«O tu che passi, se hai un'ombra di pietà nel petto, fermati e versa lacrime sulle mie povere ossa, che qui vedi sepolte. Fu lodata la mia condotta e piacque la mia bella persona ad Anchialo, che il dolore strema. Sono Lesbia. Sola lasciai le dolci consuetudini e, finché vissi, adempiei docilmente ai miei doveri. Se vuoi conoscere il mio nome, Lesbia. Se quello dei due che m'amarono, uno è il gentile Anchialo, l'altro l'ottimo Spurio. "Ma che cos'è ciò che vedo?". Sono le mie ossa, deposte nell'urna. Vivi, straniero, fino a che ti è concesso; e sta' sano». Con uno scritto di Guido Ceronetti.
- Home
- Poesia e studi letterari
- Saggistica
- Iscrizioni funerarie, sortilegi e pronostici di Roma antica. Testo latino a fronte
Iscrizioni funerarie, sortilegi e pronostici di Roma antica. Testo latino a fronte
Titolo | Iscrizioni funerarie, sortilegi e pronostici di Roma antica. Testo latino a fronte |
Curatore | Lidia Storoni Mazzolani |
Argomento | Poesia e studi letterari Saggistica |
Collana | Testi e documenti |
Editore | SE |
Formato |
![]() |
Pagine | 368 |
Pubblicazione | 02/2025 |
ISBN | 9788867238361 |