Libri di Mariella Mehr
Uomini e topi. Eugenetica in democrazia
Mariella Mehr, Emmanuel Betta
Libro: Libro in brossura
editore: Ibis
anno edizione: 2020
pagine: 78
Il 26 novembre del 1998, la scrittrice e poetessa Mariella Mehr fu ospite dell’Università di Basilea in occasione del conferimento del dottorato honoris causa da parte della Philosophisch-Historische Fakultät. Non senza ironia, Mariella Mehr, di etnia Jenisch, vittima del programma Kinder der Landstrasse di Pro Juventute nella conferenza Uomini e topi ricostruisce, citando gli atti che la riguardano, quella drammatica esperienza. Nel volume viene proposto anche un saggio di Emmanuel Betta, professore di Storia contemporanea all’Università di Roma La Sapienza, che ricostruisce la diffusione dei programmi di eugenetica in Europa nel corso del Novecento, e ricorda come «tra il 1926 e il 1972, l’agenzia federale svizzera Pro Juventute organizzò, gestì e attuò il progetto Hilfswerk für Kinder der Landstrasse (Ente assistenziale per i bambini di strada), con il quale intendeva contrastare il nomadismo, attraverso politiche di sedentarizzazione forzata. 600 bambini jenisch furono sottratti alle famiglie d’origine, consegnati in affidamento a famiglie diverse o internati in orfanotrofi, cliniche psichiatriche o istituti penitenziari».
Labambina
Mariella Mehr
Libro: Libro in brossura
editore: Fandango Libri
anno edizione: 2019
pagine: 192
Nata a Zurigo da madre zingara di ceppo Jenisch, e vittima come altri figli del popolo nomade dell'iniziativa di sedentarizzazione forzata del popolo zingaro organizzata dall'Opera di soccorso per i bambini di strada, Mariella Mehr riversa in queste pagine la sua vicenda autobiografica. Senza nome e senza parola, all'inizio una voragine priva di contorni perché priva di storia, Labambina adottata in un villaggio anch'esso senza nome, è il centro durissimo, il nucleo di pietra di questo romanzo. Stanno, intorno a lei, allineati in una circolarità attonita che li intrappola, gli abitanti del villaggio. Si direbbe uno scenario fisso, un affrontarsi di ruoli che impone alla bambina muta di subire nella generale indifferenza, mentre dentro di lei si nutre un germe di vendetta. L'espressionismo crudo di Mariella Mehr, la torsione del linguaggio, sostengono dalla prima all'ultima riga l'incalzare dei soprusi facendo emergere la violenza, quella fisica e quella psicologica, come unico elemento dinamico in grado di provocare episodici contatti tra la vittima e i suoi carnefici. Col procedere della scrittura, le figure piatte del romanzo, urtate dalla presenza inquietante della bambina, prendono puntualmente vita, proiettate nella dimensione lineare del tempo riacquisiscono una storia e così la scena man mano si anima in un intricato groviglio di ambizioni mancate, promesse non mantenute, speranze tradite.
Il marchio
Mariella Mehr
Libro: Copertina morbida
editore: Fandango Libri
anno edizione: 2018
pagine: 176
Anna Kreuz, infermiera in un centro di cura in Svizzera, trascorre il proprio tempo libero nella serra, cataloga, seziona, ibrida, tratta gli esseri umani come piante e le piante come esseri umani, li mantiene in vita senza parole, con gesti meccanici. Gli anni passano tra gli esercizi e i lavaggi degli ospiti, fino al giorno in cui alle sue cure viene affidata Gertrud e tra le rughe di quel viso Anna riconosce i tratti di un angelo sterminatore del passato. Poco alla volta emerge dalla nebbia la storia, reale o immaginata, del tormentato legame tra due ragazze, una zingara e un'ebrea, chiuse entrambe in un collegio, entrambe ai margini, Anna e Franziska. I ricordi cominciano a ribollire come lava, le voci a scandire le immagini. La vicenda ci viene rivelata per illuminazioni improvvise che fanno solo intuire ciò che è accaduto, o meglio ciò che la memoria restituisce come verità. Così realtà e immaginazione, o incubo, si fondono, evocate con un linguaggio secco e frammentato, che sa del dolore del castigo. Con "Il marchio", Fandango Libri comincia la ripubblicazione delle opere narrative di una delle maggiori autrici europee del Novecento, paragonata per grandezza a Paul Celan, Nelly Sachs e Antonin Artaud. Insieme a "Labambina" e "Accusata" questo primo romanzo compone La trilogia della violenza, tre pannelli netti e crudeli per raccontare, tra sogno e realtà distorte dalla sofferenza, una storia di esclusione: l'accanita persecuzione di un'etnia nel cuore della ricca Svizzera del secondo Novecento.
Accusata
Mariella Mehr
Libro: Libro in brossura
editore: Effigie
anno edizione: 2008
pagine: 94
Accusata di omicidio e di atti incendiari, Kari Selb lotta con la psicologa del tribunale per affermare, in un monologo incalzante, la propria capacità di intendere e di volere, per il suo passato, per la sua vita. Nell'infiammato discorso, che la vede sdoppiata tra sé e Malik - l'altro sé, quello che agisce - Kari Selb sviluppa via via le fantasie di un serial killer. Senza mai attenersi alle categorie della giustizia e della colpa, Kari-Malik allestisce il crimine sul palcoscenico della sua mente mutilata ed erosa, trovando così una conferma di sé, dal momento che ogni altra identità è negata. Il romanzo illumina con crudezza la psiche di una donna che, come direbbe Artaud "sente il proprio pensiero spostarsi dentro di sé" e descrive la violenta e protratta vicinanza dei corpi in un flusso narrativo incalzante, allucinato ma realista. Con "Accusata" Mariella Mehr, scrittrice svizzera di origini zingare, conclude nel 2002 la trilogia della violenza che comprende "Il Marchio" e "Labambina".
Notizie dall'esilio-Nachrichten aus dem Exil-Nevipe andar o exilo
Mariella Mehr
Libro: Libro in brossura
editore: Effigie
anno edizione: 2006
pagine: 108
In questa raccolta risuona un visionario, a volte allucinato grido di dolore sul confine della follia. Un appello all'ascolto che non cerca consolazione nel linguaggio, ma usa la lama del paradosso per far emergere nei paesaggi, nei corpi, nel firmamento, i bagliori di un senso perduto, aprendo uno spiraglio sulla spietata ipoteca del quotidiano.
Steinzeit. Silvio, Silvia, Silvana
Mariella Mehr
Libro
editore: Aiep Editore
anno edizione: 2004
pagine: 192
Ognuno incatenato alla sua ora
Mariella Mehr
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: IX-163
"Mariella Mehr - coniugando Celan, Nelly Sachs e Artaud in una prospettiva di riscatto (Notizie dall'esilio), di laica redenzione (La costellazione del lupo) o di lucido delirio (San Colombano e attesa) - rimane strettamente legata, soprattutto nella produzione più recente, al cortocircuito verbale, alla 'Wortbildung' (la parola tedesca composta che diventa trampolino di lancio per l'invenzione) cui segue la concatenazione sghemba dei versi, sempre inaspettata, provocatoria, materica e mai astratta o fine a sé stessa. Mariella Mehr arreda il suo universo linguistico come fosse un parco selvatico. Cosi la sua ricerca poetica approda a volte a una magia crudele ('Uno sguardo modesto / pieno di magia rumorosa, più terribile di qualunque ira'), altre volte a un meticoloso esercizio speleologico tra le 'caverne dove, / vivono gli uomini di ghiaccio', altre a un'esplosione che tutto scuote nei 'crepacci del tempo', altre ancora in formule alchemiche rivolte alla carne e alle sue pause di gelo ('nell'amore / togliamoci / esausti il gelo / dai capelli') il tutto avvolto e travolto da una notte che inghiotte, restituisce e sottrae: s'insinua ovunque." (dalla prefazione di Anna Ruchat)
Labambina
Mariella Mehr
Libro: Copertina morbida
editore: Effigie
anno edizione: 2015
pagine: 153
Se c'è un fondo autobiografico in questo romanzo, esso non sta nella vicenda narrata ma nelle modalità di interazione tra i personaggi e in particolare nella relazione primaria della bambina con il mondo: "Non ha nome, Labambina". Senza nome e senza parola, all'inizio una voragine priva di contorni perché priva di storia, Labambina adottata in un villaggio anch'esso senza nome, è il centro durissimo, il nucleo di pietra di questo romanzo. Una situazione di sopruso reiterato in cui la violenza, quella fisica e quella psicologica, è l'unico elemento dinamico in grado di provocare episodici contatti tra la vittima e i suoi carnefici. Sembra quasi che Labambina, con la sua presenza aspra e non archiviabile sia in grado di far riemergere, in alcune di quelle individualità spente, una traccia di tenerezza, di far riacquistare loro il movimento perduto. Ma la sopraffazione prevale, la coralità bigotta del villaggio riassorbe ogni tentativo di sottrarsi al gruppo e restituisce alla scena quella circolarità vuota che respinge tutto ciò che non si adegua.
Labambina
Mariella Mehr
Libro: Copertina morbida
editore: Effigie
anno edizione: 2006
pagine: 153
Mariella Mehr è nata Zurigo da madre zingara di ceppo jenische. Come molti altri figli del popolo nomade nati in quegli anni in Svizzera e in Svezia, la Mehr fu vittima dell'iniziativa di sedentarizzazione forzata del popolo zingaro organizzata dall'"Opera di soccorso per i bambini di strada". E da questa esperienza di sradicamento, segregazione e colpevolizzazione che nascono tutte le sue opere e in particolare i romanzi della "trilogia della violenza" di cui "Labambina" fa parte.