Questo breve racconto è stato scritto nell’estate del 1911, durante il primo soggiorno in Italia di Vladislav Chodasevič (1886—1939). La riflessione dell’autore spazia verso quel passato di ricchezza culturale e artistica del popolo italiano che ha affascinato e ispirato generazioni di intellettuali russi. Passato che per Chodasevič è stato dimenticato dall’italiano moderno, e la cui pallida imitazione viene svenduta per poche lire a folle di turisti. Il racconto contiene una fotografia dinamica di Venezia di inizio Novecento: il turismo parte dalle spiagge del Lido e i segni del crollo del campanile sono ben visibili in piazza San Marco. Eppure è difficile, leggendo il testo più di un secolo dopo, non estendere le parole di Chodasevič verso i giorni nostri. Nonostante l’umorismo amaro che pervade la descrizione della festa, nelle righe finali l’autore esprime solidarietà con i veneziani e sembra suggerire che la memoria e la cura del patrimonio del passato siano condizioni necessarie per vivere un presente dignitoso, nel rispetto del dono della bellezza che da sempre colpisce gli artisti russi in visita in Italia.
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Festa notturna (Lettera da Venezia)
| Titolo | Festa notturna (Lettera da Venezia) |
| Autore | Vladislav F. Chodasevic |
| Traduttore | Maria Emelianova |
| Argomento | Narrativa Narrativa classica (prima del 1945) |
| Collana | Invisible cities, 13 |
| Editore | Damocle |
| Formato |
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| Pagine | 36 |
| Pubblicazione | 01/2021 |
| ISBN | 9788832163155 |
€10,00

