Libri di VALENTINA MARCHESI
Eugenio Montale critico letterario
Valentina Marchesi
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2013
pagine: 257
Il volume si propone di offrire un profilo della produzione di Eugenio Montale (1896-1981) come critico letterario, a partire dai suoi esordi sulle riviste di Torino, Genova e Milano, nella prima metà degli Anni Venti, sino all'attività di lungo corso nella redazione milanese del "Corriere della Sera" a partire dal 1948. Nel panorama di studi su Montale manca ad oggi infatti un profilo dell'autore come critico. Vengono pertanto proposte alcune ipotesi relative ai rapporti tra poesia e prosa monta liane: rielaborazioni parallele in prosa e in poesia di esperienze esistenziali, occasioni culturali, epifanie di interlocutori (Benedetto Croce, Ernest Hemingway, Roberto Bazlen) che diventano, nel processo di scrittura, microcosmi di sperimentazione stilistica e di un discorso autobiografico, che emerge con carsica discrezione dal fluire delle pagine, consentendo a Montale di suggerire, dietro la diversità dei generi letterari e delle mansioni (il celeberrimo "secondo mestiere", ancora citato nel discorso per il Premio Nobel nel 1975), l'unità della propria esperienza di uomo di cultura.
I duchi di Urbino-De Urbini ducibus liber
Pietro Bembo
Libro: Libro in brossura
editore: I Libri di Emil
anno edizione: 2011
pagine: 336
Al di là della tessitura retorica prelevata da Cicerone, scelto in modo risoluto (e in esordio al dialogo) come simbolo stesso di quell'universo, trapelava la lezione civile che la figura di Guidubaldo, accostata alla stirpe degli Scipioni, poteva indicare con l'appello al figlio adottivo Francesco Maria e soprattutto, attraverso la virtù di Elisabetta, alle altre realtà politiche italiane. Emblema di saggezza e di una virtù affabilmente disposta al dialogo (giusta l'amabilitas che Bembo gli attribuiva), Guidubaldo diventava accecante esempio di una tenacia stoica, costantemente minacciata dall'emergenza del presente, che conserva però nella certezza della giustizia e nel conforto della cultura (ovvero nel primato della vita contemplativa, come affermerà, dietro il ricordo di Federico da Montefeltro, anche Castiglione in Cort. IV 26) la sua irriducibile ricompensa.