Figura chiave del Quattrocento italiano per le sue doti di uomo di stato e diplomatico – vero arbitro dell'equilibrio politico della penisola – non meno che per la sua cultura e il suo mecenatismo, il «magnifico Lorenzo», come veniva chiamato già all'epoca, fu egli stesso scrittore eclettico e fecondo. Le prove giovanili, anteriori al 1467-70, fra cui il poemetto comico-realistico L'uccellagione di starne e l'idillio rusticale La Nencia da Barberino, riecheggiano la letteratura burlesca tornata in voga a Firenze grazie al Pulci. La produzione posteriore appare invece segnata dal neoplatonismo di Marsilio Ficino nelle Rime e dall'intonazione malinconica del Poliziano nelle Selve d'amore, nelle Laude, nelle Canzone a ballo e persino nelle licenziose Canzone carnascialesche, fra le quali spicca la nota Canzona a Bacco che con il suo invito a godere del tempo che fugge esprime nel modo più vivo il sentimento dell'inquietudine e della precarietà dell'esistenza. Nella molteplicità dei suoi registri l'opera di questo dilettante di ingegno riflette in modo esemplare i caratteri dell'umanesimo fiorentino del secondo Quattrocento, una civiltà in cui si intrecciano e si scontrano interessi terreni e tensioni contemplative. Introduzione e note di Ilvano Caliaro.
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Poesie
| Titolo | Poesie |
| Autore | Lorenzo de'Medici |
| Curatore | Ilvano Caliaro |
| Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
| Collana | I grandi libri, 597 |
| Editore | Garzanti |
| Formato |
|
| Pagine | 368 |
| Pubblicazione | 03/2011 |
| Numero edizione | 5 |
| ISBN | 9788811365976 |
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