Libri di Leonardo Lippolis
L'apocalisse del post punk. Nelle città ci annoiamo
Leonardo Lippolis
Libro: Libro in brossura
editore: Odoya
anno edizione: 2025
pagine: 368
"Non esiste niente che si possa chiamare società, esistono solo gli individui" è la frase con cui Margaret Thatcher nel 1987 riassunse il dogma su cui aveva impostato la rivoluzione neoliberista che si stava estendendo all'intero Occidente. Quando otto anni prima aveva preso il potere, l'Inghilterra giaceva in uno stato di profonda depressione economica, sociale e morale, e le città in una condizione di spettrale abbandono. Nei vent'anni precedenti, quelli del boom economico e della società dei consumi, l'Inghilterra aveva vissuto la più grande rivoluzione urbanistica d'Europa. I vecchi quartieri vittoriani erano stati rasi al suolo e le loro comunità disperse per lasciare spazio a un nuovo paesaggio alienante. Una generazione di giovani cresciuti nel pieno di queste trasformazioni ha saputo interpretarne musicalmente i sentimenti e i condizionamenti, leggendovi lo specchio di un mondo che sembrava non offrire più alcuna prospettiva. Joy Division, Bauhaus, Killing Joke, Cure, Siouxsie and the Banshees, OMD, Soft Cell, Gary Numan, John Foxx, Depeche Mode, Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire, Death in June. Le radici e il significato di questi gruppi affondano rispettivamente nel no future urlato rabbiosamente dal punk e nel coraggio di non esservisi voluti arrendere, di aver saputo suggerire una via di uscita da esso. Nato in un paesaggio urbano e sociale che si rifletteva nelle suggestioni distopiche evocate da Arancia Meccanica di Kubrick e dai romanzi di James Ballard, il post punk inglese è un fenomeno culturale erede del romanticismo che ha rilanciato un messaggio, rivoltoso e malinconico allo stesso tempo, contro l'idea di felicità neoliberista nella quale siamo ancora oggi ingabbiati.
Viaggio al termine della città
Leonardo Lippolis
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2024
pagine: 184
Due crolli hanno segnato i limiti immaginari dell'autunno postmoderno. Nel luglio 1972 il complesso residenziale «corbusiano» di Pruitt-Igoe, costruito a Saint-Louis dall'architetto Minoru Yamasaki, viene fatto saltare in aria su richiesta dei suoi abitanti. A quasi trent'anni di distanza è un altro crollo, quello delle Twin Towers lʼ11 settembre 2001, a rappresentare un nuovo momento di rottura storica. Caso, fatalità, o segno preciso dei tempi, l'architetto delle Twin Towers è di nuovo Yamasaki. Questo «viaggio al termine della città» è un'indagine sulla crisi della metropoli e sull'immaginario di un'epoca che, nelle trasformazioni delle sue città, leggeva il proprio inesorabile declino. Oggi, nel momento in cui il progresso ci impone Smart City, la «città radiosa» al centro della quarta rivoluzione industriale, le ragioni di quel viaggio trovano il loro posto nella necessità di rilanciare un «principio speranza» che si opponga alla distopia del no future, annunciata come destino del capitalismo avanzato alla fine degli anni Settanta e divenuta nel frattempo un sentimento collettivo sempre più soffocante.
Il mondo come metropoli. Capitalismo, arte e rivoluzione nell’epoca della grande trasformazione urbana, 1853-1933
Leonardo Lippolis
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2021
pagine: 235
Da più di un secolo il mondo si sta trasformando in un’enorme metropoli e gli effetti di questa urbanizzazione sono sempre più drammaticamente visibili. Tra la Parigi della seconda metà dell’Ottocento e la Berlino dei primi decenni del Novecento si è sviluppata una grande trasformazione urbana, un processo decisivo dettato dalle rinnovate esigenze del capitalismo avanzato. Il dogma dell’utilitarismo e del produttivismo che ha generato la città contemporanea ha determinato una radicale mutazione sociale, politica e antropologica, tanto che l’esperienza urbana che si è forgiata in quei nuovi spazi è, nelle sue fondamenta, la stessa che viviamo ancora oggi. Se Simmel, Kracauer e Benjamin sono stati i primi a descriverne i tratti peculiari, una generazione di artisti, architetti, scrittori e una larga parte dell’avanguardia tentarono di opporvisi, cogliendone immediatamente le conseguenze pericolose e facendosi parte attiva del movimento rivoluzionario. Essi elaborarono una nuova idea di arte e felicità e la misero letteralmente alla prova delle barricate, dei tumulti del loro tempo, identificando il nemico a cui muovere guerra proprio nella disciplina annichilente delle nuove città. Scopo di questo studio è allora contribuire a ricostruire la genesi dello spirito della metropoli capitalista, ma anche restituire le voci di chi provò a concretizzare l’idea benjaminiana della rivoluzione come azionamento del freno di emergenza del treno di un “progresso” lanciato verso un abisso che pare sempre più vicino. Voci lontane nel tempo ma ancora cariche di una urgenza dirimente per il presente.
Viaggio al termine della città. Le metropoli e le arti nell'autunno postmoderno (1972-2001)
Leonardo Lippolis
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2009
pagine: 136
Due crolli segnano i limiti immaginari dell'autunno postmoderno. Nel luglio 1972 il complesso residenziale "corbusiano" di Pruitt-Igoe, costruito a Saint-Louis dall'architetto Minoru Yamasaki, viene fatto saltare in aria su richiesta dei suoi abitanti. A quasi trent'anni di distanza è un altro crollo, quello delle Twin Towers l'11 settembre 2001, a rappresentare un nuovo momento di rottura storica. Caso, fatalità, o segno preciso dei tempi, l'architetto delle Twin Towers è di nuovo Yamasaki. Questo "viaggio al termine della città" è un'indagine sulla crisi della metropoli e sull'immaginario di un'epoca che, nelle trasformazioni delle sue città, legge il proprio inesorabile declino. È infatti nella dialettica tra la descrizione di una distopia catastrofica in atto, compiuta da filosofi e urbanisti, ma anche da romanzieri e cineasti, e la volontà degli artisti di trovare un malinconico rifugio in eterotopie urbane che sembra essere fatalmente racchiuso il destino del mondo contemporaneo.
La nuova Babilonia. Il progetto architettonico di una civiltà situazionista
Leonardo Lippolis
Libro: Copertina morbida
editore: Costa & Nolan
anno edizione: 2007
pagine: 325
Il movimento situazionista è stato l'unico soggetto politico a cogliere e a seguire la trasformazione totalitaria del neocapitalismo nel suo divenire, tentando, allo scopo di deviare il corso della storia, di costruire l'ambiente favorevole all'illimitato dispiegarsi di nuove passioni. Contro l'abbrutimento obbligatorio, allora agli albori, degli stadi e della televisione, la proposta di un uso ludico del tempo liberato dal lavoro, da sperimentare negli spazi urbani esistenti e nella costruzione diretta di città in cui coltivare la propria intelligenza creativa, avrebbe dovuto avviare la rivoluzione permanente della vita quotidiana. A fronte della ormai eccezionale disponibilità di una documentazione diretta, questo libro testimonia del senso storico di questa scommessa, ripercorrendo le tappe fondamentali della grande trasformazione contemporanea avvenuta nella seconda metà dello scorso secolo. Dalla contrapposizione del gruppo CoBrA all'imperativo categorico della ragione economica imposto dal funzionalismo e codificato da Le Corbusier nell'immediato secondo dopoguerra, al momento culminante del progetto costruttivo dell'urbanismo unitario poi riconvertito nella psicogeografia della rivolta nel maggio francese, fino alla soltanto apparente vittoria simboleggiata dall'abbattimento per volontà popolare di una "macchina per abitare" corbusiana a Pruitt-lgoe nel 1972, proprio mentre l'internazionale situazionista si scioglieva.
Urbanismo unitario. Antologia situazionista
Leonardo Lippolis
Libro
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 2002
pagine: 96
Questa antologia permette di rileggere la complessa teoria dell'urbanismo unitario, alla ricerca di un nuovo modo di vivere la città.

