Libri di Giuseppe Capriotti
Lo scorpione sul petto. Iconografia antiebraica tra XV e XVI secolo alla periferia dello Stato pontificio
Giuseppe Capriotti
Libro: Copertina morbida
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2015
pagine: 206
In uno scomparto di predella della Madonna del Pergolato, venduta nel 1447 da Giovanni Boccati alla confraternita dei Disciplinati di Perugia, il personaggio che sta puntando la lancia alle spalle di Cristo, percuotendolo e incitandolo a camminare, porta sul petto un grosso scorpione nero, che campeggia su una vistosa casacca gialla: lo scorpione è il simbolo del popolo ebraico, il giallo è per eccellenza il colore dell'infamia. Grazie a questi e ad altri attributi, come ad esempio il naso adunco, il cappello a punta, il segno giallo, la scarsella da usuraio, il tallit o la lunga barba, è possibile identificare con chiarezza nella pittura tra '400 e '500 la figura dell'ebreo, effigiato in genere in modo peggiorativo, talora con tratti del volto deformi e ripugnanti, mentre compie gesti oltraggiosi nei confronti della Cristianità o mentre riceve un'esemplare punizione per la sua azione profanatoria. Questo libro illustra una serie di soggetti iconografici antiebraici, diffusi su un territorio che solo orientativamente coincide con le attuali regioni Umbria e Marche. Analizzate nei loro contesti e per la loro funzione d'uso, tali fonti iconografiche divengono uno straordinario documento, finora scarsamente utilizzato, che permette di indagare come gli ebrei e l'ebraismo fossero guardati e interpretati dalla prospettiva cristiana. Dietro l'origine e lo sviluppo di questi soggetti iconografici c'è in genere un'acquisizione di ordine dottrinale, morale o economico, che deve essere promossa e difesa...
Le Marche e l'Adriatico nel Quattrocento. Arte e architettura tra eredità gotica e Rinascimento dell'antico
Sabine Frommel, Giuseppe Capriotti, Francesca Pappagallo, Valentina Burgassi, Claudio Castelletti
Libro: Libro in brossura
editore: Maggioli Editore
anno edizione: 2024
pagine: 492
Il volume raccoglie gli atti del convegno internazionale (28-29 aprile 2021) organizzato da École Pratique des Hautes Études – PSL, Paris, Università di Macerata e Accademia di Belle Arti di Macerata – Istituto di Restauro delle Marche, col sostegno dello Studio Barigelletti di Ancona, a cui si è aggiunto in sede editoriale il patrocinio del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, del CHG – Construction History Group, dello CSELT – Centro Studi E Laboratori Telecomunicazioni e del 3ARC – Ancient Art Architecture Reception Center. I contributi proposti offrono riflessioni inedite sull’arte e l’architettura del Quattrocento in area marchigiana e adriatica, caratterizzata dalla convivenza tra tradizioni locali di matrice medievale e forti impulsi al cambiamento. Provengono soprattutto dalla Toscana i grandi maestri che contribuiscono a rinnovare il linguaggio dei centri settentrionali delle Marche: corti feudali come quelle degli Sforza a Pesaro e dei Montefeltro a Urbino, più prossime al confine, sono le prime ad accogliere gli artisti toscani e ad aprirsi, così, alla nuova stagione rinascimentale. Soprattutto Urbino, “crocevia delle arti”, fiorisce grazie a Federico da Montefeltro, che per creare il suo palazzo si serve di grandi maestri dell’architettura e dell’arte, tra cui il dalmata Luciano Laurana. Ma su tutto il territorio regionale si distinguono anche altri suoi conterranei, come Francesco Laurana, Giorgio da Sebenico, Niccolò di Giovanni Fiorentino e Giovanni di Traù, che con la loro importante attività testimoniano il ruolo centrale della civiltà adriatica nella storia della cultura marchigiana. Questi artisti studiano i modelli veneziani e padovani nelle città costiere delle Marche e della Dalmazia, dimostrando anche un interesse archeologico per le vestigia romane. Uno dei protagonisti della scena artistica è Carlo Crivelli, pittore di formazione padovana, squarcionesca e donatelliana che rappresenta una delle espressioni più felici e feconde del “Rinascimento umbratile”. Il panorama architettonico del Quattrocento marchigiano, pur definito da quella eterogeneità che caratterizza anche le arti figurative, sembra meno eclettico: una situazione dovuta non solo al principio ghibertiano della “mediazione gentile”, ma anche e soprattutto alla funzione coesiva dell’opera di Francesco di Giorgio Martini, i cui edifici militari assumono un’importanza decisiva nella tradizione architettonica delle Marche. Il volume è dedicato in particolare agli episodi di coesistenza, contaminazione e conflitto tra le molteplici culture artistiche e architettoniche, con speciale attenzione ai fenomeni di scambio, dialogo e migrazione dei motivi iconografici, dei modelli tipologici e delle forme stilistiche. Il territorio marchigiano si configura come osservatorio privilegiato per lo studio di uno scenario peculiare, frutto di una prolifica circolazione di idee in una difficile convivenza tra eredità medievale e Rinascimento dell’antico.
Il tempo delle fenici e degli unicorni. Giulia Farnese e il ciclo decorativo del castello di Carbognano
Giuseppe Capriotti
Libro: Copertina morbida
editore: Affinità Elettive Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 198
Il tempo delle fenici e degli unicorni è il tempo speso da Giulia Farnese a Carbognano, in provincia di Viterbo, orientativamente dal 1505 fino alla fine della sua vita, nel 1524. Dopo gli anni che l'hanno vista essere la giovane moglie di Orsino Orsini, l'influente concubina di papa Alessandro VI Borgia o la chiacchierata sorella del cardinal Alessandro, futuro Paolo III, Giulia è finalmente la signora del suo castello. Risposatasi nel 1509 col nobile napoletano Giovanni Maria Capece Bozzuto, Giulia a Carbognano è libera e padrona del suo tempo, che torna ad essere quello fantastico e sospeso delle fenici e degli unicorni di cui riempie la sua casa. La fenice è l'uccello della rinascita, l'unicorno rappresenta la purezza. Attraverso loro Giulia dimostra agli illustri ospiti che la sua vita è cambiata, che un processo di purificazione sta per compiersi o si è compiuto grazie alle ardenti fiamme del fuoco della fenice, le quali permettono alla donna di essere oramai avvicinata dall'unicorno. Insieme a questi animali da bestiario e a una foresta di simboli, Giulia lascia nelle decorazioni delle sue stanze un'impronta della sua nuova vita.
Crivelli, Lotto, Guercino. Immagini della predicazione tra Quattrocento e Settecento. Catalogo della mostra (Loreto, 7 ottobre 2017-8 aprile 2018)
Libro: Libro in brossura
editore: Silvana
anno edizione: 2017
pagine: 224
L'arte, insieme alla parola e alla gestualità, fu un efficace mezzo di comunicazione per i predicatori che percorrevano l'Italia e l'Europa per istruire, convincere, convertire, evangelizzare il mondo: dal monogramma inventato da san Bernardino da Siena alle iconografie più incisive come l'"Immacolata concezione" o la "Madonna del rosario", ai racconti di conversioni e perdoni, le immagini fornivano a "infedeli" (ebrei e turchi) e peccatori dei modelli di redenzione e cambiamento. Il volume propone un percorso sul grande fenomeno della predicazione fra XV e XVIII secolo: le opere di artisti noti - come Vittore Crivelli, Lorenzo Lotto, Simone de Magistris, Girolamo Muziano, Taddeo Zuccari, Guercino - e di altri meno noti, in gran parte provenienti dal territorio delle Marche, formano il racconto di un pezzo importante della storia e della cultura europea, e non solo, e insieme intendono mostrare la ricchezza di relazioni e la sorprendente profondità di un patrimonio culturale colpito, ma non cancellato, dal terremoto del 2016. Presentazioni di Dario Franceschini, Antonia Pasqua Recchia, Luca Ceriscioli e Moreno Pieroni.
L'alibi del mito. Un'altra autobiografia di Benvenuto Cellini
Giuseppe Capriotti
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2013
pagine: 80
I protagonisti di questo saggio sono lo scultore fiorentino Benvenuto Cellini, il suo amato garzone Fernando da Montepulciano e tre sculture di marmo realizzate alla metà del Cinquecento: il Ganimede, l'Apollo e Giacinto e il Narciso, oggi al Museo del Bargello di Firenze. Nel racconto dell'ideazione e della gestazione di queste tre statue, lette anche alla luce della produzione poetica dell'artista, l'indagine sugli usi del mito greco nella lussuosa corte di Cosimo I de' Medici s'intreccia con la storia di un maestro e dei suoi amori illeciti, nati in un'affollata e operosa bottega scultorea fiorentina.
Per diventare Enea. Domenico Monti, Giovan Battista Carducci e l'interpretazione risorgimentale del Risorgimento
Giuseppe Capriotti
Libro: Copertina rigida
editore: Affinità Elettive Edizioni
anno edizione: 2010
pagine: 112
La figura di Enea nel ciclo pittorico del palazzo fermano di Domenico Monti, rappresenta le virtù civiche, legate all'urgenza del presente e alla nuova unità ancora da realizzare.
Santa Maria in Pantano. La Chiesa delle Sibille
Giuseppe Capriotti
Libro: Copertina morbida
editore: Lamusa
anno edizione: 2003
pagine: 64
Le "trasformazioni" di Lodovico Dolce. Il Rinasciemnto ovidiano di Giovanni Antonio Rusconi
Giuseppe Capriotti
Libro
editore: Affinità Elettive Edizioni
anno edizione: 2013
pagine: 400
Lodovico Dolce e Giovanni Antonio Rusconi, due autori per un best seller del Cinquecento: "le Trasformationi", ovvero una volgarizzazione illustrata delle "Metamorfosi" di Ovidio. Dolce traduce in volgare, Rusconi traspone in immagini. Affiatati colleghi nella prestigiosa stamperia veneziana di Gabriel Giolito de' Ferrari, in questo comune progetto editoriale essi restituiscono due diversi sguardi su un medesimo e fluttuante Ovidio.