La leggenda del monacello, diffusa in tutta l'Italia Meridionale, e la tarantella "suonata per la prima volta da un monaco che, a causa di una bella donna, si era venduto al diavolo", si fondono in questo racconto che Bergsoe sembra aver ritagliato nella temperie remota delle storie narrate da contadini e pescatori, dopo una giornata di lavoro e davanti a una brocca di vino. Con mano leggera, l'autore ci conduce nell'isola d'Ischia dell'Ottocento e dinanzi ai nostri occhi si spalanca un mondo dove tutto è più intenso: i colori, i profumi, i rapporti umani. Un mondo fatto di piccole case bianche, di gente ospitale, di grappoli d'uva luccicanti, di fichi rugiadosi, "di ginestre, mirtilli, felci e verbaschi", di rocce enormi e stratificate in un fantastico disordine, "come se uno dei crateri lunari avesse improvvisamente riversato il suo intero contenuto sulla terra". Un mondo dove basta il chiarore della luna per produrre incantesimi e un paio di bicchieri di vino per raccontarli.
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La famiglia fortunata, ovvero la leggenda del monacello d'Ischia
Titolo | La famiglia fortunata, ovvero la leggenda del monacello d'Ischia |
Autore | Vilhelm Bergsoe |
Traduttore | L. Mattera Iacono |
Argomento | Narrativa Narrativa classica (prima del 1945) |
Collana | Opere da tre soldi per quattro gatti, 4 |
Editore | Imagaenaria |
Formato |
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Pagine | 64 |
Pubblicazione | 02/2013 |
Numero edizione | 2 |
ISBN | 9788889144985 |
€4,00
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