Se è indubbio e duraturo il successo di Heinrich Mann come romanziere, la sua produzione come novellista è stata spesso sottovalutata e considerata una mera fase preparatoria, propedeutica alla stesura delle opere di maggior respiro. Questa funzione di “laboratorio”, di “palestra” non può essere negata, ma è altrettanto vero che è proprio nelle novelle che il lucido sperimentalismo manniano produce alcuni tra i suoi risultati migliori. Lo stile è asciutto e la struttura dei racconti è sostanzialmente teatrale, se non addirittura cinematografica; tanto che lo stesso Autore, in una lettera a René Schickele del 24 ottobre 1908, ammette esplicitamente di non essere capace di scrivere trecento pagine senza suddividerne duecento in scene e dialoghi. Qui presentiamo otto novelle scritte in un decennio (1902-1912) antecedente lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. In esse si riconosce un filo conduttore che le accomuna, quello dell’amore inteso come gioco, osservatorio privilegiato per analizzare i comportamenti umani. Tale gioco, agito teatralmente o autenticamente sofferto oppure ancora interpretato con un amaro, grottesco sense of humor, svela la sostanza delle relazioni tra le persone e del loro sempre difficile rapporto con la società, con gli ideali, con la vita in senso lato.
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Giochi d'amore. Otto novelle (1902-1912)
| Titolo | Giochi d'amore. Otto novelle (1902-1912) |
| Autore | Heinrich Mann |
| Curatore | Claudio Salone |
| Argomento | Narrativa Narrativa classica (prima del 1945) |
| Collana | Biblioteca del vascello |
| Editore | Robin Edizioni |
| Formato |
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| Pagine | 296 |
| Pubblicazione | 02/2021 |
| ISBN | 9788872747179 |

