Passigli: PASSIGLI POESIA
Poesie
Aleksandr Blok
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 1999
pagine: 123
Nessun poeta, dopo Puskin, ha avuto una influenza sulla poesia russa del Novecento paragonabile a quella di Aleksandr Aleksandrovic Blok, nato a Pietroburgo nel 1880 e dunque appartenente alla generazione di pochi anni precedente a quella dei Majakovskij, Esenin, Pasternak. Talento vivissimo, pubblicò a ventiquattro anni una delle sue opere fondamentali, quei "Versi della Bellissima Dama" che lo rivelarono immediatamente come il caposcuola della poesia simbolista, ed ebbero grandissima influenza su Andrej Belyi, l'altro grande simbolista russo che a Blok dedicò un fondamentale libro di "Ricordi". Ma la poesia di Blok raggiunse il culmine della sua intensità lirica nelle opere di poco successive, quando, come scrive Bruno Carnevali nella prefazione al volume, "la bellissima Dama, l'ipostasi femminile della divinità, che nel metafisico e immobile disegno simbolista doveva essere la metafora dell'ineffabile incontro con la realtà più reale, d'improvviso si vanifica, si rifiuta all'amante, e la Bellissima si fa Sconosciuta", volgendo il tema metafisico in una più amara esperienza esistenziale. Vicino agli anarchici mistici al tempo della rivolta del 1905, la rivoluzione bolscevica fu da lui salutata come la rinascita dell'anima russa, e gli dettò il più famoso dei suoi poemi, "I dodici". L'epica amara di questo poema, una delle massime espressioni della poesia del Novecento, chiude anche simbolicamente la parabola creativa del grande scrittore russo.
Confessione di un teppista. Poesie e poemetti
Sergej Esenin
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 1999
pagine: 249
Nato nel 1895 nella regione di Rjazan', Esenin cominciò prestissimo a scrivere, pubblicando poesie in giornali di provincia. Prima a Mosca, poi a Pietroburgo, si legò a poeti come Blok e Kljuev, ed a quest'ultimo in particolare, che condivideva con lui l'origine contadina. Rispettivamente del 1916 e del 1918 sono le prime due raccolte, "Festa dei defunti" e "Azzurrità". Un anno più tardi fu tra i fondatori, insieme a Mariengof e Sersenevic, della nuova scuola poetica degli "immaginasti". È in quegli anni, che la fama di Esenin cresce, al punto da poter arrivare a competere con l'altro astro nascente della nuova poesia russa, Vladimir Majakovskij. Al 1921 appartengono il poemetto "Pugacév" - forse la sua opera più vicina alla poetica degli "immaginasti"- e la raccolta "Confessione di un teppista"; del 1924 è "Mosca delle bettole". Con gli anni si approfondiva tuttavia il suo disagio esistenziale. Con alle spalle una rivoluzione nella sostanza mai amata né compresa e, davanti a sé, il costante e consapevolmente utopico desiderio di un ritorno alle origini, alla sua Rus' natale e contadina, Esenin scontava il dramma della sua solitudine, della sua "estraneità". A nulla valsero la fama letteraria, i tre matrimoni, fra i quali quello "scandaloso" con la celebre stella della danza Isadora Duncan, il viaggio con lei prima in Germania e poi negli Stati Uniti, soltanto tappe di una vita di vagabondaggio teso ormai vorticosamente verso il suo epilogo più tragico.
Canti di vita e di speranza. Testo spagnolo a fronte
Rubén Darío
Libro
editore: Passigli
anno edizione: 1998
pagine: 223
Il nicaraguense Rubén Dario (1867-1916) è uno dei poeti che più hanno influito sugli esiti della poesia contemporanea, e grandissima è stata la sua popolarità all'inizio del secolo, in particolare in Spagna, dove poeti quali Federico García Lorca, Juan Ramón Jiménez, Antonio Machado, si richiamarono più volte al suo alto magistero poetico. I "Canti di vita e di speranza" (1905) rappresentano, dunque, il momento culminante di una parabola poetica senza dubbio tra le più significative e precorritrici d'America. In quest'opera convivono due anime, quella di matrice whitmaniana, sensibile ai destini degli uomini e delle civiltà, e quella simbolista, squisitamente verlainiana, che qui assume toni più sommessi, quasi ad anticipare il successivo "Canto errante". Ma non si creda per questo ad una frattura stilistica tra le due parti, poiché esiste invece una solida continuità nel pensiero che regge la totalità della vasta composizione.
La stagione totale. Con le Canzoni della nuova luce. Testo spagnolo a fronte
J. Ramón Jiménez
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 1998
pagine: 303
"È possibile vedere in "La stagione totale" un'antologia ideale, in senso assoluto, della diversa avventura lirica juanramoniana: vi compaiono i miti verbali ed emblematici (la rosa, l'anima, l'imprendibile stella) che l'accompagnarono dal suo nascere; vi si ode, spiritualizzato, l'antico tono di ballata; vi si trovano esempi di una musica misteriosa e di una lingua assorta, estatica, fatale... La varietà del pensiero lirico è amplissima, ma non si avvertono mai differenze brusche, trapassi repentini di tono, e tanto meno salti: la poesia si svolge secondo ritmi musicali, in ardui ma sempre felici equilibri di suono e idea". Così scrive Francesco Tentori Montalto nella prefazione a questo libro capitale nella storia della poesia di Juan Ramòn Jiménez, apparso nel 1946 e appartenente dunque alla piena maturità dello scrittore, che da lì a dieci anni avrebbe raggiunto la massima consacrazione con l'attribuzione del Premio Nobel per la letteratura. E "La stagione totale" è opera di grande poesia, che rappresenta un ulteriore importante passo - dopo le precedenti raccolte: "Eternità", "Pietra e cielo", "Diario di poeta e mare" - in direzione di quella ricerca di un linguaggio essenziale, ai confini dell'ineffabile, che è forse il dato più alto di questa straordinaria avventura poetica.
Memoriale di Isla Negra
Pablo Neruda
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 1998
pagine: 557
Il"Memoriale di Isla Negra", apparso per la prima volta nel 1964, si compone di cinque libri - "Dove nasce la pioggia", "La luna nel labirinto", "Il fuoco crudele", "Il cacciatore di radici", "Sonata critica" - che sono altrettante tappe della "confessione" nerudiana, del bilancio cioè che il poeta fa della propria esistenza. Si può dunque affermare che questo Memoriale, mentre da un lato rappresenta la 'summa' del Neruda più intimo, dall'altro lato va ad integrare quell'immagine di poeta 'civile', resa celebre in tutto il mondo dal "Canto generale", ricostruendo così nella sua unità, pur tanto molteplice, la voce di uno dei più grandi poeti della nostra epoca.