Libri di Alessandro Baldacci
Topologie del presente. Il poema e i suoi luoghi
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2024
pagine: 256
I saggi e le poesie e le considerazioni critiche di questo volume rappresentano il punto d’arrivo di una lunga, discussione sul ruolo e le forme dell’immaginazione topografica e topologica nella poesia e nella cultura contemporanee, avviata dal prezioso contributo di Lina Kostenko, cui si aggiungono le notazioni di due “classici” contemporanei come Fabio Pusterla e Antonella Anedda e la breve prosa di Adeline Baldacchino. Queste riflessioni introducono a un più diretto confronto con il poema, che si dispiega nella seconda sezione nella quale sono pubblicate poesie inedite delle voci della sezione precedente. A chiudere il trittico, è la sezione «Colloqui», nel cui nome risuona l’auspicio hölderliniano di un pensiero plurale, nato nell’ascolto dell’Altro. Qui, alle voci dei poeti che aprono il libro, si intrecciano quelle di studiose e studiosi che dialogano con la poesia europea del presente.
Il Dio di Norimberga
Alessandro Baldacci
Libro: Libro in brossura
editore: Pequod
anno edizione: 2023
pagine: 176
Raccolta di poesie.
Milo de Angelis. Le voragini del lirico
Alessandro Baldacci
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 210
Il libro propone un percorso nell'opera di Milo De Angelis, dall'esordio di Somiglianze (1976) sino alle sue ultime raccolte, al fine di mettere in evidenza le caratteristiche di un autore che intende la scrittura in versi come radicale e tragica esperienza del reale, potenza originaria e dionisiaca. Segnata da una frontale contestazione del disincanto del moderno, così come da una declinazione "apocalittica" del sublime, la poesia deangelisiana cerca l'assoluto nell'istante lirico, approfondendo la postura verticale di un soggetto per il quale la coscienza del negativo e della finitudine umana rigettano non tanto la visione ottimistica dell'esistenza, quanto il depotenziamento passivo, o pessimistico, del pathos. A partire da questi concetti, il libro punta a cogliere e interrogare i nodi di una delle più compiute e perentorie riproposizioni del lirico nella letteratura europea dagli anni Settanta a oggi, mostrandoci il profilo di un autore che fa della scrittura una questione di vita o di morte, una "chiamata in giudizio" a cui non è dato sottrarsi.
Dal nemico alla coralità. Saggi critici
Libro: Libro in brossura
editore: LoGisma
anno edizione: 2017
pagine: 328
Questo libro intende costituire un’occasione di dialogo internazionale fra studiosi che riconoscono nella guerra una questione inevitabilmente comparatistica, fornendo una vasta panoramica delle possibili declinazioni e rappresentazioni dell’altro, inteso tanto come der Andere che come das Andere, all’interno delle diverse narrazioni della guerra degli ultimi cento anni. Si spazia così dalla figura del nemico (interno ed esterno, hostis e inimicus, fratello, doppio e assassino) alla dimensione collettiva e corale del “noi”, dalla rappresentazione del corpo e della donna al trauma individuale e allo choc tecnologico, sino al “grande altro” della morte, al fine di avvicinare e interrogare la perturbante socialità ed enigmaticità dell’evento bellico. L’esperienza dell’altro, per dirla con Merleau-Ponty, determina tanto una “specificazione del problema dell’io” quanto una elaborazione del “problema del mondo”. Concetti che qui si è cercato di indagare allo scopo di penetrare più a fondo la dimensione culturale, simbolica, antropologica e ideologica della guerra, nonché i rapporti fra guerra, individuo e società.
Giorgio Caproni. L'inquietudine in versi
Alessandro Baldacci
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2016
pagine: 165
L'allegoria della vita a cui Giorgio Caproni dà forma nei suo originalissimo percorso di artigiano della parola - dagli, esordi, sotto il segno di una inquieta sintesi fra tradizione e modernità, sino alla maniera "estrema" della sua stagione tarda - viene qui ripercorsa per intero, ponendo al centro della riflessione il peso decisivo che la Resistenza svolge nella vita e nell'opera dell'autore. Alessandro Baldacci predispone così il percorso di una scrittura dalla vocazione malinconica, dichiaratamente stoica, che pur percorrendo i luoghi della morte e del negativo rimane sempre ancorata alla concreta esperienza del vivere e al desiderio di comunicare con il proprio lettore, investendo nella poesia nel secolo della sua progressiva marginalizzazione culturale e sociale, come strumento di verità ed etica.
La necessità del tragico
Alessandro Baldacci
Libro: Libro in brossura
editore: Transeuropa
anno edizione: 2014
pagine: 152
A partire dall'estrema tensione fra il creaturale e la crudeltà, su cui si è soffermata l'analisi del tragico moderno di Barnaba Maj, viene qui proposta una rilettura del Novecento letterario in cui le stragi e i genocidi del XX° secolo portano all'eruzione della voce dell'aorgico, come ferita aperta fra pietà e terrore. Sotto il segno della “contraddizione sofferente”, della lacerazione insanabile, della tensione fra voce corale e “mimesis del trauma”, prende forma una rinnovata attualità del tragico entro la quale si muovono le opere di Antonin Artaud e Paul Celan, di Amelia Rosselli e Sylvia Plath, di Samuel Beckett e Ingeborg Bachmann. Il libro presenta inoltre un percorso all'interno della letteratura italiana del Novecento volto a individuare le caratteristiche di una ripresa del tragico che parte da Dino Campana, Carlo Michelstaedter, Clemente Rebora e Cesare Pavese, per arrivare ad alcune delle esperienze più significative della poesia italiana contemporanea, come quelle di Giuliano Mesa, Milo De Angelis, Antonella Anedda, Marina Pizzi e Cosimo Ortesta.
Amelia Rosselli
Alessandro Baldacci
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2007
pagine: 189
Dai primi esperimenti degli anni Cinquanta sino alla fine della sua ricerca poetica ed esistenziale, Baldacci delinea il percorso poetico di Amelia Rosselli e analizza le caratteristiche di una ricerca artistica che altera radicalmente il corpo stesso della lingua. Il volume pone in rilievo le meccaniche della scrittura rosselliana e ne esalta il fascino delle immagini. In questo percorso critico il lettore è guidato all'interno di una poetica che trova la propria origine nel processo di trasfigurazione dei traumi più personali in materia incandescente di scrittura. Baldacci descrive in queste pagine le caratteristiche del mondo grottesco e stregato della Rosselli, dove demoni e angeli si scambiano ripetutamente lo scettro del comando. La sua poesia emerge così in un impasto denso di straniamente e sublime: da un lato come resoconto del viaggio all'inferno della violenza bellica del XX secolo, dall'altro come esperienza di una lingua in costante esilio, all'altezza dei massimi esempi della scrittura tragica del Novecento.
Fra tragico e assurdo. Benn, Beckett e Celan nella poetica di Amelia Rosselli
Alessandro Baldacci
Libro
editore: Università di Cassino
anno edizione: 2006
pagine: 242
Andrea Zanzotto. La passione della poesia
Alessandro Baldacci
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2010
pagine: 160
Le vertigini dell'io. Ipotesi su Beckett, Bachmann Manganelli
Alessandro Baldacci
Libro
editore: Ipermedium Libri
anno edizione: 2010
pagine: 180
La scrittura in prima persona nel romanzo europeo del Novecento trova nella Trilogia beckettiana il suo punto di massima incandescenza. In questo libro Alessandro Baldacci affronta la radicale novità della rappresentazione del soggetto in Samuel Beckett, portando alla luce l'importanza del "fattore Céline" nell'opera dello scrittore irlandese, assieme alle caratteristiche di un controcanone dell'io in bilico fra identità e ripetizione, oralità e scrittura, trauma bellico e trauma tecnologico. Per seguire gli effetti e le metamorfosi del modello beckettiano nella letteratura europea l'autore allarga il discorso sull'io al romanzo "Malina" (1971) di Ingeborg Bachmann, dove domina la fusione fra soggetto e storia, con una trama dell'orrore in cui ritorna l'incubo del totalitarismo nazista. L'Antigone della Bachmann, sepolta dal tabù dell'austria filo-nazista, testimonia di una inquietante antropologia tragica che giunge a mostrare l'allarmante continuità fra civiltà e barbarie. La rappresentazione dell'io in "Dall'Inferno" (1985) di Giorgio Manganelli ci presenta invece l'esplosione dell'io fra riso e grottesco, la sua perenne metamorfosi fra manierismo e clownerie, in un viaggio interiore che si alimenta di tutte le fonti del pertubante. In questo percorso comparatistico sull'io, l'autore mostra come il disorientamento del soggetto divenga, nel secondo Novecento, lo spazio di una rinnovata tensione conoscitiva del romanzo.