Libri di Quinto Orazio Flacco
Satire. Testo latino a fronte
Quinto Orazio Flacco
Libro: Libro in brossura
editore: Foschi (Santarcangelo)
anno edizione: 2016
pagine: LX-288
L'interesse di Orazio per il genere letterario della satira, di cui egli è certo la voce più alta nel mondo romano, nasce da un'abitudine sviluppata fin dalla più tenera età grazie all'insegnamento del padre: osservare i vizi della gente per evitare di cadervi a sua volta. La reazione morale al costume corrente, che gli dovette sembrare particolarmente urgente nella Roma del suo tempo, lo portò così a scrivere i due libri delle Satire. L'insegnamento che ancor oggi ricaviamo da questa opera è quello del modus, il giusto mezzo tra gli eccessi: una sobrietà che è la cifra della vita dell'uomo Orazio ancor prima che del poeta.
Odi. Testo latino a fronte. Volume Vol. 1
Quinto Orazio Flacco
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 712
Orazio è il più grande dei poeti lirici che la letteratura latina abbia prodotto, l'unico che si possa paragonare a Pindaro tra i greci, come egli stesso fa più d'una volta, naturalmente sminuendosi davanti al «cigno tebano». «Un lirico greco senza musica», è stato detto di lui: ma quella musica, interiorizzata, romanizzata e portata sui colli della Sabina, la senti risuonare sin dai primi versi della prima ode, Maecenas, atauis edite regibus, / o et praesidium et dulce decus meum, «Mecenate, che fosti generato da famiglia di re / e sei per me difesa e dolce titolo di gloria», e soprattutto negli ultimi, che proclamano: «Io, per l'edera che è premio alla fronte dei sapienti, / son vicino agli dèi; un fresco bosco, danze leggere / di Ninfe e Satiri mi tengono lontano dalla folla, / se Euterpe non impedisce al flauto di suonare, / se non rifugge Polimnia di trarre accordi dalla lira di Lesbo. / E se tra i lirici vati tu vorrai annoverarmi, / mi sembrerà di toccare il cielo con il capo». Aveva ragione Emilio Pianezzola, iniziatore di questa edizione e squisito traduttore delle Odi, a concludere la sua splendida Introduzione con le parole di Nietzsche nel Crepuscolo degli idoli: «Non ho mai provato [...] in nessun poeta, lo stesso rapimento artistico che mi dette, fin da principio, un'ode di Orazio. [...] Questo mosaico di parole in cui ogni parola come risonanza, come posizione, come concetto fa erompere la sua forza a destra, a sinistra e sulla totalità, questo minimum nell'estensione e nel numero dei segni, questo maximum, in tal modo realizzato, nell'energia dei segni - tutto ciò è romano e, se mi si vuol credere, nobile par excellence». Orazio, che fa poesia «autobiografica», che confessa le sue aspirazioni e le sue delusioni, dichiara di non esser stato colpito da Argo, Micene, Delfi o Atene, quanto «dalla dimora di Albùnea risonante, / dalle cascate dell'Aniene, dal bosco di Tiburno, / dai frutteti umidi per l'acqua viva dei ruscelli»: inventa un nuovo paesaggio della lirica, che vivrà per due millenni con la sua voce particolare, il suo tono apparentemente dimesso ma in realtà squisitamente delicato. I due volumi che la Fondazione Valla dedica alle Odi di Orazio sono il frutto del lavoro che una squadra padovana guidata prima da Emilio Pianezzola, poi da Gianluigi Baldo, ha compiuto nel corso degli anni: si avvale di un testo critico e di una Nota metrica approntati da Lorenzo Nosarti, e di un commento approfondito e capillare dovuto a Gianluigi Baldo stesso e Antonella Duso.
Carmina-Epodon liber-Odi-Epodi
Quinto Orazio Flacco
Libro
editore: Mursia
anno edizione: 2022
pagine: 360
L'uomo e i suoi problemi. Antologia modulare. Per le Scuole superiori
Quinto Orazio Flacco
Libro
editore: Loffredo
anno edizione: 2002
pagine: 144
Epistole. Testo originale a fronte
Quinto Orazio Flacco
Libro
editore: Garzanti
anno edizione: 1995
pagine: 279
Le odi. Libro 4º
Quinto Orazio Flacco
Libro
editore: Ciranna & Ferrara
anno edizione: 1996
pagine: 80
Orazio. Antologia delle opere. Per i Licei
Quinto Orazio Flacco
Libro
editore: Cremonese
anno edizione: 1968
pagine: 400
Epistole
Quinto Orazio Flacco
Libro: Libro in brossura
editore: Youcanprint
anno edizione: 2024
pagine: 136
Se Orazio, a partire dal 23 a.C. e dopo aver pubbicato le Odi nel 20 a.C., torna a scrivere - ci dice nella lettera proemiale Epistole - è per via del tormento di essere quel che non si vorrebbe e di non essere quel che si vorrebbe. L'esperiena lirica è ormai conclusa, poiché non è più l'età della gioia e dell'amore, resta la possibilità di veicolare nel verso pensieri morali di carettere generale sul vero, sul bello, sulla condizione umana, rivolte all'uomo comune. Con quest'opera di dialoghi in esamentri composta di due libri, Orazio creò un genere letterario del tutto nuovo. In componimenti eterogenei per materia il poeta tratta diversi aspetti della vita quotidiana con una pratica saggezza del vivere, nutrita di filosofia stoica ed epicurea. Tenendosi lontano da ogni dogmatismo, si abbandona a riflessioni sulla potenziale grandezza umana, sull'incerto procedere del tempo, sull'impreturbalità riconoscendo tuttavia il piacere di vivere, soprattutto dell'amore, dell'arte del sapersi accontentare. Per congedarsi, infine, un autoritratto.
Odi ed epodi. Canto secolare. Testo latino a fronte
Quinto Orazio Flacco
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2018
pagine: 512
«La vera novità della poesia lirica oraziana, anche sul piano formale, fu quella di ricongiungersi, con le sue Odi, alla lirica greca antica di Archiloco e Pindaro, di Alceo e Saffo. Celebrando se stesso come l'"inventore" romano di questo genere letterario, il poeta di Venosa non si esaltava vanagloriosamente; si può infatti dire che prima di lui i lirici antichi erano conosciuti soltanto di nome e che, per quanto ne sappiamo, nessun romano aveva letto Alceo o Pindaro». Introduce così Ugo Dotti la sua edizione - tagliata su misura per la sensibilità contemporanea - delle Odi e degli Epodi oraziani, opere indimenticabili che fanno ormai parte della cultura interiore occidentale. Fra l'invettiva tormentata degli Epodi, il tono solenne del Canto secolare e la celebrazione, nelle Odi, della vita tranquilla e del sereno godimento dell'oggi nell'ignoranza del domani, Orazio ha scolpito nei suoi versi un insegnamento poetico ancora attuale, come il suo celebre invito al carpe diem.