Libri di Antonio Lazzarini
Boschi trevisani in Sinistra Piave fra sette e ottocento
Antonio Lazzarini
Libro: Libro in brossura
editore: De Bastiani
anno edizione: 2025
pagine: 144
I pochi boschi planiziali ancora esistenti in Sinistra Piave, caratterizzati da un’associazione vegetazionale definita querco-carpineto, costituiscono piccoli residui dell’antica foresta che in epoca preistorica copriva la pianura padano-veneta: botanici, zoologi, ecologi, naturalisti vi prestano oggi particolare attenzione. Assai più ampia era fino all’Ottocento in quest’area la superficie occupata dai boschi con la quercia essenza dominante, conservatisi particolarmente nell’area compresa fra Piave e Tagliamento grazie alle restrizioni imposte in campo forestale dalla Repubblica di Venezia, finalizzate soprattutto all’utilizzo degli alberi necessari alla costruzione e al mantenimento della flotta militare. Di questi boschi, ma anche di quelli dell’area collinare aventi caratteristiche assai diverse, vengono studiate estensione, caratteristiche, variazioni nella gestione e nel governo forestali durante il periodo che va dalla fase finale della Serenissima al succedersi delle dominazioni francesi e austriache, fino all’annessione al Regno d’Italia.
Alberi da matadura per le navi di Venezia. La Vizza di San Marco o Bosco di Somadida
Antonio Lazzarini
Libro: Libro in brossura
editore: De Bastiani
anno edizione: 2023
pagine: 194
Adolfo di Bérenger considera il Bosco di Somadida (o Vizza di San Marco, Vizza di Cadore, Vizza d’Auronzo, Bosco della Guizza) assai prezioso per la qualità del legname d’abete, che definisce addirittura «superiore ad ogni altro in Europa»: ma, aggiunge, «poco giovevole alla Repubblica, almeno fino all’anno 1770, in cui soltanto fu costruita una strada carreggiabile col dispendio di 12.000 ducati, sostenuto dalla Comunità cadorina». L’osservazione del grande tecnico e studioso di cose forestali sulla scarsa utilità del bosco non è priva di fondamento, ma soltanto limitatamente al periodo successivo al 1730. In precedenza la Vizza di San Marco viene intensamente utilizzata, nonostante le difficoltà di trasporto del legname e la ritrosia delle comunità locali a farsene carico, costituendo la fonte principale per l’approvvigionamento delle piante da matadura, cioè per l’alberatura delle navi da guerra veneziane.
Boschi, legnami, costruzioni navali. L'Arsenale di Venezia fra XVI e XVIII secolo
Antonio Lazzarini
Libro: Copertina morbida
editore: Viella
anno edizione: 2021
pagine: 304
Il volume è dedicato allo studio dei boschi della Repubblica di Venezia, delle loro caratteristiche, dei metodi di gestione, del complesso meccanismo di approvvigionamento del legname per la cantieristica navale e della sua utilizzazione da parte dell'Arsenale. Vengono affrontate tematiche relative all'evoluzione dei sistemi costruttivi e dei costi di produzione di galee, galeazze e altre imbarcazioni a remi; da fine Seicento anche di vascelli, fregate e altri bastimenti a vela, in connessione con la trasformazione delle tecniche della navigazione e di quelle della guerra sul mare.
Il Veneto delle periferie. Secoli XVIII e XIX
Antonio Lazzarini
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2012
pagine: 240
Periferie: subregioni considerate remote e marginali negli ambienti cittadini, ma che risultano spesso tutt'altro che isolate ed anzi fortemente interrelate col resto della regione. La storia delle periferie venete è anche storia delle città e di Venezia in particolare. Da un lato i suoi abitanti, prima ancora di acquisire le terre più fertili e di piantarvi l'economia di villa, risalirono le vallate alpine alla ricerca di risorse minerarie e di legna da fuoco e legname da costruzione, attivando le risorse della montagna e instaurando intense correnti di traffico lungo le vie fluviali; dall'altro molti abitanti della montagna scesero nella città lagunare per trovarvi lavoro, esercitandovi i più vari mestieri ed anche attività imprenditoriali di rilievo, particolarmente nel campo del legname. Altri veneziani investirono nell'acquisto di vaste aree paludose, terre strappate all'Adriatico dai sedimenti portati dal Po lungo i rami di foce del suo vasto Delta, ancora paludose e semisommerse, poste in vendita dallo Stato come "onde di mare" man mano che affioravano. Qui non mancò chi ottenne risultati significativi con la bonifica e l'organizzazione del territorio, la diffusione su vasta scala di una coltura per eccellenza "capitalistica" come il riso: non senza aprire la strada a questioni ambientali di grande rilievo, altrettanto gravi di quelle indotte in montagna dai processi di diboscamento conseguenti a prelievi eccessivi nei boschi.
Boschi e politiche forestali. Venezia e Veneto fra Sette e Ottocento
Antonio Lazzarini
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2009
pagine: 224
Partecipi dei fermenti innovativi in campo culturale e del grande processo di trasformazione socio-economica e politico-istituzionale che investe l'Europa a partire dalla seconda metà del Settecento, Venezia e il Veneto vivono profondi cambiamenti anche in campo forestale. Muta la percezione del bosco. Si allarga la presa di coscienza sia del rapido ridursi della risorsa legno, come materia prima e come fonte di energia, sia dei pericoli per la stabilità dell'assetto territoriale derivanti dalla progressiva contrazione del bosco. Nasce la selvicoltura come scienza, benché fatichi a rendersi autonoma da finalità esterne, di natura politica o economica. Lo Stato riorganizza e razionalizza il suo intervento nel ramo boschivo con l'avvio di politiche forestali di tipo organico e la costruzione di strutture tecnico-amministrative capillarmente articolate sul territorio, a partire dall'"azienda boschiva" creata dalla Repubblica verso la fine della sua esistenza e ristrutturata nel periodo napoleonico e in quello austriaco. Resta invece sostanzialmente immutato il vasto e complesso sistema che da secoli garantisce l'approvvigionamento di legname, legna da fuoco e carbone vegetale alla città di Venezia, strutturato lungo le direttrici tracciate dalle vie d'acqua convergenti verso la città lagunare, ponendola in comunicazione col suo retroterra, ancora ricco di boschi nell'area montana.