"Donne come fate, ma fate ingorde che, dopo millenni di silenzi costretti, rivelano la loro "ingordigia", ossia le loro vere attese, i loro riposti pensieri. Spingono e rendono necessario ogni componimento una volontà e un bisogno di far chiaro, che portano alla causticità, fin quasi all'asprezza. Ne deriva che il corpo femminile, troppo a lungo cacciato nel peccaminoso o sollevato alla santità, è sentito e visto e riconosciuto nelle sue voglie, nei suoi umori. Senza smettere di appartenere alla grazia e alla leggerezza. Come per costruire una dignità sempre negata. Superare il rancore e la rabbia, pretendere un nuovo modo di esistere, sostituire agli artigli, necessari per combattere, ali di farfalla. La scrittura come ritrovamento di un sé amabile e contento. L'amore, la sensualità goduta, anche sofferta. E, dopo la liberazione, lo scioglimento; e i piaceri e le sofferenze di chi ama e nell'amore attende, pretende, si delude, s'affanna e chiede ancora." (dalla prefazione di Elio Pecora)	 
			
    
    
    - Home
- Poesia e studi letterari
- Poesia
- Le fate ingorde
Le fate ingorde
| Titolo | Le fate ingorde | 
| Autore | Emanuela Botti | 
| Prefazione | Elio Pecora | 
| Argomento | Poesia e studi letterari Poesia | 
| Collana | Agape, 181 | 
| Editore | La Vita Felice | 
| Formato |  Libro: Libro in brossura | 
| Pagine | 69 | 
| Pubblicazione | 11/2018 | 
| ISBN | 9788893462990 | 
Chi ha cercato questo ha cercato anche...
Come all'alba una rosa. Raccolta di haiku, muki, senryu e tanka
Massimiliano Giannocco
Genesi Editrice
												
																																														€15,00
											
																																																								
																	
																							
																																																																																																																																																	
														
