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Ombre Corte: Culture

Antropocene o capitalocene? Scenari di ecologia-mondo nella crisi planetaria

Antropocene o capitalocene? Scenari di ecologia-mondo nella crisi planetaria

Jason W. Moore

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2017

pagine: 160

Che i drammatici cambiamenti climatici degli ultimi decenni siano dovuti alle emissioni antropogeniche di gas serra è un fatto acclarato, che non suscita serie controversie se non da parte di qualche sparuta setta negazionista. Quali siano le conseguenze di tale situazione è invece oggetto di discussione. Sempre più spesso si sente parlare, nei circoli accademici ma anche sui mass media, di "Antropocene". Il premio Nobel per la chimica Paul Crutzen, che ha coniato il termine, intende con esso una nuova era geologica in cui le attività umane sono diventate il fattore determinante, decretando così la fine dell'Olocene. L'umanità come un tutto indifferenziato (e colpevole) da un lato, l'ambiente incontaminato (e innocente) dall'altro. Jason W. Moore rifiuta questa impostazione e parte dal presupposto che l'idea di una natura esterna ai processi di produzione non sia che un effetto ottico, un puntello ideologico su cui si è appoggiato il capitalismo. Al contrario, il concetto di ecologia-mondo rimanda a una commistione originaria tra dinamiche sociali ed elementi naturali che compongono il modo di produzione capitalistico nel suo divenire storico, nella sua tendenza a farsi mercato mondiale. Il capitalismo non ha un regime ecologico, è un regime ecologico. Sfruttamento e creazione di valore non si danno sulla natura, ma attraverso di essa - cioè dentro i rapporti socio-naturali che emergono dall'articolazione variabile di capitale, potere e ambiente. Si tratta dunque di analizzare la forma storica di questa articolazione - ciò che Moore chiama "Capitalocene": il capitale come modo di organizzazione della natura - per fronteggiare l'urgenza dei disastri ambientali che ci circondano
15,00

L'economia politica del lavoro. Mercato, lavoro salariato e produzione

L'economia politica del lavoro. Mercato, lavoro salariato e produzione

François Vatin

Libro

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2017

pagine: 254

In questo volume, che raccoglie alcuni dei lavori più recenti di François Vatin, la sociologia economica costituisce un campo di analisi ampio e originale nel quale l'autore, oltre a riflettere sulle origini della disciplina, si interroga più in generale su alcune tematiche tradizionali come l'interpretazione del mercato, le attività economiche, il concetto di valore e altre ancora. Queste riflessioni sono svolte in modo innovativo, e talvolta anche molto critico nei confronti di alcuni recenti paradigmi della nuova sociologia economica, sulla base di riflessioni teoriche che risalgono a studiosi di discipline diverse del XIX secolo e sulla base di ricerche contemporanee particolarmente attente al tema della misura. In questo ambito, l'apporto della tecnica nella definizione delle attività economiche, la diversa concezione del pensiero tecnico, la questione della misurazione appaiono come temi di riflessione del tutto originali rispetto all'attuale letteratura disponibile nell'ambito della sociologia economica. Da questo punto di vista, la stessa riflessione sul tema del lavoro salariato, attraverso la ricostruzione che l'autore compie circa l'evoluzione e i contenuti del dibattito intorno al tema della subordinazione, restituiscono più di qualche sorpresa. In questa direzione, le riflessioni di alcuni pensatori francesi meno noti del XIX secolo contribuiscono non solo ad arricchire il dibattito, ma anche a ricostruire le origini di una disciplina il cui obiettivo è di mantenere unite la "sociologia del lavoro" e la "sociologia economica". Ecco perché, ad esempio, guardando al tema della misura, particolarmente caro all'autore, il richiamo al "laboratorio segreto della produzione" di marxiana memoria costituisce uno snodo essenziale e per certi versi obbligatorio per comprendere la natura delle attività economiche e dell'organizzazione del lavoro che le presiede.
22,00

Il governo della povertà ai tempi della (micro)finanza

Il governo della povertà ai tempi della (micro)finanza

Marco Fama

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2017

pagine: 160

Nei confronti di coloro che il linguaggio dominante identifica e definisce come "poveri" vige ancora oggi un atteggiamento ambiguo, spesso compassionevole e talvolta persino pieno di ammirazione. E tuttavia, a seconda delle esigenze del caso, la pietà si trova a cedere continuamente il passo alla forca. Certo è che, a dispetto della narrativa che li colloca ai margini, i poveri hanno storicamente assolto molte funzioni: da capro espiatorio su cui si abbatte, proietta e riproduce il dominio delle classi egemoni, a monito mediante il quale incentivare l'auto-attivazione produttiva dei soggetti, a base sociale e carne per la riproduzione della ricchezza dei ricchi e del potere dei potenti. L'autore mostra come oggi, attraverso la leva retorica della "lotta" alla povertà, quote crescenti della popolazione mondiale vengano immesse direttamente nel cuore delle nuove catene spaziali e sociali di comando, drenaggio e accumulazione globalmente strutturate dalla finanza. Vi è un nuovo paradigmatico modo di "governare" la povertà - di cui la microfinanza è emblematica - che fa leva sul debito, quale strumento di soggettivazione e di assoggettamento che supera di gran lunga, in quanto a pervasività, sia l'elemosina medioevale che il salario. Spaziando all'interno di vari campi del sapere, l'autore mette in luce la relazione che intercorre tra il divenire del capitale, le trasformazioni della cooperazione allo sviluppo e l'imporsi di un peculiare ordine discorsivo che, spingendo gli individui ad assumere uno sguardo introspettivo sulla propria condizione, funge da meccanismo di legittimazione delle crescenti disuguaglianze che caratterizzano l'economia-mondo contemporanea.
15,00

Il misterioso eliotropismo. Filosofia, politica e diritto in Walter Benjamin

Il misterioso eliotropismo. Filosofia, politica e diritto in Walter Benjamin

Libero Federici

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2017

pagine: 141

La liminare e poliedrica filosofia benjaminiana viene qui presentata come una costellazione di rimandi il cui orizzonte di senso è costituito dalla critica dei principi identitari impropriamente presenti a ogni livello (filosofico, politico, giuridico, storico, ecc.), dalla denuncia genealogica del "mito" nelle sue diverse forme e concrezioni. Il mito, configurandosi come concettualizzazione di ogni datità, costituisce un continuo e immediato discorso che naturalizza l'essere delle cose fabbricando narrazioni e legittimazioni relative a una condizione di immutabilità. La prospettiva mitico-destinale innesca e consolida determinazioni ideologiche, politiche e normativo-simboliche a cui attengono sempre rapporti di necessità. Le varie tematiche presenti in Benjamin - tra cui la questione della lingua, la duplice concezione dell'esperienza, la dimensione della violenza, la critica dello storicismo, dell'evoluzionismo riformistico socialdemocratico e del fascismo, la dottrina della sovranità, la tradizione degli oppressi, lo stato d'eccezione, l'impero della merce - vengono analizzate nella loro matrice identitaria a cui fa da contrappunto l'elaborazione di orizzonti in cui, suggestivamente ma produttivamente, possono germogliare mai sopiti spazi di differenza: "come i fiori volgono il capo verso il sole, così, per un eliotropismo di natura misteriosa, ciò che è stato tende a rivolgersi verso quel sole che sta per sorgere nel cielo della storia".
13,00

Salari rubati. Economia, politica e conflitto ai tempi del salario gratuito

Salari rubati. Economia, politica e conflitto ai tempi del salario gratuito

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2017

pagine: 135

Nel 1995 Jeremy Rifkin annunciava, con l'omonimo libro, "la fine del lavoro". L'emblematico titolo rimandava a una visione del futuro nella quale, complice la Terza rivoluzione industriale, sarebbe stato possibile per tutti ridurre le ore di lavoro erogato. All'alba della Quarta rivoluzione industriale siamo costretti a parlare della fine del lavoro pagato, a indicare un'epoca nella quale l'innovazione tecnologica, la robotica e il digitale vengono usati principalmente per ridurre i salari, inducendo ciascuno a lavorare sempre di più per compensare un lavoro che vale sempre di meno. In questi anni, il lavoro gratuito è in rapida crescita - lo ritroviamo nei grandi eventi come Expo, in stage e tirocini sino all'alternanza scuola-lavoro - a normalizzare quello che per lungo tempo è stato un ossimoro: l'impiego di lavoro libero e non pagato. Quali sono le conseguenze della diffusione del lavoro non pagato? È possibile pensare il rifiuto del lavoro ai tempi della precarietà e della disoccupazione? Come, in ultima analisi, muovere verso un modello economico che riconosca il valore del lavoro e della riproduzione sociale?
12,00

Essere, tempo, bios. Capitalismo e ontologia

Essere, tempo, bios. Capitalismo e ontologia

Kiarina A. Kordela

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2017

pagine: 218

Essere, tempo, bios rappresenta l'ambizioso tentativo di costruire un'ontologia storica all’altezzza del capitalismo globale contemporaneo, capace di rendere conto delle sue trasformazioni e degli elementi che lo caratterizzano profondamente. Fondandosi sulle intuizioni di Spinoza, Marx e Lacan, e sviluppandole in modo originale, l'autrice abbozza un'ontologia che fa dialogare la riflessione biopolitica di derivazione foucaultiana con la psicoanalisi lacaniana, due campi del sapere che, pur avendo come oggetto la soggettività umana presa nelle maglie del potere, non comunicano, rimanendo isolati l'uno dall'altro. L'analisi di Kordela, condotta con rigoroso more geometrico, ci suggerisce una comprensione del capitalismo contemporaneo radicalmente nuova, dove l'incertezza, il sacrificio, l'illusione dell'immortalità e un nuovo insidioso razzismo biopolitico sono meccanismi centrali al suo funzionamento. Rifuggire da ogni dualismo e teleologia nella storia, intersecare biopolitica e psicoanalisi, leggere i classici in maniera innovativa, preparare il campo dell'azione politica forti di un impianto teorico in grado di leggere il presente, sono i punti centrali del lavoro di questa pensatrice così spinoziana. Lavoro teorico di prim'ordine, “Essere, tempo, bios” ha in sé tutte le caratteristiche per diventare un testo di riferimento per una feconda riflessione politica e filosofica all'altezza dei nostri tempi.
19,00

Il soggetto delle norme

Il soggetto delle norme

Pierre Macherey

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2017

pagine: 215

Che cosa significa essere soggetto delle norme, per le norme e all'interno delle norme? Fino a che punto la questione del soggetto è legata a quella delle norme? Quali sono le strutture che definiscono il modo in cui si diventa soggetto? A partire da questi interrogativi, Pierre Macherey intraprende una puntuale analisi della "società delle norme", che fa dipendere la propria organizzazione "razionale" dall'intervento di tecniche e discorsi disciplinari che invadono e colonizzano il campo della soggettivazione. In un continuo confronto con il pensiero di Michel Foucault, Macherey collega il concetto di "norma" al carattere produttivo del soggetto, individuando uno scarto fra norma e ragione, e istituisce un serrato confronto tra Marx e Foucault allo scopo di "rileggere Marx alla luce di Foucault". Intrecciando letture e riletture di Sartre, Althusser, Deligny, Fanon, Canguilhem (e Billy Wilder), Macherey costruisce ponti fra sistemi ritenuti finora incompatibili, e ci invita a una passeggiata filosofica e politica per mettere in luce i meccanismi ideologici e disciplinari della società delle norme di cui liberarsi.
18,00

Storia politica del filo spinato. Genealogia di un dispositivo di potere

Storia politica del filo spinato. Genealogia di un dispositivo di potere

Olivier Razac

Libro

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2017

pagine: 157

Vecchio più di un secolo, il filo spinato non è mai stato un semplice attrezzo agricolo. Quasi subito si è mostrato uno strumento politico di grande rilevanza, la cui efficacia gli ha garantito un ruolo di primo piano in tre delle maggiori catastrofi della modernità. Negli Stati Uniti ha contribuito alla colonizzazione delle praterie del West e dunque all'ultima tappa dell'etnocidio degli Indiani d'America. Nel corso della Prima Guerra mondiale ha fortificato le trincee, dove sono morti milioni di uomini. Infine, è stato la recinzione elettrificata dei campi di concentramento e di sterminio nazisti. Ma la sua storia non finisce lì. Il filo spinato ha continuato a essere largamente utilizzato quasi ovunque: attorno ai campi e ai pascoli in campagna; in città, sui muri o sui cancelli delle fabbriche, delle caserme, delle prigioni e delle abitazioni di famiglie preoccupate. Ma anche lungo le frontiere nazionali, sui campi di battaglia o per sorvegliare uomini da far sopravvivere, da rispedire ai loro paesi, da uccidere... Tuttavia, il fatto che continui ad avere successo non significa che sia ancora il punto tecnologicamente più avanzato di gestione dello spazio. La tendenza attuale è di chiudere, gerarchizzare e controllare lo spazio con altri mezzi ben più sofisticati, ancora più leggeri e reattivi. Ma è poi così nuova questa tendenza? Contrariamente alla percezione che se ne ha, il filo spinato corrispondeva già a un allontanamento dalla pesante materialità della pietra, a una virtualizzazione delle separazioni massicce. Si trattava già di perdere in consistenza per guadagnare in potenza. Ma, in questo modo, annunciava il proprio superamento, il tempo in cui anch'esso sarebbe stato troppo vistoso e pesante, e avrebbe dovuto essere sostituito da tecniche più leggere, da dispositivi più discreti, che tracciano confini immateriali: non di legno, non di pietra né di metallo, ma di luce, onde e vibrazioni invisibili.
14,00

Metropoli. eEstetica, arte, letteratura. Saggi in memoria di Francesco Iengo

Metropoli. eEstetica, arte, letteratura. Saggi in memoria di Francesco Iengo

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2017

pagine: 181

La pubblicazione di questo volume risponde a diverse esigenze. Prima fra tutte quella di stimolare un dibattito interdisciplinare intorno a uno fra gli argomenti che maggiormente suscitarono l'interesse di Francesco Iengo: il concetto di metropoli, o meglio la sua macroarea concettuale, a cui si collega la riflessione sulla società e sulla civiltà moderne e sull'idea stessa di modernità. Ulteriore preoccupazione è stata quella di evitare il classico omaggio "alla memoria" confrontandoci con i lavori scientifici di Iengo in modo interlocutorio, eludendo malinconiche rimembranze e sterili piaggerie accademiche. Il risultato è un quadro collettivo movimentato e ampio che spazia storicamente e geograficamente, in una varietà di approcci e di spunti, tra estetica, filosofia, letteratura, antropologia, cinema.
15,00

L'esperienza dell'estremo. Vita e pensiero nei campi di concentramento

L'esperienza dell'estremo. Vita e pensiero nei campi di concentramento

Luca Peloso

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2017

pagine: 184

Quello qui presentato è uno studio comparativo sui campi di concentramento nazisti e staliniani, intesi sia come l'espressione più estrema della forma-campo nata alla fine dell'Ottocento, sia come modello delle successive realtà concentrazionarie. Punto di partenza è che il Lager e il Gulag non possono essere visti solo come fenomeni di ordine storico, perché i fatti che si sono consumati al loro interno e l'esperienza umana cui hanno dato luogo superano tanto l'immaginazione quanto le presunte analogie con le maggiori catastrofi del passato. Il campo di concentramento totalitario è inoltre lontano dal porre un problema filosofico o antropologico al pari di altri eventi, in quanto presenta e ripropone questioni che rinviano simultaneamente al senso ultimo della convivenza umana, al significato della Storia, ai momenti tragici dell'esistenza. In questa prospettiva, il libro aspira a essere qualcosa di più che una ricostruzione storiografica. Il suo intento è piuttosto quello di individuare una serie di questioni connesse al campo di concentramento e di analizzarle da diverse angolazioni disciplinari. Nella prima parte ci si concentra sulla forma e il funzionamento del campo totalitario, esaminando il Gulag e il Lager nelle loro specificità, in quanto spazi in cui il tempo, i corpi e le menti sono rigidamente disciplinati secondo un preciso progetto di dominio. Nella seconda parte, invece, ci si sofferma su alcuni aspetti della vita nei campi, così come sul pensiero che con essi si è confrontato (sia durante che dopo), con particolare attenzione agli atteggiamenti assunti di fronte alla sopravvivenza, alla questione della fede religiosa e delle convinzioni politiche, al problema del male e della natura umana, alla ricerca di Dio dopo Auschwitz e Kolyma.
15,00

Il tempo delle istituzioni. Percorsi della contemporaneità: politica e pratiche sociali

Il tempo delle istituzioni. Percorsi della contemporaneità: politica e pratiche sociali

Ubaldo Fadini

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2016

pagine: 179

Le trasformazioni attuali della questione sociale richiedono un diverso modo di concepire il tema delle istituzioni, da svolgere sempre di più nella modalità della messa a fuoco di una produzione di spazi in grado di assicurare -alle emergenze/urgenze del sociale - una significativa loro soddisfazione, al di là dello stesso scontato richiamo al ruolo dello Stato. E in questa direzione che muove il testo di Fadini, attento a cogliere una linea di "istituzionalismo critico", lungo il Novecento, effettivamente alternativa alla riconduzione del complesso istituzionale alla figura - per richiamare Althusser - dell'"apparato ideologico di Stato". E allora in tale senso che si delinea il rinvio ad esponenti di un pensiero filosofico (e non) sostanzialmente "eretico", quali ad esempio Elias Canetti e Gilles Deleuze, capaci di fornire spunti di analisi ancora fertili in vista di una riflessione sulle nuove istituzioni possibili del movimento dell'autonomia sociale. Sullo sfondo di tutto questo si coglie un rinnovato interesse alle questioni politiche e ai complessi istituzionali che possono sostenere al meglio o comunque in maniera crescente la soddisfazione di desideri di apertura e libertà, di ciò che cresce - al livello delle pratiche di soggettivazione - sui terreni di un'esperienza sempre più problematica a causa delle situazioni contraddittorie, difficili, di un paesaggio socio-culturale in grande trasformazione.
16,00

L'invenzione della specie. Sovvertire la norma, divenire mostri

L'invenzione della specie. Sovvertire la norma, divenire mostri

Massimo Filippi

Libro: Libro in brossura

editore: Ombre Corte

anno edizione: 2016

pagine: 120

Facendo ricorso a strumenti filosofici, letterari, artistici e scientifici, questo libro rappresenta un primo tentativo di decostruire la categoria di "specie". La tesi principale del volume è che ciò che costituisce la dicotomia gerarchizzante umano/animale non è un fatto di "natura", un'operazione neutra e descrittiva, ma una decisione performativa, normativa e normalizzante, che produce ciò che la presuppone: l'"Uomo" (maschio, bianco, eterosessuale, adulto, normale, sano, proprietario e carnivoro) da una parte e l'"Animale" (l'insieme formato dai corpi che non contano dei non umani e degli umani animalizzati) dall'altra. Detto altrimenti, la specie è la favola che permette di legittimare il calcolo delle spedizioni che a sua volta naturalizza la narrazione favolistica delle proprietà speciali dell'"Uomo". L'opposizione all'antropocentrismo si declina così nella revoca dell'idea che esista in "natura" un "proprio dell'uomo" e nella ricerca di quella faglia di vita im/trans/personale che percorre, fragile e gioiosa, il vivente sensuale. In un progressivo passaggio dal saggistico al narrativo, il libro invita a mettersi all'ascolto delle voci, a tratti disperate e a tratti felici, della moltitudine che passa e ad assumere la tenacia politica che non smette di provare a rendere possibile ciò che, a prima vista, appare impossibile.
13,00

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