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Libri di J. Rodolfo Wilcock

Frau Teleprocu

Frau Teleprocu

J. Rodolfo Wilcock, Francesco Fantasia

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 1976

pagine: 138

12,00

Dizionario dei luoghi comuni-Album della marchesa-Catalogo delle idee chic

Dizionario dei luoghi comuni-Album della marchesa-Catalogo delle idee chic

Gustave Flaubert

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 1980

pagine: 132

A nove anni, Flaubert scriveva in una lettera dall'ortografia incerta: «siccome c'è una signora che viene da papà e ci racconta sempre delle sciocchezze le scriverò». La morte lo avrebbe colto mentre continuava ancora a trascrivere le gesta della Stupidità nell'incompiuto Bouvard e Pécuchet. E durante tutta la vita di Flaubert l'immagine della Stupidità, sotto la possente spinta dei tempi, si era continuamente dilatata dinanzi ai suoi occhi: non più soltanto attributo inestirpabile della specie umana ma Potenza Cosmica, l'etere che ormai avvolgeva qualsiasi parola fosse pronunciata: le chiacchiere della comare e le relazioni dell'accademico, gli appelli del politico e le sentenze del farmacista, le similitudini dei lirici e i protocolli degli scienziati. Si trattava ormai di una nuova Lingua Universale, tutta composta di Frasi Fatte, cui mancava però ancora un dizionario. Flaubert per decenni sognò di scriverlo egli stesso. Così descriveva il progetto, in una lettera del 1852 a Louise Colet: «Credo che l'insieme sarebbe formidabile come il piombo. Bisognerebbe che in tutto il libro non ci fosse una parola mia, e che, una volta letto il dizionario, non si osasse più parlare, per paura di dire spontaneamente una delle frasi che vi si trovano». Di quell'immenso progetto, che doveva confluire nella seconda parte del Bouvard e Pécuchet, rimane il prezioso frammento che qui pubblichiamo, insieme con altri due ad esso affini: l'Album della Marchesa e il Catalogo delle idee chic. La traduzione e l'introduzione sono di uno scrittore singolarmente congeniale a Flaubert: J. Rodolfo Wilcock.
12,00

L'abominevole donna delle nevi e altre commedie

L'abominevole donna delle nevi e altre commedie

J. Rodolfo Wilcock

Libro

editore: Adelphi

anno edizione: 1982

pagine: 266

13,00

Alce Nero parla. Vita di uno stregone dei sioux Oglala
13,00

Fatti inquietanti

Fatti inquietanti

J. Rodolfo Wilcock

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 1992

pagine: 272

14,00

Una pinta d'inchiostro irlandese

Una pinta d'inchiostro irlandese

Flann J. O'Brien

Libro

editore: Adelphi

anno edizione: 1993

pagine: 292

26,00

Il reato di scrivere

Il reato di scrivere

J. Rodolfo Wilcock

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2010

pagine: 88

Quale idea J. Rodolfo Wilcock avesse della critica e del suo status lo si inferisce da alcuni noti vezzi, come quello di recensire spettacoli che non aveva visto, o di inventarne di inesistenti, sulle cui tracce si gettavano subito tutti. Gli articoli raccolti qui coprono i due decenni più importanti della sua collaborazione a giornali e riviste (innanzitutto al "Mondo" di Pannunzio), e sono tutti dedicati al mondo delle lettere e alle sue singolari, ricorrenti, tormentose perversioni.
6,00

I due allegri indiani

I due allegri indiani

J. Rodolfo Wilcock

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2011

pagine: 297

Nel 1973, quando apparve da Adelphi "I due allegri indiani", l'aggettivo demenziale non era ancora entrato nel lessico della critica italiana, né letteraria né cinematografica né musicale: il primo film dei Monty Python sarebbe stato distribuito solo un anno dopo, "Hellzapoppin'", "La guerra lampo" dei fratelli Marx erano noti a una sparuta minoranza di cinefili, e gli unici esempi di " demenzialità " che venissero proposti alle italiche genti erano i personaggi di "Alto gradimento". Per di più Rodolfo Wilcock era un ospite assai singolare della nostra letteratura - per non dire un alieno. Cresciuto alla scuola di Borges, già autore di parecchi libri nel suo Paese, si era reinventato come scrittore in una lingua, l'italiano, che aveva a sua volta reinventato con una estrosità, o meglio, una sfrenatezza, paragonabile solo a quella che Nabokov aveva inoculato nella lingua inglese. Forse per questo ci sono voluti anni prima che Wilcock venisse riconosciuto per quello che è: un maestro del fantastico e del grottesco - e un maestro della prosa italiana. "I due allegri indiani" si potrebbe definire un " romanzo rivista", nel doppio senso della parola: 1, perché è articolato nei trenta numeri della rivista "Il Maneggio", diretta e redatta dal protagonista del romanzo stesso, che muta continuamente nome; 2, perché ogni numero di questa rivista è come un susseguirsi esilarante di sketch di avanspettacolo, il cui autore fosse però un letterato abilissimo, un genio della satira.
19,00

Una stanza tutta per sé

Una stanza tutta per sé

Virginia Woolf

Libro: Libro in brossura

editore: Feltrinelli

anno edizione: 2013

pagine: 156

Nell'ottobre del 1928 Virginia Woolf viene invitata a tenere due conferenze sul tema "Le donne e il romanzo". È l'occasione per elaborare in maniera sistematica le sue molte riflessioni su universo femminile e creatività letteraria. Il risultato è questo straordinario saggio, vero e proprio manifesto sulla condizione femminile dalle origini ai giorni nostri, che ripercorre il rapporto donna-scrittura dal punto di vista di una secolare esclusione, attraverso la doppia lente del rigore storico e della passione per la letteratura. Come poteva una donna, si chiede la scrittrice inglese, dedicarsi alla letteratura se non possedeva "denaro e una stanza tutta per sé"? Si snoda così un percorso attraverso la letteratura degli ultimi secoli che, seguendo la simbolica giornata di una scrittrice del nostro tempo, si fa lucida e asciutta riflessione sulla condizione femminile. Un classico della scrittura e del pensiero. Con uno scritto di Marisa Bulgheroni.
11,00

La sinagoga degli iconoclasti

La sinagoga degli iconoclasti

J. Rodolfo Wilcock

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2014

pagine: 216

"Così giunse nelle mie mani 'La sinagoga degli iconoclasti', in un inverno freddo e umido, e ricordo ancora il piacere enorme che le sue pagine mi diedero, e anche il conforto, in giorni nei quali tutto faceva presagire solo tristezza. Il libro di Wilcock mi restituì l'allegria, come riescono a farlo solo i capolavori della letteratura che sono al tempo stesso capolavori dello humour nero, come gli aforismi di Lichtenberg o il 'Tristram Shandy' di Sterne ... Oggi, diciassette anni dopo, esce in seconda edizione. Se volete ridere, se volete migliorare la vostra salute, compratela, rubatela, fatevela prestare, ma leggetela". (Roberto Bolaño)
12,00

Finnegans Wake. Testo inglese a fronte

Finnegans Wake. Testo inglese a fronte

James Joyce, J. Rodolfo Wilcock

Libro: Libro in brossura

editore: Giometti & Antonello

anno edizione: 2016

pagine: 150

Il "Finnegans Wake", l'ultima e più ambiziosa opera di James Joyce, che unisce all'estrema e continua sperimentazione linguistica il tentativo di forzare da ogni lato i confini della forma romanzo, vede la luce nel 1939 dopo ben 17 anni di gestazione. "Il libro - dichiara l'autore - è il sogno del vecchio Finn che, morto, giace disteso lungo il fiume Anna Liffey e osserva la storia dell'Irlanda e del mondo - passato e futuro - scorrergli attraverso la mente come rifiuti sul fiume della vita". Il racconto di un sogno, dunque, espresso in un linguaggio tanto intraducibile che ancora oggi non è stato possibile fornirne una traduzione integrale in italiano. Negli anni '60 quel poliedrico scrittore che era J. Rodolfo Wilcock, il "poeta" Wilcock, plurilingue inventore come lo stesso Joyce, tenta di elaborare un condensato in italiano di quest'opera, una traduzione che risulta ridottissima ma completa, quasi riconducesse quella che lui intitola "La veglia di Finnegan" alla perfezione della sua forma embrionale. Nella presente edizione, l'originale di Joyce fa da contrappunto alla versione di Wilcock. Questa è preceduta da un denso saggio di Samuel Beckett, scritto su richiesta dello stesso Joyce al fine di inquadrare la sua poliforme creazione. Chiudono il volume una serie di testi (finora inediti in volume) che Wilcock, nel corso degli anni, ha dedicato alla figura di Joyce. Prefazione di Edoardo Camurri.
16,00

Lo stereoscopio dei solitari

Lo stereoscopio dei solitari

J. Rodolfo Wilcock

Libro: Copertina morbida

editore: Adelphi

anno edizione: 2017

pagine: 181

«Simile ai favolisti delle antiche civiltà perdute, che prescindevano da qualunque tipo di moralità, limitandosi ai graffiti, Wilcock ha l'aria di ribellarsi ai precetti seguiti da un La Fontaine (o da un Fedro). Osserva il "possibile" delle combinazioni telluriche, terrestri o sociali, e annota il discrimine fra il simile e l'omologo, puntando sull'inafferrabile controversia dell'irrealtà che lotta con se stessa, per non apparire irreale. Non c'è bisogno quindi di trovargli una collocazione letteraria, un posticino accanto a Landolfi o a Flaiano, a Manganelli o a Ceronetti. Il suo posto se lo è fatto.» (Giacinto Spagnoletti)
12,00

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