È misterioso il legame tra un futuro grande campione e la sua prima bicicletta: “l’arnese nero che suo padre, dacché lavorava lontano da casa, non usava più”. È misterioso perché sin dall’inizio stabilisce l’avvenire di Eddy Merckx. La bicicletta da passeggio nera del padre fu la progenitrice di tutte le altre: quella con cui, nel 1967, vinse il primo campionato del mondo professionisti a Heerlen, quella con cui rimontò tutti sulle Tre Cime di Lavaredo al Giro d’Italia del 1968 e quella del giorno in cui, al Tour de France del 1969, annientò gli avversari a Mourenx-Ville Nouvelle e conquistò spietatamente il soprannome di Cannibale. Tuttavia, l’Era di Eddy Merckx fu anche costellata da drammi – le morti di Tommy Simpson e Jempi Monseré – e da quelle inevitabili amarezze che segnano la vita di ogni uomo. Trionfi e sconfitte che, alla fine, lo conducono a riflettere sulla propria parabola sportiva e umana dalla sommità del luogo più suggestivo e simbolico del ciclismo: il Mont Ventoux.
L'ombra del cannibale
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| Titolo | L'ombra del cannibale |
| Autore | Marco Ballestracci |
| Argomento | Narrativa Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945) |
| Collana | Aperture |
| Editore | Mattioli 1885 |
| Formato |
Libro: Libro in brossura |
| Pagine | 176 |
| Pubblicazione | 12/2025 |
| ISBN | 9791256491957 |
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