Libri di Roberto Barbolini
Ricette di famiglia
Roberto Barbolini
Libro: Libro rilegato
editore: Garzanti
anno edizione: 2011
pagine: 161
Tutto comincia con un taccuino, 182 fogli a quadretti più alcuni sparsi, dove una calligrafia un po' infantile, da maestra, ha annotato le ricette del repertorio di famiglia. Mamma le ha raccolte da parenti e amiche, alcune le ha copiate dal "Talismano della felicità": in gran parte però arrivano da nonna Armida, e dunque da un Ottocento che in questo modo riesce ancora a trasmettere il suo bagaglio di storia e di sapori. Gli ultimi assaggi di queste "Ricette di famiglia" arrivano invece dai sushi bar e dagli happy hour che vanno di moda oggi, dove si assaggia ma non si mangia. I pranzi e gli spuntini sono quelli di una famiglia che, generazione dopo generazione, bizzarria dopo bizzarria, attraversa più di un secolo di storia d'Italia, dalle dimore di campagna dove si riunivano le grandi famiglie patriarcali ai bilocali metropolitani che ospitano le nostre inquietudini. "Ricette di famiglia" è anche una girandola di personaggi: la mamma che si lamenta perché fa tutto lei ma impedisce a chiunque di avvicinarsi ai fornelli; il babbo dall'olfatto perfetto e che perciò non vuole che si tagli la sfoglia con il coltello, perché altrimenti "sa di metallo"; il professor Valentini, afflitto da un figlio anoressico e da una figlia bulimica; Eugenio di Parigi, cugino della "nonna cattiva"; l'amico Giap che sposa solo donne giapponesi; il Malinverni che vuole "globalizzare" le tigelle aprendo un fast food in India.
Io parlo ai perduti. Le vite immaginarie di Antonio Delfini
Roberto Barbolini
Libro
editore: Edizioni Artestampa
anno edizione: 2010
pagine: 64
Antonio Delfini va in scena: il lavoro teatrale di Roberto Barbolini "Io parlo ai perduti" è ora un elegante volumetto da aggiungere alla propria collezione di suggestioni delfiniane. In uno scambio illusionistico tra vite inventate e vita reale, il grande scrittore di sogni incontra un autore disposto a giocare con lui. Sullo sfondo di una Modena che assume sembianze di fiaba, la risata di Delfini risuona fragorosa, invitando a non prendersi troppo sul serio.
Cervelli coi fiocchi. Detective stories da Sherlock Holmes a Dylan Dog
Roberto Barbolini, Andrea Marcheselli
Libro: Copertina morbida
editore: Almayer
anno edizione: 2008
pagine: 255
Un giallo diverso dal solito: presentazioni, brani antologici, parodie d'autore dei detectives più celebri, in una cornice sospesa tra i ragionamenti logici più raffinati e la più cinica violenza sanguigna. I venti famosi investigatori che ci introducono ai misteri e ai piaceri della detection hanno tutti una cosa in comune: un cervello coi fiocchi, appunto. Ma i loro avversari non sono da meno. Ha senz'altro ragione G.K. Chesterton quando afferma, all'inizio della lunga saga di Padre Brown, che "il criminale è l'artista creatore; il detective soltanto il critico". I cervelli possono dunque architettare i delitti più efferati, oppure costruire ipotesi e rigorose deduzioni tali da affascinare lo studioso di logica, oppure finire spappolati da un proiettile calibro 45. È solo questione di fortuna. Questo "invito al giallo", scritto per appassionare il neofita, non mancherà tuttavia d'intrigare anche il fan più smaliziato, specialmente per le interviste esclusive che molti detectives hanno concesso: appunto da Sherlock Holmes, che vive ovviamente ancora nella sua casa di Baker Street, a Maigret, a James Bond, a Dylan Dog, del quale all'interno del volume sono riprodotte le celebri tavole a fumetti della prima avventura.
San Cataldo cemetery blues e altri racconti
Roberto Barbolini
Libro
editore: Greco e Greco
anno edizione: 2000
pagine: 210
La fine di Dracula
Roberto Barbolini
Libro: Copertina morbida
editore: Polistampa
anno edizione: 1993
pagine: 112
L'uovo di Colombo
Roberto Barbolini
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2014
pagine: 268
Si può ridere davanti alla fine del mondo? In attesa del Giudizio Universale, che ci darà la risposta definitiva, Barbolini ci mette alla prova con questo romanzo in cui il finimondo scoppia in una città di provincia, mai nominata eppure riconoscibile, per colpa d'un assessore troppo intraprendente e d'una torre campanaria, patrimonio dell'Unesco, proditoriamente tappezzata con le gigantografie di Pavarotti ed Enzo Ferrari in lamina argentata. Da qui si snoda una ridda vorticosa di vicende futili ed esilaranti che coinvolge una variegata combriccola di personaggi: dal Grande Scrittore in Incognito, in fuga da se stesso e dal suo doppio, alla categoriale Direttrice di un'importante Fondazione con la effe maiuscola; dal nero padre Tiger, autentico frate guerriero, alla bella e sensuale Clelia, vittima d'incontrollabili bollori erotici, fino al gigantesco Efrem, ultimo addestratore dei battaglieri colombi "triganini". Ma tanti altri sono i bizzarri personaggi che sgomitano spudoratamente per superarsi nella staffetta narrativa di questo "romanzo eroicomico" dal risoluto impianto corale. Attraverso rivoli e snodi ricchi di humour e di umori, non esclusi quelli stercorari, la trama s'arricchisce di corpose vicende laterali, destinate tutte a confluire nella gran baraonda finale, quando un memorabile castigo sceso dal cielo rimetterà le cose a posto.
Stephen King contro il Gruppo 63
Roberto Barbolini
Libro: Libro in brossura
editore: Greco e Greco
anno edizione: 2013
pagine: 296
"Sono sempre stato un degenerato" ironizza l'autore, confessando la sua passione per la letteratura di genere maturata negli anni in cui era di moda schifare la narrativa e inneggiare alla rivoluzione. Adesso si fa presto a dire noir, graphic novel, fumetto. Ma chi amava questi generi oggi esaltati, di cui Stephen King contro il Gruppo 63 è un catalogo esemplare e una guida straordinaria, doveva nutrirsene quasi in segreto. A dettar legge, col suo Indice delle Scelte Proibite, imperava il Gruppo 63, la vecchia Neovanguardia che quest'anno compie 50 anni. Ristampare in una nuova edizione accresciuta questa raccolta di saggi - finalista al premio Viareggio nel '99 - ha quindi il sapore d'una sfida rinnovata. L'autore esplora con virtuosismo appassionato le carovaniere che connettono Alta e Bassa letteratura, senza timore di mescolare le sfere. Da Chandler e Hammett a Wilkie Collins e P. G. Wodehouse, da Umberto Eco a H. P. Lovecraft, da H. G. Wells a Borges, fino a Histoire d'O., Barbolini traccia la propria biografia letteraria guidandoci con mano sicura fra autori e generi nei quali sempre più amiamo riconoscerci.
Sade in drogheria. Racconti perversi
Roberto Barbolini
Libro: Copertina morbida
editore: Guaraldi
anno edizione: 2015
pagine: 135
Il Divino Marchese, paladino di ogni lussuria, vaga per la pianura Padana, annoiato, cercando di realizzare l'estremo vizio; Sherlock Holmes risolve "uno dei più singolari" casi della sua "mirabolante carriera d'investigatore" confrontandosi con l'eccentrico scrittore (e mirabile passeggiatore) Robert Walser; un gruppo di spiantati via Facebook rievoca l'era di Woodstock e di Jimi Hendrix e i preti vanno in giro con la pistola, azzannano i pitbull e sembrano sbucare da un violentissimo hard boiled. La vera perversione di Roberto Barbolini, in queste cinque rotonde storie perverse, è stilistica: con capacità passa dal racconto storico allo sketch frugale, dal gergo telematico al dettato ottocentesco. Invitando allo stesso tavolo Sade e Conan Doyle, Raymond Chandler e Giovannino Guareschi, Pier Vittorio Tondelli, Petrarca e i Pink Floyd.
Provaci ancora, Radetzky. In appendice La festa dello zio Ciro, racconto distopico
Roberto Barbolini
Libro: Libro in brossura
editore: WriteUp
anno edizione: 2022
«Ma ho un bel cercare di ricostruire quello che mi è capitato per amore di Carla e in odio a quel meschino di Radetzky, ristabilendo nella giusta sequenza i dati oggettivi per cui le nostre storie hanno finito per intrecciarsi all’oscena parodia di una storia più grande». Intreccio e storia sono naturalmente le parole chiave. Come in Sidewise in Time, da noi Bivi nel tempo, un classico della fantascienza scritto da Clifford D. Simak nel 1934, talvolta il tempo va nel pallone, dopo di che le storie e le ere del mondo si mescolano in una vanvera infinita. Succede nei romanzi, dove tutto per convenzione è possibile, anche che l’odio per quella stronzata del Piccolo Principe e l’ossessione per il Feldmaresciallo austriaco Josef Radetzky, per le Cinque Giornate di Milano e per l’amata Carla, salvatrice di levrieri, si fondano in una storia virtuale, seconda. Ma succede anche nella realtà, quando gli sciamani prendono d’assalto il Congresso americano e i nemici delle multinazionali denunciano la presenza, nei vaccini anti-Covid, di microchip per il controllo mentale. Mascherata buffa e metafisica, Provaci ancora, Radetzky è in equilibrio, come un ciclista in surplace, tra La versione di Barney di Mordecai Richler, gli sgomenti bulgakoviani del Maestro e Margherita e l’ironia di Woody Allen. In appendice, il racconto distopico La festa dello zio Ciro.
I racconti
Antonio Delfini
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2025
pagine: 368
Nonostante abbia avuto mentori autorevoli– da Pannunzio a Montale, da Pasolini a Garboli – Antonio Delfini resta autore appartato e inafferrabile. L'eterno dilettante di talento, «eccentrico sia rispetto all'avanguardia sia rispetto alla tradizione» come scrive Roberto Barbolini nella sua introduzione, ha giocato a confondere vita e scrittura in un azzardo continuo, sino a fare della letteratura un surrogato dell'esistenza e a trasformare in racconto la propria tormentata biografia. L'opera che più compiutamente ne rappresenta estri e umori è senz'altro "Il ricordo della Basca", raccolta pubblicata nel 1938 che qui si ripropone nell'edizione definitiva – preceduta da quel riconosciuto capolavoro che è "Una storia" e seguita dal frammento "Il 10 giugno 1918" – con il titolo "I racconti" con cui uscì da Garzanti nel 1963. Sul fondale incantato della sua Modena, la Modena degli anni Trenta, reale e immaginaria al tempo stesso, l'autore proietta le sue stravaganze di dandy di provincia, l'amarezza degli amori solo vagheggiati, la rabbia peri sogni infranti. Sono pagine che restituiscono la freschezza e la felicità vagabonda della scrittura di questo eterno puer, la voce tenera e straziata dell'uomo disperato e pieno di grazia che fu Antonio Delfini.