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Marsilio: Letteratura universale

Cose rare e ammirande del nuovo mondo. Le piante commestibili americane nell’editoria veneziana tra Cinque e Settecento

Cose rare e ammirande del nuovo mondo. Le piante commestibili americane nell’editoria veneziana tra Cinque e Settecento

David Gentilcore

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 128

L’Italia, come il resto dell’Europa, deve molto al cosiddetto «scambio colombiano». A sua insaputa Cristoforo Colombo dette il via all’unificazione biologica del pianeta, unificando due sistemi colturali e alimentari che fino ad allora si erano evoluti separatamente. Il risultato fu uno scambio dei frutti della terra che continua ancora oggi. Come potevano apparire le nuove piante agli italiani dell’età moderna? Le primissime reazioni al Nuovo Mondo furono di curiosità, stupore, meraviglia ma anche di frastornamento. Una volta arrivate in Europa le piante continuarono a rappresentare una sfida: come classificarle? Quali di loro potevano essere commestibili, dannose, salutari, medicamentose? Quali sarebbero cresciute bene e quali no? Per dare un senso all’accoglienza delle piante americane in Italia – mais, pomodori, patate, ecc. –, il libro propone di suddividere in due fasi distinte le traiettorie lungo le quali sono entrate nella catena agroalimentare. La prima fu quella dell’osservazione, caratterizzata dall’identificazione, dall’«esperienza», dallo scambio di informazioni tra studiosi del mondo naturale. La seconda fu quella della naturalizzazione, durante la quale i prodotti del Nuovo Mondo furono resi familiari, «volgari», passando da curiosità botaniche e ornamentali a ortaggi da campo, con un corrispondente balzo in termini di modelli di consumo. Pur non partecipando direttamente ai viaggi di scoperta e alle conquiste del Nuovo Mondo, Venezia ebbe un ruolo di primissimo piano nella divulgazione di notizie e idee per mezzo della stampa, producendo opere di grande successo che ebbero larga diffusione in Italia e nel resto d’Europa.
12,00

Novelliere campagnuolo

Novelliere campagnuolo

Ippolito Nievo

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 784

Quando Ippolito Nievo nella primavera del 1855 si dedicò al romanzo «contadinesco» (Il Conte Pecorajo) e al racconto campagnolo il genere era praticato da oltre un decennio. Vi lavorò con originalità e nell’intento di distinguersi in primo luogo da Giulio Carcano condusse una sperimentazione vigile misurandosi con i maggiori modelli letterari, tenendo aperto il confronto con i lettori e con i periodici. Esordì su «La Lucciola» di Mantova con "La nostra famiglia di campagna", un testo programmatico che affronta la grande questione del distacco tra le classi superiori cittadine e le plebi rurali, ostacolo al percorso di unificazione nazionale, e al tempo stesso funziona da serbatoio di temi e di strutture narrative. Nel giro di poco tempo seguirono altri racconti, alcuni divenuti celebri come "Il Varmo e i filò di Carlone, vecchio bifolco di Fossato". Ambientati nel vasto paesaggio della pianura mantovana e in quello più vario del Friuli, preannunciano in molte pagine il Nievo maggiore, quello delle "Confessioni d’un Italiano" e di "Rivoluzione politica e rivoluzione nazionale". Lo scrittore avrebbe voluto pubblicare in volume i racconti, ma sono stati gli studiosi a riunire le sue «novelle campereccie» includendo o escludendo dal novero Le Maghe di Grado e La corsa di prova (originariamente L’uomo fa il luogo e il luogo l’uomo). Della discussione si dà conto nel saggio introduttivo dove si spiegano, tra l’altro, anche le ragioni della scelta operata per questa edizione nazionale.
39,00

La metamorfosi. Testo originale a fronte

La metamorfosi. Testo originale a fronte

Franz Kafka

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 176

"La metamorfosi" è per sua stessa genesi letteraria la storia di un incubo che diventa reale. Reale per il celebre protagonista Gregor Samsa, giovane commesso viaggiatore che in un mattino qualunque si sveglia e si scopre trasformato in una «bestia immonda». E reale per il lettore, che nella parabola tristemente nota di Gregor – le cui sembianze generano un orrore senza nome all’interno delle mura domestiche, e scatenano nei suoi familiari passivo ribrezzo e infine rifiuto aperto – vede inverarsi tutta una serie di fantasmi, archetipi dell’umano prima che della letteratura. Ad affollare le pagine del breve ma forse più conosciuto racconto di Kafka sono la paura dell’altro e l’ignoranza di sé, l’impossibilità di farsi capire, la precarietà materiale e la miseria umana. Ma anche l’assurdità che accompagna l’inquinarsi di quello spazio che dovrebbe essere legato all’affetto e alla vicinanza. Tanto da finire per chiedersi quale corpo abiti la vera mostruosità.
15,00

L'amore, le Muse, la bellezza, l’incanto, il rito

L'amore, le Muse, la bellezza, l’incanto, il rito

Saffo

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 104

Come non riconoscere lo spirito di Orfeo nell’incanto della parola-musica di Saffo, quando ci conduce alla contemplazione dell’attimo eterno in cui la luna piena trionfa sugli astri, inargentando il cielo, o quando ci fa partecipi del piccolo estasiato éranos, il banchetto nel verde del bosco accompagnato dal mormorio gentile di un ruscello silvestre? Di stirpe aristocratica, Saffo nacque a Ereso, vicino a Mitilene, nell’isola di Lesbo, e fiorì tra la fine del secolo VII e l’inizio del VI a. C. Fu erede – l’unica, a differenza per esempio di Diotima, iniziatrice di Socrate ai misteri di Eros, di cui ci siano giunte parole scritte – di quell’epoca della cultura e della spiritualità ellenica in cui la trasmissione dei culti, delle iniziazioni e degli insegnamenti era affidata prevalentemente a figure femminili. Saffo dagli occhi di viola fu direttrice e sacerdotessa di un tiaso consacrato ad Afrodite, alle Muse e alle Cariti, e maestra di giovani donne che venivano da lei per essere educate alla poesia, alla danza, alla musica, al rito, e preparate al ruolo futuro nella famiglia e nella società. Come nella paideía virile, anche nel tiaso femminile l’educazione e l’iniziazione potevano implicare rapporti omoerotici. Saffo cantava, o cantilenava, accompagnata dalla lira, parole in musica, musica in parole che calamitano l’ascoltatore-lettore in una trama armonica, come lo sfondo stesso della vita nella visione orfica. In questo bordone sonoro si incastona, evocato da esso e insieme evocandolo, lo stato di coscienza unitaria e insieme intensamente intrisa di amore per la vita e passione a cui Saffo ci convoca, tuttora, dal tempo senza tempo, con uno sguardo baciato dalle Muse e dalle Cariti, che valica i millenni e ci restituisce intatta, sorgiva, la sua esperienza, illuminata dalla pupilla lucente della Dea, che consacra ogni vissutezza.
12,00

Amore e Psiche. L'enigma dell'amore

Amore e Psiche. L'enigma dell'amore

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 272

La favola di Amore e Psiche, tramandata dalle Metamorfosi di Apuleio, è forse la più affascinante e misteriosa di ogni tempo. Il figlio di Afrodite, Amore, si innamora di Psiche, l’anima, ma il loro amore ha una condizione: Psiche non dovrà mai vedere il volto del suo amato. Amore diventa così lo sconosciuto amante notturno, che la possiede nel buio e all’alba sparisce. Psiche però, vinta dal desiderio di conoscere il suo amante, lo coglie nel sonno e gli illumina il volto con una lampada. Amore fugge, lasciando Psiche nella disperazione, ma i due innamorati, dopo un lungo periodo di peripezie, si ritroveranno e si uniranno in matrimonio: dalla loro unione, nascerà Voluttà. La favola ha dato vita a un numero infinito di variazioni. Secondo La Fontaine, per cui «tutto l’universo obbedisce all’Amore», i due amanti rappresentano la prova che l’illusione e il desiderio, cioè l’amore al buio, siano da preferire alla realtà. Per Keats, che diventa il «sacerdote di Psiche», Amore e Psiche simboleggiano il trionfo dell’amore. Secondo Heine, la colpa di Psiche, che «si lascia morire perché i suoi occhi hanno visto il corpo nudo del suo Amore», rappresenta i mali del cristianesimo. Per Leopardi, la curiosità di Psiche, «che era felicissima senza conoscere», è la prova dei danni della conoscenza. Secondo Pascoli, Psiche è l’emblema dell’impossibilità dell’amore, e non a caso ritroverà il suo Amore solo «oltre la morte». Per Marina Cvetaeva, la favola è il simbolo di quello che l’amore dovrebbe essere: «anima senza corpo». Il significato di Amore e Psiche, quindi, rimane un mistero, che rispecchia, forse, l’enigma dell’amore.
18,00

Il Milione. La descrizione dettagliata del mondo

Il Milione. La descrizione dettagliata del mondo

Marco Polo

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 352

Il Milione di Marco Polo è un classico della letteratura universale fatto di molti libri. Libro di viaggio e di avventure, reportage su usi e costumi di paesi misteriosi e leggendari, rassegna antropologica che misura tutte le differenze dei comportamenti umani, dalla civiltà più raffinata, saggia e sfarzosa, alla barbarie appena uscita dalla primordialità bestiale e ad essa ancora contigua. Tutte queste tonalità e oscillazioni, questi sbalzi che attirano l’occhio di Marco Polo (e quindi del lettore) da un fatto meraviglioso all’altro si susseguono con tale incisiva rapidità, con tale fulminea concentrazione della narrazione, che è proprio questa palpitante densità a produrre nel lettore quella famosa e insuperata sensazione di meraviglia, di stupore, di incanto – non meno delle fiabe delle Mille e una notte – che, fin dal medioevo, colpisce immediatamente chi ne sfogli le pagine. Nel Milione l’Occidente ha trovato uno dei suoi più ricchi giacimenti di storie, di moralità, di tipi psicologici, di veri e propri eroi: uno su tutti, Qubilai Qa’an, l’imperatore mongolo dal palazzo più bello del mondo, che rinascerà nella nostra cultura in varie incarnazioni, dal visionario poema di Coleridge all’imprescindibile Citizen Kane di Orson Welles. Per questa nuova traduzione ci si è attenuti al codice parigino fr. 1116, considerato dagli studiosi il più puro, il più vicino a ciò che effettivamente Marco dettò a Rustichello.
22,00

La finta ammalata

La finta ammalata

Carlo Goldoni

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 216

Rosaura si strugge per l’amore che porta in segreto al proprio medico, il dottor Anselmo degli Onesti. Disperato per il male che affligge la figlia, l’ignaro Pantalone moltiplica i consulti intorno alla giovane. Egli diventa così la facile preda di medici disonesti e incompetenti, quali l’arrogante e dogmatico Onofrio Buonatesta e l’incolto e servile Merlino Malfatti. A questi si aggiungono il chirurgo Tarquinio, ossessionato dal salasso, e l’avido speziale Agapito, la cui sordità genera una serie di gustosi equivoci. Toccherà al virtuoso Onesti fare chiarezza sulla malattia di Rosaura e, con l’aiuto della di lei amica Beatrice, somministrarle la cura che le permetterà di ritrovare la salute. Seconda commedia del carnevale 1751, La finta ammalata dialoga esplicitamente con Molière e la sua commedia-balletto L’amour médecin. Goldoni vi rivisita in maniera originale il rapporto tra finzione, amore e malattia, dando espressione, attraverso la malattia d’amore di Rosaura, alle nuove tendenze della medicina coeva. Le numerose edizioni settecentesche che s’intersecano l’una con l’altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell’impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell’edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all’ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall’autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l’evoluzione della singola opera fino al momento in cui l’autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell’interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna.
16,00

Il maestro di campagna

Il maestro di campagna

Katai Tayama

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2023

pagine: 344

Giappone, 1901. Hayashi Seizō è giovane e ambizioso, ma anche povero, e a differenza dei coetanei che si trasferiscono a Tōkyō per proseguire gli studi, è costretto, dopo il diploma, a rimanere in provincia. Qui accetta con scarsa convinzione un posto da maestro elementare in un villaggio. Nel Maestro di campagna Tayama Katai ripercorre la traiettoria di un vinto, basandosi sui diari di un giovane realmente esistito. Deluso progressivamente dall’amore e dall’amicizia, frustrato nelle ambizioni di riscatto sociale e artistico, Seizō sembra poco alla volta accettare la propria sorte nel mondo. Ma quando ciò avviene, la tragedia lo colpisce, negli stessi giorni in cui il paese esulta per le vittorie della Guerra russo-giapponese. Incarnando magistralmente le poetiche del naturalismo, Il maestro di campagna ci restituisce un caso di studio sull’infelicità umana, in cui le condizioni familiari, sociali e geografiche di partenza giocano un ruolo determinante. Appassionato ritratto dei sogni e degli ideali di una generazione, il romanzo costituisce un importante documento storico-letterario, ma anche un’originale esplorazione degli effetti della modernità sulle comunità che si trovano alla sua periferia.
19,00

Sirene. Il mistero del canto

Sirene. Il mistero del canto

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2023

pagine: 328

Cantano, suonano, incantano, piangono, ammutoliscono. Le sirene, figlie del mito e guardiane del mistero, sono predestinate a svolgere un ruolo emblematico nella storia dell’umanità. Presidiano la soglia tra luce e ombra, tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Il loro corpo ibrido è come un geroglifico che tiene insieme l’umano e l’animale in una endiadi di perturbante bellezza. Come se, nel momento stesso in cui la mente umana ha inventato queste creature, avesse lanciato una sfida poetica e conoscitiva a quel principio della «contradizion che nol consente», per dirla con Dante. Perché di contraddizione si tratta. Di una unione tra due nature, umana e animale, e proprio per questo l’esito è un essere fantastico destinato a impressionare nel profondo il nostro immaginario. Al punto che da oltre tremila anni le incantatrici interrogano la testa e il cuore dell’Occidente. Omero le ha trasformate in un mito immortale raccontando il loro incontro fatale con Ulisse. Ovidio ne ha descritto la metamorfosi originaria. Friedrich de la Motte Fouqué ha ammantato di inquietudine le loro vicende terrene. Hans Christian Andersen ha portato il lettore dalla loro parte fino all’immedesimazione. Gérard de Nerval e Matilde Serao hanno celebrato le glorie di una delle sirene omeriche, Partenope, la mitica fondatrice di Napoli. Franz Kafka le immagina come mute e dispettose eroine antiborghesi. James Joyce le innesta come ultime vibranti epicuree nel flusso di coscienza dell’Occidente. Ingeborg Bachmann invoca la loro furia distruttiva per vendicarsi di chi le ha spezzato il cuore. A legare tutte queste variazioni sul mito sirenico sono il potere allucinatorio della voce e l’abissale mistero del canto.
20,00

Favole (libri VII-XII). Con testo a fronte

Favole (libri VII-XII). Con testo a fronte

Jean de La Fontaine

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2023

pagine: 592

Sull’onda del successo ottenuto dalla sua prima raccolta di Favole, La Fontaine ne pubblica una seconda dieci anni dopo (1678), poi completata nel 1693. Sono sempre favole esopiche, ma il quadro ora si allarga, le favole si distendono e lo sguardo si rivolge sempre più a Oriente per accogliere la tradizione favolistica indiana e persiana. Al corvo e alla volpe si aggiungono dunque elefanti e scimmie; compaiono pascià e sultani, come sugli arazzi a tema esotico che in quegli stessi anni iniziano a decorare i saloni di Versailles. Rimane invariata l’acutezza psicologica e la spiritosa severità con cui La Fontaine indaga l’opportunismo e il conformismo della società di corte, nonché i vizi, le debolezze e le miserie dell’uomo di sempre. La Cicala e la Formica, Il Lupo e l’Agnello, La Volpe e l’uva, La Lepre e la Tartaruga… le Favole di La Fontaine, una delle opere più amate della letteratura mondiale, sono qui presentate in una nuova traduzione completa, con testo originale a fronte. Questa traduzione, che restituisce la grazia e l’eleganza di una delle massime espressioni della letteratura francese, è corredata da una introduzione critica che sottraendo le Favole allo scaffale dei libri per l’infanzia le ricolloca nell’ambito della grande letteratura morale e sociale di tutti i tempi. Capolavoro di arguzia psicologica, le Favole sono lo specchio implacabile che gli animali tendono all’uomo per mostrargli i suoi vizi e insegnargli la virtù della tolleranza. In questa grande commedia dai cento atti, il leone dialoga con il topo, la volpe con il corvo, il contadino con il signore, facendo risaltare lo straordinario 'esprit de finesse' che caratterizza tutte le favole: la finezza con cui animali furbi, piante sapienti e divinità capricciose parlano tra loro nella comune intenzione di “addomesticare” gli uomini.
30,00

Fame

Fame

Knut Hamsun

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2023

pagine: 208

Lui è un giovane aspirante scrittore che vaga per una città nordeuropea alla ricerca di un espediente per procurarsi il prossimo pasto e dell’ispirazione per scrivere qualche pagina. Sempre a un passo dalla rovina, preda di una febbrile inquietudine e combattuto tra gli assilli materiali e la difesa della propria dignità, si scontra con una società che pare organizzata apposta per escluderlo e umiliarlo. Lei è Kristiania (oggi Oslo), l’altrettanto giovane capitale norvegese, topografia e spazio fisico che risuona nel corpo emaciato e nella mente irrequieta, accoglie o più spesso respinge. Sono loro – insieme al linguaggio modernissimo e sperimentale, in grado di tradurre ogni segno e invenzione della vita psichica – i coprotagonisti di questo romanzo che procede per cerchi concentrici intorno a un vuoto di azione e di senso, tra un inizio e un finale apparentemente casuali e che alla sua comparsa, nel 1890, segnò una rottura con la tradizione naturalistica e borghese e s’impose come uno dei primi capolavori della letteratura modernista.
15,00

La malattia di Perdicca. Testo latino a fronte

La malattia di Perdicca. Testo latino a fronte

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2023

pagine: 168

Sfidare Amore, il dio che persino gli altri dei temono, non conviene mai. Ma il principe Perdicca, condannato da Venere ad amare la sua stessa madre, accetta la prova. Questa è la tragica storia, dal finale sorprendente, che ci racconta un poeta anonimo del V secolo, attingendo in abbondanza ai suoi testi preferiti e imitando la grande poesia del passato. Scoperto solo in tempi recenti, il poemetto Aegritudo Perdicae è contenuto in un unico codice pieno di guasti: con i tanti misteri proposti dal testo potranno cimentarsi filologi di professione e studenti alle prime armi. Per tutti il gioco si rivelerà appassionante.
14,00

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