Libri di Konstantin S. Stanislavskij
La mia vita nell'arte
Konstantin S. Stanislavskij
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2020
pagine: 446
"La mia vita nell’arte" del grande attore e regista russo Konstantin Stanislavskij è il più appassionante libro sul teatro del Novecento. L’esperienza di Stanislavskij coincide infatti con la grande stagione del Teatro dell’Arte di Mosca, uno dei maggiori centri mondiali del rinnovamento teatrale del secolo scorso, dove nacque la critica al modo enfatico e convenzionale del recitare. La celebre autobiografia di Stanislavskij offre un appassionante racconto diviso in quattro parti: infanzia artistica, adolescenza artistica, giovinezza artistica e maturità artistica. Quattro fasi segnate da una costante ricerca sul lavoro dell’attore e sui linguaggi teatrali, ma anche collocate in contesti storici cruciali: la Russia zarista, la rivolta del 1905, i luoghi dell’esilio e la Rivoluzione del 1917.
Il lavoro dell'attore sul personaggio
Konstantin S. Stanislavskij
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 1993
pagine: XXIV-324
"Qui si va ben lontani da carismatiche 'teorie'! Qui si parla di lavoro quotidiano, di faticose scoperte giornaliere, di riflessioni strettamente collegate con la prassi del palcoscenico!" (Dalla Prefazione di Giorgio Strehler). Attore, regista e teorico dell'espressione scenica, Konstantin S. Stanislavskij (Mosca 1863-1938) fu costretto, durante la Rivoluzione d'Ottobre, a lasciare la Russia per una tournée in America dal 1922 al 1924. In realtà fu proprio questa fortunatissima tournée a far conoscere al mondo il suo 'metodo'.
Le mie regie. Volume Vol. 2
Konstantin S. Stanislavskij
Libro
editore: Ubulibri
anno edizione: 1996
pagine: 149
Le mie regie. Le tre sorelle
Konstantin S. Stanislavskij
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2019
pagine: 246
Questa serie di capolavori raccoglie le note di regia in cui Stanislavskij ha fissato la sua interpretazione dei grandi testi čechoviani, divenendo un punto di partenza nella storia della regia. Libri fondamentali, inoltre, per capire le opere di Anton Čechov rappresentate all’inizio del secolo scorso. Se questi testi sono arrivati in Italia, lo si deve a Fausto Malcovati, che ha curato e tradotto i volumi, e a Franco Quadri, che li pubblicò per la prima volta con la sua Ubulibri. Nella sua analisi, Malcovati riesce a illuminare il complesso rapporto registico tra i due direttori del Teatro d’Arte, Stanislavskij e Nemirovič-Dančenko (drammaturgo lui stesso e fraterno amico di Čechov) e il contesto storico in cui queste opere furono prodotte. Nel confronto diretto tra testi e annotazioni, corredate dagli schizzi disegnati da Stanislavskij stesso e dalle foto degli allestimenti, è finalmente possibile ricostruire e visualizzare i famosi spettacoli del Teatro d’Arte, come furono interpretati al loro debutto a Mosca, più di cento anni fa. Un avvenimento culturale: la documentazione di un incontro storico alle origini di un nuovo modo di intendere il teatro.
Il lavoro dell'attore su se stesso
Konstantin S. Stanislavskij
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2008
pagine: LI-600
L'attore, l'uomo che, senza perdere se stesso, deve creare il personaggio, è il protagonista di questo celebre diario. Le vie interiori di questa creazione, i modi della sua realizzazione psicologica, gestuale, sonora, scenica: queste le fasi del "metodo Stanislavskij", la grammatica elementare di tutto il teatro del Novecento. Attore, regista e teorico dell'espressione scenica, Konstantin S. Stanislavskij (Mosca 1863-1938) fu costretto, durante la Rivoluzione d'Ottobre, a lasciare la Russia per una tournée in America dal 1922 al 1924. In realtà fu proprio questa fortunatissima tournée a far conoscere al mondo il suo "metodo".
Le mie regie. Il gabbiano
Konstantin S. Stanislavskij
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2016
pagine: 187
Questa serie di capolavori raccoglie le note di regia in cui Stanislavskij ha fissato la sua interpretazione dei grandi testi cechoviani, divenendo un punto di partenza nella storia della regia. Libri fondamentali, inoltre, per capire le opere di Anton Cechov rappresentate all’inizio del secolo scorso. Se questi testi sono arrivati in Italia, lo si deve a Fausto Malcovati, che ha curato e tradotto i volumi, e a Franco Quadri, che li pubblicò per la prima volta con la sua Ubulibri. Nella sua analisi, Malcovati riesce a illuminare il complesso rapporto registico tra i due direttori del Teatro d’Arte, Stanislavskij e Nemirovic-Dancenko (drammaturgo lui stesso e fraterno amico di Cechov) e il contesto storico in cui queste opere furono prodotte. Nel confronto diretto tra testi e annotazioni, corredate dagli schizzi disegnati da Stanislavskij stesso e dalle foto degli allestimenti, è finalmente possibile ricostruire e visualizzare i famosi spettacoli del Teatro d’Arte, come furono interpretati al loro debutto a Mosca, più di cento anni fa. Un avvenimento culturale: la documentazione di un incontro storico alle origini di un nuovo modo di intendere il teatro.
Otello. Note di regia. L'ultimo copione
Konstantin S. Stanislavskij
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2016
pagine: 174
Konstantin Stanislavskij già nel 1896, prima di fondare il Teatro d'Arte di Mosca, è stato interprete, come Otello, della tragedia shakespeariana omonima. Trent'anni dopo vuole rimetterla in scena. Ci pensa a lungo: le prove cominciano nel 1926 e proseguono lentamente fino al 1928, quando Stanislavskij, colpito da un gravissimo infarto, è costretto a un lungo periodo di riposo. Va a curarsi a Nizza e di lì manda alla compagnia le sue note di regia; sperando di poter tornare in tempo per sistemare personalmente lo spettacolo; ma non ci riesce. La prima è fissata per il marzo 1930, quando le note non sono ancora finite: così le interrompe a metà del quarto atto. Straordinaria testimonianza, queste note, dell'ultimo periodo dell'indagine sul Sistema: viene data enorme rilevanza alle azioni fisiche rispetto alla reviviscenza. L'attore, per poter controllare la giusta espressione del sentimento, deve come prima cosa fissare le azioni connesse con il sentimento stesso: solo così può essere sicuro di non cadere nell'enfasi, nella retorica, nella falsità, di raggiungere la verità. Per ogni scena, per ogni frammento Stanislavskij, in queste pagine, suggerisce all'attore le azioni fisiche a cui riferirsi nella linea interpretativa. Una grande lezione per attori e registi.
Conversazioni con gli artisti del Bol'soj. Il testo stenografico delle trenta lezioni sulla recitazione
Konstantin S. Stanislavskij
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2019
pagine: 174
Curato da Fabrizio Cruciani e Clelia Falletti, con una nuova introduzione di Lorenza Codignola, Conversazioni con gli artisti del Bol ́šoj contiene il testo stenografato delle trenta conversazioni – vere e proprie lezioni – che Stanislavskij tenne tra il 1918 e il 1922 e durante le quali furono ripercorsi gli aspetti più significativi del suo Sistema: non un insegnamento che «soffoca le persone di talento ed è adatto solo ad attori mediocri che non sanno dove andare» ma un approccio alla recitazione che nasce, innanzitutto, dalla gioia nei confronti dell’arte, dall’attenta osservazione e dallo studio delle energie creative degli uomini. In queste pagine ritroviamo dunque, approfonditi, alcuni tra i concetti-chiave più tipicamente stanislavskiani: quello di “circostanze date”, di “magico se”, di “cerchio creativo di solitudine pubblica”. Concludono la raccolta i venti capitoli dell’Etica. All’interno di questa breve opera rimasta incompiuta, Stanislavskij espone le proprie idee in merito ai comportamenti che ciascun attore dovrebbe osservare, non soltanto per garantire la migliore efficacia interpretativa sul palcoscenico, ma anche per far sì che durante la preparazione di una messinscena si venga a creare un’atmosfera quanto più produttiva, serena e collaborativa possibile. Ecco quindi una serie di preziosi consigli (attuali ancora oggi) che vanno dalla necessità di svolgere esercizi quotidiani all’importanza di saper gestire correttamente il proprio tempo; dall’esortazione a dare il meglio di sé alle prove, al monito di non cedere all’impulso di criticare i colleghi ma, al contrario, di saper prendere da ognuno «ciò che è utile e importante», nella consapevolezza che «i difetti si apprendono facilmente, i pregi no».
Le mie regie. Zio Vanja
Konstantin S. Stanislavskij
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2019
pagine: 196
Questa serie di capolavori raccoglie le note di regia in cui Stanislavskij ha fissato la sua interpretazione dei grandi testi čechoviani, divenendo un punto di partenza nella storia della regia. Libri fondamentali, inoltre, per capire le opere di Anton Čechov rappresentate all’inizio del secolo scorso. Se questi testi sono arrivati in Italia, lo si deve a Fausto Malcovati, che ha curato e tradotto i volumi, e a Franco Quadri, che li pubblicò per la prima volta con la sua Ubulibri. Nella sua analisi, Malcovati riesce a illuminare il complesso rapporto registico tra i due direttori del Teatro d’Arte, Stanislavskij e Nemirovič-Dančenko (drammaturgo lui stesso e fraterno amico di Čechov) e il contesto storico in cui queste opere furono prodotte. Nel confronto diretto tra testi e annotazioni, corredate dagli schizzi disegnati da Stanislavskij stesso e dalle foto degli allestimenti, è finalmente possibile ricostruire e visualizzare i famosi spettacoli del Teatro d’Arte, come furono interpretati al loro debutto a Mosca, più di cento anni fa. Un avvenimento culturale: la documentazione di un incontro storico alle origini di un nuovo modo di intendere il teatro.
Le mie regie. Il giardino dei ciliegi
Konstantin S. Stanislavskij
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2019
pagine: 216
Questa serie di capolavori raccoglie le note di regia in cui Stanislavskij ha fissato la sua interpretazione dei grandi testi čechoviani, divenendo un punto di partenza nella storia della regia. Libri fondamentali, inoltre, per capire le opere di Anton Čechov rappresentate all’inizio del secolo scorso. Se questi testi sono arrivati in Italia, lo si deve a Fausto Malcovati, che ha curato e tradotto i volumi, e a Franco Quadri, che li pubblicò per la prima volta con la sua Ubulibri. Nella sua analisi, Malcovati riesce a illuminare il complesso rapporto registico tra i due direttori del Teatro d’Arte, Stanislavskij e Nemirovič-Dančenko (drammaturgo lui stesso e fraterno amico di Čechov) e il contesto storico in cui queste opere furono prodotte. Nel confronto diretto tra testi e annotazioni, corredate dagli schizzi disegnati da Stanislavskij stesso e dalle foto degli allestimenti, è finalmente possibile ricostruire e visualizzare i famosi spettacoli del Teatro d’Arte, come furono interpretati al loro debutto a Mosca, più di cento anni fa. Un avvenimento culturale: la documentazione di un incontro storico alle origini di un nuovo modo di intendere il teatro.