Medusa Edizioni
Pasternak
Thomas Merton
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 92
Come lo stesso Merton osserva nell'ultima parte di questo libro, il segno principale da cui si riconosce il cristianesimo di Pasternak nella sua opera creativa è la libertà, che è anche una diversa concezione della storia rispetto alla visione sovietica che, già nel momento in cui Pasternak scrive "Il dottor Zivago", mostrava le prime crepe. Che per Pasternak sia una «idea della libertà personale e della vita come sacrificio», è soltanto una piena declinazione della verità, che molti suoi contemporanei nell'Urss hanno sperimentato e pagato di persona. Lungi dall'essere un'apologia cristiana di Pasternak, questo saggio del monaco Merton continua a sorprendere per la sua capacità di lettura trasversale fra le ragioni dell'arte e della letteratura e il grado di testimonianza che esse rendono al proprio tempo. Le qualità - estetiche del "Dottor Zivago" non sono una sovrastruttura borghese, come non lo è il senso religioso che vi spira dalla prima all'ultima pagina, ma una trasparente e fedele resa artistica della vita e della possibilità di far comprendere all'uomo quanto sia necessaria per allontanare dal nostro orizzonte le ombre di quella che già allora Merton definiva «l'alba fumosa di un'era apocalittica». Un monito anche per l'Occidente di oggi.
Il dossier «Bagatelle». La polemica su Céline in Francia e in Italia
Libro: Libro rilegato
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 154
Libro di infinita ed esasperata rabbia nei confronti degli ebrei, "Bagatelle per un massacro" (1938) sollevò in Francia critiche ed entusiasmi, che questo libro documenta nei passaggi più rilevanti. Qualche anno dopo l'atroce constatazione: ciò che Céline augurava agli ebrei si era puntualmente verificato nella Germania nazista. Letti retrospettivamente le "Bagatelle" e le reazioni dei critici segnano un passaggio decisivo nella cultura francese. Céline riassume in quel velenoso pamphlet secoli di pregiudizio antisemita proiettandolo nello spazio di un potente immaginario polemico, in realtà utilizzabile, e in parte utilizzato, all'occorrenza per qualsiasi causa. Molti, a sinistra, pensavano, dopo "Viaggio al termine della notte" (1932), di poter piegare la forza del linguaggio di questo scrittore ai propri fini politici. Con "Bagatelle" la delusione e il rammarico. Ma anche a destra l'appoggio al pamphlet è sempre accompagnato da distinguo e puntualizzazioni. La sua forza espressiva deve essere confinata a una funzione retorica, gli argomenti contro gli ebrei dovevano avere ben altro sostegno. Eppure, la storia della Shoah ha testimoniato che tutti quei distinguo non valevano nulla di fronte alla realtà dello sterminio nazista. Di "Bagatelle" se ne torna a parlare in Italia nel 1981, quando l'immagine dello scrittore ormai riconosciuto tra i più importanti per stile e linguaggio, si completa con la traduzione dell'urticante pamphlet. Quasi dimenticato in Francia, non viene accolto nei volumi della collezione Pléiade (anche per volontà della vedova di Céline, che non vuole fomentare l'odio verso di lui), l'editore Guanda lo traduce integralmente dopo la prima edizione del 1938, ampiamente censurata dal fascismo. Un dibattito, breve ma intenso, ridisegna i confini di ciò che è permesso e ciò che è proibito. Un anticipo sostanzioso di quello che si andava definendo come politically correct.
Vite a perdere. Origine e destino del mito zombi
Martino Doni, Stefano Tomelleri
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 177
Gli zombi esistono. La tesi di questo libro è semplice e terrificante: il mito dei morti viventi nasce nel "cuore di tenebra" del vudù haitiano, ma la radice del mito accompagna il progresso della storia, con le sue guerre, rivoluzioni, conquiste e sconfitte. I Caraibi si perdono sullo sfondo, la magia svapora, ma rimane il nucleo di una realtà che non smette di inquietare e di provocare. Usato come strumento di protesta, lo zombi serve agli artisti come Fela Kuti o i Cranberries, per mostrare la terribile degradazione della mente umana quando è soggiogata dal potere; oppure ai cineasti come Romero, per denunciare l'abbrutimento della civiltà di massa; oppure ai critici della cultura come Sloterdijk o Zizek, per descrivere le forme disumane del neocapitalismo... In questo libro si tenta un altro passo: se di mito si tratta, occorre scavare nella sua realtà. Il morto vivente esiste: è l'essere uccidibile. Nell'epoca delle democrazie in affanno, nel crinale autoritario delle politiche mondiali, lo zombi affolla i notiziari della tivù del dolore quotidiano. Riconoscerlo nella realtà è un atto per resistere all'apocalisse che il mito evoca. Prefazione di Rocco Ronchi.
Sant'Emanuele buono, il martire
Miguel de Unamuno
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 90
"Come racconto filosofico e discorso teologico, Sant'Emanuele buono, il martire ha un centro: la fede. Credere o non credere è il dilemma cruciale. Che cosa è credere? Che cosa è dubitare? Perché scegliere di stare da una parte dell'uomo, piuttosto che da un'altra, perché votarsi al bene assoluto, perché adottare il modello dei modelli, la figura suprema, inarrivabile di Gesù? E perché Unamuno sceglie come epigrafe proprio la frase di san Paolo nel XV capitolo della Prima lettera ai Corinzi: «Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miserabili fra tutti gli uomini»?... Più che credere, è essenziale amare. L'uomo "miserabile" che cerca di credere, non deve sperare soltanto in Cristo, alimentando il sogno di un'immaginazione simile alle réverie fantastiche di un perdigiorno. Dovrà capire che non è l'unico centro del mondo, il contemplatore del proprio ombelico. Volgendo lo sguardo intorno a sé dovrà vedere il dolore dei fratelli, la comune trafittura della morte e la debolezza estrema di questa vita fragilissima, esposta alle aggressioni del male e del tempo. Dovrà provarne compassione, vi si affiderà, e nella compassione si lascerà guidare dall'amore, che insieme alla curiosità verso tutto ciò che ci circonda e che siamo, è il vero nucleo ardente del nostro bisogno di felicità: di speranza nella felicità." (dalla prefazione di Rosita Copioli)
L'illusione del giocatore di scacchi. Saggio di algebra lineare
Victor Cornetz
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 125
«Il giocatore è sempre tentato di attribuirsi un valore superiore al suo valore reale. Questa è la tesi che espone il curioso studio, in parte psicologico e in parte algebrico, di un ingegnere algerino, Victor Cornetz. Il desiderio di vincere, il ricordo dei passati successi, la fiducia in se stesso fan sì che il giocatore, a un certo punto, si creda inevitabilmente più forte di quanto in realtà non sia. Ragion per cui se vince non ne resta sorpreso; ma se perde ripete fra sé "avrei potuto fare di meglio, non ci ho messo tutto il mio valore, tutta la mia attenzione". Perché questa considerazione possa dirsi corretta, il giocatore dovrebbe basare l'idea della sua forza non solo sulla media delle precedenti vittorie ma anche su quella delle sconfitte. Ebbene, l'amor proprio impedisce alla mente di rivivere le brutte partite abbastanza fedelmente da controbilanciare il ricordo delle partite vincenti. Il giocatore dunque finisce per sovrastimarsi costantemente, e in perfetta buona fede... Cornetz si occupa soprattutto del giocatore di scacchi, ma le sue osservazioni valgono per tutti i giochi che non sono puramente d'azzardo, per la lotta, gli scontri di scherma e, si potrebbe aggiungere, per le battaglie militari, persino le più importanti. Guidare una battaglia significa giocare una partita. La psicologia del giocatore è anche quella del generale. Quante battaglie perse perché il generale si attribuiva un valore superiore a quello reale! Quanti governi caduti per essersi abbandonati all'illusione del loro amor proprio.» (Remy de Gourmont)
Revenants (a volte ritornano). Racconti d'incubi e fantasmi
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 113
«Nella loro reazione al positivismo imperante e al perbenismo borghese, gli autori qui raccolti (da Jean Lorrain a L'Isle-Adam, a un Remy de Gourmont sotto pseudonimo e in chiaro) insistono particolarmente sul lato erotico dell'incontro con l'Altro. L'incubo (maschile) è quello che ti si siede sopra, il succubo (femminile) quello che ti sta sotto: a buon intenditor poche parole. Non c'è misterioso incubo o inquietante fantasma che non sia di bellezza irresistibile, con tutti i tratti del topos decadente o preraffaellita (esilità, pallore, capelli neri o rossi, labbra rosse) o, in alternativa, capace di donare gioie carnali ineffabili, come il demone Péhor — che altro non è che l'incarnazione della mania sessuale dell'infelice protagonista del racconto, di estrazione contadina, senza salotti in cui cercare prede né oppio in cui affogare i suoi turbamenti... Frutti di una mente che gira su se stessa, nell'incapacità di relazionarsi con il resto del mondo, anche i demoni e fantasmi dei simbolisti ci parlano del disagio psichico molto più di quanto ci parlino di arte, sesso, arredamento d'interni o stili poetico-musicali. E a volte ritornano: i vampiri sono tornati di moda da qualche decennio; oggi, in particolare, in tutto un filone di racconti per ragazzi e giovani adulti che nuovamente gioca sul filo sottile tra mistero ed eros, in una società che sembrava non avere più tabù e invece si scopre insospettabilmente vittoriana.» (Luana Salvarani)
Dalla proprietà capitalista alla proprietà umana
Emmanuel Mounier
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 187
I due poli tra i quali oscillano le sorti della grande crisi degli anni 30, e forse anche dell'attuale, sono già nel titolo di questo importante saggio, dedicato alla proprietà. Emmanuel Mounier, padre del personalismo francese, vuole uscire dalla "proprietà capitalista" ed entrare nel regno di quella umana. La proprietà del Capitale è fonte di intollerabili diseguaglianze tra chi ha molto, i pochi, e chi ha poco, i molti. La riflessione di Mounier è stretta tra le due forze che credono di avere la soluzione al problema, comunismo e fascismo, e la stanno applicando. È alla ricerca di una terza via, non sa quanto davvero percorribile. Per questo fa riferimento alla dottrina sociale della Chiesa e alla filosofia tomista, ricontestualizzate e messe alla prova, quasi gettate in pasto a un mondo che non avevano saputo prevedere nei suoi esiti totalitari. Di suo Mounier ci mette, oltre al rifiuto dell'individualismo borghese e dello statalismo comunista, la proposta di una società autogestita dei produttori. La proposta di Mounier, come quella di Maritain, Henri de Man e George Gurvitch, verrà sconfitta dalla Seconda Guerra mondiale. Eppure là dove parla di superare la tirannia capitalista «non con una democrazia quantitativa, parlamentare e irresponsabile, ma attraverso una democrazia organica» sembra dar voce ai temi che oggi attraversano la discussione pubblica europea.
Degenerata! I nazisti all'assalto dell'arte moderna
Alfred Barr
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 95
"Nel 1933, in congedo per motivi di salute, Barr è in Germania all'avvento al potere del nazismo. Più precisamente, è a Stoccarda, dove giunge all'inizio di febbraio e soggiornerà per alcuni mesi, fino alla fine di maggio. Barr è quindi in una posizione privilegiata per testimoniare quanto accade ad artisti, opere, musei, gli oggetti privilegiati della sua attenzione, in città e più in generale nel Reich dopo le elezioni del 5 marzo 1933. Resoconto di questa testimonianza sono i quattro brevi testi raccolti nelle pagine di questo libro, dedicati all'evoluzione del cinema tedesco (già prima del 1933, a dire il vero), ai primi segnali dello scatenarsi della polemica nazista contro l'arte "degenerata", alla sorte di architetti ed edifici ispirati allo Stile Internazionale nella Germania del Terzo Reich. Osservatore attento, apparentemente distaccato, impegnato a descrivere gli avvenimenti che si snodano davanti a lui - con la stessa capacità di descrizione chiara, lucida che dimostra quando parla dell'arte moderna, Barr registra con semplicità, senza enfasi e retorica, l'attacco immediato e durissimo che politici nazisti e fiancheggiatori culturali riservano a uomini, istituzioni e opere delle arti d'avanguardia; ma è anche capace di una magnifica ironia, che affiora proprio nella secchezza delle descrizioni, nelle annotazioni acute, che svelano in modo lapidario la grossolanità di uomini e idee, gli incipienti conformismi, l'opportunismo di artisti e architetti che iel nazismo trovano la possibilità di un'insperata (fino quel momento) carriera." (Roberto Peverelli)
Microspie. Racconti e interviste immaginarie
Giuseppe Bonura
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 126
«Microspie è uno di quei libriccini dalla facilità ingannevole, in grado di fuorviare chi scambiasse per divertissement superficiale il taglio breve degli scritti che vi sono raccolti, e per disimpegno il tono spesso paradossale o grottesco che anima le sue pagine, legando le interviste immaginarie della prima parte alle cinque "storie sintetiche" della seconda. Per fortuna, già il titolo ci mette felicemente sulla buona strada: Microspie fa subito pensare ai microfoni in miniatura usati per le intercettazioni vuoi dall'agente segreto (l'inossidabile Bond insegna), vuoi dal magistrato di turno. Ma è anche una precisa indicazione di stile: la spia, per l'appunto, di una scelta espressiva tesa a sfruttare scientemente le risorse offerte dalla forma breve. La misura lillipuziana non è intesa da Bonura come un limite, ma come un rigore simile a quello dei limerick di Edward Lear: un modo per ridurre all'osso il meccanismo narrativo senza rinunciare a esaltarne i procedimenti, dando libero sfogo a una fantasia spesso surreale e grottesca nel tratteggiare micro-vicende di spie che hanno talvolta i nomi (non il carattere o la funzione) di personaggi reali come l'economista Lester Thurow o il critico formalista russo Viktor Sklovskij. Ma che magari, con un derapaggio logico degno d'una vignetta di Jacovitti, si vedono spuntare un foruncolo sulla pistola...». (Roberto Barbolini)
Sillabe di un appello
Giovanni Granatelli
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 84
Versi come echi di una domanda imprescindibile, incancellabile, di un appello che risiede nel nucleo di ogni voce e di ogni gesto. Poesia sempre in bilico tra desiderio e disperazione, tra incanto e disincanto, strenuamente determinata a interrogare occasioni, circostanze, paesaggi, a cercare una concreta abitabilità dell'esistenza, rinvenuta innanzitutto in un catalogo di nomi, di volti concreti, nella possibile alleanza e compagnia fra esseri umani, lungo il bordo di ciò che ha senso e di ciò che non ne trova.
Descrizione del marxismo
Roger Caillois
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 127
Descrivere una potente ideologia come illusione durevole, questo l'intento dello studio di Roger Caillois. Quando l'oggetto della descrizione stessa è il marxismo, il presunto nucleo teorico del pensiero del filosofo tedesco di nome Karl Marx, ideologia e illusione suonano però oggetti meritevoli di un interesse specifico. Occorre mostrarne il reale funzionamento, la struttura dottrinaria e, soprattutto, la loro trasformazione in un'ortodossia esigente e inconfutabile, proprio come fosse una scienza. L'argomentazione di Caillois, in realtà, tocca il nervo scoperto del Novecento politico: il rapporto necessario e pure contraddittorio con la scienza del complesso dottrinario sostenuto allora dal blocco statuale sovietico e dai potenti partiti comunisti occidentali. Oppure da chiunque potenzialmente avesse voluto approfittare delle certezze che offre il metodo scientifico per affermare una visione del mondo o una tattica politica di dominio e potere. A cosa serve un'ortodossia se non a confermare con il ricorso a una scienza piegata ai dogmi di partito qualcosa che appartiene di diritto alle libere scelte politiche degli uomini nel loro comporsi e disfarsi in partiti e fazioni? Dalla "philosophia ancilla theologiae" a una "scientia ancilla politicae" il passo è breve e il marxismo ha cercato di compierlo fino a dissolversi. Prefazione di Riccardo De Benedetti.
Attendersi il peggio realizzare il meglio. Tre conversazioni con Max Horkheimer
Otmar Hersche, Gerhard Rein, Grytzko Mascioni
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 117
Queste tre conversazioni con Max Horkheimer intrecciano i temi consolidati del suo pensiero con i nuovi problemi che si affacciavano con intensità all'inizio degli anni Settanta del secolo scorso. La contestazione studentesca, già in parziale riflusso ma i cui effetti non voluti cominciavano a essere visibili; l'idea di rivoluzione e il suo inaspettato, e pericoloso, rilancio dopo i fallimenti lucidamente riscontrati dalla Scuola di Francoforte; il ruolo della scienza e la critica al positivismo. In queste pagine, rischiarate da una insospettabile capacità di sintesi e raccoglimento intorno al nucleo essenziale del suo pensiero, scorre il senso di una ricerca che sfocia, inaspettatamente, nella riscoperta delle categorie teologiche. Non come indice di una verità da contrapporre a quella scientifica bensì come nuovi ed essenziali punti di riferimento per l'azione dell'uomo. Se saltano questi, come ormai era chiaro che stava accadendo, si modifica il modo stesso dello stare al mondo dell'uomo, il suo significato e la sua comprensibilità. Nell'ultima delle interviste emerge il ritratto di un uomo che nell'attesa serena della morte raccoglie il senso di un'esistenza nell'affetto portato al ricordo della moglie e agli amici di un tempo che si allontana velocemente verso l'incognito.