Franco Angeli: Critica letteraria e linguistica
Il magnifico parassita. Librettisti, libretti e lingua poetica nella storia dell'opera italiana
Ilaria Bonomi, Edoardo Buroni
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 272
La storia linguistica dei libretti d'opera, settore degli studi poco e solo di recente indagato, crocevia interdisciplinare tra storia della lingua, storia della letteratura, storia della musica, offre ancora molti ambiti da illuminare. Il titolo del volume, riprendendo l'etichetta di 'parassita' che del librettista ottocentesco è stata data da uno studioso, Gabriele Baldini, vi aggiunge l'eloquente aggettivo che rimarca il prestigio letterario di molti testi per musica. Si affrontano autori e tendenze dal Seicento ai giorni nostri, a partire da un autore centrale della librettistica secentesca come Giovan Francesco Busenello, i cui libretti, musicati da Monteverdi e Cavalli, rappresentano esempi notevoli dell'opera veneziana del XVII secolo. Il secondo capitolo ha per oggetto i metamelodrammi, microgenere rappresentativo della duplicità dell'opera settecentesca, tra melodramma serio e opera comica. Si passa poi all'Ottocento, studiando librettisti per compositori importanti, con particolare attenzione ai rapporti tra poesia e musica, come Romani autore di libretti per Bellini, Cammarano e Ruffini librettisti per Donizetti, Piave e Boito librettisti per Verdi, fino a Luigi Illica, uno dei principali librettisti tra Otto e Novecento, autore di testi assai differenti scritti per compositori diversi. Nell'ultimo capitolo ci si accosta ad un'opera contemporanea, Giocasta di Azio Corghi con libretto di Maddalena Mazzocut-Mis, attraverso un'intervista con gli autori.
A colloquio con Paolo Lioy. Letteratura, scienza, politica (1851-1905)
Carmen Sari
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 240
Paolo Lioy (1834-1911), insigne naturalista, poligrafo, poeta, romanziere, traduttore, autore di più di trecentosessanta testi in prosa e in versi, imprime alla propria produzione un orientamento divulgativo che gli consente di fondere filosofia e geologia, zoologia e filologia, botanica e politica. Richiamandosi ad una concezione assoluta di cultura, intesa quale sintesi delle manifestazioni sia intellettuali sia spirituali dell'uomo, lo studioso si propone d'instaurare un processo di armonizzazione tra epistemologia, religione e cultura tout court. Scienza e fede, cognizione del relativo e dell'Assoluto costituiscono parte integrante di un disegno divino che troverà la sua più compiuta rappresentazione nella letteratura. Brillante divulgatore scientifico e pedagogo, Lioy si occupò attivamente della diffusione della cultura fra gli operai e i ceti meno abbienti, fu partecipe del miglior attivismo vicentino antiasburgico e dimostrò il suo impegno di uomo politico prima come consigliere comunale e provinciale, poi come deputato e senatore del Regno.
Un amore bellissimo. Leopardi e la felicità
Salvatore Lo Bue
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 120
Ritornare a Leopardi, accettare il suo radicale ateismo, dimenticando, una volta e per sempre, il polveroso magazzino di tutti i pessimismi e di tutti i titanismi possibili, le divisioni ormai fuori tempo tra piccoli e grandi idilli, che hanno reso travagliosa la via d'accesso al mistero del poeta di Recanati, rendendo la sua opera semplice, catalogabile e, per ciò, inoffensiva, è stato difficile per buona parte della critica leopardiana. L'implacabile difensore del vero guarda con occhio disincantato e indifferente il volgersi delle cose del mondo, generate per morire, destinate al nulla; ma sa opporsi a quella infinita notte che ci attende indicando nell'amore quella unica luce che dura nella brevis lux che è la nostra esistenza. Così l'anima del poeta sa tessere nei Canti l'elogio perfetto della felicità che si realizza nella comprensione, anch'essa perfetta, delle radici dell'Amore. L'intuizione del rapporto inscindibile tra Amore e Morte, cuore di tutta la sua poesia, indica nella fanciulla-Amore e nella fanciulla-Morte le due messaggere della gioia: la prima libera dal dolore di vivere consegnando ai mortali una felicità di poco inferiore a quella divina, un'emozione così grande che indìa l'anima che la accoglie; la seconda libera dal dolore di essere consegnando le anime in perenne affanno all'oblìo che libera dalla vita e dal dolore.
L'opera al carbonio. Il sistema dei nomi nella scrittura di Primo Levi
Giusi Baldissone
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 212
Il "Sistema periodico" è la prima tappa di un viaggio in cui, da "Argon" a "Carbonio", Primo Levi esprime la volontà di essere scrittore, rivelata soprattutto dalle scelte onomastiche. Le "Storie naturali", in parte scritte prima, sono lo specchio rovesciato del "Sistema", con nomi che stabiliscono legami culturali; i nomi consentono anche la rivelazione, tra Mercurio e certe poesie, di qualche piccolo e grande segreto di composizione, radici non nominate nella mappa che porta lo scrittore alla "Ricerca delle radici". Già nei primi due libri di Levi, "Se questo è un uomo" e "La tregua", le scelte onomastiche della testimonianza sono illuminate da una volontà precisa anche sul piano letterario: nel "Lager" quella di Dante è una vera e propria "apparizione". La doppia natura della scrittura si manifesta fin dall'inizio, si affina in virtù di una progressiva coscienza d'identità fra "l'altrui mestiere" e quello del chimico e culmina nei nomi della "Chiave a stella". L'autore crea un laboratorio onomastico organizzato intorno a modelli di valenza universale: la scelta segue un percorso che trova conferma in tutta la produzione letteraria di Levi: ai "santi", agli "eroi", agli "amici", ai "maestri", agli esseri "scaleni" del "Lager" e del ritorno a casa corrispondono tipologie ben precise che rivelano anche, drammaticamente, un cuore messo a nudo nell'apparente distanza di una grande letteratura.
«Il barlume che vacilla». La felicità nella letteratura italiana dal Quattro al Novecento
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 164
I saggi, qui raccolti, rappresentano un sondaggio critico sui poliedrici significati che il termine 'felicità' assume all'interno della letteratura italiana. In un ampio arco cronologico, che va dal Quattro al Novecento, sono stati analizzati autori e testi della nostra tradizione, al fine di verificare le modalità retoriche e narrative attraverso le quali è avvenuto il 'racconto' di tale stato d'animo. Da Giovanni Pontano e Bernardino Baldi a Natalia Ginzburg e Giancarlo Buzzi, da Carlo Goldoni e Alessandro Manzoni fino a Luigi Pirandello la scrittura si mostra particolarmente attenta alla registrazione della variegata polisemia legata al termine 'felicità'. Raccontare questo sentimento, infatti, significa nel contempo riflettere sul suo opposto, porre attenzione al lungo percorso di ricerca che lo preannuncia, verificarne il carattere effimero e nostalgico. In queste indagini risulta evidente l'esistenza di un rapporto strettissimo tra il lessico della 'felicità', con tutte le sue varianti sinonimiche e contrastive, e il lessico narratologico, legato al tempo del racconto. Più che descritta nell'hic et nunc, la 'felicità' è spesso immaginata nella mente della voce narrante come un sentimento strettamente connesso a un passato mitico e irripetibile o a un futuro incerto e difficilmente realizzabile.
Victorianomania. Reimagining, refashioning, and rewriting Victorian Literature and Culture
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2015
pagine: 208
La fine del tempo. Apocalisse e post-apocalisse nella narrativa novecentesca
Fabio La Mantia, Salvatore Ferlita
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2015
pagine: 192
Il ventesimo secolo è stato segnato dall'epifania di una rinnovata e recrudescente decadenza riguardante i modelli sociali, ecologici e tecnologici, rivelatisi fallimentari panacee dell'assurdità umana. Questo senso opprimente di disagio e devastazione si riflette lungo una duplice articolazione all'interno del volume: apocalisse e post-apocalisse. Nel primo caso, la ricorrenza di modelli e paradigmi apocalittici, per lo più di stampo religioso, rintracciabile all'interno di una serie di testi, romanzi e racconti, di autori appartenenti alla tradizione italiana e afro-americana. Calvino, Buzzati, Landolfi, Moravia ed Ellison declinano, nelle loro opere, la fine del mondo attraverso visioni e pronunce stilistiche autonome e sorprendenti. Il crinale sottile su cui si muovono si distende tra le macerie del mondo perduto e le rovine stilistiche, in qualche modo quell'apocalisse della narrazione additata da Benjamin, sommandosi l'angoscia della fine a quella dello stile. Nel secondo, l'indagine si sposta sull'interpretazione di storie che prendono l'abbrivio da una evento catastrofico già verificatosi e le cui conseguenze vanno valutate alla luce di ciò che è sopravvissuto: i resti, le rimanenze di un mondo improvvisamente sparito. Vonnegut, Lessing, McCarthy, Morselli si aggirano tra le rovine di una civiltà autoimplosa, rivelandone segni inquietanti, ma anche esiti inaspettati.
Traduzione e transfert nel XVIII secolo. Tra Francia, Italia e Germania
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2014
pagine: 208
Il radicale cambiamento nel modo di considerare la traduzione è il portato forse più prezioso delle ricerche nell'ottica del transfert culturale. Inaugurato da Michel Espagne, che in Italia apre con il suo contributo metodologicamente innovativo il volume su Traduzioni e traduttori del Neoclassicismo (FrancoAngeli 2010), questo tipo di ricerche intende la traduzione come passaggio da un codice a un altro, come momento di reinterpretazione in un contesto diverso da quello di partenza, mettendo a fuoco una specificità di esiti, di implicazioni e di prospettive ignorata da chi si limitava a censurare "errori di comprensione" dei traduttori (M. Espagne, 2010). Indagare il complesso gioco di decontestualizzazione e ricontestualizzazione che il tradurre comporta - come ha mostrato assai bene Peter Burke in Cultural Translation in Early Modern Europe - si configura così, in linea generale, come modalità privilegiata per identificare le differenze tra le culture. Essa attribuisce pari legittimità alla traduzione e al modello di partenza costituendo così l'alternativa più efficace e feconda al vecchio approccio comparatistico su base nazionale, dove l'argomentazione avveniva in termini di "influssi", segnatamente dell'"influsso" di una cultura dominante (nazionale) su un'altra.
Spazi segni parole. Percorsi di viaggiatrici italiane
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2013
pagine: 280
Tutti conoscono le grandi viaggiatrici inglesi e francesi diventate simbolo di un'emancipazione precoce ed eccentrica, di uno sguardo a volte inedito, a volte prevedibile, ma sempre interessante su realtà prima confinate in un racconto del mondo tutto maschile. Meno nota, ma ugualmente interessante, fitta e complessa è la storia delle viaggiatrici italiane, donne che hanno deliberatamente intrapreso un'avventura spaziale e mentale tradizionalmente negata al loro sesso. Gli autori, soffermandosi sulle continuità e discontinuità tra Ottocento e Novecento, illuminano figure poco conosciute senza tralasciare di offrire nuove interpretazioni di viaggiatrici più note e studiate. Emergono così dall'ombra o riverberano di nuova luce profili e itinerari sorprendenti. Dalla ricerca dell'ispirazione artistica all'esplorazione scientifica, dal più lontano Oriente agli inospitali paesaggi dell'Africa delle nostre colonie fino all'America della modernità, le nostre viaggiatrici coprono non meno delle colleghe straniere tutte le varianti dell'odeporica. Il volume, dal forte impianto interdisciplinare, traccia un nuovo quadrante dell'altra mappa che le donne italiane hanno visto, scritto e descritto, uscendo a prendere la parola nei due secoli che hanno cominciato a ridargliela.
Sul conto dell'autore. Narrazione, scrittura e idee di romanzo
Stefano Ballerio
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2013
pagine: 192
Chi racconta di papà Goriot? A chi appartengono le voci che raccontano di Edward Waverley, di Emma Bovary o del lettore di Se una notte d'inverno un viaggiatore? I narratologi strutturalisti hanno affermato che in ogni narrazione letteraria dobbiamo distinguere la persona storica dell'autore dall'istanza testuale del narratore e questa distinzione è rimasta al centro della narratologia. Ancora oggi, mentre crescono le narratologie postclassiche, essa resta valida e necessaria per la maggioranza degli studiosi. Questo saggio sostiene invece che distinguere a priori autore e narratore non consenta di rendere conto di interi periodi della storia del romanzo e che la questione teorica - chi racconta in una narrazione letteraria? - debba essere posta su un terreno ermeneutico e storicista. Idee diverse di romanzo erano presenti a Scott e Balzac, a Flaubert e ai modernisti o a Calvino e ai postmodernisti. A queste diverse idee e alle opere che le espressero deve corrispondere una visione complessa, che integri le categorie teoriche con una riflessione ermeneutica e storicista sulle opere e sul genere del romanzo.
I giorni della parola. Il Vangelo secondo Giovanni e la poetica
Salvatore Lo Bue
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2013
pagine: 128
Nei Vangeli, e sopra tutto nel Vangelo di Giovanni, nascono personaggi del tutto nuovi, determinati da una matrice letteraria che sarà determinante per la narrativa occidentale. Personaggi complessi che nello spazio di pochissime battute in dialoghi serratissimi diventano figure universali, non archetipiche né astratte, ma purissime espressioni dell'Anima nel suo contatto con Dio. In ogni loro atto si sente la Vita che corre e pulsa e fugge e dilegua ma sembra fermarsi nell'istante decisivo dell'Incontro con Gesù. Essi hanno insieme la concretezza psicologica degli eroi omerici e l'astratta lontananza degli personaggi veterotestamentari, ma vanno oltre Odisseo e Abramo, elementi simbolo della dicotomia proposta da Auerbach nel capitolo sulla Cicatrice di Ulisse in Mimesis. Parlano e agiscono animati da quella misteriosa energia che emana da un incontro mistico: forme di quella fede che non è adesione incondizionata a un progetto spirituale, ma sommovimento interiore, dolorosa emozione che nasce dall'incontro col divino. Questo libro racconta i tre anni vissuti da Gesù, l'Opera di Dio (oergon qeoà), tra di noi, dei segni miracolosi, della vita, della passione e della sua morte.
Una di lingua, una di scuola. Imparare l'italiano dopo l'Unità. Testi autori documenti
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2013
pagine: 352
Per diventare "una di lingua", l'Italia può e deve diventare "una di scuola". Questo suggerimento affida nel 1868 la Relazione di Alessandro Manzoni e della commissione milanese al Ministro Broglio, che ha chiesto indicazioni su "tutti i provvedimenti e i modi coi quali si possa aiutare e rendere più universale in tutti gli ordini del popolo la notizia della buona lingua e della buona pronunzia". Strumento fondamentale della trasmissione di una cultura condivisa, a partire dall'Unità la scuola si propone come istituzione cardine nel processo di educazione a una lingua nazionale, che, proprio sulla scorta delle indicazioni manzoniane, è ritenuta fattore unificante non solo di una geografia politica frammentata, ma anche di un rinnovato tessuto sociale. Sui banchi l'apprendimento dell'italiano diviene "mezzo" essenziale per garantire un avvicinamento davvero democratico al sapere e quindi la partecipazione di "tutti gli ordini del popolo" alla vita civile della nazione. Il volume propone una scelta, parziale per necessità, di documenti, decreti, relazioni, manuali, abbecedari, ma anche di passi tratti dai romanzi e di articoli giornalistici, che in progressione cronologica vogliono far luce su alcune tappe evolutive dell'educazione linguistica nella scuola del secondo Ottocento.