Libri di Stefania Tusini
Sulla differenza. Genere, razza, classe
Libro: Libro in brossura
editore: Meltemi
anno edizione: 2025
pagine: 212
Le differenze possono essere barriere, come ha scritto Audre Lorde. Nonostante la promessa universalistica della modernità, esse continuano a gerarchizzare la cittadinanza in base al sesso e al genere, alla classe e alla “razza”. La barriera del sesso e del genere ha determinato e determina ancora la posizione sociale delle donne e delle persone non binarie, che non sottostanno alla normatività del “pensiero eterosessuale”. La barriera della classe ha assoggettato e assoggetta ancora le lavoratrici e i lavoratori alle gerarchie dell’ordine capitalista, nonostante le promesse di uguaglianza del suo formalismo giuridico. Sotto le mentite spoglie dell’etnia, della cultura, dell’identità e della tradizione religiosa, la barriera della “razza” continua a operare nelle società postcoloniali, dove larghe quote di popolazione migrante vengono razzializzate e incluse in modo differenziale. Le differenze, però, possono essere anche ponti che connettono tra loro i subalterni (e non solo) in una soggettività articolata e capace di criticare materialmente l’assoggettamento di tutte e di tutti.
Immigrazione e sicurezza. Riflessioni sociologiche su politiche, rappresentazioni e linguaggi
Rolando Marini, Stefania Tusini, Matteo Gerli, Alejandro Marcaccio
Libro
editore: Maggioli Editore
anno edizione: 2020
pagine: 368
Il nesso tra fenomeni migratori e sicurezza viene esplorato e approfondito da molti punti di vista, nel tentativo di evitare schematismi e semplificazioni che renderebbero difficile elaborare un'analisi adeguata. Il volume si apre con una ricognizione teorico-metodologica sulla controversa relazione tra migrazioni, emergenza e sicurezza, per passare ad un'analisi critica delle politiche di esternalizzazione adottate da molti paesi occidentali e della conseguente ridefinizione dell'idea di confine. Il libro prosegue con un'ampia indagine sulle strategie dei mezzi d'informazione a stampa italiani che evidenzia la diversificazione delle rappresentazioni dei temi dell'immigrazione, consentendo di riconsiderare il ruolo del giornalismo sia nella conformazione del tema, sia nei confronti della politica. A ciò segue uno studio sulla radicalizzazione jihadista che approfondisce, senza determinismi, il legame tra evoluzione dei processi di inclusione in Europa e deriva terroristica, confermando così la natura complessa dell'intreccio che sostanzia il nesso immigrazione-sicurezza. Le contraddizioni e la sospensione irrisolta sono la base di uno scontro simbolico che si manifesta anche nella legislazione di cui qui si analizza, in chiave sociolinguistica, la produzione normativa sulla legittima difesa.
Il consumo di vino come fatto sociale. Perché in Italia si beve sempre meno
Stefania Tusini, Fabio Voller
Libro: Libro in brossura
editore: Altravista
anno edizione: 2018
pagine: 168
Nonostante la rappresentazione sociale dominante rimandi ad una centralità del vino nei consumi quotidiani degli italiani, il suo uso da quasi 50 anni a questa parte ha subito una sorprendente diminuzione valutabile intorno al 70%. Il fatto appare ancor più singolare giacché tale decremento si è prodotto in assenza di politiche di prevenzione o di consumo consapevole, e senza restringimenti significativi dell'offerta. Cosa è accaduto? Quali fattori sono intervenuti? E quali hanno contribuito a ridurre così drasticamente il consumo di vino? Il volume prende le mosse da tali interrogativi e, nel tentativo di rispondere, esplora dimensioni economiche, alimentari, demografiche, sociali e di costume. Dall'analisi emerge un affresco articolato, complesso, sfaccettato, legato al fatto che gli anni in cui la curva del consumo comincia a flettere (per non più riprendersi) rappresentano un periodo estremamente ricco di eventi sociali, economici, culturali, politici che hanno inesorabilmente mutato la fisionomia del nostro paese, investendo anche le modalità di consumo del vino.
La ricerca come relazione. L'intervista nelle scienze sociali
Stefania Tusini
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 176
Il volume muove dall'idea che, nel campo della ricerca sociologica, il ricercatore sia parte dell'oggetto indagato e partecipi attivamente alla costruzione della realtà che investiga. Di conseguenza la ricerca risulta un evento dialogico e relazionale, la cui natura non è possibile ignorare. L'aspetto relazionale diviene prioritario laddove si impieghi l'interrogazione diretta dei soggetti per la rilevazione delle informazioni, giacché in questo caso il rapporto tra il ricercatore e il suo oggetto di studio si sviluppa mediante un'interazione tra individui. Il libro si inserisce in questo contesto illustrando le tecniche di intervista in generale, e in particolare lo strumento dell'intervista in profondità le cui problematiche sono esposte soppesando i singoli passaggi, le scelte, le ambiguità; lasciando aperte alcune domande, ma senza rinunciare a discutere le tematiche più spinose. Il volume intende inoltre proporsi come una guida per chi voglia intraprendere questo percorso; a tal fine incorpora molti episodi tratti da esperienze di ricerca nella convinzione che la riflessione metodologica sia particolarmente efficace se produce valutazioni critiche basandosi su concrete pratiche empiriche.
Il viaggio immoto. Studio sul tempo e i migranti
Stefania Tusini
Libro: Copertina morbida
editore: Tangram Edizioni Scientifiche
anno edizione: 2015
pagine: 152
: I migranti viaggiano nello spazio e nel tempo per raggiungere i Paesi di destinazione. Questo è il loro primo viaggio. C'è un altro viaggio che i migranti compiono, ma in questo caso si tratta di un viaggio immoto, che avviene senza spostamento e che affiora tra le righe del confronto fra le collocazioni temporali di nativi e migranti viventi nel medesimo territorio. Amalgamando contributi teorici e dati empirici, il volume propone una lettura inedita del fenomeno migratorio che, utilizzando la lente delle politiche temporali, mostra un aspetto dell'alterità che resta celato ad altri approcci di indagine. In base a questa analisi i migranti appaiono confinati in una sorta di apartheid temporale, generata da scelte politiche e meccanismi sociali, entro la quale si vive secondo i parametri di un'altra epoca. Migranti e nativi risultano così "specie" simpatriche ma allocroniche, cioè gruppi che condividono lo stesso spazio ma non il medesimo tempo sociale.