Libri di Ginevra Latini
Italo Calvino e i classici latini. «Cosmicità» di Lucrezio, Ovidio e Plinio il Vecchio
Ginevra Latini
Libro: Libro in brossura
editore: Pacini Editore
anno edizione: 2023
pagine: 264
Nelle pagine cosmologiche di Lucrezio, Ovidio e Plinio il Vecchio, Calvino rintraccia i valori archetipici delle "Lezioni americane" come la scrittura «evidente», la logica di «contiguità universale» e la filosofia naturale. Lo studio ricostruisce il rapporto di Calvino con i classici latini nei saggi, nelle "Cosmicomiche e in Palomar, concentrandosi sull'utilità che hanno tali modelli nel suggerire una letteratura cosmica che si preoccupi di conciliare il «mondo scritto» con un interesse verso la rappresentazione del mondo fisico, come quello astronomico degli anni Cinquanta e Sessanta. La «cosmicità» latina, oltre a imprimere una spinta «archeologica», si proietta nel nuovo millennio come mezzo e modello per far sopravvivere la letteratura. In un'ottica interdisciplinare che ingloba anche la filosofia e la scienza, Calvino si interessa alla pulviscolarità atomistica di Lucrezio, alla «parità essenziale» e pitagorica di Ovidio e al «rapporto filologico» con il mondo naturale di Plinio.
Raphael da Urbino. I sonetti
Ginevra Latini
Libro: Libro in brossura
editore: Arbor Sapientiae Editore
anno edizione: 2020
pagine: 108
Raffaello seppe rielaborare la migliore tradizione poetica petrarchesca e scrivere dei versi in modo estemporaneo sul recto e sul verso di alcuni cartoni preparatori per gli affreschi della stanza della Segnatura databili al 1509: sonetti di prima stesura emendati li per lì, in modo veloce, in cui riprendeva le caratteristiche stilistiche proprie della materia amorosa con alcuni motivi originali legati all'introduzione di aspetti più carnali. Non sapremo mai se lo fece per esercitarsi in una sorta di rimeria cinquecentesca o per fissare effettivamente dei sentimenti provati nei confronti dell'oggetto del suo amore. Raffaello d'altronde dipingeva i ritratti femminili, soprattutto nel periodo romano, con una costante tensione verso l'antico, verso la perfezione di quelle statue di Afrodite che incarnavano la sua complessa visione della bellezza e dell'amore. Venus come ispiratrice di arte e di versi, anche in questo modo possono essere intesi i suoi sonetti. Partendo dall'analisi dello stato degli studi sui versi di Raffaello l'autrice propone una nuova edizione dei sonetti e delle loro varianti accompagnata da un ottimo apparato critico.
Medicamina faciei. Rimedi per il viso delle donne
P. Nasone Ovidio
Libro: Libro in brossura
editore: Arbor Sapientiae Editore
anno edizione: 2018
pagine: 80
Celebrazione del bimillenario della morte di Publio Ovidio Nasone. Più potenti dei filtri amorosi, più efficaci di trucchi e belletti, i rimedi di Ovidio assicuravano alle sofisticate donne romane risultati davvero eccezionali. Ingredienti bizzarri e costosi, conservati in pissidi e unguentari, da spalmare prima di addormentarsi per curare la pelle del viso e farla risplendere di bianco candore. Dai cento versi rimasti del parvus libellus, come lo stesso autore lo definisce (Ars Amatoria, vv. 2015-208), si apprende la complessità delle ricette cosmetiche in uso a Roma durante l'impero di Augusto. Originalità e rarità di alcune sostanze, tra cui guano di alcione e corna di cervo tritate, fanno dei Medicamina ovidiani pozioni riservate alle matrone di alto rango.
Ovidio. Relegatio. L'addio a Roma
Libro: Libro in brossura
editore: Arbor Sapientiae Editore
anno edizione: 2018
pagine: 68
Roma, 8 d.C.: Ovidio è condannato alla relegatio. Augusto, con editto imperiale, gli ha ordinato di lasciare non solo Roma, ma anche gli estremi confini dell'Italia (finibus extremae Ausoniae). Il poeta ha 51 anni ed in poco tempo deve sparire per sempre dall'Urbe per finire confinato in Scizia a Tomi, un piccolo porto nel lontano Mar Nero, nell'attuale Romania, senza famiglia e senza le cose a lui più care. Davvero una punizione esemplare per colpa di un carmen e di un misterioso error, a dire dello stesso autore nei Tristia, ma al volere dell'imperatore non ci si può opporre e la partenza diventa ineluttabile. Ed ecco che Ovidio descrive la sua ultima notte romana, rievocando dolorosamente il congedo dalla moglie Fabia, dai familiari e dagli amici che non rivedrà mai più. L'addio a Roma fa parte dei Tristia: cinque libri composti in distici elegiaci durante l'esilio tra l'8 eil 12 d.C. , in cui Ovidio descrive il suo stato d'animo pieno di tristezza: la solitudine e la desolazione di un luogo al confine estremo dell'impero lo straziano, è costretto a condurre una vita ben diversa da quella a cui era abituato. Così resisterà dieci anni, poi la morte.
Sibylla. Il mito della Sibilla Cumana nelle Metamorfosi ovidiane e in un affresco di Ercolano
Ginevra Latini
Libro: Libro in brossura
editore: Arbor Sapientiae Editore
anno edizione: 2019
pagine: 80
Lo studio si sofferma sull'analisi di un affresco ritrovato ad Ercolano durante gli scavi del 1749 e al suo legame iconografico con la descrizione che Ovidio fa della Sibilla Cumana nei Metamorphoseon libri XV (libro XIV, vv. 101-154).