Edizioni di Storia e Letteratura: Edizioni Gobettiane
Badoglio a Caporetto
Novello Papafava
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2013
pagine: 96
Il volumetto del giovanissimo Papafava, uscito nel 1923, offriva una ricostruzione attendibile sulla base della relazione della Commissione d'inchiesta su Caporetto e delle fonti allora disponibili. L'autore metteva in luce la responsabilità degli alti comandi e la confusione nella direzione delle operazioni, con le divergenze tra il Comando Supremo e il comandante della II Armata, per cui non riteneva giusto attribuire a Badoglio, che gli appariva la prima vittima del dualismo tra Cadorna e Capello, la maggiore responsabilità del disastro del 1917. Più in generale, per Papafava andava respinta la versione che imputava Caporetto a uno "sciopero militare" (uno slogan fortunato e diffuso per decenni) e al sabotaggio di socialisti, giolittiani e cattolici.
Opera critica. Volume Vol. 1
Piero Gobetti
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2013
pagine: 290
Nel quadro del progetto di pubblicare nelle edizioni del Baretti le opere edite e inedite affidato a Santino Caramella da Ada e dai collaboratori più stretti di Piero all'indomani della morte di Gobetti nel 1926, uscirono in quell'anno "Risorgimento senza eroi" e "Paradosso dello spirito russo" e l'anno successivo i due volumi dell'Opera critica. La raccolta di scritti filosofici, di critica artistica, letteraria e teatrale, e di saggi storico-politici, nella sua varietà, scriveva Caramella nell'Avvertenza, avrebbe messo il lettore in rapporto diretto con l'"unità viva e intima" che "viene dalla figura di Piero Gobetti critico e giornalista, polemista e saggista". L'edizione caramelliana fu un lavoro pionieristico che ebbe influenza anche sui criteri adottati nell'ordinamento del lascito gobettiano nella edizione delle opere complete curata da Paolo Spriano negli anni Sessanta. Dagli scritti, qui pubblicati, emerge come la critica culturale gobettiana abbia una sua autonomia e una mediazione complessa rispetto alla dimensione politica, anche se è innegabile la valenza politica dell'insieme della sua attività.
Opera critica. Volume Vol. 2
Piero Gobetti
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2013
pagine: 352
Nel quadro del progetto di pubblicare nelle edizioni del Baretti le opere edite e inedite affidato a Santino Caramella da Ada e dai collaboratori più stretti di Piero all'indomani della morte di Gobetti nel 1926, uscirono in quell'anno "Risorgimento senza eroi" e "Paradosso dello spirito russo" e l'anno successivo i due volumi dell'Opera critica. La raccolta di scritti filosofici, di critica artistica, letteraria e teatrale, e di saggi storico-politici, nella sua varietà, scriveva Caramella nell'Avvertenza, avrebbe messo il lettore in rapporto diretto con l'"unità viva e intima" che "viene dalla figura di Piero Gobetti critico e giornalista, polemista e saggista". L'edizione caramelliana fu un lavoro pionieristico che ebbe influenza anche sui criteri adottati nell'ordinamento del lascito gobettiano nella edizione delle opere complete curata da Paolo Spriano negli anni Sessanta. Dagli scritti, qui pubblicati, emerge come la critica culturale gobettiana abbia una sua autonomia e una mediazione complessa rispetto alla dimensione politica, anche se è innegabile la valenza politica dell'insieme della sua attività.
La filosofia politica di Vittorio Alfieri
Piero Gobetti
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 176
La tragedia dell'Europa. Che farà l'America?
Francesco S. Nitti
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 348
Il libro, uscito nel 1924, è il terzo volume di Nitti sulla crisi europea, dopo "L'Europa senza pace" (1921) e "La decadenza dell'Europa. Le vie della ricostruzione" (1922). Lo statista italiano, esule a Zurigo, voleva spingere gli Stati Uniti a superare il neo-isolazionismo e a svolgere un ruolo attivo per un più equo regolamento delle questioni europee. Nitti denunciava il disegno francese di egemonia continentale, perseguito attraverso lo smembramento della Germania e l'accaparramento delle sue risorse di carbone e di ferro. In questo quadro analizzava i pericoli della politica di "balcanizzazione" dell'Europa centrale. L'indebolimento della Germania di Weimar - avvertiva - avrebbe prodotto a sinistra spinte rivoluzionarie e suscitato a destra reazioni nazionalistiche foriere di nuovi conflitti in Europa.
La libertà
Francesco S. Nitti
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 116
"La libertà", che non poté uscire come Piero Gobetti Editore e fu stampato nel 1926 con il nome del tipografo Carlo Accame, riuniva le parti fondamentali dei discorsi che Nitti, in esilio, aveva pronunciato l'anno precedente a Londra sulla pace e a Cambridge sulla libertà. Vi sosteneva che erano stati gli errori della politica estera a portare alla guerra e che la guerra aveva determinato in Europa la crisi della democrazia e della libertà, su cui si erano innestate le spinte disgregatrici bolsceviche e fasciste. Mentre, però, il bolscevismo aveva un ideale, seppure non condivisibile, il fascismo perseguiva una politica di pura potenza nella occupazione dello Stato. Figura emblematica di questa politica era Mussolini, prima socialista rivoluzionario e poi leader del movimento antiparlamentare di destra. Ma il fascismo - si illudeva Nitti all'epoca - rimaneva un caso isolato nel contesto europeo e se ne poteva prevedere la breve durata.
La pace
Francesco S. Nitti
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 270
"La pace", uscito nell'aprile 1925, quando il fascismo stava consolidandosi dopo la crisi seguita al delitto Matteotti, sosteneva, in consonanza con la critica di Keynes alla "pace cartaginese", l'iniquità delle condizioni imposte dai vincitori a Versailles e l'idea della solidarietà europea come unica via di salvezza dopo la guerra. Nitti condivideva la posizione di Coudenhove-Kalergi a favore della formazione degli Stati Uniti d'Europa e prospettava una nuova catastrofe se non si fossero superati gli stereotipi delle avverse propagande nazionalistiche. Lo scopo dello scritto era di far riflettere le grandi masse dei lavoratori che erano state costrette a partecipare alla guerra, rivolgendo un messaggio trasversale sia ai vincitori che ai vinti.
Diritti di libertà
Francesco Ruffini
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 260
I "Diritti di libertà" (1926) di Francesco Ruffini - senatore e professore di Diritto ecclesiastico all'Università di Torino, che nel 1931 rinunciò alla cattedra rifiutandosi di prestare giuramento al regime fascista - fu un'appassionata e coraggiosa testimonianza contro l'eliminazione in atto delle libertà fondamentali, ma anche un importante contributo di storia e di teoria del diritto costituzionale. Contrapponendosi alla dottrina tedesca, molto diffusa in Italia e fatta propria da Alfredo Rocco, dei diritti di libertà come derivati dalla volontaria autolimitazione del potere sovrano dello Stato, Ruffini sosteneva l'intangibilità e l'imprescrittibilità di diritti che erano co-originari al patto sociale fondativo dello Stato unitario. Ripubblicato da Piero Calamandrei nel 1946, dopo un ventennio di semiclandestinità, il libro fu una fonte di ispirazione dei lavori della Costituente.
Il fondamento della filosofia giuridica di G. G. F. Hegel
Alessandro Passerin d'Entrèves
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 168
Rielaborazione della tesi di laurea in filosofia del diritto del novembre 1922, condotta sotto la guida di Gioele Solari, il libro di Passerin d'Entrèves - amico di Gobetti e collaboratore della "Rivoluzione Liberale" e del "Baretti" - parte dalla critica di Hegel al formalismo dell'etica kantiana e analizza la concezione hegeliana dello Stato, avanzando sintomatiche riserve sui suoi limiti e indagandone i legami con il protestantesimo. L'appendice contiene una informata rassegna su "L'influenza della concezione hegeliana della libertà sul pensiero rivoluzionario di Marx, Engels e Lassalle". Nel tempo del fascismo al potere e del tramonto delle libertà, Solari sottolineava nella prefazione l'interesse della ricerca dell'allievo: "Oggi, come ai tempi di Hegel, la questione della libertà, del modo di intenderla, di attuarla negli ordinamenti politici è ritornata viva e attuale".
Le lotte del lavoro
Luigi Einaudi
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 324
Da Caporetto a Vittorio Veneto
Novello Papafava
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 240
Collaborazionismo
Ubaldo Formentini
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 112
Collaborazionismo o, meglio, "La crisi della sovranità", titolo più attinente, secondo l'autore, al contenuto del libro, è nella prima metà del 1922 l'approdo della ricerca e del pensiero di Formentini, i cui sviluppi si possono seguire in scritti che erano comparsi già su "Rivoluzione liberale" (Aderire alla storia?, La crisi ministeriale e la costituzione) e sulla "rivista di Milano" (Le nuove fasi del diritto pubblico dopo la guerra). Il libro merita considerazione anche perché Formentini, dopo essersi misurato negli ultimi mesi dello stesso 1922, con l'incalzante attualità politica (nel lungo articolo Unità e gerarchie sindacali nello Stato fascista, pubblicato in "Rivoluzione liberale" a fine gennaio 1923 e ristampato ad aprile come opuscolo, con una prefazione aggiunta e con il titolo abbreviato in Gerarchie sindacali), cesserà di occuparsi di queste tematiche.