La Vita Felice: Le voci italiane
La grazia del danno
Isabella Panfido
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2014
pagine: 96
"La grazia del danno" è un libro dalla lunga gestazione, come una lenta guarigione. La parola poetica ha medicato un danno antico; la perdita quale premessa non solo non preclude ma favorisce uno sguardo capace di raccogliere i segni dell'esistenza, il vuoto diventa contenitore per un bene essenziale. Se il libro di esordio "Casa di donne" circoscriveva un luogo densamente femminile, questa nuova opera misura uno spazio attraversato da presenze/assenze maschili. Il nitore dell'osservazione che si sposta osmoticamente da fuori a dentro, e viceversa, conferisce una luce che esalta colori e sfumature della narrazione, rischiarando così anche le zone più buie.
Ciclica
Annamaria Ferramosca
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2014
pagine: 96
"Ad un nodo e ad uno snodo dell'epoca, nella 'notte artica' delle ere tutte e delle lingue, le individualità più avvertite si mettono in gioco affrontando un 'viaggio del disorientamento' fisico e sensoriale, cognitivo e metafisico, toccando mondi e orizzonti, mappando bussole e atlanti, registrando gli 'urti gentili' per il 'rompersi dei meridiani', nello sfaldarsi dei sistemi planetari come pure dei rapporti umani sulla nave alla deriva: 'l'isola disperata che siamo'. C'era bisogno di una lingua nuova, esposta alla babele dei 'mille alfabeti', predisposta alle ibridazioni, all'ospitalità senza preclusioni di sorta. Una lingua contaminata e meticcia, esposta ai venti di novità, al 'soffio multilingue', tra geologia e biologia, tra techne e angelezza: c'era urgenza di una lingua che si facesse carico del vento di novità ipertecnologico e virtuale, scientifico e sensibile, fisico e corporeo, e che nondimeno registrasse sopravvivenza e insorgenza dei realia, di 'tutto il rumore del mondo'. In questa affascinante Cosmogonia, Annamaria Ferramosca, con una lingua duttile e sinuosa, spesso affidata a neologismi, erige una congrua neo-lingua e una neo-sintassi della poesia da opporre al Caos, al 'disordine che dissipa', tra immagini ritornanti nel cyberspazio di navi egizie, ferite a Gaza, misteri di sorrisi etruschi e presenze su altipiani etiopi..." (Manuel Cohen)
Con fatica dire fame. Poesie 1998-2013
Giovanni Turra
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2014
pagine: 92
"Con 'Con fatica dire fame', Giovanni Turra ci affida un'opera capace di segnare un percorso che, nella nostra poesia, saprà farsi luminoso e importante. Ciò si deve a un'esposizione linguistica millimetrica, portatrice di un punto di vista originale ed etico sulle cose; e al tempo, che ha inciso il suo passaggio come un finissimo cesello (gli estremi della composizione definiscono un arco di 15 anni). Inquadrature emotive e riflessive in fitta successione, nel modularsi continuo del quotidiano più scabro, lasciano al lettore una mappa solcata da eventi personali e insieme tipici, posti in situ dal loro stesso rivelarsi per verità e autenticità. Nulla è lasciato al caso; tutto è governato da una pronuncia salda e netta, informata dal possesso del senso storico, da un Novecento poetico interiorizzato e fatto proprio. Sono parole scandite nell'urgenza di un dialogo mai reticente con un 'tu', e un 'noi', gettati nella volontà di una comprensione. Atmosfere perlopiù domestiche e compatte si lasciano penetrare da sprazzi di luce improvvisi, a testimonianza di un'adesione senza riserve alla vita: che è cangiante, e tuttavia fedele. I corpi - esposti in un'impudicizia sensuale e carnale alla Lucien Freud - e i luoghi - sironianamente ritratti nella loro perimetrabilità solitaria - acconsentono all'indagine della vicenda umana di questo poeta, intessuta del distillare acuto e laborioso di un ascolto mai immediato e tantomeno facile." (Stefano Raimondi)
Galleria del vento
Luigi Cannillo
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2014
pagine: 72
"Il grande tema della perdita attraversa tutto il libro. Ne è prova, ma non solo, il primo nucleo di poesie 'L'ordine della madre', concentrate intorno ai gesti postumi del figlio in lutto e che improvvisamente deve ricostruire e capire: la morte della madre tutto è, tranne che una questione sentimentale. L'esperienza del distacco dalle cose è la necessità della maturazione, del passaggio in un secondo tempo della vita quando una voce ci parla più sommessa, senza urlare e ci chiede uno sguardo più aperto, capace di abbracciare anche la morte, di darle una forma e un nome meno terribile. Il tema della perdita, allora, non può che essere declinato nell'altro, ben più vasto, della condizione destinale delle creature, fatta di meteore che attraversano improvvisamente la vita e la illuminano brevemente della luce di una verità postuma. Ecco allora delimitato un atlante di direzioni riconoscibilissime: sono i regni di competenza dei 'dodici segni', in cui la meditazione poetica perviene a delineare, con immagini e simbologie, i limiti e gli splendori di un agire per estrema ratio, bastante a se stessi, ai propri rischi mortali. Il senso del corpo, sembra essere restituito nella pienezza controllata della parola, e dall'ordine con cui la memoria prova a ridisegnare i luoghi dell'incontro, il partecipare nuovamente dell'evento ma questa volta nella luce malinconica - eppure più giusta - di ciò che essenzialmente è avvenuto e che ora ancora rimane." (dalla prefazione di Sebastiano Aglieco)
Nello sguardo del lupo
Alessio Brandolini
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2014
pagine: 96
La somma del tempo-The time summary
Cristina Balzaretti
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2013
pagine: 72
"[...] Balzaretti ci fa capire che il vero scopo dell'esistenza è l'introspezione, il silenzio, certo non l'eccitazione di una vita impazzita che continua a frantumarsi in inesauribili desideri alienanti. Mai perdersi per l'apparenza, smarrendo il contatto con il Sé. [...] Le poesie sono scritte con la massima comprensibilità e purezza, spesso in prosa, anche se la composizione sulla pagina è quella con gli a-capo della poesia. Mai compiacimenti o cadute nella finzione. Ciò che attrae è l'equilibrio, l'obiettività dello stile, l'esperienza, la profonda convinzione dell'autrice in ciò che scrive. In un periodo grave come il nostro, le "belle" poesie composte a tavolino da chi ama ascoltare il ritmo della propria voce, non ci dicono più niente, per quanto musicali o armoniose possano essere. [...] (L'autrice) ci mostra, con infinita partecipazione, i terribili guasti fisici e morali dei quali siamo vittime oggi. Risalendo al proprio passato, ci indica la strada, il solo possibile rimedio per non perderci."
Le due versioni del cielo
Carmelo Pistillo
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2013
pagine: 132
"Le due versioni del cielo" sembra dunque indicare i due orizzonti guardati dal poeta, obbligato a oscillare non solo tra la vita e la morte, tra terra e cielo, ma tra due destini, quello vissuto e quello che non si lascia afferrare. Due dimensioni costitutive di una legge fisica, dove salire e scendere rispondono alla stessa urgenza e responsabilità, dove è ciò che non accade a determinare la "svolta" verso la vita, è il vuoto che forse chiede di essere colmato per non essere restituito alle sue vertigini. [...] L'ultima opera di Carmelo Pistillo ci consegna la visione poetica di un "bivio sicuro", del confine e del mistero "che insieme tremano nelle bocche chiuse", dell'uomo "che risponde con l'invenzione dell'aereo in equilibrio in ogni direzione struggente", del "sabato delle mani che si prendono il cielo. Un po' più in alto, si scambiano le due versioni" come "aliti avversari nella stessa dizione" o "stelle erranti che parlano tra loro, e qualche volta brillano. è quello l'istante in cui la ferita si separa dal sangue. Come ho già scritto altrove, Carmelo Pistillo può essere collocato in una posizione di primo piano tra i poeti italiani contemporanei; e quest'ultima, felice raccolta di versi, in cui l'autore avverte "che per farsi eterna la poesia deve dare il brivido della sua durata", ne è l'ulteriore prova.
I destini partecipati
Filippo Davoli
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2013
pagine: 64
Lo sviluppo del progetto poetico qui raccolto riporta al trittico "Stati d'animo" di Boccioni, in cui i tre quadri "Gli addii", "Quelli che vanno" e "Quelli che restano" sono incentrati sul tema esistenziale che tutti accomuna: la transitorietà della vita terrena e l'ignoto che ci attende. Nell'assenza, il ricordo si fortifica e Davoli, non indenne da una pacata malinconia, o forse meglio, dalla nostalgia con cui evoca la voce, i gesti, la relazione quotidiana con chi, caro negli affetti, è mancato, si addentra nel tema della precarietà di questo nostro esistere con quieta consapevolezza, da non confondere con la rassegnazione, intesa come rinuncia a lottare, indifferenti alla vita. Anzi, forte è il messaggio vitale che emerge e ancora più vigorosa la certezza che sia l'amore a condurre questo nostro "viaggio" perché "qualcosa di noi deve restare/ come traccia del vissuto su questa terra" anche se "siamo frecce/ puntate verso l'azzurrità".