Libri di SUSAN SONTAG
Stili di volontà radicale
Susan Sontag
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2024
pagine: 348
Dalla guerra in Vietnam al cinema di Bergman e Godard, dall’identità americana alla pornografia: "Stili di volontà radicale" è un libro che ha segnato un’epoca intellettuale. Uscito nel 1969, è la seconda raccolta di saggi pubblicata da Susan Sontag, dopo "Contro l’interpretazione". Siamo alla fine degli anni Sessanta, un periodo di sovvertimenti e sperimentazioni tra i più inquieti del Novecento, in cui la critica, il pensiero, le forme artistiche e la contestazione politica si orientano verso stili radicali, come suggerisce il titolo del libro. In cui la spinta contro il mainstream capitalistico e la cultura di massa produce rivoluzioni nei linguaggi dell’arte e nella coscienza, toccando spesso soglie estreme e sondando i limiti della consapevolezza, dell’esperienza e del dicibile. Nascono da questa tensione le riflessioni di Sontag sul rapporto tra l’estetica contemporanea e il silenzio, l’acuta analisi dell’immaginazione pornografica con le sue ossessioni erotiche e la sua violazione delle norme (sessuali e letterarie), le incursioni in opere di personalità filosofiche o artistiche radicali come Bataille, Cage, Beckett, Godard. E, infine, i giudizi brucianti e la visione pessimistica dell’America contemporanea, con la sua “innocenza” e “barbarie” – entrambe “spropositate, letali” –, cui segue il resoconto del viaggio in Vietnam fatto dall’autrice nel 1968, nel pieno di una guerra spietata: ritratti feroci dell’identità statunitense, in testi che, come gli altri di questa raccolta, sono ancora capaci di parlare con accenti innovativi al nostro presente.
Rinata. Diari e taccuini 1947-1963
Susan Sontag
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2024
pagine: 360
“Superficiale intendere il diario solo come il ricettacolo dei propri pensieri privati, segreti – come se fosse un confidente sordo, muto e analfabeta. Nel diario non mi limito a esprimere me stessa più apertamente di quanto potrei fare con un’altra persona; creo me stessa. Il diario è un mezzo per darmi un senso d’identità”. "Rinata", il primo dei tre volumi dei diari e taccuini di Susan Sontag di cui nottetempo pubblica l’edizione italiana, coglie e rivela l’autrice mentre è pienamente immersa in una fase di “autoinvenzione”, nella consapevole creazione di un’identità attraverso la continua indagine di tutto ciò che tende a ingabbiare l’io in una categoria (famiglia, omosessualità, matrimonio, maternità, ebraismo). Esordendo con la penna di una vorace e prodigiosa quattordicenne, Rinata termina con le annotazioni di una Sontag che, alla soglia dei trent’anni, comincia a essere pubblicata: il diario di questo periodo è l’affascinante storia di un apprendistato intellettuale alla ricerca di voce e vocazione, sorretto da una volontà fortissima e dal profondo, radicato desiderio di essere circondata dalla letteratura e dalla cultura.
Sulla fotografia. Realtà e immagine nella nostra società
Susan Sontag
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2004
pagine: 179
Di fronte al moltiplicarsi della fotografia, all'onnipresenza dell'immagine e all'incalzare dei messaggi che reclamano tutti con massima urgenza la nostra attenzione, non manca chi si è posto a riflettere sui problemi che tutto ciò solleva, sugli schock e le abitudini che derivano da queste frequentazioni. I saggi che a questo tema ha dedicato la Sontag occupano un posto particolare, perché tutti i motivi, le suggestioni, i problemi e le relazioni, vengono non solo ripensati e riproposti, ma anche verificati allargando il discorso all'intera situazione culturale e politica, individuando una rete di significati nell'evoluzione della fotografia che gettano luce nuova e diversa sul fenomeno e consentono una ricapitolazione stimolante ed esaustiva.
Odio sentirmi una vittima. Intervista su amore, dolore e scrittura con Jonathan Cott
Susan Sontag, Jonathan Cott
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2016
pagine: 163
Riflettere è stata l'attività principale nella vita di Susan Sontag. E scrivere. Riflettere e scrivere sulla malattia e sulla marginalità dei malati, dei pazzi, degli artisti; sulla rottura delle categorie stereotipiche di maschio e femmina o giovane e vecchio; sul rapporto tra amore, eros e amicizia; sulla necessità dell'impegno contro le guerre e della critica alla società occidentale; sul bisogno di reagire all'anti-intellettualismo. Nella sua vita. Susan Sontag ha sperimentato di tutto: la laurea a Harvard e l'insegnamento alla Columbia University insieme alle droghe e al punk-rock dei concerti di Patti Smith al Cbgb; il divorzio e la fuga dall'insegnamento universitario e poi la vita tra New York e Parigi e l'amicizia con Roland Barthes. In "Odio sentirmi una vittima" Susan Sontag racconta che cosa significhi essere una donna intelligente, indipendente e appassionata. Una donna che ha saputo trasformare l'inquietudine esistenziale in un'incessante e fruttuosa ricerca, nella tensione a reinventarsi perpetuamente. Una donna che non ha avuto paura di rivoluzionare tutto più e più volte, muovendosi sempre in terra straniera e sempre scoprendo di essere già in cammino: una vita passata ad andare via, un eterno apprendistato alla vita.
Oltre la letteratura. Conversazioni con Susan Sontang
Susan Sontag
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 115
Queste interviste a Susan Sontag, raccolte in un arco di tempo che va dal 1975 al 2002, si propongono come un cammino lungo l'evoluzione del pensiero della scrittrice americana. Nella gran varietà dei suoi interessi culturali e politici e nel costante aggiornamento delle prospettive, vi spiccano alcuni punti fermi. Forse il più rilevante è il rapporto col testo e l'esercizio della scrittura come un dovere interiorizzato, come forma necessaria di impegno umano prima ancora che sociale. Le letture più amate, spesso di classici europei - da Gide a Dostoevskij -, l'esercizio costante della citazione e della rielaborazione critica, tutto ci parla di un rapporto con il reale sempre mediato dall'esercizio della scrittura, non come interpretazione, ma come autentico codice in cui la realtà umana si esprime. Il segreto dell'impatto di uno scrittore "impegnato" diventa quindi non l'eteronomia ma una radicale e perseguita autonomia dell'arte, l'unica in grado di percepire le autentiche continuità culturali. La militanza della Sontag in molti temi cruciali del Ventesimo secolo, dal pacifismo al femminismo, fino alle politiche statunitensi dopo 1'11 settembre, è a volte esplicitata, più spesso implicita sotto il tono apparentemente disimpegnato di queste interviste. In realtà le sue risposte seguono il rigoroso senso strutturale di chi è abituato a governare i propri pensieri rispetto a un ideale formale (che coincide con il senso morale), senza preoccuparsi di compiacere l'interlocutore. Come riassume la Sontag a chiusura di una di queste interviste: «Non scrivo perché c'è un pubblico. Scrivo perché c'è la letteratura».
La coscienza imbrigliata al corpo. Diari 1964-1980
Susan Sontag
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2019
pagine: 593
In questo secondo volume dei diari e taccuini di Susan Sontag, che copre la parte centrale della sua vita, si dispiega un fitto caleidoscopio di incontri, viaggi, amori, letture, progetti e riflessioni. Palinsesto di idee e spunti di approfondimento per penetrare nel laboratorio esistenziale e creativo dell’autrice, questi diari rappresentano per il lettore una full immersion in una delle menti piú brillanti, intrepide e voraci del XX secolo, sempre mobilissima e inappagata, sempre inquieta e curiosa di sé e del mondo. Dall’esperienza creativa a quella amorosa, dall’universo degli affetti a quello della cultura, della politica e della società, Sontag esplora senza sosta i processi intellettuali – incarnati nella singolarità dell’esistenza – della “coscienza imbrigliata al corpo”, con lucidità e passione inesausta, in un contesto internazionale ricchissimo di stimoli che l’autrice insegue, assimila ed elabora instancabilmente.
L'amante del vulcano
Susan Sontag
Libro: Copertina morbida
editore: Nottetempo
anno edizione: 2020
pagine: 496
Nella New York di fine Novecento Susan Sontag decide di scrivere un romanzo dal forte sapore storico, ambientandolo nella Napoli di fine Settecento, metropoli fastosa e disperata alle prese con la Rivoluzione che darà vita alla Repubblica Napoletana. Al centro del racconto un uomo all'apparenza algido e distaccato, animato da un'indomabile passione per il vulcano almeno quanto per l'arte e i ricercati pezzi di antiquariato di cui è collezionista: si tratta dell'ambasciatore inglese Sir William Hamilton, che, tra le altre vicende, si trova coinvolto in un triangolo amoroso che vede in lui uno dei vertici, assieme alla seconda moglie Emma, considerata una delle donne piú belle dell'epoca, e all'ammiraglio Horatio Nelson. Nell'intreccio narrativo le vicende storiche realmente accadute passano attraverso l'immaginazione dell'autrice, diventando vive e creando mondi imprevisti. Sempre presente sullo sfondo del romanzo, il Vesuvio pare simboleggiare la bellezza, l'imprevedibilità, l'inquietante vitalità e la potenza esplosiva delle cose che giacciono sotto la superficie e improvvisamente tornano visibili. Ne "L'amante del vulcano", da molti anni introvabile in Italia, Sontag mette in scena lo spettacolo della Storia, filtrandolo attraverso una forte coscienza autoriale.
Malattia come metafora e L'AIDS e le sue metafore
Susan Sontag
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2020
pagine: 240
Un classico, ha scritto Italo Calvino, non ha mai finito di dire quel che ha da dire. Cosa ci dicono, oggi, questi due saggi di Susan Sontag, intensissimi e intrepidi come da sua cifra, pubblicati per la prima volta nel 1978 e nel 1989? Che la malattia, nonostante l’illusione di oggettività che l’Occidente “scientifico” tende a coltivare, non è percepita né concepita secondo le sue coordinate reali, ma è una costruzione culturale, profondamente connotata in senso metaforico. La malattia non parla di se stessa, perché la facciamo sempre parlare di altro, attraverso il linguaggio figurato con cui la bardiamo nella comunicazione e nell’immaginazione. E poiché “è quasi impossibile prendere residenza nel regno dei malati senza lasciarsi influenzare dalle sinistre metafore architettate per descriverne il paesaggio”, è in primo luogo ai malati che dobbiamo una resistenza e una liberazione dal cascame di queste metafore, particolarmente pericolose nel caso di malattie epocali, mitizzate (e mistificate) come “predatori malvagi e invincibili”: il cancro e le epidemie infettive (peste, tbc, sifilide, Aids, e altre che potremmo aggiungere a partire dal presente). “Nel tentativo di comprendere il male ‘radicale’ o ‘assoluto’, andiamo alla ricerca di metafore adeguate”, ma è solo togliendo potere a queste appropriazioni retoriche, afferma Sontag, che possiamo conoscere più a fondo la realtà della malattia e affrontarla con la necessaria consapevolezza.
Davanti al dolore degli altri
Susan Sontag
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2021
pagine: 160
Le sofferenze della guerra e l'orrore della morte si stampano nella mente attraverso immagini che lasciano un'impronta ostinata: dai cadaveri dei soldati della Guerra Civile Americana fotografati da Alexander Gardner alla celeberrima Morte di un miliziano repubblicano di Robert Capa, dalla bandiera usa a Iwo Jima ai bambini vietnamiti bruciati dal napalm, dalle foto dei lager nazisti nel gennaio del '45 a quelle del campo di Omarska in Bosnia, per arrivare fino alle rovine di Ground Zero. Susan Sontag parla, a questo proposito, dello “shock” della rappresentazione fotografica, che ci mette in modo autoritario e immediato davanti al dolore degli altri. Esaminando la cavalcata di questo shock nel corso del tempo, l'autrice arriva a un nodo cruciale della nostra contemporaneità: malgrado la complessità e l'instabilità dei concetti di realtà/riproduzione, memoria/oblio pubblico, visibilità/invisibilità, il “valore etico” delle immagini di sofferenza che ci investono – a volte fino all'ipersaturazione – rimane intatto. E rimangono le domande che percorrono stringenti le pagine di questo libro: cosa succede davanti alla rappresentazione del dolore degli altri? È possibile una “riproduzione” del dolore? Come si può fotografarlo o filmarlo senza sottrargli verità o produrre effetti di voyeurismo? E, più alla radice, chi è l'altro, quell'emblema perturbante che ci interpella dalla sua riproduzione? Ecco perché questo libro, pubblicato nel 2003, è ancora ricco di spinta e incisività, oltre a restare un irriducibile atto d'accusa contro la violenza: “nessuno può pensare e al tempo stesso colpire un altro essere vivente”.
Contro l'interpretazione e altri saggi
Susan Sontag
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2022
pagine: 420
Un limpido talento critico, una capacità fuori dal comune di orientarsi nell’universo contemporaneo di segni e linguaggi plurali: con sguardo allenato da continue combinazioni tra passioni profonde e interessi eclettici, Susan Sontag traccia un’originalissima, radicale rotta attraverso la teoria, la letteratura, il cinema, il teatro e le arti degli anni sessanta del ’900. Prima dell’“età del nichilismo”, Sontag scrive gli articoli riuniti nel 1966 in Contro l’interpretazione, il suo libro d’esordio come saggista: “un atto di liberazione intellettuale” che la fa in breve diventare una figura di riferimento dello scenario contemporaneo, delle sue rivelazioni, trasgressioni, sperimentazioni, illusioni, della sua opposizione alle gerarchie (alto/basso) e alle polarità (forma/contenuto, intelletto/sentimento). Che scriva dello “stile” come centro di gravità dell’espressione artistica o disegni una mappa dettagliata e ormai classica delle forme della sensibilità “Camp”, che parli degli happening in cui l’azione evade dai teatri o si sposti dal diario di Pavese ai Taccuini di Camus, dalla libertà di Genet alla coscienza disgustata di Sartre, il filo delle parole di Susan Sontag non perde il suo obiettivo: evitare che il vaso di Pandora dell’interpretazione-superfetazione si rovesci sull’esperienza dell’opera d’arte, deformandola e saturandola di “significati” a proprio uso e consumo.
Sotto il segno di Saturno
Susan Sontag
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2023
pagine: 216
"Sotto il segno di Saturno" raccoglie alcuni tra i più brillanti saggi pubblicati da Susan Sontag negli anni Settanta. In quest’affascinante galleria critica di grandi melanconici della letteratura e dell’arte, Sontag delinea con acutezza i tratti febbrili e le apatie, le provocazioni e le risacche, le tenaci ossessioni e i piaceri stravaganti che innervano le opere di alcuni autori chiave della modernità, maestri di sensibilità estetica talmente singolari da non avere allievi: Antonin Artaud, Walter Benjamin, Elias Canetti, Roland Barthes, Paul Goodman, Hans-Jürgen Syberberg. Ognuno di loro è a suo modo sovversivo e inquieto, pungolato dal tempo in dissoluzione e da un appetito insaziabile per le parole, le immagini, le passioni della mente, le trasgressioni del senso comune, le classificazioni eccentriche, le collezioni e i repertori – con un gusto ansioso e liberatorio per l’accumulazione e la decifrazione di libri, figure, memorabilia privati, pensieri e metapensieri. In controluce, questi ritratti di minuziosi, caparbi esploratori della conoscenza e della coscienza appaiono come autoritratti mascherati della stessa Sontag – che, da un punto di vista in questo caso oppositivo, non teme di ritornare sui propri passi come ha fatto spesso nella sua vita, per smontare il fascino camp di Leni Riefenstahl definendolo fascista.
Sulle donne
Susan Sontag
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 216
«Se le donne cambieranno, gli uomini saranno costretti a cambiare. Ma non lo faranno senza opporre una considerevole resistenza. Nessuna classe dominante ha mai abdicato ai propri privilegi senza lottare». Uguaglianza, bellezza, invecchiamento, sessualità, fascismo. Ancora attualissimi, i saggi sulle donne di una delle pensatrici più formidabili, originali e influenti del Novecento sono una chiave irrinunciabile per comprendere la modernità. «Le idee più interessanti sono le eresie», scriveva Sontag e i testi qui raccolti ne sono la dimostrazione. “Sulle donne” riunisce per la prima volta i pezzi più importanti sulla questione femminile pubblicati da Sontag tra il 1972 e il 1975. Pagine seminali con le quali Sontag, come dice Benedetta Tobagi nella prefazione, «dimostra una capacità critica che combina le qualità di una mente affilata e l’attitudine caratteriale a essere sempre e comunque una “scrittrice antagonistica, una scrittrice polemica”».