È possibile che i conflitti sociali e politici del nostro tempo non contaminino il setting della psicoterapia? Più che indagare sulle ragioni della guerra, questo libro offre testimonianze di psicoterapeuti che lavorano in trincea o che non vogliono dimenticare che viviamo in tempi di guerra. Lo scopo è di declinare strumenti clinici adatti ai tempi di pace (in cui tutte le psicoterapie sono nate), a questi tempi di guerra, in cui il trauma è diventato collettivo e tocca tutti - pazienti e terapeuti - con emozioni di angoscia di morte, rabbia e odio verso il nemico, lutto, pena per le persone che soffrono. È possibile mantenersi lucidi e neutrali nella funzione terapeutica, attraversare emozioni così traumatiche senza fuggire o morire? A questa domanda rispondono psicoterapeuti ucraini, russi, pacifisti, filosofi e testimoni della nascita dell'Unione Europea. Il libro è stato pensato e curato da due didatti senior e due allievi di una scuola di specializzazione in psicoterapia della Gestalt, che, dal loro divario generazionale, affrontano il confine della competenza psicoterapica tra presente e futuro. Come sottolinea Paolo Migone nella Prefazione, questo libro è coraggioso perché non nega le emozioni più terribili della guerra, ma cerca di attraversarle, per trovare nuovi strumenti clinici in grado di aiutare i pazienti nel loro sconvolgimento e sostenere i terapeuti nel loro ruolo di cura.
Essere psicoterapeuti in tempo di guerra. Nuovi strumenti clinici gestaltici e coscienza politica
Titolo | Essere psicoterapeuti in tempo di guerra. Nuovi strumenti clinici gestaltici e coscienza politica |
Curatori | Margherita Spagnuolo Lobb, Pietro Andrea Cavaleri, Mattia Romano, Giacomo Bisonti |
Prefazione | Paolo Migone |
Argomento | Medicina Altre branche della medicina |
Collana | Psicoterapia della Gestalt, 11 |
Editore | Franco Angeli |
Formato |
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Pagine | 132 |
Pubblicazione | 10/2024 |
ISBN | 9788835162254 |