Officina Libraria: Saggi in officina
Wart Arslan e lo studio dell'arte tra metodo e ricerca
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2019
pagine: 287
Nel 1942 Wart Arslan (1899-1968) divenne il primo docente ordinario di Storia dell'arte dell'Università di Pavia. Qui avviò pionieristiche indagini sul patrimonio storico-artistico locale e più in generale lombardo, mettendo a frutto, sul campo e nella didattica, il metodo di ricognizione, osservazione e catalogazione appreso a Roma, alla scuola di Adolfo Venturi, e maturato poi negli anni. L'infaticabile impegno di Arslan individuò vistose lacune negli studi sull'arte lombarda, in particolare sull'architettura altomedievale e medievale e sull'architettura e le arti figurative del Settecento nella loro particolare declinazione locale (che fu lui a chiamare «barocchetto lombardo»). Intorno a questi temi Arslan promosse a Pavia convegni internazionali, aprendo a un confronto ampio le novità emerse dalle ricerche locali. All'esplorazione del territorio, all'identificazione di maestranze artistiche fino ad allora ignorate e alla lettura stilistica delle opere egli avviò i suoi allievi, e la ricerca italiana ed europea.
La vita di Giovanni Morelli nell'Italia del Risorgimento
Jaynie Anderson
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2019
pagine: 270
Prima di Morelli (1816-1891) l'attribuzione di un dipinto a un artista o a una scuola si fondava spesso sulla tradizione o su un'impressione generale, quando non addirittura sull'istinto. La sua formazione medica lo indusse a osservare da vicino i particolari anatomici e a esaminare con rigore scientifico le opere dei grandi maestri rinascimentali. Combinando il vaglio attento, l'analisi e il confronto di dettagli per lo più trascurati da collezionisti, critici ed esperti museali, il metodo morelliano divenne la base della moderna connoisseurship. Fiero patriota italiano di origini svizzere protestanti, Morelli prese parte al Risorgimento rischiando la vita nelle guerre d'Indipendenza. Servì per quattro mandati come deputato nel Parlamento del Regno di Sardegna e in quello dell'Italia unita, per poi essere nominato, nel 1873, senatore a vita. In un'epoca in cui tante grandi raccolte della Penisola erano preda di collezionisti e musei stranieri, si fece promotore di misure legislative, tra le prime al mondo, volte alla tutela delle opere d'arte. La vita di Morelli fu segnata da profonde amicizie e relazioni sentimentali con grandi donne quali Clementina Frizzoni, Laura Acton, Vittoria, figlia della regina d'Inghilterra e principessa ereditaria, poi imperatrice, di Germania. Per lascito testamentario, la collezione di Morelli è passata all'Accademia Carrara di Bergamo, città natale della madre e luogo cui restò sempre legato.
Pordenone ma anche Correggio e Michelangelo
Alessandro Ballarin
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2019
pagine: XI-251
Questo volume è dedicato a Giovanni Antonio de Sacchis, detto il Pordenone (1483/84-1539), uno dei protagonisti della pittura in Valpadana della prima metà del Cinquecento. Dopo l’iniziale periodo di formazione friulano, viene influenzato da Giorgione (affreschi di Vacile e pala di Spilimbergo). Il suo stile diverrà più ampio e drammatico dopo un soggiorno romano (affreschi del duomo di Treviso e del duomo di Cremona). Il confronto con Correggio e Parmigianino è esemplificato dalla cupola di Santa Maria di Campagna a Piacenza e quello con Tiziano in alcune pale d’altare di cui rinnova il tradizionale impianto compositivo. Il saggio che qui presentiamo, scritto da Alessandro Ballarin, grande esperto di pittura veneta del Cinquecento, in punta di stilografica nella primavera-estate del 1989, è rimasto a lungo in una scatola d’archivio. Ripreso in mano nel 2018, dopo aver terminato i sette volumi di testi e tavole del Giorgione, è stato aggiornato e approfondito. La storia di Pordenone, seguita dall’ultima fase dei lavori nel castello dei Collalto a San Salvatore di Susegana nel 1511 fino alla morte avvenuta a Ferrara alla corte di Ercole II nel 1539, ne esce profondamente modificata nella sua fisionomia, rispetto alle due monografie di riferimento, di Caterina Furlan del 1988 e di Charles Cohen del 1996 (in inglese). Soprattutto risultano studiate in modo diverso la foga e l’intelligenza con cui egli si è rapportato ai grandi avvenimenti figurativi del suo tempo, in particolare a Tiziano, a Correggio, a Michelangelo; e nel seguire fino in fondo le circostanze di questi confronti, succede che gli sviluppi dell’indagine si propongano di chiarire alcuni punti nevralgici della storia stessa di quei tre autori. Il grande tema dell’impatto della cappella Pallavicino (chiesa dell’Annunciata, Cortemaggiore) sulle vicende della pittura padana degli anni Venti del Cinquecento, finora totalmente mancato, comporta un’irruzione nella storia artistica di Bologna di quel momento, destinata a cambiarne la nostra visione. Il seguito a Venezia negli anni Trenta, dopo Piacenza e Genova – un passo scritto per l’occasione a partire da una novità rimasta in archivio per quarantacinque anni, che sarà una delle ragioni di attrazione del libro –, dà luogo ad un riassetto della produzione di quel momento, che però alla fine, grazie a quella novità, sfuma nella scoperta di una nuova stagione ferrarese destinata a restare piena di incognite.
L'incostante provincia. Architettura e città nella marca pontificia 1450-1750
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2019
pagine: 203
Pur avendo dato i natali a grandi maestri (Bramante, Raffaello), e sebbene importanti architetti vi abbiano lasciato tracce non indifferenti del loro passaggio (Francesco di Giorgio Martini, Gerolamo Genga, Antonio da Sangallo il Giovane, Pellegrino Tibaldi, Luigi Vanvitelli), le Marche sono state spesso considerate, per ragioni storiche e geografiche, una realtà periferica negli studi di storia dell'arte e dell'architettura. Il presente volume, esito di una ricerca collettiva cui hanno preso parte studiosi italiani e anglosassoni, indaga momenti salienti della produzione architettonica nelle Marche, cercando di evidenziare soprattutto episodi in cui emerge il confronto tra architetti, maestranze forestiere ed artefici locali, come pure l'importazione di modelli esterni, senza trascurare il ruolo non secondario dei committenti. Più che tracciare un impossibile affresco complessivo, i saggi che compongono il volume cercano di far luce su singole realtà urbane (Ancona, Ascoli, Camerino, Fano, Osimo) in un momento particolarmente significativo della loro storia.
Terra di confine. Arti figurative a Bergamo nel Rinascimento (e oltre)
Simone Facchinetti
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2019
pagine: 203
Il libro è costituito da dieci saggi che indagano altrettanti argomenti artistici legati a una Terra di confine: prendono spunto da opere, artisti e testimonianze conservate a Bergamo, la città più occidentale della Serenissima. I pittori studiati sono riletti criticamente a partire da un'aggiunta al catalogo, da una nuova interpretazione delle fonti o del loro percorso stilistico. Bernardo Zenale, Lorenzo Lotto, Giovanni Cariani e Giovanni Battista Moroni sono alcuni dei principali protagonisti di questa storia. Uno dei fili rossi della ricerca indaga la sopravvivenza e il riuso di modelli figurativi da parte di botteghe familiari di pittori (i Marinoni e i Santacroce). L'interesse per la storia della critica e l'esercizio della connoisseurship sono i motori che alimentano la costruzione delle indagini. Nella parte finale si affacciano due classici della materia: Giovanni Morelli e Roberto Longhi (visto attraverso gli occhi del giovane Alessandro Conti).
I Valadier
Alvar González-Palacios
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2019
pagine: 381
Il volume contiene una monografia dedicata alla famiglia di Luigi Valadier, il più famoso argentiere, fonditore di bronzi, disegnatore e ornatista del Settecento in Italia, che si tolse tragicamente la vita nel 1785. Negli undici capitoli di questo libro si raccontano le vite e l'attività di André Valadier, del suo più celebre figlio Luigi e del nipote ed erede della bottega Giuseppe, in un arco di tempo che va dal 1694 (anno del battesimo del capostipite) al 1799 (anno della morte, in esilio, di papa Pio VI). Nel mezzo si incontrano, tra i committenti dei Valadier, le più famose e influenti famiglie dell'aristocrazia romana di quel tempo, dai Borghese ai Chigi, dai Rezzonico agli Odescalchi, ma anche una clientela europea, tra cui il re di Svezia Gustavo III o il futuro zar di Russia Paolo I. Sulla scorta di una ricca e puntuale documentazione, di un'attenta analisi stilistica e di una dedizione ormai pluridecennale all'argomento, l'autore passa al vaglio le opere note e meno note (o inedite) dei Valadier, con l'ausilio di un corredo iconografico che affianca gli oggetti di volta in volta descritti ai materiali grafici provenienti dalla bottega (disegni preparatori e schizzi).
Gustave Dreyfus collectionneur et mecene dans le Paris
Alice Silvia Legé
Libro
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2019
pagine: 192
Nel corso della sua vita, il collezionista parigino Gustave Dreyfus (1837-1914) raccoglie nel suo appartamento in boulevard Malesherbes più di milleseicento opere d'arte rinascimentali. Le sculture di Desiderio da Settignano e Francesco Laurana, i dipinti attribuiti a Jacopo Bellini e a Botticelli, un impressionante numero di medaglie e placchette rendono la collezione Dreyfus una delle più importanti d'Europa. Appassionato amateur d'art, Dreyfus è un personaggio chiave dei salotti intellettuali della sua epoca: conosce la marchesa Arconati-Visconti, Edmond de Goncourt, la principessa Matilde Bonaparte, i Camondo e i Rothschild. Frequenta Adolfo Venturi e il giovane Bernard Berenson, e numerosi uomini d'arte come Auguste Rodin, Gabriele D'Annunzio e Jules Massenet. Dietro le quinte del Louvre incontra Charles Ephrussi, Léon Bonnat e numerosi celebri conservatori come Clément de Ris e Philippe de Chennevières. Grande viaggiatore, sviluppa un gusto eccezionale che gli permette di approfittare di ogni occasione per arricchire la sua collezione, sostenuto dagli illustri consigli di Alfred Armand e di Wilhelm von Bode.
Pratiche architettoniche a confronto nei cantieri italiani della seconda metà del Cinquecento
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2019
pagine: 268
Il confronto tra le pratiche architettoniche messe in atto nei cantieri italiani fra la seconda metà del Cinquecento e l'inizio del Seicento costituisce una esplicativa chiave di lettura del processo costruttivo post-michelangiolesco. Il volume, in cui confluiscono le ricerche presentate al convegno internazionale di Mendrisio, organizzato dall'Archivio del Moderno-USI il 3o e 31 maggio 2016, illustra casi studio esemplari con l'obiettivo di rilevare specificità, analogie, permanenze e novità nelle modalità operative e di gestione del cantiere, attuate a Roma, Loreto, Venezia, Genova e nel Regno di Napoli. Una particolare attenzione è riservata, inoltre, alle imprese edili di origine ticinese, rilevandone la significativa presenza nei cantieri presi in esame. Analizzato secondo diversi aspetti, dai meccanismi finanziari che ne regolano la gestione alle soluzioni tecnico-operative adottate, fino alle gerarchie di programmazione del lavoro delle maestranze, il cantiere emerge come momento privilegiato della produzione artistica, luogo di sperimentazione di molteplici saperi e incrocio di diversificate competenze.
Per diletto e per profitto. I Rondinini, l'arte e l'Europa
Cristiano Giometti, Loredana Lorizzo
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2019
pagine: 303
Sculture antiche, ritratti, stregonerie, paesaggi, giardini colmi di fiori rari e profumati fanno da sfondo alla saga dei Rondinini, il cui nome è ancora legato a due dei massimi capolavori scultorei di tutti i tempi, la Medusa tardoellenistica oggi a Monaco, assurta a simbolo di perfezione con Goethe, e la Pietà, ultima e tormentata fatica di Michelangelo. Grazie a lunghe ricerche compiute dagli autori, la collezione Rondinini è qui finalmente svelata: sono riemerse opere di grande rilevanza come quelle di Paul Bril e Pieter van Laer, fiamminghi che nel Seicento lavorarono per i Rondinini, insieme ad altri grandi maestri come Carlo Saraceni, Orazio Gentileschi, Giovanni Lanfranco, Claude Lorrain e Domenichino, Gian Lorenzo Bernini, Alessandro Algardi e Frangois du Quesnoy. Nel Settecento nel palazzo al Corso si ammirava un allestimento armonico e innovativo che univa al gusto per l'arte antica e i dipinti quello per i disegni e le terrecotte, disposti in un ambiente a loro dedicato e qui per la prima volta ricostruito. Nell'ultima sontuosa dimora romana il marchese Giuseppe, amico di Winckelmann e referente dei grand tourists, intuì le potenzialità della collezione, segnandone per sempre la fortuna europea.
Artisti e committenti lucchesi del Seicento a Roma
Stefan Albl, Sybille Ebert-Schifferer
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2018
pagine: 286
Il volume raccoglie gli atti della giornata internazionale di studi tenutasi a Roma presso la Bibliotheca Hertziana - Istituto. Max Planck per la storia dell'arte («Pittori lucchesi del Seicento a Roma», 25 maggio 2016), che ha visto la partecipazione di esperti di pittura lucchese di diverse generazioni. La pubblicazione di queste ricerche rappresenta un significativo incremento dello stato delle conoscenze in materia e un aggiornamento imprescindibile sulla presenza degli artisti lucchesi a Roma nel corso del XVII secolo. Molti infatti furono gli artisti nati e formatisi a Lucca che giunsero nella capitale pontificia nel corso del Seicento per risiedervi a lungo, spesso conquistando un ruolo tutt'altro che marginale sulla scena artistica contemporanea. Altri, attraverso la formazione romana e il soggiorno più o meno lungo nell'Urbe, contribuirono a rinnovare la pittura lucchese alla luce delle novità con cui erano entrati in contatto. Oltre a presentare acquisizioni documentarie e proposte attributive riguardanti i singoli artefici, il volume ambisce a fornire un quadro complessivo degli aspetti legati alle committenze romane (o maturate a Roma) sia delle principali famiglie lucchesi (Buonvisi, Spada, Franciotti) sia della fitta rete di rapporti intessuta dalla 'nazione' lucchese, nonché delle specifiche professionalità e degli interessi culturali ed economici dei cittadini dell'ultima repubblica toscana residenti a Roma. Tra gli artisti lucchesi attivi nell'Urbe nel corso del Seicento si prendono in esame in particolare le figure di Girolamo Massei, Pietro Sigismondi, Paolo Biancucci, Paolo Borghese Guidotti, Pietro Paolini, Pietro Testa, Giovanni Marracci, Filippo Gherardi, Giovanni Coli, Francesco Buonamici e Paolo Lipparelli.
La donna che amava i colori. Mary P. Merrifield. Lettere dall'Italia
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2018
pagine: 208
Mary Philadelphia Merrifield (1804-1889) è nota come «la signora delle tecniche artistiche»: a metà Ottocento scoprì, trascrisse e tradusse importanti manoscritti sul modo in cui gli antichi maestri creavano le loro opere; studiò i pigmenti e i colori, classificandoli ed esaminandone le proprietà fisiche e chimiche. Pubblicò tutto negli "Original Treatises on the Arts of Painting" (1849), ancora oggi un punto di riferimento imprescindibile per storici dell'arte e delle tecniche artistiche e restauratori. Sfortunatamente, della sua vita sappiamo pochissimo. Ma di recente, a Brighton, sono state riscoperte trentanove lettere al marito - scritte tra 1845 e 1846 nel corso del suo viaggio italiano in cerca di manoscritti -, qui pubblicate per la prima volta. Ci restituiscono il ritratto di una donna straordinaria. Madre di cinque figli, Mary parte su incarico del governo inglese assieme al primogenito diciottenne e passa al setaccio archivi e collezioni private di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia. Si accorge che essere donna è per lei un vantaggio: restauratori e artisti non la vedono come una potenziale concorrente, e sono più disponibili a svelarle i «segreti» delle tecniche. Le lettere fanno luce sul circuito delle conoscenze inglesi della studiosa, e descrivono il mondo della cultura italiana appena precedente i moti del 1848, immortalato con la schietta evidenza che solo la scrittura privata sa restituire, in vivacissime impressioni di viaggio. L'occhio attento e curioso dell'autrice trattiene aspetti del quotidiano difficilmente reperibili altrove. Tornata in Inghilterra, Mary non abbandona la ricerca; anzi, esplora un nuovo campo, dedicandosi alle scienze naturali, principalmente alle alghe. A guidare i suoi studi è lo stesso approccio scientifico alla descrizione della realtà che appare in filigrana anche nelle lettere dall'Italia. Questo spirito d'indagine, appassionato e scrupoloso, è probabilmente il lascito più prezioso che la vita di Mary Philadelphia Merrifield ci consegna.
L'autunno della maniera. Studi sulla pittura del tardo Cinquecento a Roma
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2018
pagine: 188
Attraverso alcuni contributi monografici, il volume racconta una stagione ancora poco esplorata della pittura romana, stretta tra lo splendore del pontificato di Paolo III Farnese e i rigori della Controriforma. Agli artisti coinvolti, più o meno celebri e di differente provenienza (Francesco Salviati, Leonardo Grazia da Pistoia, Jacopino del Conte, Giulio Mazzoni, Girolamo Siciolante da Sermoneta, Pompeo Cesura, Lorenzo Sabatini, Antonio Lafréry e Cristoforo Roncalli), spettò il compito di tramandare alla seconda metà del secolo l'intreccio tra la persistente tradizione raffaellesca e il mondo creativo del vecchio Michelangelo, spingendo le risorse formali della cultura manierista fino alle estreme conseguenze e creando così le premesse per l'avvento del naturalismo.