Ai suoi esordi il fascismo umbro si caratterizza come reazione ai timori suscitati dal "biennio rosso". Perugia è il centro da cui s'irradia l'azione squadrista. In pochi mesi il quadro politico regionale si capovolge: crollano i socialisti, si affermano le camicie nere. Per tutto il 1921 i rapporti del Pnf umbro con la centrale milanese sono conflittuali. La situazione migliora nel 1922, quando la leadership di Misuri viene soppiantata dalla diarchia di Bastianini e Felicioni. Anche in virtù di questo avvicendamento, l'Umbria dà un significativo contributo alla marcia su Roma. Per tutti gli anni Venti, il Pnf locale è lacerato da lotte intestine. Malgrado le divisioni, il fascismo umbro prospera e ottiene successi elettorali. Attraverso il dinamismo delle sue organizzazioni, l'iniziativa fascista penetra efficacemente nella società locale. Sorretto da un fomite di modernità, il fascismo accompagna i mutamenti dei costumi e dell'economia umbra. Fino alla guerra e al crollo del regime. Prefazione di Alessandro Campi.
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L'Umbria in camicia nera (1922-1943)
| Titolo | L'Umbria in camicia nera (1922-1943) |
| Autore | Leonardo Varasano |
| Argomento | Società, scienze sociali e politica Politica e governo |
| Collana | Saggi, 278 |
| Editore | Rubbettino |
| Formato |
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| Pagine | XV-588 |
| Pubblicazione | 12/2011 |
| ISBN | 9788849830798 |
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