ucciso? Questo libro, che unisce la discorsività al rigore, mira a una lettura totalmente nuova, e sempre partendo dal testo poetico, della memoria leopardiana dell'arché: di quell'inizio cui Leopardi ha guardato con una nostalgia della pienezza e della gioia che rispunta di continuo nei Canti.
Il fiore dell'addio. Leonora, Manrico e altri fantasmi del melodramma nella poesia di Montale
Gilberto Lonardi
Libro
editore: Il Mulino
anno edizione: 2003
pagine: 267
Il testo è dedicato a un aspetto rilevante, ma malnoto, della poesia di Montale, vale a dire i suoi debiti con il melodramma. Quello che Lonardi addita in una nutrita e convincente serie di esempi è la profondità dell'influsso della poesia, della musica, delle situazioni del melodramma nel corso della produzione poetica di Montale.