«Ad una prima analisi il linguaggio con cui Giuseppe Giunta ha scritto “Il Breviario” potrebbe apparire oscuro, tenebroso, celante chissà quali segreti, ma per mezzo di esso il poeta canta dei mali della vita, la vita della gente comune che spesso non vuole, oppure non sa, affrontare gli accadimenti che da essa ne derivano. Altri però lanciano come un senso di sfida, ed anche se poi alla fine ci si rende consapevoli della ineluttabilità del destino, per dare un fine alla propria esistenza, un valore quotidiano, e proiettarsi nell’infinito anche attraverso la procreazione, nell’atto del “volli, fortissimamente volli”, questi, affidano il senso. Ma se questo appare come un fatto dovuto, non minore valore acquista il tentativo di interpretare quella stessa vita che assume le vesti di opera d’arte, e perciò in quanto tale, frutto di mille esperienze, di ricerca continua a tutto campo, con lo spirito devoto, ma con l’occhio indagatore, che difficilmente si lascia confondere dalle nebbie sempre pronte a celare il giusto cammino» (Carmelo Eduardo Maimone)
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Il breviario. Delle penultime cose
Titolo | Il breviario. Delle penultime cose |
Autore | Giuseppe Giunta |
Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
Collana | Poesia |
Editore | Smasher |
Formato |
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Pagine | 114 |
Pubblicazione | 12/2024 |
ISBN | 9788863003130 |
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