Al termine di un viaggio «senza fine», l'agrimensore K. giunge nel villaggio ai piedi del castello del conte Westwest, dove è accolto con ostilità e sospetto. La convocazione di K. è probabilmente solo la conseguenza di un errore burocratico: nel villaggio, infatti, i confini, segnati da tempo immemorabile, sono immutabili e nessuno ha bisogno di un agrimensore. Esito estremo dell'arte dello scrittore praghese, il romanzo è la storia degli strenui quanto inutili tentativi del protagonista di avere accesso al castello per sciogliere il mistero della chiamata e legittimare di fronte alla comunità la propria condizione di straniero. Su una trama relativamente semplice, Kafka intesse una complessa rete di rimandi e costellazioni simboliche che hanno offerto spunto alla critica per innumerevoli interpretazioni. Ma l'eccezionale stratificazione di significati – biografici, religiosi, filosofici – non incrina il magico equilibrio di fiaba che fa del Castello (1922) un'amara allegoria della vita e della perenne vanità degli sforzi umani. Introduzione di Ferruccio Masini. Prefazione di Guido Massino.
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Il castello
Titolo | Il castello |
Autore | Franz Kafka |
Introduzione | Ferruccio Masini |
Prefazione | Guido Massino |
Traduttore | Clara Morena |
Argomento | Narrativa Narrativa classica (prima del 1945) |
Collana | I grandi libri, 428 |
Editore | Garzanti |
Formato |
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Pagine | XXXVII-416 |
Pubblicazione | 02/2004 |
Numero edizione | 12 |
ISBN | 9788811364283 |